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Gender libera tuttə. Storie vere per amare, capire e fare la rivoluzione

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«La mia battaglia per i diritti delle persone transgender è iniziata da una maglietta rosa con un unicorno: mia figlia la voleva indossare e io proprio non capivo perché un maschio non potesse farlo. Cercare di difendere questo suo diritto mi ha fatto iniziare a studiare e capire che cosa sia davvero l'identità di genere. Ma la cosa che mi ha aiutato di più in questo viaggio è stata conoscere tante persone transgender, di ogni età e di ogni nazionalità. Ognuna con la propria storia e le proprie peculiarità esattamente come chiunque: persone però che vivono in una società che non solo non le prevede, ma che ad oggi ancora pare non avere alcuna intenzione di prevederle. Basti pensare alle infinite discussioni per l'inserimento dell'espressione "identità di genere" all'interno del DDL Zan e a quel vergognoso applauso quando è stato affossato.» Camilla Vivian, creatrice di "Mio figlio in rosa", in cui racconta la sua esperienza di madre di una persona transgender, ha iniziato il suo percorso di attivista nel 2016. Da allora si è sempre scontrata, come chiunque porti avanti questa battaglia per i diritti, con una barriera di ignoranza e pregiudizio che finisce per sembrare insormontabile. Dall'uso del giusto pronome al riconoscimento giuridico, dalle terapie ormonali alla transizione chirurgica: le vicissitudini cui vanno incontro le persone transgender sono tante, dolorose e spiazzanti. Questo libro vuole essere un modo per cambiare le cose: attraverso le straordinarie testimonianze di 33 persone transgender di ogni età e provenienza, si racconta non solo la vera realtà della questione transgender in Italia, ma si affronta anche un problema politico e sociale che esige di essere risolto, affinché nessun diritto venga più negato e si inizi a costruire un mondo migliore.

528 pages, Paperback

Published June 14, 2022

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Camilla Vivian

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1 review
August 17, 2022
Negli ultimi anni, molto è stato detto – e scritto – sull’identità di genere, e molto sarà certamente detto e scritto in futuro, man mano che le scienze umane approderanno a nuove consapevolezze.
In un clamore assordante di affermazioni sul tema, spesso sostenute da posizioni ideologiche e dunque antiscientifiche, questo libro è prezioso, e non smetterà di esserlo neanche in futuro. È prezioso perché dà voce a persone in carne, ossa, sentimenti e pensieri, che hanno dovuto lottare fin dalla più tenera età per qualcosa di assolutamente scontato per la maggior parte di noi: la propria identità.
Persone – le protagoniste di questo libro – tutte diverse tra loro, come lo sono le persone in genere, che hanno poco in comune se non l’essere state silenziate da una società che si professa illuminata e inclusiva, ma che si erge in realtà a tribunale delle più intime e profonde consapevolezze di un essere umano.
Silenziate, nella migliore delle ipotesi, da un malinteso concetto di tutela e protezione, così sordo soprattutto nei confronti delle voci dei più piccoli e delle più piccole da farsi protervia.
Silenziate, nella peggiore delle ipotesi, da ignoranza, pregiudizio e discriminazione, tanto più gravi quando incarnate dalle istituzioni preposte a garantire diritti, a proteggere la salute, a formare ed educare.
A queste persone, sanissime, autoconsapevoli e piene di talento e progetti, la scrittrice Camilla Vivian dà voce. E non con la propria – di voce – ma con una dote più unica che rara nel panorama contemporaneo: la capacità di ascoltare. Confortate dalla sua accoglienza empatica, persone la cui identità di genere viene definita ancora oggi con il termine di ‘non conforme’, ad onta di ogni evidenza scientifica di depatologizzazione, raccontano i loro percorsi di vita, costellati di difficoltà, rifiuti, violenza, ma anche di inimmaginabile bellezza; sopra ogni altra cosa, le loro esperienze esprimono come la verità sia condizione imprescindibile –dai primi passi, letteralmente, fino all’età avanzata – per essere liberi e costruire esistenze libere, rispettose e pacifiche.
A queste preziosissime parole si intercalano le considerazioni attente e le domande rispettose – mai indulgenti al voyeurismo – dell’autrice, che mette a disposizione dei lettori una sensibilità sofferta e un rigoroso lavoro di ricerca bibliografica, nonché l’attitudine a non fermarsi mai agli strati superficiali della verità. Le storie di quotidiana umanità che emergono da queste pagine ci ricordano che affermare che sia il corpo delle persone transgender ad avere un problema equivale a lasciare loro – e non alla società – il dovere di farsi carico di discriminazione e violenza transfobica.

