È il primo giorno di lavoro per Antony Depin. Fresco di licenza da investigatore privato, pistola Beretta nella fondina sotto la giacca, Borsalino calato sugli occhi e baffi perfettamente allisciati, attende nel suo ufficio che qualcuno richieda le sue prestazioni da cento euro al giorno più le spese e gli extra. L'attesa non sarà lunga: Desiré Bellanova, una donna tanto bella quanto pericolosa, rimasta vedova da poco tempo, lo incarica di scoprire chi ha dato l'ordine di assassinare il marito. Depin affronterà il suo primo caso con l'entusiasmo dell'esordiente, toccherà fili scoperti, si metterà sia contro i buoni, il tenente Sullivan, che contro i cattivi, il boss locale Angelino Baille, e alfine porterà a termine l'incarico. Ma la sua cliente non è lì per congratularsi con lui: qualcuno l'ha freddata con un colpo di rivoltella nel petto. E il caso improvvisamente si riapre: chi ha ucciso Desiré Bellanova? In questo nuovo romanzo, Paolo Pinna Parpaglia, ammiccando ai grandi capolavori noir della letteratura americana, ci regala un poliziesco indimenticabile.
Laureato in Giurisprudenza, svolge la professione forense dal 2005. Vive a Cagliari con la compagna e le due figlie gemelle. Ha lavorato per un breve periodo come collaboratore presso «L’Unione Sarda». Scrivere è una passione e un modo per evadere dagli schemi della scrittura giuridica.
Trama interessante ma scritto in maniera discutibile, si sente che l’autore è capace ma il personaggio di Antony Depin è insopportabilmente fastidioso. La sua fissazione nell’essere un investigatore di Chicago del ‘53 avrebbe senso se fosse negli Stati Uniti o nato vent’anni prima, ma nel sud della Sardegna a inizio 2000 campa quanto in gatto in tangenziale. Realistica la dinamica all’interno del matrimonio dei suoi genitori e persino il personaggio di Gina era simpatico, sebbene si sia presa una sbandata per una mezzasega come Depin. Per quanto riguarda il delitto invece, o meglio la serie di omicidi e la mafia sarda che li ha portati a compimento, sono stati interessati da leggere e da metà libro in poi i pezzi del puzzle iniziavano ad avere senso e la trama diventava sempre più accattivante. Non mi è piaciuto il modo in cui Depin descrive il genere femminile e la sua ossessione nel diventare un investigatore di fatto senza talento ne’ testa, è salvato solo dalla costante protezione del padre e della polizia che anche se corrotta compie un lavoro decisamente migliore del suo. Per capire se il mio problema con questo libro è il tipo di scrittura dell’autore o la costruzione dei personaggi dovrei leggere altri romanzi di Pinna Parpaglia ma non sono ancora arrivata al punto da torturarmi volontariamente con esaltati che si credono Sherlock Holmes in vacanza a Cagliari. Lunga vita all’investigatore privato di Chicago del ‘53 Antony Depin.
