제39회 에도가와 란포상 수상작. <아웃>, <아임 소리 마마>의 작가 기리노 나쓰오의 데뷔작이다. '여성 작가가 창조한 여성 탐정이 활약하는 하드보일드'라는 문학사적 의의에 빛나는 작품으로, 인간 내면의 비열한 본성을 날카롭게 파헤치며 남성 작가의 전유물로 여겨진 하드보일드 장르의 새로운 경지를 열었다는 격찬을 받았다.
이야기는 여탐정 미로의 친구 요코가 거금 1억 엔을 들고 사라지면서 시작된다. 돈을 잃은 폭력단은 친구라는 이유로 미로를 협박하고, 미로는 단 1주일이라는 시한 내에 나루세와 함께 요코의 행방을 좇아 1억 엔을 찾아내야 된다. 요코는 과연 어디로 사라진 것일까? 그리고 1억 엔의 행방은? 비열한 인간들의 비정한 거리 신주쿠를 무대로 여탐정 미로의 전설이 시작된다.
여탐정 '무라노 미로 시리즈'의 첫 작품으로, 등장하는 배경이나 소재에서 무겁고 어두운 측면을 보여준다. 주인공이 도쿄의 대표적인 환락가인 신주쿠 2초메에 거주하고 있다는 설정부터 그러하다. 등장하는 주변인물의 면면을 보면 폭력단원, 사기꾼, 동성애자, 이상성욕자, 마약중독자, 네오나치 등 거친 어둠 속을 달려가는 인물들이 가득하다.
NATSUO KIRINO (桐野夏生), born in 1951 in Kanazawa (Ishikawa Prefecture) was an active and spirited child brought up between her two brothers, one being six years older and the other five years younger than her. Kirino's father, being an architect, took the family to many cities, and Kirino spent her youth in Sendai, Sapporo, and finally settled in Tokyo when she was fourteen, which is where she has been residing since. Kirino showed glimpses of her talent as a writer in her early stages—she was a child with great deal of curiosity, and also a child who could completely immerse herself in her own unique world of imagination.
After completing her law degree, Kirino worked in various fields before becoming a fictional writer; including scheduling and organizing films to be shown in a movie theater, and working as an editor and writer for a magazine publication. She got married to her present husband when she turned twenty-four, and began writing professionally, after giving birth to her daughter, at age thirty. However, it was not until Kirino was forty-one that she made her major debut. Since then, she has written thirteen full-length novels and three volumes of collective short stories, which are highly acclaimed for her intriguingly intelligent plot development and character portrayal, and her unique perspective of Japanese society after the collapse of the economic bubble.
Today, Kirino continues to enthusiastically write in a range of interesting genres. Her smash hit novel OUT (Kodansha, 1997) became the first work to be translated into English and other languages. OUT was also nominated for the 2004 MWA Edgar Allan Poe Award in the Best Novel Category, which made Kirino the first Japanese writer to be nominated for this major literary award. Her other works are now under way to be translated and published around the world.
Miro, una tipa assai antipatica sin dalla prima pagina, viene coinvolta suo malgrado in un pasticcio che riguarda una sua cara amica, una valigetta piena di soldi e la yakuza... tutto il libro è il poco avvincente racconto di lei che fa su e giù cercando di evitare di essere uccisa, perchè ritenuta complice del furto e nel contempo riesce pure a farsi venire qualche fantasia sul conto del fidanzato della sua amica morta, anche lui coinvolto nelle indagini
non è tanto la banalità della storia o l'intreccio in sè prevedibile, il peccato mortale di questo romanzetto di esordio, quanto l'assoluta piattezza delle considerazioni personali della protagonista, sembra il trionfo delle trasmissioni televisive pomeridiane per decerebrati, nulla di quel che dichiara come frutto di un suo ragionamento sfugge al banale, ma attenzione non è un problema culturale come nel caso della Yoshimoto che è una giapponese di quelle comuni, tipo una casalinga media che fa scoperte emotive da quindicenne e ci scrive un romanzo manco fossero cose rare, è proprio che i ragionamenti di Miro non funzionano secondo un filo logico coerente...un esempio? Come è possibile che, nonostante la moglie tradita e abbandonata dall'amante della sua amica sia anche stata vittima di persecuzione da parte della stessa tipa che gli aveva rubato il marito, Miro pensi che la sua amica, che oltretutto le aveva mentito raccontandole di essere lei quella perseguitata, anche di fronte alle prove materiali del contrario, Miro continui a pensare che l'amica è a suo parere del tutto innocente e che la tradita invece è una donna fredda e solo perchè sta poveretta le ha detto che pensa che il marito si sia pentito di quel che ha fatto? oltretutto si scopre che era anche vero che il tipo si era assai pentito di averla abbandonata per un'altra di cui cominciava a stufarsi...
