Per Aurora Scalviati, il ritorno a Torino non somiglia certo a una rimpatriata. Chiamata come consulente, si ritrova a indagare su un caso che presenta un inquietante legame col mostro che trent'anni prima aveva terrorizzato la città. Ora che l'unico sopravvissuto a quei delitti, al tempo un bambino, è stato ucciso con un barbaro rituale, Aurora è costretta a confrontarsi con l'ingombrante eredità del padre, che all'epoca aveva condotto le indagini. Braccata dai traumi del passato e da una figura nell'ombra che conosce ogni sua debolezza, Aurora deve superare la diffidenza dei vecchi colleghi, ma soprattutto decifrare l'enigma che si cela nei corpi delle vittime del serial killer, ognuna delle quali presenta i medesimi segni incisi nelle ossa, impossibili da eseguire chirurgicamente. Simboli ricorrenti, dall'oscuro significato mistico.
BARBARA BARALDI è autrice di romanzi noir, libri per ragazzi e sceneggiature di fumetti.
Scrive per Mondadori la saga dark fantasy “Scarlett”, giunta al secondo capitolo, intitolato «Il bacio del demone».
Insieme a Camilleri, Lucarelli, Carlotto e De Cataldo, è protagonista di «Italian noir», il documentario prodotto dalla BBC sul thriller italiano.
È vincitrice di vari premi letterari, tra cui il Gran Giallo città di Cattolica e il premio Valtenesi.
I suoi libri sono accolti con favore dalla critica e dal pubblico, e sono pubblicati in nove Paesi, tra cui Germania, Inghilterra e Stati Uniti. Alcuni titoli: «La bambola dagli occhi di cristallo», «Lullaby – La ninna nanna della morte», «La casa di Amelia».
From Wikipedia: Barbara Baraldi is an Italian mystery writer.
A native of Mirandola, she currently lives near Modena. Her debut novel is La ragazza dalle ali di serpente, published in 2007, under the pseudonym of Luna Lanzoni. As a noir fiction’s writer she received, for two consecutive years, the Marco Casacci Prizes with two short stories: “Dorothy non vuole morire” and “La sindrome felicità repulsiva”. For her short novel Una storia da rubare she won the Premio Gran Giallo Città di Cattolica.
At the end of 2007 she published the novel La collezionista di sogni infranti (PerdisaPop) in a book series by Luigi Bernardi. Two of her novels, La bambola dagli occhi di cristallo and Il giardino dei bambini perduti, were published in 2008 by Mondadori on Il Giallo Mondadori Presenta. In 2009 she published the novel La casa di Amelia (PerdisaPop), a sequel to her previous work for the book series by Luigi Bernardi. The novel La casa dagli specchi rotti came out at the end of 2009 in an anthology inspired by the cinematographic Italian Giallo of Dario Argento published by Mondadori on Il Giallo Mondadori. In the first half of 2010 they are published two novels: Bambole pericolose on Il Giallo Mondadori and Lullaby – La ninna nanna della morte (Castelvecchi). In may 2010 it is published in Italy Scarlett (Mondadori), an urban fantasy novel with crime fiction influences, set in Tuscany.
Her novel The girl with the crystal eyes is published in England by John Blake Publishing.
Sono tentata di non scrivere nulla su questo romanzo. Va letto, punto. Meglio seguire l’ordine d’uscita dei precedenti per arrivare a questo. Per seguire Aurora. Ah, leggete la nota finale dell’autrice. Perchè “Aurora è una di noi”.
La mia autrice preferita è tornata con un nuovo giallo meraviglioso. Un libro avvincente che ti fa venire voglia di non staccarti mai. 4° libro che vede come protagonista Aurora, poliziotta con una storia triste alle spalle, che torna a Torino, città in cui si è verificata la strage che l'ha vista protagonista e che ha portato alla morte del suo fidanzato (poliziotto anche lui) e che quindi porta con sé vari traumi. In questo caso Aurora viene chiamata per creare il profilo del serial killer chiamato "spaccaossa" che ha già fatto 3 morti. Nel frattempo viene rapita una ragazzina,Giorgia. Aurora in poco tempo riesce a capire chi c'è dietro il rapimento, ma i fatti si complicano. Aurora capisce che i due casi sono concatenati, ma non riesce a comprendere cosa ci sia dietro a tutte queste uccisioni brutali. Aurora si trova ad affrontare il suo passato e a cercare di fare pace con sé stessa. Ve lo consiglio (prima però dovete aver letto i 3 libri precedenti, ma sono tutti molto belli!)