🕵️Anthony Depin, investigatore privato del '53, a Chicago. O così gli piace affermare, perché Anthony suo malgrado vive e lavora ad Assemini,in Sardegna, nel 2020. Ma a lui non importa, lui si sente come un Philip Marlowe italiano, che ha un Borsalino e un trench alla tenente Colombo, fuma una sigaretta dietro l'altra e beve bourbon al bar di Billy. In "chi ha ucciso Desiré Bellanova" è alle prese col suo primo caso ed è proprio Desiré ad offrigli il primo incarico: deve fare luce sull' omicidio del marito, freddato da un sicario che, però, ha risparmiato la loro bambina. Forse così cattivo non era... Di lì a poco anche Desiré perderà la vita, nel mentre anche qualcun altro ci lascerà la pelle, e starà a Depin capire se si tratta sempre della stessa mano che ha premuto il grilletto ,e chi c'è dietro a tutto questo spargimento di sangue. Ci sono poi Gina, la proprietà di un club esclusivo, dai grandi occhi verdi e la battuta pronta, c'è Lara, ludopatica frequentatrice del bar di Billy, e c'è la signora Carboni, anziana vicina di Depin, ossessionata dall'idea che il giovane Depin le abbia rubato il gatto. E poi un poliziotto corrotto ( fa più lui Marlowe di Depin, a dirla tutta), un padre corrotto (Depin padre, con cui Anthony non ha un buon rapporto, data la tendenza ad essere un marito fedifrago) , e parecchio assessori corrotti. Insomma, corruzione a go go in cui districarsi cercando di restare vivi. E un professore che dovrebbe tenere le mani a posto e che diventa un caso extra per Depin. Riuscirà a risolvere i casi che gli sono stati assegnati? Scopritelo leggendo questo giallo-noir- mistery.... ma anche tragicomico romanzo. Vi ricordate Ale e Franz quando facevano "i noir" a Zelig, chiamandosi Gin e Fitz? E le loro battute? Ecco io Anthony Depin me lo immagino così, con una punta di Po di Kung Fu Panda ( ma non vi dico perché, lo scoprirete tra le pagine del libro). È uno che se la racconta, un po' patetico, ma non cattivo , e che ha almeno due fortune: un padre ricchissimo e un angelo custode(SPOILER che però sul finale sembra dimenticarsi di lui). Non si capisce la sua fissazione per la Chicago del '53 e per la professione di detective privato, ma immagino che nei libri seguenti potrebbe essere fatta chiarezza al riguardo. Sulle prime sembra semplicemente un mezzo matto,uno che si è fatto prendere dal capriccio di infastidire il padre e quindi ha mollato gli studi e si è messo a fare un lavoro molto particolare. Poi, pian piano,si apprezza un po' di più, ma per quanto mi riguarda, non poi così tanto di più. Per tutto il tempo della lettura una parte di me diceva: un personaggio così , con le stesse caratteristiche e -passatemi il termine - "vibes" io l' ho già conosciuto,ma dove? Dove?! E proprio mentre scrivevo queste righe : BAM! L'illuminazione: Marco /Serpico de " I bastardi di Pizzo Falcone"! Ecco chi mi ricordava!! Simile il rapporto coi genitori, il "background" sociale, identica la fascinazione per gli investigatori e il credersi fenomenali in quel che si fa; uguale la fortuna che li assiste ed il modo geniale?,casuale? in cui arrivano alle soluzioni dei casi. Non so se voglio bene a Depin, un po' sì e un po' no, mi sta sulle scatole. Ci sono scene ai limiti dell' assurdo e del grottesco, che a volte divertono, ma altre fanno solo alzare gli occhi al cielo. La vera sorpresa è stato il finale, che ha alzato l'asticella di molto! (Prego solo che non sia un sogno, altrimenti il secondo volume lo chiuderò e lancerò dalla finestra appena mi troverò a leggere una cosa come: Depin si svegliò ansimante dal terribile incubo). La scrittura è buona, semplice e in linea con lo stile noir, migliora da metà in poi ( o forse ero io ad aver ingranato con la storia), ma non mi ha avvinto né convinto del tutto. È un buon libro, ma non memorabile e che lascia un finale alla schrodinger: qualcuno è contemporaneamente vivo o no finché non si prenderà in mano il secondo volume. Al lettore la scelta. Io credo che proseguirò, ma non ora. Magari a luglio, al sole, per ammazzare il tempo mentre Stefano mi chiederà chi è questo Depin che fa l'investigatore a Chicago nel '53. 3 stelle è il mio voto! Buone letture e alla prossima! ⭐⭐⭐ PS un detective di cui invece sì, sono innamorata e che prende sul serio è Contrera ❤️lui sì che ne vale la pena ❤️