ps. inoltre escludo nella maniera più assoluta che un arabo osservante, che non beve perchè la sua religione glielo vieta, possa rimanere serenamente sposato a una giapponese che esce di notte da sola per andare a bere nei bar a Roppongi e torna a casa all'alba ubriaca e ridacchiante...
"Pioggia sul viso" romanzo d'esordio pubblicato in Giappone nel 1993, è un buon hard boiled ambientato nei posti più ambigui di Tokyo e tra locali BDSM, luoghi infestati dalla Yakuza, la mafia locale e influenze dei neofascisti, la percezione della vita nipponica stride decisamente con gli stereotipi di un popolo tranquillo e dedito solo al lavoro. Il romanzo si snoda seguendo la ricerca di una scrittrice misteriosamente scomparsa con un bel malloppo sottratto ad un mafioso locale e durante la "quest" ci saranno diverse sorprese e molti incontri particolari in una metropoli strana e dalle mille facce.
A questo proposito mi ha colpito l'inizio del giallo dove la protagonista Miro Murano si alza la mattina e "Quando provai ad affacciarmi riuscii a distinguere a malapena il profilo di Shinjukue dei suoi grattacieli avvoli in una densa foschia bianca fin quasi all'altezza del suolo. La visibilità era così scarsa che avevo difficoltà persino a leggere la grande insegna del club a luci rosse Himeyuri, affissa ai primi piani dell'edificio a fianco. A differenza degli altri giorni, si percepiva distintamente il tanfo dell'umidità e dei gas di scarico, nonostante abitassi all'undicesimo piano."
Questo passo mi ha riportato immediatamente alla mente l'incipit del capolavoro della fantascienza cyberpunk del 1984 "Neuromante" di William Gibson "Il cielo sopra il porto aveva il colore della televisione sintonizzata su un canale morto". Casualmente, o forse no, il romanzo di Gibson comincia a Chiba, proprio in Giappone.
A mio parere l'unica pecca del noir è la lunghezza. 445 pagine sono troppe per un thriller davvero efficace. "Pioggia sul viso" sarebbe stato perfetto con un centinaio di pagine in meno, saltando di netto certe lungaggini e considerazioni personali della protagonista.
Yoko, một nữ nhà văn biến mất cùng số tiền 100 triệu yên. Naruse, chủ nhân của số tiền và cũng là bạn trai của Yoko, đang nghi ngờ Miro Murano - bạn thân của Yoko, đang thông đồng cùng Yoko chiếm lấy số tiền kia. Trước sức ép của thế giới ngầm, Naruse và Miro phải tìm cho ra tung tích của Yoko.
Điều làm mình ngạc nhiên đầu tiên, đây là tác phẩm đầu tay của Natsuo Kirino. Mình thấy được một Natsuo Kirino khác, ở câu chuyện này không quá nặng nề và tăm tối. Những miêu tả chi tiết về bối cảnh, thời tiết. Qua diễn biến điều tra mở ra từng khía cạnh khác nhau về tâm lý, những con người kỳ lạ, và điều gì đó về phân biệt chủng tộc. Tâm lý của của Miro thì khó hiểu, mình thật không hiểu rõ những suy nghĩ đó, nó làm câu chuyện trở nên dài dòng.
Điểm cuối bất ngờ là cú twist, khi sự kiện ở Berlin xa xôi liên kết với vụ mất tích của Yoko, sắp xếp lại trình tự đã diễn ra trong vụ án này.
Ecco un bel giallo come si deve! Una bella protagonista, che si muove come avrebbe senso si muoverebbe chiunque in quelle circostanze. Una descrizione dei criminali non del tutto folkoristica. Una bella descrizione della Tokio moderna. Certo, la storia ha le sue pecche, ma è godibile e scorre senza problemi. Penso sia il primo di una serie con la stessa protagonista, è probabile che leggerò gli altri libri se così dovesse essere.