"«Sette anni fa ero una persona completamente diversa. [...] Poi, la sparatoria ha azzerato tutto. E non mi riconoscevo più. È come se all'esterno fossi ancora la stessa, e solo le cicatrici fossero lì a testimoniare la trasformazione. È la mia struttura a essere diversa. Ho capito che per trovare la salvezza non basta cambiare la pelle. Serve cambiare le ossa. […] E ora… ora che forse ho l'opportunità di progredire, di evolvermi, di diventare una persona migliore, persino, ho paura di essermi costruita da sola una prigione perfetta da cui non posso più scappare.» Bruno la cinse in un abbraccio. «Ogni prigione ha una chiave, Aurora. Se me lo permetti, posso aiutarti a cercarla.»"
Io con Aurora Scalviati ho un'affinità particolare, sviluppata nel corso dei primi tre romanzi della serie che la vedono protagonista, che mi sono piaciuti da impazzire. Quando ho scoperto dell'uscita imminente di "Cambiare le ossa", mi sono però resa conto di essermi lasciata sfuggire "La stagione dei ragni" (il quarto libro), ambientato all'epoca delle indagini di suo padre, il magistrato Francesco Scalviati. Ho quindi provveduto immediatamente a recuperarlo, facendo la conoscenza di altri straordinari personaggi, tra cui spicca la giornalista Leda De Almeida. Entrambe le trame, tuttavia, per quanto indubbiamente appassionanti, mi hanno lasciato un tantino l'amaro in bocca con una soluzione che è sì imprevedibile, ma forse lo è troppo, nel senso che in tutti e due i casi il colpevole risulta essere Non mi ha convinto tanto neppure l'elemento esoterico/paranormale, certamente di grande interesse ma che si amalgama con difficoltà al resto dell'indagine. O forse, il che è altamente probabile, questi due romanzi soffrono del confronto con i tre precedenti...
Nel complesso è stata una bella lettura e ho trovato geniali molti risvolti. Tuttavia, non dimentico il primo 35% noiosamente piatto. La cosa che più mi ha fatto storcere il naso è che Aurora ha seri disturbi mentali dovuti a una perdita, un terribile incidente sul lavoro, eppure è a piede libero, a svolgere indisturbata il suo lavoro di ispettrice. Farsi giustizia da soli non è giusto, è da malati di mente. Non so se si tratta di una serie, sinceramente, se alla fine di tutto sarà punita, ma questo volume si conclude come se nulla fosse. Devo proprio specificare che il messaggio lanciato non ha senso d'essere?
Una nuova indagine di Aurora Salviati che torna nella sua Torino e si trova a combattere non solo con un efferato serial killer, ma anche con i fantasmi del suo passato. Un thriller che tratta di religione, fisica quantistica e avvenimento inspiegabili dalla razionale mente umana.
Non uno dei miei preferiti della serie, ma comunque un libro ben scritto e costruito, con una trama avvincente.
In questo libro Aurora torna a Torino per investigare un caso che sembra essere legato al mostro che ha terrorizzato la città trent'anni prima e che è stato fermato da suo padre. La trama è quindi fortemente legata al romanzo precedente, La stagione dei ragni, che ho adorato. Questo legame, così come il fatto che Aurora si trova di nuovo in un ambiente un tempo familiare e che ha lasciato dopo eventi che le hanno distrutto la vita, è stato senza dubbio l'aspetto che ho apprezzato maggiormente della storia. Anche se a volte non ho condiviso il comportamento di Aurora, specialmente nei confronti di Bruno, ho seguito con grande interesse il modo in cui ha affrontato il suo trauma.
L'aspetto che mi è piaciuto meno, invece, è stato l'elemento esoterico/paranormale. A mio parere non era essenziale ai fini della storia, ma forse verrà apprezzato maggiormente da altri lettori.
Ancora una conferma per questa autrice che amo e che per me non sbaglia un colpo! Il ritorno di Aurora è in grande stile. Un bel l’intreccio psicologico e di indagine, condotto magistralmente. La suspence non manca e quando pensi di aver capito tutto ecco lì che le carte si rimescolano… È stato bello condividere con aurora il suo ritorno a Torino e vivere con le tutti i sentimenti che questo ritorno le ha suscitato… ancora una volta l’autrice ci fa entrare nella mente della protagonista e ci conduce nella sua intimità. Un libro, ma soprattutto un’autrice super consigliata.
