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Crier son nom

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Marco Pane a quatorze ans et vit avec son père à Soccavo, un quartier difficile de Naples. Le départ de sa mère, plusieurs années auparavant, a laissé une plaie béante dans le cœur de l’adolescent. Il comble le vide en s’exerçant assidument au football et en traînant avec i ragazzi, qui comme lui avancent seuls dans la vie. Les joints se partagent sur les toits de la ville, les yeux cherchant la lumière. Celle-ci finit par apparaître en la personne de Serena et rapidement les deux jeunes gens s’éprennent d’un amour pur et enivrant. Les rues blêmes du quartier se parent d’une teinte nouvelle. Cela ressemble au bonheur. Mais quelque chose au loin, qui a peut-être à voir avec la fatalité, gronde et va rattraper Marco.
Un livre d’une grâce éblouissante, porté par une des jeunes voix les plus remarquées en Italie.

238 pages, Kindle Edition

First published January 23, 2020

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Alessio Forgione

12 books21 followers

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1 (<1%)
Displaying 1 - 30 of 64 reviews
Profile Image for Come Musica.
2,061 reviews627 followers
April 2, 2020
Marco è un adolescente di quattordici anni che vive a Napoli, in una casa grande, solo con il padre, e che frequenta il primo anno del liceo scientifico.
Marco è chiamato da tutti Marocco, non va bene a scuola, detesta il latino, ma è bravo a giocare a calcio e lo fa a livello agonistico.
Marocco, infatti, gioca per i Giovanissimi Regionali della Pro Calcio di Napoli, nel ruolo del regista.

La passione per il calcio, la difficoltà di essere adolescenti, le prime esperienze in amore e in amicizia, la voglia di rigare dritto e la fatica di non prendere brutte strade.
E a poco a poco Marocco vede com'è facile prendere una brutta strada, dall'esperienza indiretta dei suoi compagni di squadra e dai suoi amici.

E poi anche per lui arriva il primo amore: Serena andrà a curare la ferita aperta lasciata dalla madre, che lo ha abbandonato cinque anni prima e di cui non ha più notizie. E in questo amore sbocciato, accanto alla gioia, la paura di essere abbandonato di nuovo:
"Fu così che pensai che nel primo ciao che ci si dice è compreso anche l'addio e che l'inizio è solo l'inizio della fine e che ogni incontro non è altro che un lungo abbandono, centellinato goccia a goccia, lento."

E questo amore giovane è l'unguento con cui curare quell'amore filiale negato: "Perché l'amore non è una misura relativa, poco o molto, ma o c'è o non c'è. Perché dovevo vivere, ma senza di lei, e mi sentii povero, impotente, schiacciato. Desiderai che Serena mi stringesse tra le sue braccia e che mi accarezzasse la testa.
[...]
Mi sedetti e giurai a me stesso che quella era stata l'ultima volta che mia madre mi aveva fatto del male. Perché non potevo andare avanti così, non aveva senso, perché stare male non serviva a niente e perché quando stai male nessuno ti vede e quindi è come se non accadesse."

E l'energia esuberante che circola nel sangue di Marocco e del suo amico Lunno, come in quello di tutti gli adolescenti, se non correttamente incanalata, è come una forza inarrestabile davanti a un oggetto inamobile.
E così, accade qualcosa di irreversibile.
Definitivo.
E non si torna più indietro.
"La vita non è altro che un'inconsapevole attesa. Poi arriva e fa male."

Mi ha commossa in alcuni punti, fatta sorridere in altri.
E questo scrittore merita!
Profile Image for Gabril.
1,043 reviews255 followers
July 22, 2020
“Mi sarebbe piaciuto dire che va bene picchiarsi, prendersi a parole, ma non si dovrebbe mai uscire dalle stanze o smettere di parlare. Soprattutto, volevo dire che ogni persona è l’ulteriore possibilità di qualcun altro.“

Romanzo sull’adolescenza. E più oltre: l’adolescenza rinchiusa nel piccolo mondo della periferia napoletana. L’adolescenza ferita e sfregiata che a tentoni cerca una strada per uscire al sole, per capire il dolore, per vivere l’amore (il primo) senza paura, ma anche per dare nome alle ferite profonde, a quella perdita lacerante che urla -in silenzio e solitudine- l’atroce dolore che nessuno è in grado di ascoltare.

Così Marocco, il narratore, racconta quel tempo, unico e breve , trasognato e abbacinante, veloce di gesti impulsivi e lentissimo di rielaborazione, perché la via verso la consapevolezza è lunga e irta di grovigli spinosi.

“Fu così che pensai che nel primo ciao che ci si dice è compreso anche l’addio e che l’inizio è solo l’inizio della fine e che ogni incontro non è altro che un lungo abbandono, centellinato goccia goccia, lento.“
Profile Image for La contessa rampante.
154 reviews96 followers
April 23, 2020
Rifiuto, Rabbia, Patteggiamento, Depressione e Accettazione, sono le cinque fasi che il protagonista di "Giovanissimi" attraversa durante la sua adolescenza e lo fa relegandosi in una totale contraddizione: vivere sperando in un futuro migliore, ma apprestandosi ad affrontare un presente pericoloso e spesso infelice.

Marocco ha 14 anni, vive al rione Traiano nel quartiere Soccavo di Napoli, con un padre che gli vuole bene, ma glielo dimostra in modo sbagliato, obbligandolo a "rigare dritto" e a frequentare una scuola che non fa per lui.

Sua madre lo ha abbandonato quando era molto piccolo e lui quasi non la ricorda, ma si ritrova spesso a bramare la sua presenza e a disperarsi per quell'assenza a cui proprio non riesce a dare una spiegazione.

Nella vita di Marocco, però, ci sono alcune vie di fuga: il calcio, i fumetti di Dylan Dog, le riviste scientifiche e Serena, il suo primo amore.

Riuscirà tutto questo a porre fine alla rabbia che spesso lo porta sul filo della disperazione per quella vita che non ha scelto perché gli è stata imposta, alla violenza gratuita dei ragazzi che incontra sui campi di calcio e nelle strade della sua città, alla mancanza della figura materna che forse mai si è interessata a lui e mai lo ha fatto sentire amato?

