Silvana de Mari, medico chirurgo, ha lavorato in Italia e, come volontaria, in Etiopia. Da quando le è venuto il dubbio che i mali dell’anima siano devastanti quanto quelli del corpo, si occupa di psicoterapia. Per Salani ha pubblicato negli Istrici L’ultima stella a destra della luna, La bestia e la bella e L’ultimo Elfo (Premio Andersen 2004), che l’ha consacrata star internazionale della fantasy: tradotta in diciotto lingue, Silvana De Mari è l’autore italiano più venduto nel mondo dopo Camilleri. Da Salani sono usciti inoltre L’ultimo Orco (2006), secondo libro della saga iniziata con L’ultimo Elfo, e il saggio sulla fantasy Il drago come realtà. Del 2009 è Il gatto dagli occhi d'oro e Il cavaliere, la strega, la morte e il diavolo.
Ho amato profondamente "L'ultimo elfo" e "Mi chiamo Yorsh". Ho comprato tutta la serie entusiasta. Ho messo "L'ultimo orco" fra i To-read del 2017.
Ma niente, io non riesco proprio a superare l'astio e il disagio nei confronti dell'autrice e per le sue ideologie che secondo me proprio non si sposano con una dottoressa in primis e poi, per quello che mi riguarda di più, con una scrittrice di libri per bambini (Non voglio accendere focolai qui, magari c'è chi preferirebbe rimanere nell'oblio.. Io lo avrei di gran lunga preferito): sì sono una rosicona che non riesce a separare un buon libro e una buona scrittura (perché diamine se la De Mari SA scrivere!) dall'autrice stessa..
Questa cosa non interessa nessuno lo so, ma io un segno del mio dissenso verso Silvana De Mari e le sue idee voglio comunque lasciarlo: un granello di sabbia nell'oceano, ma spero che magari lei lo legga e rosichi (piccole soddisfazioni di piccole persone, lo so :D).
CIAO YORSH, E' STATO BELLO CONOSCERTI E SAPPI CHE NON DIPENDE DA TE
E’ un generoso fantasy che non si risparmia, e che non risparmia nulla al lettore (francamente, fatico a pensare che i bambini siano il pubblico ideale di questo libro). Ci sono la fame, la miseria, topi scarafaggi e pipistrelli mangiati per non morire, l’oppressione, la crudeltà della tortura, la guerra e lo stupro, sangue e fango, la malattia e la morte, la discriminazione delle razze, l’emarginazione. Ma c’è anche la misericordia, il coraggio, il senso di responsabilità di chi si prende sulle spalle i mali del mondo, l’immensa forza del rispetto e della gentilezza, la potenza cosmica delle donne che generano, nutrono, guariscono, consolano, combattono. C’è la diversità delle razze, ciascuna con i suoi doni e i suoi difetti, e la loro mescolanza che unisce i doni e le qualità. C’è una profonda moralità. C’è il romanzo di formazione che segue la crescita di almeno tre bei personaggi. C’è che provo un profondo senso di affinità con questa scrittrice, c’è che questo è uno dei libri che avrei voluto scrivere io, c’è che mi sto ancora asciugando gli occhi perché mi ha commosso fino in fondo all’anima.
Ja "Elfs" uzbūves ziņā bija, lai arī cik skarba, bet tomēr izolēta pasaka, tad "Orks" jau ir rakstniecības augstākais punkts, apvienojot fantāzijas pasaules ierastās lietas un vēl pievienojot padziļinātu izpratni par tām, ētikas meistarklasi un nekautrēšanos pievērsties pavisam brutālām un netīrām tēmām...
Jau sen Silvanas grāmatas būtu vajadzējis iekļaut skolu programmā.
Sākums ar Rankstrailu no tiesas aizrauj un pat lasot jau trešo reizi, uz brīdi aizmirsos, kādi pārdzīvojumi vēl sekos. Viņa absolūtie sass attacks pret augstmaņiem vien ir 5 zvaigžņu vērti.
Taču no sirds izraušanas no krūtīm nav iespējams izvairīties. "Orks" tikai uzņem apgriezienus. Nāve, nāve, nāves atskati, vēl vairāk zaudējumu...
