Alessandro Orsini ha conquistato il centro del dibattito per le sue tesi dirompenti sulla guerra in Ucraina. Mai, nella storia dell’Italia repubblicana, un intellettuale era stato sottoposto a un attacco politico e mediatico così duro e prolungato. Questo volume risponde alle domande più importanti del momento. La prima parte ricostruisce le tappe cruciali dello scontro tra Nato e Russia dal 1999 a oggi. La seconda mette a nudo l’arretratezza culturale dell’Italia in materia di sicurezza internazionale e spiega la strategia americana del dissanguamento della Russia, introducendo il pensiero strategico di Mearsheimer. La terza rivela il progetto politico-culturale di Orsini e il modo in cui lo persegue attraverso i media per contribuire alla lotta contro la colonizzazione del mondo della vita da parte del sistema. La quarta analizza le strategie con cui i media dominanti distorcono l’informazione in favore delle politiche di guerra del blocco occidentale. Il libro si chiude con la spiegazione del metodo della sociologia comprendente di Max Weber e presenta la relazione di Orsini sull’Ucraina, in Senato, del 4 dicembre 2018.
Alessandro Orsini (1975) dal 2016 è professore di Sociologia generale e del terrorismo presso la Luiss Guido Carli. E' stato direttore dell’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale della LUISS di Roma. È stato membro della commissione per lo studio della radicalizzazione jihadista istituita dal governo italiano. Dal 2011 al 2021 è stato ricercatore affiliato presso il Center for International Studies del Massachusetts Institute of Technology. Scrive per Il Fatto Quotidiano.
Finalmente ho potuto mettere le mani e leggermi attentamente il libro più chiacchierato del momento. Appena uscito in libreria è diventato best seller e ci è rimasto ,mentre scrivo siamo alla seconda settimana abbondante ed è rimasto il numero uno, hanno dovuto scriverlo anche i suoi feroci detrattori del Corriere della Sera, la Stampa e Repubblica, che lo hanno attaccato con una violenza e un livore sicuramente degni di miglior causa che non ricordo di avere mai visto in passato. Come molti davo per scontato che nella così detta stampa generalista e sopratutto fra le testate tradizionalmente meno inclini a schierarsi ideologicamente come il Corriere la linea fosse quella di non farsi prendere la mano “populisticamente” da atteggiamenti emotivi e prendere posizioni meditate fondate anche sempre sull’analisi di tesi contrapposte. Ora no, non più, la con la guerra in Ucraina i principali media hanno deciso che una e una sola linea , quella governativa – atlantica è quella da seguire e che il punto di vista di chi non condivide la linea governativa non può essere pubblicato perché se lo fosse si oltrepasserebbe la linea rossa della fedeltà alle idee liberal-democratiche e quindi si metterebbe in pericolo la società. Leggi di più: http://gmaldif-pantarei.blogspot.com/...
Interessante la parte sull'Ucraina e Mearsheimer. La parte che parla della sua persecuzione invece provoca il distacco delle gonadi, senza di essa il libro sarebbe stato la metà, forse meno.
Ho apprezzato la quantità, diversità, e qualita delle fonti utilizzate a supporto delle tesi presentate. Ho apprezzato la qualita delle metodologie di ricerca e la rilevanza delle teorie attivate, con le dovute attribuzioni alle fonti originali e le spiegazioni chiare del perche esse vengono invocate. Ho apprezzato la preparazione teorica e la capacita di tradurre questa in considerazioni e propose pratiche. Ho apprezzato l'integrtia dell'autore di farsi paladino di una conoscenza devota alla pace, di una pace che si nutre di ascolto e conoscenza empatica. Ho apprezzato IL coraggio di uno studioso che rivela i suoi vissuti personali e I prezzi assai cari Della liberta di espressione che IL duo studio ci regala. Grazie!
Un libro andato in voga circa un anno fa, ma in vetta alla classifiche fino a qualche mese fa. Ho deciso di attendere la lettura, per vedere il susseguirsi degli eventi nelle tensioni in Ucraina, per non far soccombere le mie analisi al clamore mediatico. Detto questo, un saggio molto interessante, diverso da altri che si attenevano solo alla pura ricostruzione storica e alle possibili soluzioni o prosegui geopolitici. Questo testo invece si concentra particolarmente sulla parte sociologica e info-culturale della guerra in Ucraina. Senza prolungarsi troppo sulle precisazioni sociologiche, dà dei buoni strumenti per comprendere il contemporaneo e soprattutto certi particolari poco notati dalla collettività mediatica che invece avendo gli strumenti cognitivi tali per comprenderli, possiamo ricondurli a una gamma di scelte e eventi ricorrenti nella politica internazionale, senza annichilirsi sul dibattito pubblico odierno che manca totalmente di contesto e sostanza. Mi è piaciuto molto il capitolo che parlava dell'analisi della comunicazione, meno i successivi che ho trovato poco stimolanti anche se presentavano informazioni necessarie per la comprensione dell'accaduto. Importantissimo il capitolo in cui si mostra il pensiero di Mearsheimer, celebre politologo, l'unica contraddizione che ha questo testo sono le parti eccessive che l'autore dedica al racconto dei processi giudiziari a cui ha partecipato o il testo riportato delle sue relazioni al Senato. Oltre questo avrei preferito maggior contesto storico, che anche se presente è insufficiente e poco approfondito. Dall'argomento trattato sarebbero potute uscire centinaia di pagine in più, e senza neanche fare pura ricostruzione anzi una critica mirata al susseguirsi degli eventi. Ho trovato che nel suo tentativo di fare buona ricostruzione storica e contrastare la retorica continua del dibattito mediatico sulla guerra, si sia fatto trascinare dalla fretta e dall'impulsività di scrivere su questo tema così caldo un'anno fa e ancora tutt'ora.