"Il dolore è la conoscenza più intima. Vive dentro di noi, nelle nostre viscere, toccando tutto ciò che fa di noi ciò che siamo. Reclama le nostre ossa, impera sui nostri muscoli, si impenna davanti alla nostra forza, e poi scompare..." (Tiffany McDaniel)
Dopo cinque anni, Aurora Scalviati, rientra nell’ufficio della mobile alla questura di Torino 🧐 Non è cambiato molto da quando ci lavorava lei... è lei a sentirsi totalmente diversa, dopo che la sua vita è stata stravolta e si è ritrovata a ricominciare da zero, in un piccolo commissariato nella Bassa emiliana, lontana da tutto, e soprattutto lontana dal suo passato!!
Ma all'improvviso è il passato a irrompere nel presente, come un brutto flashback... torniamo a Torino, nella notte del 26 agosto del 1988, Tito Ferretti aveva quattro anni e si trovava nell'auto con sua madre e il suo amante, proprio nel momento che questi vengono brutalmente uccisi dal "mostro" 😱 e poche ore dopo, il bambino viene ritrovato davanti la porta del casolare del sig. Renato Bergesio, il primo ad avvertire gli inquirenti... ma il fatto più strano, era che Tito non portava le scarpe 🤔 quindi... come aveva fatto, così piccolo ad attraversare tutto il bosco del Pian del Lot, scalzo ...e al buio?? Aurora era nata, proprio la notte in cui il padre (Francesco Scalviati) aveva affrontato il mostro!!
Ora, dopo 34 anni, Tito Ferretti fa di nuovo parlare di sé... purtroppo è suo, il cadavere appena ritrovato. Un orrore 😱 perché l’hanno sfigurato e massacrato con un antico spaccaossa, ed è la terza vittima di un assassino, che agisce secondo un diabolico piano!! 😨 Tutti stanno cercando il nesso con il mostro... ma quale può essere?? Il commissario Damiano Provera, sa bene, che solo una persona può trovare il collegamento, ed è Aurora Scalviati... solo lei può farlo!! Quindi invitata come consulente, Aurora "vede" subito il legame tra le vittime, persone che sembrano non avere nulla in comune... ma che il killer, invece, ha scelto con cura 😬 poi ci sono i due sconvolgenti indizi: le inspiegabili incisioni sulle ossa e un misterioso libro sulle connessioni fra teoria quantistica e fede 🧐 Mah, 🤔 e intanto Giorgia, una ragazzina di dodici anni, è appena stata rapita... Aurora dovrà affrontare il passato, perché alla fine, è l’unica chiave di lettura per riuscire poi a tornare al presente!!
"In notti come quelle, il buio lo senti nelle ossa e nei denti, ti rimane appiccicato alla pelle come il sudore. A volte, il percorso che dall’oscurità porta alla luce è accidentato, una sequenza di passi e cadute in cui si radicano i dubbi..." 🧐
Bello bello bello! Come già detto Barbara Baraldi è una certezza, il suo ultimo libro è come sempre: scorrevole e coinvolgente 😊 una storia mozzafiato, ricca di suspense e di tensione... che ti lascia con il fiato sospeso e incollati alle pagine fino all'ultima pagina 👍🏻 Io infatti, l'ho letto tutto d’un fiato... e mi sono ritrovata troppo presto alla fine 🙄 Aurora Scalviati è una grandissima protagonista... la ADORO 🖤 ...e ora?!? Già mi manca... come mi mancano Bruno, la piccola T-Rex e Hannibal 🥰 Consigliatissimo. Barbara entra automaticamente nella mia top ten!!
Lo scrivo subito: “Cambiare le ossa” mi è piaciuto meno rispetto ai precedenti romanzi di Barbara Baraldi. E io li ho letti tutti, quindi permettetemi di esprimere un giudizio del genere.
Questo non significa che non sia un libro ben scritto, godibile, o che io non abbia trovato degli elementi molto interessanti all’interno della trama, solo che, a mio personalissimo giudizio, questo spiraglio di luce, questo mettere un piede fuori dall’oscurità da parte di Aurora, ha cambiato il tono della narrazione che finora aveva sempre avuto una sfumatura più cupa, e che rendeva i romanzi – sempre a mio avviso, naturalmente – più convincenti.