"Giovanissimi" è un romanzo che ti prende per mano e che ti convince pian piano a seguire la sua storia, che all'inizio si svolge in maniera lenta, dandoti la sensazione di un film già visto. Poi, però, ti attira a sé e non ti lascia più andare, fino a quando non ti resta che trattenere il fiato e goderti il sorprendente finale.
Profile Image for Valentina Contiero.
5 reviews2 followers
June 25, 2020
“Giovanissimi” è la storia di Marocco, un ragazzino di quattordici anni di Napoli che vive solo con il padre in una casa troppo grande; la madre, infatti, li ha abbandonati entrambi cinque anni prima, e da allora Marocco si è trovato di fronte a tutto quello per cui la vita non l’aveva preparato: le strade sbagliate da percorrere, i fallimenti, la depressione, la morte, che lo trascinano in un vortice malsano in cui lui stesso non si rende conto di essere, e da cui fatica ad emergere. Nonostante l’amore per Serena, vissuto con innocenza e sincerità, sembri restituirgli la voglia di farcela, gli eventi, come sabbie mobili, lo inghiottiscono inesorabilmente.

Il flusso di coscienza del protagonista permette una completa immersione nel suo modo di vedere il mondo, nelle sue percezioni ed emozioni, nelle sue paure e nei suoi sogni. Lo stile è mimetico, violento e crudo, ma mai inappropriato. Forse è proprio questo che rende questo romanzo un’esperienza, più che una semplice lettura, di uno spaccato di eccezionale profondità adolescenziale.
Profile Image for Alberto.
62 reviews13 followers
May 10, 2021
Un libro che si legge tutto d'un fiato, in apnea, aspettando qualcosa che sai che accadrà, accrescendo una tensione sottile che ci accompagna in quasi tutte le pagine.
C'è la volontà di cambiare la propria vita ma alle volte le parole per farlo non escono e le labbra restano serrate.
Un lungo conto alla rovescia che porterà cambiamenti indimenticabili.

- Eppure niente più succederà perché tutto è già successo.
Perché non siamo altro che cose che rotolano giù per una discesa e che prima o poi si fermeranno.
Profile Image for Azzurra Sichera.
Author 4 books89 followers
April 20, 2020
Parlarvi di “Giovanissimi” di Alessio Forgione non è facile. Ho letto questo romanzo quasi in apnea, arrivando alla fine praticamente in debito di ossigeno.

L’ho letto senza mai mollarlo, in costante apprensione: nelle parole di Forgione c’è una tensione continua e sottile che mi ha spinto a divorare le pagine, ad andare avanti convinta che sarebbe successo qualcosa. Che sarebbe stato inevitabile. E, alla fine, ne avrei volute ancora di quelle pagine.

Per la recensione completa: https://www.silenziostoleggendo.com/2...
Profile Image for Fede La Lettrice.
834 reviews88 followers
August 15, 2020
L'adolescenza sa essere mistero, tragedia, illuminazione, sa diventare roccia e fragilissimo calice, sa negare tutto nel silenzio più ostinato e comprendere l'essenza della vita.
L'adolescenza sa raccontare senza filtri creando arcobaleni dove impazza il temporale. Sa fare esplodere il cielo in miriadi di colorati fuochi d'artificio.
Sa soffrire. Sa finire.
E Forgione lo dice benissimo.

"Fu così che pensai che nel primo ciao che ci si dice è compreso anche l'addio e che l'inizio è solo l'inizio della fine e che ogni incontro non è altro che un lungo abbandono, centellinato goccia a goccia, lento."
Profile Image for Sara Malacalza.
174 reviews16 followers
February 8, 2020
C'è chi si guarda intorno dopo un goal alla ricerca di sguardi e attenzioni, chi cerca disperatamente di ricordare il viso di una madre e di non affogare in quella ricerca disperata di un perché... perché ora le sedie sono due, perché lei li ha lasciati quell'estate, perché per Maria Rosaria è un moccioso, perché Lunno a volte scompare,
perché c'è chi sceglie di lanciarsi e volare pur di essere libero.
.
Siamo a Soccavo, quartiere di Napoli.
Marocco, Lunno, Fusco, Gioiello, Petrone.
Giovanissimi e persi.
Chi offeso, chi deriso, chi temuto.
Promesse del calcio.
Tutti apparentemente imbattibili, menefreghisti, ma inzuppati di una fragilità così densa da annientare disperatamente problemi e pensieri. .
È Marocco il protagonista e vi porterà nelle loro vite. Marocco vende fumo schiacciando paura, senso di colpa e lasciando da parte la scuola. Ciò che gli accade non è un suo problema, dice, e che forse avere un coltello a disposizione è normale. Tante parole, tanti convincimenti per colmare ferite aperte.
.
E quando la vita sembra per lui ormai solo una partita da vincere, un punteggio in più da portare a casa, un livello superato ai videogiochi, ecco che arriva Serena che gli farà comprendere che la vita va vissuta mentre accade, in quel preciso istante, senza trasformare tutto in un trofeo.
.
Il libro delle prime volte: il primo bacio, il primo toccarsi, la prima birra, il primo petardo fumato, le prime reazioni fuori controllo, la morte. .
Giovanissimi, sommersi da vuoti, domande, certezze che crollano, presi da pericolose frenesie, ma che in cuor loro sperano che quel "ciao" non sia sempre un "addio", che si può essere lasciati per diventate "possibilità di qualcun altro". Giovani che ho amato, con i quali ho pianto, trattenuto il respiro, atteso i ritorni e ascoltato silenzi senza fine.
Profile Image for Marta Folgarait.
692 reviews7 followers
May 20, 2020
Bella e anche un po' triste questa amicizia tra giovani nei rioni di Napoli. Leggendo cresce la speranza che ci possa essere una svolta decisiva per il protagonista, che lo possa far emergere da una realtà fatta di povertà e ignoranza, ma il finale lascia l'amaro in bocca e una buona dose di tristezza
Profile Image for Feel The Book.
1,739 reviews55 followers
September 9, 2020
Recensione a cura di Kaila Swarte per Feel the Book

Nella periferia di una Napoli priva di stereotipi e folclore, Marco, detto Marocco, comincia a raccontare di sé, e di un’estate rimasta incagliata tra i ricordi del passato e il presente, decenni dopo quanto è successo.