Se è vero che sia preciso compito di scienza e cultura contribuire a destrutturare violenza e discriminazione, per ottenere questo risultato è necessario esse si liberino della loro narcisistica autoreferenzialità e diano ascolto alla voce di persone che vivono sulla propria pelle il coraggio, la determinazione, la felicità e la bellezza di essere sé stesse. Perché, per usare le parole citate dalla stessa Vivian nell’apertura del suo lavoro, ‘la più alta forma di intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare’.
Questo libro è destinato a persone di ogni età, cultura, genere, opinione. Leggerlo significa indignarsi, commuoversi, ridere fino alle lacrime, e alla fine scoprirsi – piacevolmente – granelli umili e tuttavia indispensabili all’imperfetta e meravigliosa armonia dell’universo.

Alessandra Foglianese, pediatra
Profile Image for Peter Herold.
120 reviews
July 17, 2022
Un Oscar per Camilla, siamo tuttǝ attivisti trans!

Avete presente il film “Erin Brockovich” del 2000 per cui Julia Roberts vinse l’Oscar per la sua interpretazione dell’omonima attivista ambientale statunitense che indaga sui danni ambientali provocati dalla Pacific Oil and Gas? Allora “Gender libera tuttǝ” è l’indagine di Camilla Vivian, come Erin Brockovich madre di 3 figliǝ e separata dal loro padre, e come Julia Roberts merita l’Oscar per ciò che fa. Se leggete questo libro, diventerete anche voi attivisti, attivisti trans (e andrete fierǝ di etichettarvi come tali, senza paura che le persone pensano che ANCHE TU 😲 sia trans), cioè attivisti per i diritti delle persone transgender di essere ascoltatǝ, di essere credutǝ, di non doversi adeguare alle paure di genitori e genitrici di “come lo spieghiamo alla nonna?!” o in ambito scolastico e – soprattutto – di non dover essere patologizzatǝ e danneggiatǝ (fino al tentato suicidio …) dal sistema sanitario italiano che usa questionari screditati al livello internazionale per diagnosticare disturbi vari della personalità … quando basterebbe riconoscere che alla radice di tutti questi disagi c’è un problema di incongruenza tra il genere assegnato alla nascita e ciò che la persona sente.

Camilla ha cominciato nel 2016 a scrivere il blog “Mio figlio in rosa”; si era trovata senza punti di riferimento quando la terzogenita Fede – una ragazza trans, cioè una ragazza a cui erroneamente era stato assegnato la “m” alla nascita – voleva sempre vestirsi di rosa. Non trovando poco o niente in italiano, Camilla (che ha studiato lingue) si è dovuta documentare soprattutto con materiale dall’estero e attraverso il suo blog e presentazioni del libro “Mio figlio in rosa” è diventata un punto di riferimento italiano e anche internazionale per genitrici e genitori di figliǝ (forse) trans e/o “gender variant”.

“Gender libera tuttǝ” raccoglie in 20 capitoli, ciascuno con un’introduzione da parte di Camilla in cui parla della sua esperienza, testimonianze da persone che l'hanno contattata da quando ha iniziato con il suo blog. Si tratta di 110 famiglie, 33 adolescenti solǝ senza il supporto della famiglia (e quindi in totale 143 minorenni) e 34 persone adulte. Testimonianze da persone con 10 fino a 60 anni. Testimonianze che sfatano definitivamente l’idea di una nefasta “ideologia gender”, perché, oltre alla forte denuncia nei confronti del “sistema italiana”, il libro contiene molti racconti positivi, dalla gioia che l’uso del pronome corretto o dell’alias della carriera può produrre a quanto genitrici e genitori di trans kids – Camilla in primis – hanno imparato daǝ loro figliǝ. Leggete anche voi “Gender libera tuttǝ” “per amare, capire e fare la rivoluzione”, come nel sottotitolo del libro!

PS forse comincerete anche a usare lo schwa, ǝ.
17 reviews
September 21, 2022
Bellissimo! e meraviglioso poter leggere testimonianze di persone che un po' ti fanno identificare ma un po' anche capire tutte le assurde difficoltà che ci si trova davanti per poter essere sé stessi.
Consigliatissimo, grande Camilla.
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