In “Cambiare le ossa” Aurora è chiamata a stilare il profilo di un serial killer che sta portando terrore e scompiglio Torino. Torna quindi nella città dove tutto è cominciato e che tutto le ha tolto, e dove, inevitabilmente, dovrà fare i conti con se stessa e con il suo passato, che assume nuove forme, come un tentativo di vendetta.
La trama ovviamente gioca sugli equivoci, sulle false piste, sulle ripartenze, facendoci gustare il colpo di scena finale che arriva e spariglia le carte. Se c’erano degli indizi lungo la strada, io proprio non li ho colti. Ma Barbara Baraldi non è più una esordiente ormai, e sa bene come sorprendere il lettore. Anche se in “Cambiare le ossa” ho avvertito molta meno tensione rispetto agli altri romanzi che ho letto della stessa autrice, in cui mi ricordo di aver avuto anche paura, a tratti.
Uno dei personaggi della storia è una teologa, che parlerà ad Aurora di religione e di fisica quantistica. I dialoghi con la professoressa Alida Bellocchi sono stupendi, li ho trovati stimolanti e mi è venuta voglia di saperne di più. Mi è dispiaciuto che non ci fosse un confronto finale tra le due, dopo la cattura del serial killer, me lo sarei aspettata.
Così come non mi è stato chiaro il motivo di inserire Curzi, un personaggio che chi ha letto la trilogia del buio già conosce, come voce della coscienza di Aurora in modo così discontinuo. Appare solo in un paio di occasioni e poi basta, Aurora non prende commiato nemmeno da lui, o comunque non c’è uno scambio di battute a cattura avvenuta.
Ultima annotazione: avendo letto tutti i romanzi di Barbara Baraldi, i continui riferimenti alla storia precedenti li ho trovati un po’ ripetitivi. Capisco l’esigenza di mettere a pari chi magari inizia da “Cambiare le ossa“, ma per chi conosce bene la storia di Aurora, e una pagina di quella di suo padre, si corre il rischio di un appesantimento.
Quando si segue un autore con passione e con la voglia di leggere sempre sue nuove storie, fare un paragone con i libri precedenti probabilmente è sbagliato ma viene a dir poco naturale. Avendo amato molto la trilogia del buio, “Cambiare le ossa” non mi ha del tutto convinta, sebbene sia un romanzo potente ed evocativo.
Nel 1988 Tito Ferretti ha 4 anni, quando assiste all’omicidio della madre e del suo amante. Il mostro è un serial killer che sta terrorizzando Torino, e che viene catturato grazie alle indagini del sostituto procuratore Francesco Scalviati. Dal quel giorno sono passati 34 anni, la figlia di Francesco Salviati è diventata a sua volta membro della polizia ed è stata trasferita a Torino. Viene ritrovato proprio il cadavere sfigurato di Tito Ferretti, ora adulto: questo basta a riaprire l’incubo di allora. Lo hanno ucciso con un antico spaccaossa, un attrezzo dei macellai. Quando vengono ritrovati altri cadaveri uccisi alla stessa maniera il commissario Provera sa che l’unica persona da chiamare è Aurora Scalviati, perché sa che lei scorge connessioni che nessun altro vede, e lo aiuterà a identificare il killer. Due indizi attirano l’attenzione di Aurora in questo caso: le incisioni sulle ossa delle vittime e un libro che mischia la teoria quantistica con la fede cattolica. Mentre stanno indagando su questo caso, Giorgia una quattordicenne viene rapita.
Potete intuirlo da queste poche parole, ma se non lo avete capito ve lo scrivo: questo è un thriller adrenalinico. Un continuo colpo di scena dalla prima all’ultima pagina, veramente fino all’ultima! È il classico thriller che quando lo finisci non te ne accorgi e arrivi all’ultima pagina dici: mah…e poi??? Baraldi ha scritto altri thriller legati ad Aurora Scalviati, sono tre per la precisione, e uno, il precedente a questo La stagione dei ragni, parla invece di un caso su cui ha indagato il padre. Quest’ultimo è proprio il flashback che viene utilizzato per iniziare questo romanzo. Io non ho letto ancora la trilogia di Aurora, ma ce l’ho in libreria (e figuriamoci!), ma la lettura di questo romanzo non mi ha lasciato le lacune della mancata lettura, quindi non preoccupatevi. Anche per chi invece non ha ancora letto La stagione dei ragni, può leggere questo, sapendo che qualche piccolo spoilerino ce lo avrà durante questa lettura. Quindi il mio consiglio è sempre lo stesso: leggete i libri in ordine!