È il tempo di tante prime volte, quelle che si avvicendano tra le pagine di “Giovanissimi” di Alessio Forgione, quando Marocco ha quattordici anni, vive a Soccavo, frequenta il primo anno del liceo Scientifico senza brillare e con una zoppia in latino che non colma; legge fumetti, storie complottiste o di alieni, tutto quello che riguarda un’altra dimensione, in grado di portarlo lontano dalla sua, da una casa troppo grande che divide con il padre, dopo che la madre li ha abbandonati anni prima senza ripensamenti.

A scandire la quotidianità di Marocco, gli amici del rione -Lunno, Marco, Tonino-, il compagno di scuola -Maurizio- e quelli della squadra di calcio con cui si allena, aspettando di passare tra gli Allievi del Napoli e ottenere così un ingaggio remunerato -Fusco, Gioiello, Petrone, Imparato-.

Un’attesa priva di speranza, perché quando Marocco si trova nella Curva, settore B, fuori da allenamenti e trasferte ammette che “Non avevo mai immaginato di giocarci, sopra, sull’erba anziché sul terreno, di guadagnare soldi e di farlo con il Napoli, davanti ai tifosi. Mi ero solo limitato a osservare quella distesa colorata di un verde pieno e calmo”.

È il Mister a crederci, a spingere perché ci credano tutti i suoi ragazzi, anche se i provini con altre squadre non vanno a buon fine, come quello nella Salernitana che delude Fusco e Gioiello, i più bravi, quelli che tiravano sempre le punizioni, e fa ammalare Marocco.

Ma le delusioni fanno parte della pratica di una vita che sembra difettare dalla teoria, e si somatizzano in un corpo ancora immaturo, mentre ci si mostra più duri di quanto invece si è: “Chiamai Maurizio e parlammo e attorno all’indice arrotolavo il cavo del telefono. Fu lui a dirmi dei compiti ed io gli risposi ch’ero in vacanza e risi e attaccai, ma senza gli allenamenti, senza le lavatrici, il fumo, senza la scuola e i piatti da lavare davvero mi sentivo in vacanza.”

Il rione che fagocita, gli adulti finiti in carcere, il lenzuolo sul corpo del primo morto ammazzato che Marocco vede, abbandonato in strada come un animale.

E poi lo spaccio cominciato come un bisogno di cose difficili da ottenere, dalle conseguenze temute eppure messe in conto come un rischio ambientale, nella contraddizione di una vita dove la periferia è più madre di quella che mette al mondo.

Marocco inizia a perdere gli amici, come Maurizio che si allontana vedendo in lui il germe delle pessime compagnie e gli nega l’aiuto scolastico, dapprima offerto, o come Fusco e Gioiello, alle prese con incastri sbagliati. Quelli stessi incastri sbagliati che il padre di Marocco, con semplicità e tenacia, cercherà di rendere i più giusti possibili.

Un rapporto struggente, il loro, creato da un adulto che nasconde la ferita dell’abbandono come meglio può, anche se poi basta una canzone di Battisti per mandare tutto all’aria, e che si sforza di essere un esempio per quel figlio unico, allevato da solo, come un ragazzo-madre. E quando le minacce, financo le botte, non servono più, quando gli amici cadono come soldatini in una battaglia sporca e ingiusta, allora serve la calma, le parole buone e resistenti, gli aneddoti bonari anche se sembrano buonisti.

Perché esserci è più che una risposta: è una scelta.

“Giovanissimi”, entrato nella dozzina del premio Strega 2020, è una buona seconda prova per Alessio Forgione, dopo l’esordio con Napoli Mon Amour, e rientra a tutti gli effetti in quella letteratura di periferia che ha fortunati precedenti nostrani come “Il rumore dei tuoi passi” o “Alfredo” di Valentina D’Urbano; “Acciaio” di Silvia Avallone; “Sangue sporco” di Enrica Aragona, “L’amica geniale” di Elena Ferrante, “Febbre” di Jonathan Bazzi; ma anche nella narrativa d’oltralpe, come “Kiffe kiffe demain” di Faïza Guène e “Rhapsodie des oubliés” di Sofia Aouine. Esempi di narrativa di periferia, o littérature de banlieue, dove spesso tra temi, stile, pidgin di lingue nazionali tagliate con lingue di approdo e slang di deriva, la cifra stilistica contiene palazzi, tetti e canne fumate da ragazzini che vivono un arco di crescita nell’indifferenza degli adulti alle prese con fallimenti emotivi e lavori disumanizzanti, e dove le città sono ridotte sullo sfondo, come cartelloni pubblicitari o semplici skyline.

Un tipo di narrativa dove è presente il viaggio dell’eroe che eroe non è, che non è ancora uomo, è appena un ragazzo alle prese con le prime cotte, come quella di Marocco per Maria Rosaria finita in un rifiuto spiazzante: “Non ci dormii tutta la notte, perché “moccoso” voleva dire ragazzino, ma con disprezzo, e quel che mi fece più male fu che la sua voce mi piacque anche mentre mi offendeva.”

Allora, via di bugie per crescere in fretta, uno strappo all’infanzia senza lacrime; il sesso diventa un tarlo, un bisogno che si sporca su una rivista porno trovata nei bagni di scuola e assume i contorni reali solo dopo il primo bacio scambiato con Serena, la cugina di Maria Rosaria diventata la ragazza di Lunno, senza che questi lo abbia detto a Marocco.

Perché Lunno è sì un amico, uno con cui spartire lo spaccio di plance d’hashish, pronto a menare mani e fendenti in soccorso di Marocco, ma è anche un ragazzo silenzioso, uno che “era strano vederlo sorridere.”