Bel libro. Io adoro questo tipo di storie noir quindi l'ho trovato molto ben scritto con la solita protagonista stile Kirino molto antipatica ma molto capace. L'ho letto di una tirata. Se siete fan della Kirino, questo è super raccomandabile. Se volete cominciare a leggere la Kirino, Out è il vostro titolo.
A leggere la Kirino ci si diverte sempre. La Neri Pozza fa uscire adesso in italiano il suo romanzo del 1993 "Pioggia sul viso" che vinse il prestigioso premio Edogawa Ranpo (romanzi polizieschi) e la rese nota a livello internazionale. Il libro è un noir. Ma la Kirino scrive bene e la trama scorre come l'acqua durante la stagione delle piogge a Tokyo. Se lo leggi adesso ti imbatti in floppy disc, cabine del telefono, mappe di carta per trovare la strada e altri piccoli gap tecnologici che fanno capire subito che siamo negli anni 90, ma la storia regge ed è molto filmica. Lunga vita alla Kirino. Brava, sette più.
I knew Natsuo Kirino for having read 3 of her novels, but this is my first "classic" detective story by her and I was not disappointed. This book has all the elements of an inverstigation in Kirino's style. Maybe it is less interesting than the other books I read from her, but it's a good investment for those who like the genre and want to know more about Japanese culture.
Molto molto bello. Non leggo sovente libro del genere ma quest'autrice mi ha preso molto. Leggerò sicuramente anche altri suoi lavori. Vicenda molto interessante, ben costruita, per nulla prevedibile. Molto interessante lo spaccato sulla situazione socio politica della Berlino Est di quel periodo. Assolutamente consigliato
Un incubo ed una telefonata nel cuore della notte hanno reso il risveglio di Murano alquanto difficile: chi sarà stato a chiamare? E cosa avrà voluto dire quel sogno sul suo defunto marito? Scoprirà ben presto che la sua migliore amica è scomparsa portandosi via un'ingente somma di denaro: i soldi però appartenevano alla yakuza e ora dei suoi "agenti" vogliono sapere che cosa sa Murano di tutta questa storia. Pioggia sul viso è il primo noir di Natsuo Kirino: autrice famosa per il romanzo Le quattro casalinghe di Tokyo ora si è cimentata in un romanzo del tutto diverso ma ancora una volta il suo innato talento l'ha portata a scrivere una storia affascinante e magnetica. Adoro lo stile narrativo orientale: la calma che si percepisce nelle descrizioni tipica della loro cultura è il loro tratto distintivo, durante la narrazione l'autrice si prende tutto il tempo di descrivere i luoghi e le impressioni percepite dai suoi personaggi. La protagonista Murano è una donna spezzata dal lutto subìto che ha deciso di prendersi un anno di pausa da tutto per poter elaborare il dolore e per capire soprattutto in che direzione andare. Quando la yakuza busserà alla sua porta la paura per la sua migliore amica Yoko la porterà a ricalcare le orme del padre detective: buon sangue non mente e nelle sue vene l'istinto per la verità e per le giuste piste la porteranno a far luce sulla misteriosa sparizione dell'amica. I personaggi di Natsuo Kirino sono affascinanti così come l'intera narrazione: il retaggio culturale orientale si evince anche dai rapporti che questi personaggi intraprendono tra loro, l'assoluto rispetto per gli anziani e per le convenzione portano il lettore vicino ad una cultura diversa e particolare. Ottimo romanzo, davvero bello che sono sicura vi piacerà.