Cambiare le ossa - Barbara Baraldi Nuovo capitolo per le vicende di Aurora Salviati ed ennesimo grande thriller. La penna di Barbara come al solito scorre che è una meraviglia ed il finale è sorprendente Brava brava
Trama: Torino, 1988. Tito Ferretti ha solo quattro anni quando assiste all’omicidio di sua madre e del suo amante: è opera del “mostro”, il serial killer che sta terrorizzando la città e che sarà catturato, dopo un’indagine serrata, dal sostituto procuratore Francesco Scalviati. Sono passati 34 anni da allora. Il ricordo di quei fatti è lontano, ma il rinvenimento di un cadavere sfigurato sembra improvvisamente riaprire l’incubo: è Tito Ferretti. L’hanno massacrato con un antico spaccaossa, terza vittima di un assassino che agisce secondo una precisa, feroce dinamica. C’è un collegamento con il mostro, e quale? Il commissario Damiano Provera sa che solo una persona può venirne a capo: Aurora Scalviati, figlia del magistrato che negli anni Ottanta seguì il caso del mostro, venuta al mondo la stessa notte in cui le mani del padre si macchiarono di sangue. Capace, soprattutto, di scorgere le connessioni che nessun altro vede, e farne materia per identificare il killer. Aurora realizza subito che, anche se non sembrano avere nulla in comune, le vittime sono state scelte in base a un disegno preciso. E viene attratta da due indizi inquietanti: delle inspiegabili incisioni sulle ossa di Ferretti e un libro misterioso sulle connessioni fra teoria quantistica e fede. Mentre cerca di decifrare l’enigma arriva un’altra notizia sconvolgente: Giorgia, una ragazzina di dodici anni, è appena stata rapita... È l’inizio di un viaggio allucinante dove Aurora dovrà ricostruire un meccanismo perfetto e spietato, confrontarsi con la potenza della mente umana e capire, una volta di più, che il passato è l’unica chiave per penetrare il presente. E l’unica possibilità di redimersi.
Baraldi piąty już raz zabrała mnie do świata Aurory, gdzie kolejny raz krążyłam po najmroczniejszych zakamarkach ludzkiej psychiki. Nowa powieść autorki to klasyczny kryminał naszpikowany napięciem z thrillera psychologicznego, gdzie wytworzony klimat jest równie mocnym punktem, co sama intryga.
Rok 1988, śmierć matki i jej towarzysza napiętnowały życie Tito Ferrettiego na zawsze, a tajemniczy „potwór” dokonujący ów makabrycznego mordu wyrył się w pamięci niczym tatuaż. Rozwiązanie sprawy i ukaranie sprawcy wydaje się dawać pozorne ukojenie, jednak po 30 latach Tito zostaje znaleziony martwy, a koszmar zdaje się powracać, rzucając mroczny cień na Turyn. Komisarz Provera prowadzi śledztwo, jednak dopiero po wkroczeniu dobrze znanej Aurory Scalvati wszystko nabiera innego wymiaru. Sama bohaterka pozostała sobą jest złożona, wrażliwa i silna zarazem, nieustannie toczy boje z własnymi demonami i poczuciem winy, co pogłębia psychologiczny portret bohaterki,
Nieprzerwanie jestem fanką splatania przeszłości z teraźniejszości, która Baraldi potrafi znakomicie zbalansować. Wątki to się rozdzielają, to splatają tworząc intrygujący labirynt pełen sekretów, fałszywych tropów i przemilczanych dramatów. Powieść ma dobre tempo, a zakończenie rozdziałów zawsze zostawiało mnie z „tym czymś”, co każe czytać dalej i dalej.
„Łamacz kości” utrzymał poziom poprzednich tomów, bo to historia mroczna, inteligenta, refleksyjna, ale i pouczająca. Baraldi kolejny raz wciągnęła mnie w spirale leku i obsesji nie dając mi się wyrwać z tej historii.