📖 Ucraina. Critica della politica internazionale. ♂️ A. Orsini 🏠 Paper First (2022) 📌 296/296 ••• 🖇️ "Questo libro si basa sul metodo comprendente di Max Weber. Weber chiamò il suo approccio "comprendente" per chiarire che la spiegazione di un'azione sociale deve basarsi sulla comprensione dei motivi e degli scopi di chi agisce. La sociologia comprendente prescrive che il sociologo stabilisca un legame simpatetico con la persona sotto osservazione per comprendere il senso che attribuisce a ciò che fa. Il punto focale è il modo in cui gli individui interpretano le loro stesse azioni. Il punto focale è il modo in cui Putin interpreta le sue stesse azioni". ••• ✍️ Alessandro Orsini, esperto di sicurezza internazionale e professore di sociologia del terrorismo, deve la sua fama alle numerose comparse in TV e alla successiva gogna mediatica subita dalle principali testate giornalistiche per le opinioni critiche espresse nei confronti del governo Draghi per come ha gestito la crisi in Ucraina.
🔦 Ciò che mi porterò dietro di questo saggio sono le prime tre parti delle cinque totali che compongono l'opera. La prima fornisce un excursus storico sullo sviluppo dei rapporti fra Russia e mondo occidentale post caduta dell'URSS per far emergere le cause della guerra russo-ucraina; il secondo illustra in maniera molto chiara le teorie di un grande politologo americano, John Mearsheimer, usate per spiegare le dinamiche della guerra secondo una logica di potenza; nel terzo introduce il concetto di approccio comprendente di Weber e altre teorie del famoso sociologo per spiegare il suo approccio all'analisi delle guerre in generale e della psicologia dei protagonisti delle stesse.
💡 I restanti due capitoli sono un'apologia di se stesso, una lunga tirata contro i baroni universitari da lui denunciati per corruzione e contro i giornalisti che lo hanno accusato di filoputinismo screditandolo come studioso. Onestamente, se il titolo del libro fa intendere che si parli di Ucraina, quest'ultima parte poteva essere evitata, anche se capisco il desiderio di riabilitarsi agli occhi dell'opinione pubblica dopo anni di vessazioni ed esclusioni accademiche per motivi di vendetta.
Alessandro Orsini, professore di sociologia de terrorismo, ci spiega quali sono le cause che hanno scatenato il conflitto tra Russia e Ucraina.
Per cominciare bisogna fare una premessa. Il terrorismo è un problema politico globale ma anche un meccanismo psicologico individuale. Il terrorismo agisce pesantemente sui nervi scoperti delle nostre paure informando l’immaginario privato di milioni di esseri umani. Con modalità similari la crisi della democrazia liberale non si gioca solo nei parlamentari e nelle cabine elettorali, ma anche nei neuroni e nelle sinapsi del nostro cervello. Un mondo globale esercita una pressione senza precedenti sui nostri comportamenti e sull’etica individuale. Ognuno di noi è intrappolato in numerose ragnatele, che mentre limitano i nostri movimenti trasmettono le nostre vibrazioni più impercettibili a destinazioni remote. (Yuval Noah Harari)
“L’impazzimento dei media che difendono il governo Draghi è evidente: sono stato prima accusato di essere una spia russa e poi di essere una spia italiana. “Il Corriere della sera”, “la Repubblica” e “La Stampa” hanno così sviluppato una massiccia campagna di fake news” (Alessandro Orsini)
Un libro lucido, importante per capire un po' meglio l'origine della crisi ucraina oltre le interpretazioni semplicistiche (e spesso propagandistiche) del giornalismo italiano mainstream. È urgente uscire dallo schema artificioso che ci regalano i telegiornali ogni giorno, dove Putin appare niente più che un pazzo senza controllo, e ragionare in termini più profondi. Provare ad uscire dagli stereotipi e ragionare come lui ragiona. È utile se il nostro obiettivo non è appena sentenziare chi ha torto o ragione, ma è la pace.
Orsini ha un modo di scrivere su argomenti ostici comprensibile anche ai non addetti ai lavori. Ho apprezzato l'elenco di fonti su cui si è basato per arrivare alle sue conclusioni ed ho anche apprezzato la parte di fatti personali, il non volersi piegare al sistema quando si è certi di essere nel giusto.
La prima parte, in cui Orsini espone dal punto di vista della Russia come la Nato abbia potenzialmente provocato una reazione, è interessante. Mi è sembrato invece che nella seconda parte Orsini si dilunghi un po' troppo nello spiegare gli attacchi subiti a causa della sua attività divulgativa.
Sinceramente mi aspettavo di leggere approfondimenti sulla crisi in Ucraina, le sue cause e le sue possibili evoluzioni. Più che Critica della politica internazionale l'avrei intitolato "Apologia di uno studioso di politica internazionale". Ho sempre pensato che le argomentazioni di Orsini siano difettose. Ad esempio non spiega per quale motivo gli Stati Uniti dovrebbero desiderare la sconfitta della Russia e l'Europa no. Oppure non approfondisce che conseguenze avrebbe un mancato allineamento europeo alla Nato. Credo che alcuni dei suoi detrattori si oppongano alle posizioni di Orsini, ma lo attacchino sul piano personale per non svelare il reale cinico interesse alla guerra dell'imperialismo europeo.