Gli amici veri sono quelli che restano, quelli che, pur dietro un tradimento e pieni di difetti, decidono di percorrere un pezzo di strada assieme, fisica e immateriale.

Sempre presenti, ma secondarie, le ragazze anche se increspano i rapporti, rendendo torbidi i legami più forti, inconsapevoli e ipersessualizzate, nella smania di voler piacere a tutti i costi, che quasi assume i contorni della tenerezza più pura.

Serena “era così viva, così incontrollabile, piena d’energia, così mi appariva. Una bomba riempita di chiodi e pezzi di vetro che scoppia e chissà dove arriva tutto quello che c’è all’interno.”

E pazienza se tutto è cominciato con Maria Rosaria, se Serena finisce in mezzo come una compensazione di Lunno per farsi tacitamente perdonare da Marocco quel rapporto, chiedendo alla fidanzata di presentargli la cugina, perché “ogni persona è l’ulteriore possibilità di qualcun altro”.

E Marocco, che teme gli abbandoni più di ogni cosa, che pensa di partire e andare a Bologna per rintracciare la madre ma non osa mai farlo, viene educato all’amore, malgrado rifletta sempre a “come si fa a lasciar andare le persone.”

Perché un conto è la fisicità, istintiva, quasi ferina, uno stop alla razionalità e una via libera al corpo, ma un altro conto è l’educazione sentimentale.

E quella fa paura, “Perché l’amore non è una misura relativa, poco o molto, ma o c’è o non c’è”, e per Marocco “amore voleva dire per sempre, senza possibilità di tornare indietro” e “il voler bene a qualcuno è una sfortuna, perché ci si mette nelle sue mani e si diventa come nuvole: piccole forme delicate e semplici da distruggere.”

Amare qualcuno è un salto nel vuoto, è accettare di concedere potere a un’altra persona, consapevole che questa possa ferire, andandosene via. È crederci, perché possa succedere.

Interessante la struttura di “Giovanissimi” articolata in capitoli, che ricalcano le cinque fasi dell’elaborazione del lutto, così definite dalla psichiatra Elisabeth Kübler Ross:

Rifiuto

Rabbia

Patteggiamento

Depressione

Accettazione

La lingua è affilata, nervosa, asciutta; con l’uso di calchi del parlato, idioletti e italiano regionale nei dialoghi o quando la narrazione è centrata sulla focalizzazione interna dei personaggi; più rarefatta e poetica nelle descrizioni ambientali. Uno strumento per rendere la ciclicità del racconto, l’assoluta normalità di vite in divenire, ma già marginali, e la metafora che “la vita non è altro che un’inconsapevole attesa. Poi arriva, e fa male.”

Editing a cura di Ash.
Profile Image for A_me_mi_piace_magnare .
66 reviews12 followers
March 4, 2020
IL LIBRO NATO DA UNA BUGIA⠀

Alessio Forgione scrive in modo diretto, senza sovrastrutture, ma quando inserisce nella narrazione quelle frasi ben pensate, che colpiscono dritto al cuore, sono dalle vere e proprie stoccate.⠀

E pensare che quando ha firmato il contratto con la casa editrice per il suo primo libro e gli avevano chiesto se ci fosse un altro manoscritto in lavorazione, lui ha risposto di sì, mentendo spudoratamente. In realtà ha raccontato loro per grandi linee uno dei suoi racconti, da cui poi ha preso vita "Giovanissimi".⠀

Dopo aver amato "Napoli Mon Amour" ho iniziato a seguire con interesse Alessio Forgione che a differenza di molti autori non si dà arie, è una persona normale, che nonostante i trent'anni compiuti usa ancora il portafoglio del Napoli e che quando scopre di amare un autore, come Cassola, legge compulsivamente tutta la sua bibliografia. Ricordo ancora le storie in cui annotava le citazioni di Battiato su post-it attaccati al muro o quando a Londra ha stampato il manoscritto di "Giovanissimi" nella cartoleria della signora turca sotto casa sua e io fremevo dalla voglia di leggerlo.⠀

Come al solito leggere le sue storie fa male, troppo male.⠀

Un ragazzino di 14 anni di Soccavo, giovane promessa del calcio, deve affrontare un'adolescenza difficile. Tra l'abbandono della madre, la convivenza col padre che cerca di proteggerlo, la scuola che non fa per lui e la proposta da parte del suo migliore amico di vendere erba, si ritrova solo, in mezzo ad un mondo che non capisce.⠀
La narrazione è scandita da scene di violenza, trattate nel modo più quotidiano possibile, perché, come ha affermato l'autore in un'intervista radiofonica al programma Fahrenheit, "quando la violenza diventa straordinaria cerchiamo di capirla, mentre quando diventa normalità vuol dire che ci è entrata dentro."⠀
Profile Image for Alfredo Carosella.
Author 9 books5 followers
June 30, 2020
"Attenzione! Questo libro suscita forti emozioni." Ecco cosa andava scritto sulla copertina di "Giovanissimi" di Alessio Forgione, che non ho ancora il piacere di conoscere di persona. Magari specificando: "Provoca compassione" (nel senso positivo della partecipazione alle sofferenze altrui). Oppure: "Questo è un libro scomodo, perché parla di noi e dei nostri figli". Di tutti? Sì, di tutti. Con il protagonista "Marocco" ho in comune che alla sua età, 14 anni, avevo la stessa cesta di capelli ricci e lo stesso soprannome (El Maroco, per la precisione) ma anche tanto altro, pur vivendo in un contesto sociale diverso da quello di un rione degradato di Napoli. "Giovanissimi" potremmo essere stati noi o potrebbero essere i nostri figli. Quei figli che oggi ci sembrano alieni e non riusciamo proprio a capire. Oppure potrebbero essere quei ragazzacci che cerchiamo di evitare quando li incontriamo per sbaglio e cambiamo subito marciapiede o ci giriamo da un'altra parte, perché non riusciamo neanche a immaginare quanto sia smisurato il loro disperato bisogno d'amore.
Un libro neorealista che mi ha fatto pensare ai film di Roberto Rossellini e Vittorio De Sica, scritto prima dell'emergenza sanitaria ma già ambientato in un "dopoguerra" di macerie umane che Forgione ci fa guardare negli occhi.
"... mi sembrava che ci fosse tempo e non volevo sbranare, ma gioire. Non volevo lasciare dietro di me morti e feriti, ma persone felici".
Profile Image for Lucia D'Ancora.
99 reviews7 followers
November 18, 2021
Marocco ha i capelli ricci ricci e la carnagione scura, è un ragazzo curioso, sensibile e desideroso di affetto. Vive con il padre nella periferia di Napoli e ha una passione: il calcio. Ma sente la mancanza della madre che li ha lasciati qualche anno prima e non si è mai più fatta sentire.