Ammetto di non aver letto i precedenti libri della saga sulla profiler Aurora, ma è stata una lettura comunque comprensibile e devo dire che grazie a tutto ciò, se riesco, recupererò volentieri i volumi. Partiamo con il dire che è un thriller ricco di colpi di scena e di azione, con personaggi tormentati e realisticamente umani a mio avviso; ho percepito l’essenza della protagonista come se fosse una donna qualsiasi, una di noi che lotta tutti i giorni contro colleghi che non la considerano al giusto posto e cose simili… mi è piaciuto molto anche il modo con cui essa si impone nella sua consapevolezza di voler far luce su quanto successo, per sé stessa e per le vittime. Una mente fine e aguzza per niente perfetta e infallibile, davvero complimenti! Un libro che gioca molto anche sulle false piste e sugli aspetti della fede che qui non sono da sottovalutare! Uno scritto lineare e molto scorrevole, piacevole da leggere e nonostante alcuni passaggi molto tecnici, mi sono ritrovata ad avere la necessità di conoscere la verità che si celava dietro agli omicidi. Direi che lo consiglio agli amanti del genere, sono “solo” 383 pagine da leggere, un piccolo tomo che vi porterà a immergervi in un Torino scosso da un serial killer e da una serie di coincidenze particolari in un periodo storico vicino al nostro, contemporaneo direi. Non voglio dirvi altro per non svelarvi troppo, ma ve lo consiglio assolutamente!
Questo thriller poliziesco mi ha letteralmente rapita dalla prima all’ultima pagina. Premetto che “Cambiare le ossa” si pone dopo la trilogia del Buio, tre romanzi incentrati sulla profiler italiana Aurora Scalviati, che dopo uno sfortunato conflitto a fuoco in cui resta gravemente ferita, inizia a soffrire di un disturbo bipolare che tiene sotto controllo con continue terapie. Nei tre libri precedenti (che ho intenzione di recuperare, ma che vi assicuro non sono indispensabili per leggere questo sequel) la protagonista lascia la sua Torino per ricostruirsi una vita in un paesino dell’Emilia. In questo romanzo, invece, Scalviati viene richiamata dal PM di Torino per fornire il suo aiuto sul caso di un serial killer che sta spaventando la città e che sembra collegato a un omicidio di trent’anni prima su cui il padre di Aurora, allora magistrato, aveva lavorato. Il ritorno di Aurora a Torino è la miccia che riaccende un trauma che la profiler credeva di essere riuscita a superare. Sullo sfondo di una storia inquietante e trascinante, viviamo il dissidio interno di questa donna che tutti considerano una sopravvissuta, inconsapevoli del dramma intimo che ha vissuto negli ultimi cinque anni: il dolore di essere scampata alla sparatoria, mentre il suo compagno non ce l’ha fatta. Lo stile di scrittura di Barbara Baraldi è stata una piacevolissima sorpresa: fluido, accattivante, con una capacità innata di alternare momenti statici a capitoli frenetici e dal ritmo intenso e veloce. Anche la suspense è perfettamente calibrata, il che rende il romanzo irresistibile alla lettura perché accende l’ansia e l’inquietudine quando meno te lo aspetti, trascinandoti nel vivo dell’azione poliziesca. È molto interessante anche lo sfondo della teoria quantistica applicata alla religione, argomento di cui non conoscevo nulla e che ha aumentato l’interesse verso gli omicidi. Un punto di merito di sicuro all’autrice, che ha svolto un accurato lavoro di studio dell’argomento e lo usa quindi con competenza e semplicità, per farlo comprendere a ogni tipo di lettore Ne risulta un thriller che ti cattura non solo con la complessità dei suoi personaggi, ma anche con un intreccio davvero cupo e difficile da risolvere. Assolutamente consigliato agli amanti del genere
Amo l'autrice, adoro la sua scrittura e i suoi personaggi ed Aurora non può che conquistati. Aurora con il suo buio, il suo dolore il suo passato, potresti anche odiarla ma non ti lascia indifferente ed io dal primo incontro l'ho adorata, l'ho sentita vicina. Chi leggerà queste righe, mi prenderà per pazza, ma chi ama leggere e vive le mille vite dei personaggi sa di cosa parlo. Con capitoli brevi, che io prediligo, l'autrice non ti permette di chiudere il libro, ti obbliga, quasi, a procedere a cercare di indagare con Aurora, a scoprire con lei il terribile killer, che spaventa Torino, la città natale della profiler, di ritornare ad ascoltare la voce di Francesco suo padre, che abbiamo conosciuto nella stagione dei ragni . A Torino ripercorriamo il suo dolore, perché per andare avanti nella vita bisogna affrontare i propri demoni, lei lo farà con rabbia, dolore è avrà accanto sempre Bruno e Reno il.suo migliore amico della vita di prima. Che altro dire di cosa parla il libro della vittima colpita brutalmente, si può leggere da qualsiasi sito, ma delle sensazioni, le emozioni che ci trasmette l'autrice, solo leggendolo si possono provare. Consigliato sicuramente.