Šajā lasīšanas reizē es gan sapratu, ka ne "Pēdējai Elfs", ne "Pēdējais Orks" nav par tēliem. Tie ir tikai vēstītāji savas pasaules stāstam. Pasaules, kas bija priekšgājēja mūsējai.
Debesīs nav gana zvaigžņu, ar kurām novērtēt šīs grāmatas.
Grāmatas stils nedaudz atgādina pasaku, kamēr pats stāsts atspoguļo cilvēka dabas neglītāko pusi. Pasaku, kurā princese aizbēg no augstdzimušo slēptuves, lai dotos karā. Pasaku, kurā līderi pārdod savu tautu par savu drošību. Pasaku, kurā tiek apstrīdēts, ko nozīmē būt cilvēkam. Pasaku, kas caur visu neglīto saglabā cerību par labākiem laikiem un labākiem cilvēkiem. Tāda smaga tā pasaka.
Šoreiz autore raksta par karu ar orkiem - būtnēm, kas nežēlīgi spīdzina un nogalina, atstājot aiz sevis vienīgi postu. Viņi tieši šim mērķim tiek radīti un audzināti. Citādi orki nemaz tik ļoti neatšķiras no cilvēkiem - arī viņi ir iznēsāti mātes miesās, dzimuši, auguši, jutuši... Kur nu vēl atbilstošāks laiks šādai lasāmvielai?
Kopumā bija sāpīgi un skaisti, tikai nedaudz par garu un nedaudz par smagu šim brīdim.
Orki ir nemīlētie, ienīstie bērni, viņus pasaulē laiž tikai tāpēc, lai viņi kļūtu par karavīriem. Lai varētu viņus kā akmeņus triekt pret nīstamo pasauli. [..] Domāt viņi neprot, jo domas rodas tajos prātos, kur mājo ticība dzīvei, bet tie, kuri nekad nav mīlēti, dzīvei nevar ticēt.
Šis bija garšīgi gan man, gan arī manam puikam. Ja salīdzina ar "Pēdējo elfu", tad šī grāmata bija daudz daudz nopietnāka. "Pēdējo elfu" varētu iedalīt, piemēram, jauniešu fantasy žanrā, bet šis jau ir riktīgs romāns ar izkoptiem raksturiem, milzīgiem pārdzīvojumiem un arī drusciņu laimes.
Iesaku izlasīt (sākumā gan pirmo grāmatu) un ir žēl, ka (vismaz tā izskatās) sērijas pārējās grāmatas netiks (vai netiks tik drīzi) tulkotas latviski.
E’ la terza volta che provo a scrivere questa recensione, e come in occasione dei due tentativi precedenti mi trovo in forte difficoltà. Come era successo, peraltro, con la recensione di El Ultimo Elfo/the Last Elf, il primo libro di questa saga. Libro che è strettamente intrecciato con questo, l’inizio di questo secondo volume si interseca spesso con il volume precedente per poi proseguire sia la storia dei protagonisti del primo libro che quella dei protagonisti di questo secondo volume. Quindi va letto assolutamente dopo aver letto L’ultimo elfo.
Detto questo… se L’ultimo elfo era una sorta di fiaba fantasy, scelta come spunto per parlare della paura e dell’odio per il diverso, dei pregiudizi, del desiderio di libertà, della ridicolaggine della burocrazia esasperata, qui i toni si fanno più maturi. Le atmosfere, più cupe. Laddove il protagonista era il piccolo Yorsh, l’ultimo elfo, puro, candido, in grado di sciogliere i cuori con la sua innocenza, ora abbiamo Rankstrail. Che inizialmente è pure lui un bambino, ma un bambino che già conosce il peggio della vita. Figlio di profughi rifugiatisi a Varil dopo che le loro terre erano state invase dagli orchi, conosce la povertà e la miseria e fin da piccolo si è accollato il compito di provvedere alla famiglia cacciando di frodo, grazie alla sua innaturale abilità e al fatto che i bambini sono puniti meno severamente degli adulti. Un bambino che, per mantenere la famiglia e curare il padre, una volta divenuto un ragazzino decide di arruolarsi come Mercenario, una spada al servizio del Giudice di Daligar per combattere gli orchi.