Giovanissimi di Alessio Forgione edito @nneditore è un libro diretto, intimo e trasparente dove l'autore racconta con trasporto la periferia, il disagio e le aspettative dell'adolescenza, il dolore costante di un abbandono e la ricerca senza sosta di una carezza, simbolo di un amore necessario per affrontare le brutture della società, per non perdersi.
Con grande naturalezza @alessioforgione_ riesce a descrivere ambientazioni e personaggi: i vicoli intricati e contorti di Napoli, che ti nascondono e proteggono, fanno da sfondo alle vicende di Marocco, Lunno, Tonino e Marco a cui avrei voluto gridare il mio disappunto quando sbagliavano e abbracciarli forte forte quando soffrivano.
Profile Image for eleonora reggiori.
88 reviews87 followers
February 12, 2021
"Sempre le stesse espressioni.
Sempre gli stessi visi.
Sempre le stesse persone.
Le cose si ripetono e dopo un po' diventano la tua casa o il tuo posto ed io non lo sapevo."

Forgione ha una bella testa: Giovanissimi è un romanzo con delle finezze non indifferenti, ed è molto feroce e intelligente nel parlare di adolescenza e prime volte. Proprio perché ha una bella testa non capisco alcuni scivoloni retorici che mi sono suonati particolarmente stridenti in un libro che fa dell'asciuttezza della prosa il suo punto forte.
Profile Image for Caterina Buttitta.
153 reviews11 followers
August 5, 2020
Recensione https://labibliotecadikatia.blogspot.com di Caterina Buttitta
Alessio Forgione ambienta un romanzo forte, in una Napoli in cui rischia di essere sommerso. Lo abita una schiera di non eroi. Raccontare la dipendenza della droga, la gioia totalizzante del buco a scuola e il luogo percorso dal demone e dell'eroina, la crisi di astinenza e gli escamotage per recuperarla, gli amici e conoscenti che muoiono usandola.
A un mondo oscuro e che sa di esserlo. Le droghe diventano abitudini e compagne dell'altrove fin dall'adolescenza. Dietro, spesso c'è il crollo è la violenza della famiglia da cui si proviene, nel caso del narratore Marocco, è un vuoto affettivo.

"Pensai che il tipo forse aveva ragione, perchè mia madre se n'era andata,un giorno, di punto in bianco, senza dirci nulla e mio padre aveva pianto ed io pure e pensai che in quel momento esatto, mentre il pallone volava nel cielo, forse davvero mia madre stava con un marocchino. Pensai che forse tutti mi chiamavano in quel modo perchè lo sapevano e tutti, quindi, mi sfottevano. Pensai che non assomigliavo molto a mio padre, se non per i capelli neri, ma i suoi erano lisci e i miei ricci come quelli di un africano. Però pensai che anche mio padre, per scherzare, mi aveva chiamato Marocco e allora non poteva essere così".

Il risultato è di far parte di una generazione che constata, invece di contestare. Anche perchè fin dalle prime pagine, si crea un'affascinante complicità con il lettore che lo coinvolge nella ricerca della

"strada giusta e seguirla, a volte a testa bassa, senza lasciarsi influenzare da quello che ci accadeva attorno. Che alle volte, individuata la cosa giusta da fare, poi a farla sembrare strana e che spesso era proprio la cosa giusta da fare a essere strana".

Napoli stessa in cui si svolge la storia è <>. Una prigione di immobilità, astio, conformismo, dentro la quale agisce un protagonista crudele, senza possibilità di redenzione. Si rivolge al protagonista il narratore. E via via svelerà quanto quel disfacimento fisico sia anche morale. Al centro dell'opera c'è un gruppo di ragazzi: Giovanissimi Regionali della Pro Calcio Napoli e una volta ogni due settimane andavamo in trasferta.
Il personaggio soprannonimato Marocco, che <>, non lavorava e non cercava un impiego.

"Io non me la sentivo di affrontare il mondo, così, con tutte le sue conseguenze".

"Pensai che mi sarei sentito in imbarazzo a dire una frase del genere, pure se m'avessero pagato per dirla".

Il narratore incalza il personaggio: lo pungola e non lo molla per l'intero libro. Spesso ne assume il punto di vista, i pregiudizi, la violenza, che si traducono in un linguaggio duro, espressivo, a tratti volutamente disturbante. Ma quella che potrebbe sembrare una scelta di complicità tra narratore e protagonista ha in realtà un effetto paradossale, a volte sarcastico, che smaschera ancora di più il personaggio.

Il che contribuisce a rendere la storia intensa, coinvolgente. Ciò che leggiamo, l'ambiente a rischio, l'umanità marcia, le meschinità del quotidiano che l'autore è bravo a indagare, ci riguardano. Efficace, sempre fastidiosa, è ad esempio la scena della madre; <>, che si traduce in ossessione.
Funziona, specie nella seconda parte, lo sguardo che si allarga agli altri personaggi. Sono persone che <>, un catalogo di non eroi che popolano l'Inferno nella Terra. In alcune poetiche descrizioni:

"Non riuscivo a immaginare dove andare, ma ero sicuro che l'avrei fatto e mi dispiaceva, perchè pensai che io e mio padre, da soli, stavamo abbastanza bene così come stavamo".