Aurora, che ormai vive e lavora da sette anni nella provincia emiliana, è richiamata a Torino dai suoi ex dirigenti per far luce su un caso intricato: sono stati trovati dei cadaveri dilaniati dai colpi di uno strumento barbaro detto “spaccaossa”. E quando le vittime aumentano ed il modus operandi coincide allora capisce di dare la caccia ad un serial killer, forse addirittura legato in qualche modo alle indagini condotte dal padre magistrato prima di venire ucciso. Ma Torino non è una città qualunque: è il fantasma di una vita che avrebbe potuto essere e non sarà mai, è il posto dove vecchi amici e vecchi rancori si ritrovano, è la casa d’infanzia di Aurora. Di chi fidarsi per risolvere il caso? Chi può aiutarla a distinguere il mondo come appare ai nostri occhi ed il mondo come la scienza dice che sia? E poi c’è Bruno… Bruno che non sa starle lontano, Bruno che forse possiede la chiave per aprire la gabbia in cui lei stessa si è rinchiusa da anni per proteggersi e per cambiare la pelle. Ma ora non basta più: Aurora deve cambiare le ossa.
Stimo tantissimo Barbara Baraldi, la serie di Aurora sa trascinarti nella storia , ti fa amare il personaggio con tutte le sue problematiche . Sa sempre stupirti. Come ha detto una lettrice in una recensione, i libri della Baraldi sono un crescendo continuo. A conferma di ciò , l’ultimo lavoro lo trovo stupendo, per ritmo, per la trama che ti prende tanto da non poter mollare il libro, per i ragionamenti che portano l’indagine alla sua conclusione . Il finale che tiene con il fiato sospeso. Ma vorrei aggiungere le chiacchierate tra Aurora e la teologa. Meravigliose. La Baraldi dimostra di approfondire con studi accurati ciò che racconta non essendo mai superficiale. E poi anche le pagine finali della scrittrice che racconta la storia del libro e un po’ di se stessa. Una lettura bella come thriller , arricchente per gli altri argomenti trattati.
Ho divorato il libro in 24h, Barbara Baraldi ha saputo tenermi con il fiato sospeso fino alla fine però il merito è anche mio, mi piace il genere e me lo sono fatto piacere ma alcune note erano completamente stonate.
Ho fatto l'errore di partire dalla fine senza leggere i primi libri con Aurora Scalviati ed adesso è troppo tardi per rimediare...venendo alle note stonate:
1) ho la sensazione che tutti i libri che trattano il tema dei serial killer con una protagonista donna facciano fatica a non ricordare in qualche aspetto "il silenzio degli innocenti" e abbiano tutti qualcosa che sa di già visto o di ripetuto
2) diversi passaggi sono del tutto inverosimili e poco credibili
3) senza entrare nei dettagli per non spoilerare rimane senza spiegazione una delle questioni più importanti della storia
E con questo ho finito la serie di Aurora, che dire, a me piace sempre moltissimo il suo modo di indagare, di creare connessioni. Questa volta la cosa ancora più interessante è stato il fatto che ci si è immersi nel suo passato, tra i vecchi colleghi, ferite riaperte e si scopre anche un altra parte di lei, quella più vulnerabile che in qualche modo ha chiuso lontano dall' Aurora degli ultimi 7 anni!
Interessantissima la parte sulla teologia. Ma soprattutto a me è piaciuto Reno come personaggio, molto simile ad aurora per certi versi. Io vi consiglio di leggerlo, non voglio fare altri spoiler nonostante so che tantissime persone sono abituare a leggere le trame ( ma io davvero è una cosa che odio, perché il mio cervello già elabora il libro e ne perdo l interesse).