Yorsh era la pace, la consapevolezza del dolore che veniva inflitto agli altri, l’armonia, la vita. Rankstrail è la guerra, la sofferenza della gente invasa dalle truppe degli orchi, la morte dei contadini, dei soldati e dei nemici.
Le atmosfere sono inevitabilmente più opprimenti, i toni più duri.
I messaggi che arrivano da questo libro, più prettamente fantasy rispetto al primo ma sempre moralizzatore, sono in parte i soliti (cosa può far fare la paura e l’odio verso il diverso, l’invidia verso chi è migliore o verso ciò che non si può avere) ma a questi si aggiunge il messaggio sulla guerra. La guerra è brutta. La guerra fa male, muoiono persone in guerra. E dietro ogni corpo morto c’è una storia, una vita interrotta, sogni irrealizzati, affetti interrotti, altre persone che piangeranno quella perdita. Ogni vita è sacra, ogni vita è importante. Ma al contempo, a volte la guerra è necessaria. Perché se il nemico non ha intenzione di fermarsi, se vuole solo conquistare e uccidere, e prova piacere nell’uccidere donne e bambini, l’unico modo per salvare gli indifesi è lottare. Combattere, uccidere. Non ci sono scelte facili, e raramente ci sono scelte completamente giuste. Più spesso possiamo sperare in compromessi che limitino i danni e puntino al massimo bene raggiungibile, come il Capitano Rankstrail impara prestissimo.
Ma c’è anche la speranza. La speranza rappresentata da come Rankstrail e Robi evolvono, imparando dai propri errori e dagli insegnamenti di Yorsh, Erbrow e Aurora. Imparando la compassione e la misericordia, imparando a comrpendere l’altro e il perché delle sue azioni. Imparando sopratutto che l’orco non è solo il nemico, ma l’essere orco è una scelta. Lo scegliere odio, paura, invidia e violenza. Un umano può diventare orco, e un orco può diventare umano.
C’è la speranza di un mondo migliore.
E ci sono splendidi personaggi. Rankstrail, con la sua evoluzione; Robi, anche lei con la sua evoluzione, simile e allo stesso tempo completamente diversa da quella del Capitano; Aurora, che qui conosciamo meglio e impariamo ad apprezzare; Erbrow, la figlia primogenita di Yorsh, mezz’elfa con la mente molto più acuta del corpo umano che la contiene, che offre dolcissimi punti di vista. E Lisentrail, il braccio destro di Rankstrail, alla cui voce quasi sempre sono affidate le riflessioni sgrammaticate da popolano ma infuse di saggezza e di verità, le cose che la gente sa ma non si dicono. E il siniscalco di Daligar, il Capo della casa dei Re, l’ombra di Arduin che copre tutte le pagine del libro, il principe Erik…
L’unico difetto del libro, inizialmente, mi pareva l’assurdità dell’infanzia di Rankstrail, la facilità con la quale faceva cose ardue per uomini molto più vecchi di lui. La facilità con la quale aveva bruciato le tappe. Ma questo difetto viene spiegato poi ottimamente, quindi a mio avviso non ci sono difetti.El Ultimo Elfo/the Last Elf
Molto bello; come il primo, forse di più, anche se la mole inizialmente stanca un pò Gli spunti sono così tanti che riprenderli tutti è impossibile. Forse per tutti vale il sottolinare che non importa chi siano i nostri genitori ma quello che scegliamo. Sono le nostre azioni che fanno la differenza, non la casella in cui per caso o per destino ci troviamo a nascere. E' il principio di responsabilità che tanto andrebbe insegnato oggi alle giovani generazioni; lo capiranno?
Wonderful book! Probably will have to read it again some time, hard to keep all ideas in my head. I won't repeat the synopsis, and that is not that important anyway. What is important - it`s a story of an epic scale with amazing characters. Very inspiring and thoughtful book. Love books with good vs. evil theme? This one explores it and goes beyond the notion that everything is just black and white. Loved author`s use of language, although I read it translated to Latvian, still enjoyed it immensely.