E in rari sprazzi di umanità. Se il punto di vista è interno al personaggio, i dettagli dicono più delle parole. Il protagonista si ritrova già perduto, abbandonato, è la stasi totale, diventerà delirio, sarà annientamento. Nel libro di fatto si respira tensione. Napoli, in fondo, e la vita stessa, sono la sua punizione.
Gran parte di ciò che leggeremo: il gruppo, i giovani, dà avvio a una <>, durante la quale: strepito, battito e aggressività, ma nient'altro, irrompono nella comunità napoletana violandone il languore e l'innocenza.

Marocco è calamitato dalla forza enigmatica dei suoi amici, giovani, alcuni poco più grandi di lui, si sente come trascinato verso le profondità equoree da cui proviene. Un romanzo che incanta è ustiona, tanto nella presenza quanto nell'assenza: gli eventi più drammatici avvengono infatti attraverso un motorino sgangherato comprato coi soldi del malaffare: un punto d'arrivo tanto piccolo nei suoi desideri, quanto capace di tradursi in punto di grande rottura.

Si vive da vagabondi alla gionata tra dosi, sesso, spaccio, furti. L'angoscia sale. In qualche modo, sempre e comunque, la droga si trova e la overdose del narratore e degli amici del calcio, all'incidente che vi figura, all'amore per una ragazza che ti cambia; all'ambientazione a Soccavo; e persino a Marocco, che <>, così chiamato, soprannome che in Giovanissimi si traduce in <>.

Tre registri tematici ricorrenti figurano: <>, <>, <>. E' un filo rosso senza uscita e la <> personale e privata, che il protagonista combatte contro tutto e che, in fondo, com'è per tutti i tossici, fa a se stesso.

Il romanzo riesce a toccare margini della società troppo spesso stigmatizzati. Questo radicalmente nel territorio è un carattere costitutivo del romanzo, parte sempre dalla realtà.
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for Sonia Donelli.
2,513 reviews115 followers
April 22, 2020
http://www.esmeraldaviaggielibri.it/2...

Giovanissimi di Alessio Forgione, un libro di narrativa contemporanea pubblicato da NN Editore il 23 gennaio scorso.

Se leggere significa sfamare la mente, come accade per il cibo che è sostentamento del corpo, voglio sapere chi sta alla fonte di questa azione. Conoscere Alessio Forgione, in questo caso, mi ha aiutata a comprendere come, il suo essere un trentenne del nuovo millennio, ha instillato in lui la voglia di descrivere l’adolescenza negli anni ’90 come poteva averla vissuta lui stesso.

Si capisce che l’estro creativo di Forgione è grande quanto la naturalezza con cui scrive, e descrive, personaggi ma anche situazioni che potrebbero essere fatalmente reali. Non a caso, la sua prima opera “Napoli mon amour”, ha riscosso un tale successo da diventare un’opera teatrale in scena al Teatro Stabile di Napoli, mentre, ”Giovanissimi”, è stato scelto come finalista per il Premio Strega di quest’anno.

E andiamo sul sicuro perché la candidatura di Forgione arriva direttamente da Lisa Ginzburg, scrittrice, traduttrice e filosofa italiana nonché nipote di quella Natalia Ginzburg, che con il memoir “Lessico Famigliare” vinse proprio il Premio Strega nel 1963.

Capite bene cosa può significare per un trentaquattrenne, amante della lettura ed emigrato all’estero come molti per lavoro, che si cimenta con la scrittura per la necessità di raccontare. Credo di poter dire che è una grandissima vittoria anche il solo fatto di poter essere finalista in una rassegna che vanta dal 1947 opere diventate colonne portanti della letteratura contemporanea come Il gattopardo di Tomasi di Lampedusa, Il nome della rosa di Umberto Eco fino ai più recenti M. il figlio del secolo di Antonio Scurati e Le otto montagnedi Paolo Cognetti.

Che ci troviamo di fronte ad un romanzo potente come pochi, si capisce fin dalle prime pagine. Con uno stile semplice ma asciutto ed assolutamente concreto, Alessio Forgione spalanca una porta sulla vita di Marocco, un quattordicenne in piena crisi adolescenziale. In questo periodo critico e molto complesso di transizioni fisiche, psichiche, emotive e relazionali spesso vissute agli estremi, il protagonista racconta in prima persona le sue prime volte. Ma se ciò avviene in un contesto culturale difficile, in cui vige la legge del più forte, Marocco è obbligato ad imparare ben presto cos’è la rassegnazione.

Nonostante la spinta a costruire, sperimentare, mettersi in gioco sia forte in lui, vince la necessità di omologarsi al gruppo per confondersi e sentirsi accettato da quelli che considera amici, ma che come spesso accade alcuni lo sono solo per tornaconto personale.

Il difficile rapporto conflittuale con il padre, che lo educa al silenzio a causa di situazioni incomprensibili che infliggono dolore, come l’abbandono della madre, induce il ragazzo a pensieri trasgressivi che rompono gli schemi metodici famigliari.

La perdita è una condizione che genera una ferita che non si vede, ma che brucia, giorno dopo giorno, come se una radice fosse stata strappata e un legame infranto, lì dove un tempo fiorivano emozioni e sicurezza.

Pagina dopo pagina, in un susseguirsi veloce di azioni, sensazioni e pensieri di Marocco, riusciamo a comprendere perfettamente il grande vuoto che lo circonda.

Ma per quanto voglia sembrare duro e violento, nella sua autoconvinzione di persona forte ed intoccabile, il ragazzo si scopre invece sensibile, fragile e buono. Ad abbattere il muro che protegge la sua fragilità esistenziale, arriva Serena che, attraverso il suo amore come lenitivo, cura le ferite del cuore e dell’anima. L’educazione sentimentale del primo amore, insegna a Marocco come esprimere le proprie emozioni al di fuori della sfera famigliare, staccandosi dalle sicurezze dell’infanzia per intraprendere un nuovo percorso che diventerà parte del suo bagaglio di esperienze da adulto.