Il ritorno di Aurora è un ritorno gradito. Il suo carattere è sempre un po' spigoloso, ma in misura decisamente inferiore rispetto agli inizi. La trama mi è piaciuta molto. Sono presenti diversi colpi di scena, la maggior parte dei quali è efficace. Qualcuno, invece, è un po' troppo prevedibile. Lettura coinvolgente.
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Aurora is back and it's a welcome return. Her personality is still bad-tempered, but certainly lesser compared to the beginnings. I really liked the plot. There are several plot twists and most of them are effective. But some of them are too much predictable. It's an engaging read.
𝐄𝐬𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐨 1: Aurora era paralizzata. Aveva l'impressione di osservare la scena dall'esterno del suo stesso corpo, sbalzata via dalla certezza che si trattava di un brutto scherzo della sua mente. Un'allucinazione, una delle imprevedibili conseguenze del frammento di proiettile che le era rimasto conficcato in testa dopo il conflitto all'ex mattatoio, al pari delle emicranie o dei disturbi del sonno. Doveva essere così. Perché l'alternativa, forse più semplice ma meno accettabile, era che fosse completamente pazza.
𝐄𝐬𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐨 2: Aurora capiva bene cosa intendeva. Era stato così anche per lei. In certi equilibri, quando si spezza qualcosa si spezza anche tutto il resto.
È la prima volta che mi approccio a un libro di quest'autrice, complice anche una promo di Amazon, per cui ammetto di essermi un po' persa, all'inizio, con i vari personaggi e i loro background. Una volta superato questo scoglio, la scrittura è scorrevole e riesce a mantenere bene l'attenzione. Unica critica è la macchinosità della trama, nonostante il colpevole fosse abbastanza intuibile già a un terzo del libro. Ad ogni modo credo che proverò a leggere anche gli altri libri della Baraldi. 3 stelle e mezzo
Ci sono mondi che non vorremmo mai conoscere, dove il male è dietro l’angolo ed è capace di infestare la nostra stessa mente, ma Cambiare le ossa traccia i confini di una realtà magnetica, per quanto terribile. Mi ha catapultato in una Torino nebulosa e tetra dove mi sono persa nei ricordi confusi di Aurora e ho faticato a distinguere il confine tra realtà e finzione. Fino a che punto arriva il dolore? E fin dove può spingersi la vendetta? Aurora ci prende per mano in un mondo fatto di luci e ombre, dove la giustizia, alla fine, trionfa sempre, ma dove forse il male è più vicino a noi di quanto pensiamo. Una storia magnetica che lascia col fiato sospeso fino all'ultima pagina.
Quando mi appresto a leggere un libro a tema poliziesco / thriller mi aspetto sempre una prima parte estremamente lenta o addirittura noiosa e una seconda parte molto più interessante e scorrevole. Qui è accaduto l'esatto contrario: la prima parte l'ho divorata, mentre con la seconda ho fatto una fatica enorme a finire il libro. Per non parlare del finale che non mi è proprio piaciuto. E Aurora Scalviati rimane veramente un personaggio insopportabile.
I casi della vita Riportano Aurora a Torino ed al suo passato. Non viene accolta molto calorosamente anche se con un po' di fatica riesce a riappacificarsi con l'amico del cuore del suo ex compagno. Non resta sola anche perché il suo nuovo compagno la raggiunge per non lasciarla sola e per fortuna perché ancora una volta le darà una mano a risolvere un caso difficile nonostante il divieto impostole di continuare ad indagare. Particolarmente interessante la Nota dell'Autore al fondo del libro.
Aurora è tornata! Questo è un thriller che entra dentro di noi, soffermandosi spesso sui limiti della protagonista, che mai quanto in questa vicenda risulta indifesa, ma al suo essere, non ad altri personaggi... La Baraldi si conferma strepitosa intrattenitrice, paragrafi brevi per una lettura con pochissime pause. Tornerà Aurora? Spero vivamente di sì.
Bellissimo. Aurora Scalviati finalmente è cresciuta, è matura, e affronta i suoi demoni. Richiamata controvoglia a Torino, la profiler dovrà fare i conti con un serial killer più insidioso e disturbato del solito. Tra fede e scienza, tra mille dubbi e un vecchio amico/nemico, il caso verrà risolto e molte questioni insolute troveranno finalmente risposta.