Sono rimasta molto sorpresa da questo libro. Rispetto all'ultimo elfo ho trovato una storia più matura e complessa. Mi sono ritrovata spesso con le lacrime e spesso con il sorriso. Una miscela di sentimenti contrastanti che si alternavano mano a mano che la storia continuava, con molti colpi di scena. Decisamente un bel libro, consigliatissimo dopo aver letto L'ultimo elfo in quanto questo oltre ad essere un sequel per metà si svolge in parallelo al precedente libro. Sicuramente leggerò anche il terzo e il quarto. L'autrice mi ha conquistata!
I can admit, that in some points I still think different - in my mind some of the ways that were stated to be cruel still would be the rational ones. It just means, that I am not so grown up in my thinking yet. Or that in reality, you should decide whether the stated "good" thinking could be utopian and was meant to be written that way so that the growing minds find the positive and kind way of thinking as the right one... Anyway, the book is good. Really. Good.
Piękna, po prostu piękna. Początkowo trochę opornie mi się czytało, ale potem było coraz lepiej. Rankstrail to cudowny bohater. Książka bardzo mądra, ładnie napisana. Już wiem, czemu kiedyś tak bardzo mi się podobała.
Oo jā. Viena no mīļākajām grāmatām 100%. Labi, teikšu tā, ka beigu dēļ tomēr gribētos likt 4.5 zvaigznes, bet vidū bija tik daudz zelta, kas lielākoties caurvijas visai grāmatai, un pašas beigas kaut kā tomēr savilkās kopā, tā ka pēc maniem vērtēšanas kritērijiem tāpat ir 5. Filozofiskā fantāzija ir precīzs raksturojums, bet tā nav nogurdinoša vai bez sižeta - tieši pretēji! Ikreiz, kad kāds skolā vai draugu pulkā prasīja, kas tas par kluci, ko lasu, nezināju, kā paskaidrot, par ko tur ir, bet zināju teikt, ka ir ļoti laba. Ja nemaldos, autore ir kristiete, un to var redzēt viscaur darbam, sākot ar bruņnieciskumu un taisnīgumu pirmajā daļā, beidzot ar žēlsirdību un dzīvības vērtību trešajā daļā. Lasot komentārus un zinot, kā grāmatu raksturoja cilvēks, kas to man ieteica, redzu, ka lasītāji saskata, ka tai ir ārkārtīgi liela vērtība, bet nezina, no kā. Man šis gargabals ir radījis jaunu dzirksti un iedvesmu rakstīt, jo tagad skaidri redzu, kā var atklāt patiesību par pasauli, neuzspiežot to kā kaut ko jaunu vai nedabisku, bet gan atgādinot sabiedrībai nepārprotamas vērtības. Grāmatas beigās "teoloģija" vai drīzāk patiesība mazliet sašķobījās, bet tam nav lielākais uzsvars. Svarīgākais šeit tiešām ir tas, kas rakstīts grāmatas aizmugurē - kas ir cilvēces lielākais ienaidnieks? Mirklis, kad sapratu, kāpēc grāmatu sauc "Pēdējais orks", bija patiesi burvīgs un kulminējošs. Mums katram ir dota izvēle būt pēdējam ļaunuma nesējam. Ļoti daudz par sevi iemācījos. Man ārkārtīgi patika pirmā daļa par Rankstrailu, tajā ļoti spilgti saskatīju tās vērtības, kas uzsvērtas arī autores triloģijā "Hanija". Vēl sirdi plosošas bija nodaļas par Joršu, par Rites sāpēm, par mātes un meitas attiecībām, vēl par Ausmu un Erbrovu un par Rankstrailu un Erbrovu raudāju. Pietiekami daudz plot twisti bija, cīņas varenas, izmisums reāls, vērtības mūžīgas, ceļošana un laika ritums pārdomāts. Tas ir milzīgs darbs - uzņemties atklāt tik daudz vērtību caur tik daudziem tēliem, un man trešās daļas vidū jau likās, ka tas ir bijis pārāk liels izaicinājums, jo, piemēram, sāka iztrūkt dažu tēlu pieredzes un skatījuma, kas iepriekš bija atklāts, vai arī varenākā kauja vispār