Penosamente triste. Dolorosa no. Ma, triste. Triste perchè, quando si parla di un sentimento come quello del rammarico, bisogna spendere poi tante parole. Se poi esse sono adoperate da un autrice come Natsuo Kirino, beh… credo che spiegano cosa veramente ci sia dietro a un aggettivo come questo. Spiegare cosa voglia dire sentirsi traditi dal tuo stesso sangue, una ragazza dalla banalissima vita - o forse non tanto banale?!? -, non tenendo in considerazione le conseguenze, del peggio che avrebbe equivalso nel momento in cui Yoko fuggì dal suo appartamento con una vertiginosa somma di denaro. Quando parlo di tristezza parlo seriamente. Una serietà tipica di quelle dottrine ortodosse e meccaniche che innescano quasi un processo spontaneo di conforto, di compassione, che generalmente non sorge con altri romanzi. Mai Miro pensava di poter essere incline ad dispprezzare il suo stesso sangue quando lo vide applicato da lei e dai suoi famigliari, forse perché in evidente contrasto con le sue convinzioni essenzialmente naturalistiche. Penosamente turbata dalla consapevolezza che non si trattasse di un sogno quanto della vera e nuda realtà, come una sferzata di luce Miro si renderà conto, che l’uomo non è sempre come appare, bianco o nero, luce e oscurità, quanto ci siano dietro sfumature che tuttavia sono alieni da latenti pregiudizi, tipicamente borghesi, che bisogna superare con tatto. Anche se legalmente libera di comportarsi come gli pare, anche se i requisiti dietro a questa storia non avrebbero portato niente di nuovo, quanto allontanato ogni certezza dal suo universo personale. Questa lettura ha atteso qualche mese da quant’è lo acquistai impulsivamente, nel mese di agosto, dopo il mio compleanno, perciò quando lo aprii mi misi a leggerlo senza aspettare giungesse niente di eclatante. Negli ultimi mesi il mio rapporto con Natsuo Kirino sono stati estremamente lunghi e indelebili – solo due romanzi letti mi hanno sottratto parecchio tempo – e limitati all’essenziale; e anche questa volta ho seguito questo schema. Tuttavia, nello scrivere questa recensione, inserisco mentalmente una piccola postilla oscura per vedere cosa succede, nella speranza di strappare alla mia coscienza qualcosa di più del solito: certi romanzi, anche se definiti << minori >> meritano di essere letti. E mi spiace solo che questo romanzo, quello di cui mi premuro a parlarvi quest’oggi, fu definito come l’anello debole del carosello di storie pubblicate dalla Kirino. Fu dunque, in una manciata di ore che mi recai in un polveroso edificio in prossimità del cuore di Tokyo. Tutte le vicende erano indirizzate su un unico fronte: la scomparsa di una ragazza e del suo impulsivo gesto di aver sottratto una somma vertiginosa a un boss. Ho così cominciato a camminare lentamente e in cerchio attorno alla zona, in un gioco di luci e ombre, macchinoso, estremamente geometrico e ponderato, determinata a restare finchè qualcosa o qualcuno sciogliesse i nodi di una matassa perfettamente costruita, con gli occhi fissi su un reticolato di disegni, sospiri, frasi sussurrate nel cuore della notte, ciascuna con una combinazione diversa. Innumerevoli vicende che convergeranno tutte in un unico quadro. Intorno, tutto così estremamente opaco, immerso in un luogo famigliare che brucia agli occhi, considerato come un'opera d’arte che donano come la sensazione di essere appartenuti ad un altro mondo, avulso dalla realtà. Travolgendo chi legge con la forza di uno tsunami, facendo risalire il tempo di un secolo, fino al tardo periodo. E in diverse circostante, niente di certo prende corpo, dato che una ragazza scomparsa resta ai bordi dell’anima di questa storia,; e malgrado la piega degli eventi si tramuta in indagini investigative che generalmente non amo leggere, si concretizza una storia che consolida e avanza in tentativi di distrazione, ammaliamento, congetturando qualunque forma di pensiero possa essere legata a tale sparizione. Quale colpa abbia commesso Miro per subire un simile colpo inferto dalla sua cara sorella e avvolto in una cortina di incertezze, rimandando uno dopo l’altro nell’oblio da cui siamo completamente sprofondati. Affascinante ma non indimenticabile, Pioggia sul viso si stanziò nel mio cerchio come un piccolo puntino di luce che trasmise interesse e anche smarrimento, sin dalla prima pagina. Dubbi o perplessità, la scissione fra vero o falso, giungendo a conclusioni del tutto inaspettate, in cui la tensione era piuttosto palpabile, alcune figure radunate ai bordi dell’anima di questa storia. L’aura distaccata, fredda di ogni romanzo giapponese che si rispetti, fra masse indistinte di anime flagellate da ansie o paure che vivono e pulsano, scalciando ogni giorno, aprendo finestre sul lattiginoso panorama dell’umanità. Diradare la coltre di mistero che ha aleggiato attorno a questa storia, ho avvertito il fascino per questo romanzo trasformarsi in qualcosa di inaspettato, che ha generato una certa sorpresa. La solitudine, il passato aperto come una vecchia cicatrice, una serie di avvenimenti che continuavano a galleggiare in una piscina piena di misteri e punti interrogativi. Una storia che si tinge di giallo, macchinoso e appassionante, vivace e malizioso che fa sorgere le riflessioni più profonde dell’animo umano: nel credere che l’essere umano non bisogna giudicarlo bensì conoscerlo. Ed, rievocando gli antichi romanzi polizieschi del passato e tutta la loro meravigliosa essenza, è un thriller avvincente che ha avuto la forma e la dimensione di un tunnel. In una realtà però molto simile alla nostra, diretta, sincera, proiettata in immersioni spericolate di una Tokyo quasi dimenticata, semplice ma malizioso,, fissato su uno sfondo usuale che ho vissuto però con passione e orgoglio.