Costruito come una poesia struggente ma necessaria, questo romanzo di formazione racconta di una gioventù difficile, che perde l’innocenza troppo facilmente e per questo bisognosa di affetto, amore e comprensione. Il costante senso di abbandono, che permea le pagine di questa storia, si evince dall’utilizzo superbo del linguaggio. Questo consente di calarsi perfettamente nel contesto della vita di quartiere, respirando a pieno quella sensazione di viaggiare senza meta, senza capire necessariamente quale sia la propria identità.

Giovanissimi è attesa e disillusione. È un vuoto da colmare, alla ricerca dell’amore che possa sopperire quella mancanza. Parla di famiglia ma anche di amicizia. È la storia di Marocco e del suo primo incontro con la vita scandita dalla normalità della violenza quotidiana, che come ha detto Forgione in un’intervista a Fahrenheit “diventa straordinaria quando cerchiamo di capirla, mentre quando diventa normalità vuol dire che ci è entrata dentro”. Ma non c’è giudizio, non ci sono buoni o cattivi ma solo persone reali, che sbagliano, si pentono o forse no.

In pochissime pagine, ma pregne di significato che lasciano molto su cui riflettere, Alessio Forgione scrive una storia che colpisce nel profondo. Non potete certo perdervi l’occasione di partecipare a questa introspezione disillusa perché, proprio com’è la vita vera, accadono avvenimenti ingiusti, inspiegabili e dolorosi che dobbiamo essere preparati ad affrontare, imparando la lezione sin da piccoli.
Profile Image for Andrea Muraro.
750 reviews8 followers
March 27, 2021
"[...] provai pena per Lunno. Perché mi sembrò che passasse il tempo sforzandosi di apparire sempre forte e duro. Non mi piaceva questa cosa ed io non volevo essere così. C’avevo provato e avevo capito che non ero così e che invece volevo solo amare ed essere felice e volevo che tutti se ne accorgessero."

Sono sempre molto attratto dai romanzi di formazione perché tutti almeno un po' parlano di noi, delle nostre scelte, dei nostri errori, delle nostre aspirazioni. E spesso si trovano a raccontarci di vicende che sarebbero potute essere le nostre se avessimo preso l'altra strada. Purtroppo alcuni di questi romanzi cadono nel banale, nel già sentito, nello stereotipo del ragazzo o della ragazza difficile, che odia i genitori e la scuola, che non ama o non è amato/a, che è o si sente brutto/a.
Il romanzo di Alessio Forgione per fortuna non è così. La vicenda è ambientata a Napoli, non la città scontata e ritrita di Gomorra né quella noiosissima della pizza e dei babà; è una Napoli di un quartiere qualunque, dove un ragazzo (Marocco) gioca a calcio, sognando di vestire la maglia del Napoli ogni volta che passa vicino allo stadio, e va a scuola e ha un padre presente e una madre fuggita a Bologna. Non è un adolescente che si piange addosso, anzi ha obiettivi e accetta con spirito costruttivo le difficoltà; anche se per alcuni momenti sembra cadere nell'oblio e nell'apatia, non smette mai di tenere viva la luce della ragione per cercare una via d'uscita; anche quando prova l'ebbrezza dello spaccio e dei soldi, non li trasforma mai nel suo unico obiettivo di vita. E in sostanza le difficoltà che Marocco affronta sono veramente un banco di prova da cui uscire cambiato ma soprattutto felice, perché conscio di avere costruito una vita migliore della precedente, piena, consapevole e ricca di nuove opportunità, anche se ogni tanto arriva uno stop alla possibilità di realizzare i nostri desideri.
Alessio Forgione non è caduto nemmeno nella trappola di napoletanizzare la scrittura, infarcendola di termini dialettali per esaltare la città in modo artificioso. L'anafora dell'"io penso" e le ripetizioni e la sintassi prevalentemente paratattica trasportano il lettore nella testa del protagonista, senza però banalizzare il pensato e la visione del mondo.
Un'ottima lettura, un'ottima scoperta.
Profile Image for EMILIO SCUTTI.
239 reviews23 followers
November 21, 2022
La letteratura italiana non è morta ma è viva più che mai questo libro ne è il vessillo , il manifesto. Un racconto filmico dove più che la penna è l’occhio del protagonista che vede, registra, accelera e rallenta : occhio e cuore di continuo insieme vanno leggeri sulla vita sui momenti su gioie e sofferenze.
Profile Image for Marianna.
16 reviews1 follower
June 26, 2022
La vita non è altro che un’inconsapevole attesa. Poi arriva, e fa male.

Graffia, stride, colpisce, sanguina. Ma fa anche bene, guarisce, lenisce, accarezza e ti culla.
Profile Image for Vincenzo Restivo.
Author 8 books21 followers
August 6, 2020
Dentro c’ho trovato un po’ tutto. C’é Napoli con la sua forma claudicante, l’incongruenza dell’età giovane che crede di potere tutto, e quella fragilità indomabile degli adolescenti spesso celata in modo così magistrale.
Avrei preferito un’analisi linguistica maggiore, un rapporto più materno con l’idioletto. Risulta, per questo, linguisticamente un po’ statico ma credo sia una scelta dettata dal bisogno di rendere il testo usufruibile ai più, al di là del discorso regionale.

Una bella scoperta , in ogni caso.
Profile Image for La lettrice controcorrente.
592 reviews247 followers
February 27, 2020
Tre stelle e mezzo
Giovanissimi di Alessio Forgione è la storia di Marocco, un adolescente inquieto che fa i conti con le prime volte, alcune bellissime… altre non proprio.

Giovanissimi - Alessio Forgione - NN EditoreHo partecipato all’incontro con l’autore nella bellissima libreria di Book Morning a Genova (LEGGI QUI il mio resoconto) e devo ammettere che questa presentazione ha giocato un ruolo fondamentale nel giudizio del libro. Di Forgione mi è piaciuta subito l’umiltà, la timidezza e quel mezzo sorriso a occhi bassi. Ha parlato di Marocco come si parla di un amico e questo mi ha colpito molto e soprattutto mi ha fatto venire una gran voglia di conoscerlo.