knapi bija aprakstīta, nu tas tā mulsinoši, bet uz beigām viss savilkās kopā un jutu, ka mierīgi varētu turpināties un nepaliktu garlaicīgi. Ļoti daudz pārdomu par cilvēka dabu, drosmi, tikumiem, izdzīvošanu, ikdienas priekiem, to, ka nekad neesmu cietusi badu. Vēl daudz cēlu domu par godu un šķīstām vs nešķīstām ciešanām. Silvana de Mari ir patiesi viena no izcilākajām mūsdienu rakstniecēm, ārkārtīgi apbrīnoju un novērtēju viņas darbus un plānoju gan elfu, orku, gan Haniju pārlasīt. Šie ir dzīvi darbi, kas turpinās saglabāt vērtību vēl nākamajās paaudzēs, un iesaku tos lasīt ikvienam, vecam vai jaunam. Nopietnāku un reizē dzīvāku un skaistāku fantāziju nekad neesmu lasījusi, un es pat vairs nezinu, vai to var saukt par fantāziju, jo viss tajā šķiet tik reāls! Vēl vēlos uzteikt tulkojumu, kas radīja iespaidu, ka darba oriģinālvaloda ir latviešu valoda, nevis itāļu, un paldies korektoram, kas, ņemot vērā darba sarežģītību un milzīgo apjomu, ir paveicis izcilu darbu. Ja vēl esat šeit, paldies, lai labi lasās!
edit: gandrīz apraudājos, kad redzēju, ka šodien (26.06.2025.) ir Ausmas vārda diena!!!
This is without a doubt the best book I've ever read in my entire life. It's inspiring, lovely and completely amazing. Rankstrail is the best character ever!
Reading this book as a child must have altered my brain chemistry forever. Rankstrail is one of my favorite characters ever. Rankstrail and Aurora are one of my favorite couples ever, which is wild considering there’s barely anything about their relationship in this book. If you read this book only for them then there’s a lot of filler. Yorsh has become an extremely unnecessary character but that problem solves itself…
Tonally this book is a big shift from the first one. The story is a lot more epic, a lot more serious.
Skaista pasaka pieaugušajiem. Būtībā jau ne par elfiem vai orkiem, bet par cilvēkiem. Labākais personāžs - Rankstrails.
Maksimālo vērtējumu tomēr nedodu, jo reizēm tās skaistās idejas sabērtas pārāk lielā kaudzē. Tā īsti nesapratu priekš kam tas Fēniks šai grāmtai bija piekabināts. Mierīgi varēja iztikt.
Letto per la prima volta quando ero alle medie, questo libro mi ha fatto nuovamente emozionare. Non ricordavo più bene la trama, solo qualche dettaglio qua e là, quindi il piacere della rilettura è stato ancora maggiore.
Oltre alla storia, molto ben costruita e avvincente, restano nel cuore i personaggi, nel mio caso in particolare Rankstrail e i mercenari: mi piace il modo in cui viene presentata la loro filosofia di vita e, in un certo senso, la saggezza che deriva dalla loro vita miserabile, ai margini della società. Amo Aurora, il suo coraggio nell'aver affrontato da sola una sofferenza indescrivibile e nell'essere comunque disprezzata per le azioni di suo padre. Mi è piaciuta anche Robi, di cui è molto evidente la crescita, che la porta da essere una ragazza tutto considerato un po' rozza, anche se con molto carattere, ad essere una regina e una madre che deve crescere i suoi figli da sola in un mondo devastato dalla guerra. È molto azzeccata l'osservazione che Rankstrail fa tra sé e sé dopo una delle battaglie: non è che Robi sia una "regina nata", piuttosto ha imparato ad esserlo poco a poco.
Nonostante le tematiche piuttosto serie, ci sono anche dei momenti veramente spassosi, e la carica umoristica aumenta quanto più la loro prosaicità è inserita in un contesto dai tratti epici.