This novel is a noir based in Tokyo; it is well written and structured, but some plot twists are highly unrealistic. In any case, I loved the atmosphere and how the relations between characters evolve.
Storia coinvolgente ed introspettiva come tutte quelle della Kirino. Mi rimane un po' l'impressione di una certa artificiosità e pedanteria in alcuni punti, ma non mi so decidere se sia proprio una sua modalità espressiva o un difetto di traduzione...
Adoro la Kirino e tutti i suoi libri, a parte l'isola dei naufraghi, e questo è uno di quelli che ho preferito maggiormente insieme a Grotesque. Molto avvincente e scritto molto bene, l'ho letto in pochi giorni senza mai fare fatica, lo consiglio a chiunque ami il genere noir!
primo noir di Natsuo Kirino e si capisce davvero, alcuni punti un po' lento e la trama forzata. Gradevole ma niente a che vedere con altri suoi libri. Interessati Gli spunti sulla cultura e il mondo nipponico anche se in fase embrionale, sono tutti gli elementi che saranno caratteristici della successiva produzione di Kirino: l’analisi della (contorta) psicologia femminile, le azioni trainate dagli impulsi sessuali, la voglia di trasgressione, la violenza e la ribellione nei confronti di una società ancora troppo stretta e a misura di donna... Peccato ma non male per essere il suo primo libro, il salto lo farà con le quattro casalinghe di Tokyo: un vero capolavoro!
Libro veramente povero, una storia senza pathos, piatta, con un’indagine portata avanti senza alcun criterio, personaggi stereotipati, colpo di scena finale che passa quasi in sordìna, visto l’entusiasmo nella scrittura che accompagna fino a quel punto. Insomma, due parole per definire questo libro ? Non leggetelo
nell'insieme il romanzo è godibilissimo, sono circa 370 pagine che scorrono in un soffio. Nonostante sia un romanzo d'esordio (1993), l'intreccio è accattivante e, già a suo tempo, lasciava presagire il meglio per il seguito. Si tratta di una scrittrice estremamente famosa e sinceramente non vedo l'ora di procurarmi gli altri suoi romanzi, che leggerò in ordine di pubblicazione. Consigliato!
Ci mette un po' ad ingranare, ma l'attesa ripaga in fitti misteri e rivelazioni assurde 🫶🏻 Secondo me non è tra i più belli dell'autrice ma comunque godibile.
Sono un po' perplessa da alcune scelte della "detective" tipo saltare addosso a tutti gli uomini violenti che incontra sul suo cammino 🤣 ma vabbè il mondo è bello perché e vario.
Una donna si ritrova nel cuore della notte a dover investigare sulla scomparsa della sua migliore amica e di una valigetta con dentro 100 milioni di Yen. Una signora in giallo in quel di Tokyo. La Fletcher alberga nei cuori di tutti noi ❤️
Primo romanzo di questa autrice giapponese. Non resterà solo soletto nella biblioteca, ho l’intenzione di proseguire nella lettura di questa scrittrice. Se la domanda è : da consigliare ? La risposta è sì.
Questo è l'ultimo libro di Natsuo Kirino che ho letto, mi è piaciuto ma non l'ho amato come "Le quattro casalinghe di Tokyo" e "Una storia crudele". Una storia triste ma non sconvolgente come gli altri due.
Ciò che più mi ha affascinato in questo libro è l'ambientazione e la cultura Giapponese, in particolare i rapporti interpersonali, così differente da quella occidentale
Ho tradotto questo romanzo per la mia tesi di laurea magistrale in lingua giapponese sugli stereotipi di genere nella letteratura giapponese. Molto bello