Siamo a Napoli, precisamente in un quartiere di periferia e il nostro protagonista, Marco, vive con il papà e trascorre le giornate andando a scuola, precisamente passando più tempo nei bagni che seduto al banco, giocando a calcio e uscendo con gli amici.

La scuola non piace a Marocco e i lunghi pomeriggi trascorsi a casa da solo non vengono impiegati per studiare. Marocco è un ragazzo curioso, ama Dylan dog e i le riviste che riportano accadimenti paranormali, non conosce ancora Battiato e non ha mai baciato nemmeno una ragazza.

Devo dire la verità, all’inizio è stato molto difficile apprezzare Giovanissimi. Forgione descrive azioni, sensazioni e pensieri di Marocco senza mai giudicarlo ma lo fa con poche parole, ruvide, forse un pochino nervose. E io, amante di dettagli e lunghe – okay, lunghissime – descrizioni non riuscivo a ritrovarmi in uno stile così asciutto. Faccio fatica a capire Marco, percepisco il grande vuoto che lo circonda ma non ne comprendo fino in fondo il comportamento, almeno finché non arriva Serena.
RECENSIONE COMPLETA: https://www.lalettricecontrocorrente....
Profile Image for bambu78.
111 reviews2 followers
March 29, 2020
Recensione completa qui: https://gabrieleisland.blogspot.com/2...
Giovanissimi e' ambientato nella periferia di Napoli di fine anni Novanta - anche se l'anno non e' mai menzionato, ci sono i motorini Zip, il film Titanic e' uscito da poco e ci sono ancora le lire.
Marco Pane ha quattordici anni e nessuno lo chiama per nome. Come d'uso infatti ha un soprannome, Marocco, a causa dei capelli ricci e scuri - perfino il padre una volta lo ha chiamato Marocco.
Marocco e' un quattordicenne come tanti: va al calcio, spronato dal padre e dal mister; va a scuola, dove ottiene la licenza media nella speranza di avere il motorino - ma quando la promessa paterna non viene mantenuta, cominciano i problemi a scuola e gli espedienti per raccogliere soldi e comprarselo da solo; vede gli amici, con cui parla di sesso e fuma. Non c'e' un momento della giornata in cui il pensiero della madre, che se ne e' andata da 5 anni, non si sovrapponga a quello che sta facendo, a quello che sta pensando. E' questo pensiero a riempirlo a tratti di rabbia, di rassegnazione, di dubbi e domande senza risposta. Ed e' solo l'incontro con una ragazza, Serena, a spalancargli scenari futuri che non sembravano possibili.
Come dice l'autore, e' un libro di prime volte: la prima bocciatura, il primo provino importante nel calcio, il primo anno di liceo, il primo bacio, il primo motorino. Ed e' un libro di formazione, di speranze negate e poi riaccese, di possibilità.
Anche i fantasmi sono una possibilità, contemplata negli articoli dei giornaletti che Marocco legge con interesse. E forse il finale (amaro, ma volutamente ambiguo) e' proprio la dimostrazione che Marocco, sui fantasmi, aveva visto giusto.
Profile Image for Danilo Nitride.
15 reviews3 followers
October 24, 2020
La seconda opera di Forgione ci restituisce un autore sempre più peculiare. Quello che è lampante, e che rapisce al tempo stesso, é la costruzione certosina del quotidiano. Azioni ordinarie, nulla di barocco, narrate in maniera serrata, con frasi brevi e concise in cui albergano emozioni e stati d'animo. A metà tra il lirismo italiano e la capacità di indagine dell'animo umano dei nordamericani.
Marocco è un ragazzino degli anni '90, con i suoi sogni, le sue paure e i suoi dubbi. Diventerà un calciatore affermato? La madre è andata via perché non gli voleva più bene? Riuscirà ad innamorarsi?
Interrogativi che lo accompagneranno nel corso del racconto e - valicando la fictio narrativa - per il resto della vita.
Marocco ha sviluppato gli anticorpi agli abbandoni: la strada è maestra di vita ma anche il luogo per eccellenza dove si cade, dove si cerca un'emancipazione pratica ma che può essere fatale. Questo, Marocco lo sa, fin troppo bene.
É autentica la lettura di Forgione, sono luoghi che conosce bene, in cui è vissuto e che di più risentono dell'assenza di progettualità della società. E sono costretti a svilupparne una propria, che protegga quello scrigno di fragilità in cui sono avviluppati. E la risposta è proprio la vita.
"La vita non è altro che un'inconsapevole attesa. Poi arriva, e fa male".
Profile Image for Manuela.
73 reviews9 followers
July 5, 2020
"Sempre le stesse espressioni. Sempre gli stessi visi. Sempre le stesse persone. Le cose si ripetono e dopo un po' diventano la tua casa o il tuo posto ed io non lo sapevo".
11 reviews
December 29, 2020
Bellissimo. Racconta le difficoltà di un ragazzino quattordicenne che cresce in una Napoli inospitale in cui risulta estremamente facile imboccare la classica "cattiva strada". Un rapporto travagliato col padre, la madre che lo ha abbandonato da un giorno all'altro e il sogno di diventare un calciatore di talento.
Decisamente super consigliato, non metto 5 stelle perché ho trovato lo stile di scrittura poco fluido e a volte un po' sconnesso.
Profile Image for Alessia Angelino.
39 reviews36 followers
November 2, 2021
Giovanissimi è un libro adatto a chi cerca una storia da cui lasciarsi intenerire ed emozionare e ha voglia di tornare ragazzino, anche solo per un po’.
E’ un libro breve ma intenso, che sono contenta di aver portato a termine nonostante la diffidenza iniziale.
Per vedere la video-recensione completa segui il link al mio canale YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=68R6q...
Profile Image for Anna.
77 reviews3 followers
March 24, 2020
“Non capiva questo fatto che il voler bene a qualcuno è una sfortuna, perché ci si mette nelle sue mani e si diventa come nuvole: piccole forme delicate e semplici da distruggere.”
Displaying 1 - 30 of 64 reviews

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