Ma uno degli aspetti più belli del libro è la riflessione che lo percorre dall'inizio alla fine sul valore della vita. La vita vale sempre la pena di essere vissuta, e tutte le vite valgono allo stesso modo, da quella dei giovani mezzi-orchi generati nella violenza a quella di Yorsh, che sceglie di non fermare il proprio cuore (la soluzione facile e indolore) per sottolineare il valore infinito di ogni attimo dell'esistenza, anche degli ultimi. E il valore della vita non dipende dalle imprese o colpe dei nostri genitori, perché noi siamo solo chi scegliamo di essere con le nostre azioni. A questo proposito ci viene posta la domanda: chi è veramente l'Orco? Colui che, nascosto sotto una maschera, è stato cresciuto nella violenza e nel disprezzo e pertanto conosce solo questo linguaggio o piuttosto colui che, sotto un aspetto curato, nasconde una folle crudeltà, resa peggiore dalla consapevolezza inconscia della propria mediocrità?
Un'ultima parola sulla riflessione finale di Rankstrail su ciò che significa essere umano. Un uomo non è immortale, non ha una grande forza, non può controllare la materia con la magia. Un uomo ha solo la speranza, speranza in un futuro migliore, speranza che domani si troverà da mangiare e che la guerra finirà. E proprio per questo un uomo conosce il valore della sua vita: non combatte con la temerarietà di chi è indifferente verso la morte. Ha paura, vuole vivere con tutte le sue forze, perché sa che la sua vita è preziosa e non la vuole buttare via. Ma riconosce la necessità di battersi per ciò che ama, e da questo nasce il suo coraggio, il coraggio di alzarsi ancora e ancora, di ripartire da capo per la centesima volta o di sfidare la morte.
This entire review has been hidden because of spoilers.
When faced with the need to rate this book I feel troubled. In one way, I'd say without a doubt, that this is one of my selection of few recognized 'masterpieces' in the world of fantasy literature, because through its pages I found beauty; aesthetic pleasure and deliciousness in between its many paragraphs. True magic, in all its forms. However, and even though the novel delivers a story so new and so much more relatable that any other existant one, it fails lightly in breaking with the canon with which an author talks about war. My problem was with the second half of the novel, in which we are sucked into the rawness of war itself, and suddenly it becomes familiar, because, well, it can't be any other way. And if was not by the beautiful prose, it could have been confused by any other author. There I felt like it lost some of the delicacy that I found in Silvana de Mari's writing so fondly before. But don't get confused. This story is a perfect sequel. A dark one, yes, but with a subtle message that ties all the pieces together to finally show the real colors of the world the author manages to build (so fluidly!) through the incredibly complex characters we come to love and understand. I often wonder about the representation of love in novels that constantly tarnish under the physical affinity of the characters that authors tend to put over every other aspect in relationships, but now I have a restored hope in epic fantasy romance. It's usually hard for me to even like a character but between so many well-built personalities it's hard to choose a favorite among so many. Rankstrail, Yorsh, Robi...I feel deeply connected to all of them. Whether is in boldness, innocence or fearlessness, the author shows is not solely about blood-lines that we build our identity and fate, its about our own choice and will to decide what should lead our path in life. This book is pure philosophy and I'm so glad to have finally (after decades looking for it!) managed to unravel it in a time in which I could appreciate it more than when I read the first one.