Indicazioni editoriali È il primo giorno di lavoro per Antony Depin. Fresco di licenza da investigatore privato, pistola Beretta nella fondina sotto la giacca, Borsalino calato sugli occhi e baffi perfettamente allisciati, attende nel suo ufficio che qualcuno richieda le sue prestazioni da cento euro al giorno più le spese e gli extra. L'attesa non sarà lunga: Desiré Bellanova, una donna tanto bella quanto pericolosa, rimasta vedova da poco tempo, lo incarica di scoprire chi ha dato l'ordine di assassinare il marito. Depin affronterà il suo primo caso con l'entusiasmo dell'esordiente, toccherà fili scoperti, si metterà sia contro i buoni, il tenente Sullivan, che contro i cattivi, il boss locale Angelino Baille, e alfine porterà a termine l'incarico. Ma la sua cliente non è lì per congratularsi con lui: qualcuno l'ha freddata con un colpo di rivoltella nel petto. E il caso improvvisamente si riapre: chi ha ucciso Desiré Bellanova? In questo nuovo romanzo, Paolo Pinna Parpaglia, ammiccando ai grandi capolavori noir della letteratura americana, ci regala un poliziesco indimenticabile. ---------------- Quasi un esercizio di stile, una sorta di parodia di certi Noir americani alla Chandler.
Niente di più bello che essere fuori dall'ordinario
----Non Leggere sotto se non hai letto tutto il libro--- Antony Depin, apre gli occhi, l’impatto del proiettile sul giubbotto antiproiettile non è stata una carezza. Forse qualcosa si è anche incrinato. Ma non importa, ora sta pensando al suo impermeabile, le sacche di vernice rossa hanno fatto il loro sporco lavoro ma tutto questo ha un prezzo: ora dovrà separarsene. Si alza dal letto a fatica, Billy non c’è, ma Depin non ha tempo per ringraziare, un altro caso potrebbe bussare alla sua porta, è tempo di di ritornare e poggiare i piedi sulla scrivania. Mette in moto la sua GT Junior del 76, sorride al ricordo di Gina che le passa una confezione regalo "Aprilo solo quando torni a casa" Il ragazzo non è fatto per aspettare. Ogni momento è quello giusto per aprire un regalo.
Col suo quinto romanzo Parpaglia mette a segno un colpo divertente (a tratti esilarante) e atipico, l’ennesimo capitolo della singolare commedia umana avviata con Quasi colpevole, al tempo stesso però è anche l’accesso a una nuova dimensione, dove l’ironia ha stretto un patto col surreale e il grottesco per un sacrosanto attentato alle aspettative.
Raramente ho riso così tanto leggendo un giallo. Questo è un libro che sicuramente suscita reazioni contrastanti, soprattutto per via dello stile di scrittura e del linguaggio usato, un assurdo miscuglio tra un fumetto di Nick Carter e una canzone di Fred Buscaglione. Per di più la trama non è banale. Bravo !
Antony Depin likes to play Humphrey Bogart. But this is Cagliari, not Chicago, and this wannabe Marlow soon finds himself involved in a not so exciting but still dangerous local crime story. Whilst the plot is nothing really remarkable, the prose is fluid and the author plays along with the protagonist, ably overlaying the story with ironic hardboiled intentional clichés.
Un grande mah. Personaggi troppo stereotipati, quasi delle macchiette. Va bene l'uso dell'ironia da parte di Depin ma alla lunga la cosa stanca. Trama traballante anche se a sprazzi interessante. Dovrei leggerne un altro per farmi un'idea più precisa ma non so se lo farò.
Dopo aver letto il quarto testimone questo è stato una grande delusione, il protagonista è una macchietta improbabile che non ti coinvolge. Peccato, gli altri con l'avvocata Demelas mi erano piaciuti tantissimo
Ottimo romanzo veloce e di lettura poco impèegnata di Parpiglia, ha inventato un personaggio fumettoso-filmoso. Buona lettura, poco impegnativa ed intrattenente.