Quattro stelle, perché ha perso i suoi toni più leggeri, quelli che al di là di tutto mi hanno fatto amare l'Ultimo Elfo. Ma va riconosciuto, Silvana De Mari è una scrittrice straordinaria, oltre che una donna straordinaria, e bisogna dire che i temi che ha deciso di trattare ne L'Ultimo Orco sono tutt'altro che leggeri. Lei sa svelare le cose che muovono il mondo e gli esseri umani, ne protegge i valori, ci fa vedere oltre la patina di superficialità e ipocrisia dietro la quale amiamo nasconderci. Questo libro respira delle esperienze africane, senza dubbio. Di voglia di riscatto, giustizia e amore. Pare impossibile, ma alla fine anche il più cattivo degli Orchi, ci dice, ha una storia alle spalle, e merita che si abbia rispetto per la sua anima. Per cosa combattere, che strada scegliere, quali e quanti sacrifici compiere ... questo libro è un unicum, non ce ne sono altri che così profondamente hanno toccato le corde della mia coscienza. L'ho amato per avermi fatto spesso commuovere e pensare, ma la morte di un personaggio (non dirò chi), è stato un vero colpo al cuore, del tutto inaspettato. Impossibile non innamorarsi di Rankstrail, e non vergognarsi per aver mal giudicato Aurora. Impossibile non ammirare la donna forte e coraggiosa che è diventata Robi e non soffrire per lei. Impossibile non voler bene, dal primo istante, alla piccola Erbrow e al caporale Lisenstrail. Lo consiglio alle madri, e ai ''figli degli Orchi''.
Anche questo mi ha entusiasmato, una bella trama che coinvolge e un libro ricco di riflessioni. Ve lo consiglio. E' il seguito dell'Ultimo Elfo, ma il protagonista principale non è più l'elfo, che comunque è presente e fa la sua parte, e il target a cui si rivolge è quello dei ragazzi. Non più una favola ma un romanzo quindi, meno leggero in termini di contenuti e forse con un inizio un po' lento ma non noioso. La storia è più matura, e mi ha dato l'impressione di completare il pensiero dell'autrice iniziato nel precedente; c'è meno ironia, anche se ogni tanto fa capolino, e forse ci sono meno argomenti toccati, o per lo meno si ruota attorno a un' unica ampia questione: l'uomo, di come sia capace d' essere un nobile elfo o un bestiale orco, ma soprattutto di come possa sempre scegliere cosa essere, e di come debba sempre stare attento a ciò che può diventare suo malgrado.
Every time I re-read it, I somehow manage to cry even more. Oh well.
I could write RTC but I don't think I'll ever actually write the review, so just trust me when I say that if you love fantasy but haven't read this series yet you've been missing out a lot. A huge lot. An ogre-sized lot. So just read it for your own peace of mind, will you?
Che dire di questo libro, ho pianto, ho riso e sono stata in ansia parecchie volte. Ho amato la prima parte alla follia. Il personaggio di Rankstrail è meraviglioso. Credo rimarrà per sempre uno dei miei personaggi preferiti.
Maybe the best book I've ever read! I fell in love with all the characters, while hating them at the same time. My heart has been broken but it was worth it!
Sono passati più di dieci anni da quando ho letto L'ultimo elfo, che avevo amato e che è un carissimo ricordo d'infanzia. Ma devo dire che questo libro è dieci volte meglio. Prima di tutto, si tratta di un'autentica epica, non solo per la lunghezza, ma soprattutto per i suoi meravigliosi personaggi e i temi che vi vengono trattati. Ai protagonisti vecchi se ne aggiungono di nuovi, e sono tutti profondi e umani, con le loro lotte, le loro evoluzioni e tutte le sfumature che mettono in mostra. Vorrei ricordare in particolare Rosalba, che era già uno dei miei personaggi preferiti ma che qui davvero splende e si fa particolarmente complessa, ma ho amato anche tutti gli altri e sono stata lieta di vederli raggiungere (faticosamente) un lieto fine. Con l'eccezione di Yorsh, la cui morte mi ha devastata, sebbene sia stata assolutamente una fine degna di un eroe come lui. Il primo libro non è certamente un'opera allegra, ma questo è un epic fantasy a tutti gli effetti e affronta con maggiore forza temi come la colpa, il perdono, l'accettazione e soprattutto la mortalità umana e il modo di affrontarla. Il risultato è estremamente potente e mi ha letteralmente ridotta in lacrime svariate volte, incluso il finale, che è stato spettacolare. I dialoghi sono uno più bello dell'altro, e in generale lo stile è davvero vivido e coinvolgente, ma questo valeva già per il primo volume. Il resto della saga mi è stato sconsigliato, quindi dubito che andrò avanti, ma questo libro è praticamente perfetto e penso di poterlo considerare uno dei migliori fantasy che abbia mai letto.
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