L'Italia ha un problema aperto con la propria storia, dal fascismo agli anni ʼ70. La Germania ci appare diversa, capace di affrontare l'orrore del proprio passato nazista. Ma è davvero così? Oppure anche per i tedeschi la battaglia per la memoria è una battaglia, di giustizia e civiltà, per nulla scontata e sempre sotto attacco?
Nel discorso pubblico italiano e internazionale c'è una formula che ritorna «la Germania ha saputo fare i conti con il nazismo». Se però andiamo a verificare quanto c'è di vero in questa frase, ci accorgiamo quanto il passato nazista abbia condizionato il lungo dopoguerra tedesco, generando una tacita e continua tensione, ma producendo solo occasionalmente effettive prese di responsabilità. In questo libro scopriremo come, dopo decenni di oblio e di silenzio interessato, si è cominciato ad affrontare questo tema. Soprattutto dopo la riunificazione del 1990, quando la rielaborazione dei crimini nazisti si fa strumento di unità politica e collettiva. Il periodo della Guerra fredda, invece, si distingue per la mancata riflessione sul passato; un passato sospeso, spesso rinnegato. Partendo dalle rovine della Germania post-bellica, passando per i movimenti studenteschi del ʼ68 e arrivando ai memoriali odierni, queste pagine raccontano biografie chiave, vicende emblematiche e dibattiti esemplari. E mostrano che 'i conti' sono stati fatti, sì, ma solo in parte e, forse, troppo tardi.
Qui dentro ci si rende conto di cosa sia davvero il tema della "complessità": il titolo è chiaro e deciso, ma allo stesso tempo vagamente ironico, poiché in questo efficacissimo testo di poco più di un centinaio e mezzo di pagine su cosa sia stata la storia della Germania dopo la sconfitta della Seconda Guerra Mondiale fino ai giorni nosti in relazione all'"eredità culturale" nazional-socialista, ci si rende conto che la realtà è ben diversa dalle idee e dalle frasi fatte, ossia è complicata, dettagliata, tortuosa, contraddittoria e torbida. Per dire "la Germania sì che ha fatto i conti con il nazismo" ci si mette un attimo, ma in questo libro viene sviscerato con dati e fonti alla mano l'intero processo di denazificazione tedesco (la denazificazione quella vera) nella sua complessità: un processo che è durato decenni, incompleto, avvenuto tutto sommato per l'interesse di pochi, ostacolato da più parti e dal contesto storico e geopolitico, poi riesumato e purtroppo anche strumentalizzato. Una cosa di cui ci si dimentica molto spesso, soprattutto in Italia, è che i processi di cambiamento dello status quo necessitano di fatica, grande forza di volontà e tempo, e qui il tema della stremante lotta decennale per la giustizia e il cambiamento è ben presente. È un buon punto dal quale iniziare a riflettere: "fare i conti" con qualsiasi cosa richiede sacrificio e rigetto alla pigrizia. Il nazismo non è decaduto semplicemente in concomitanza con la morte di Hitler, ma ha continuato e farsi strada nel corso del tempo. Entrando nel merito, è sbalorditivo leggere ad esempio i numeri di quanti civili fossero iscritti al partito nazional-socialista e di quanti fossero "macchiati" di "crimini nazional-socialisti" in relazione ai processi giuridici avvenuti successivamente (si tratta di ordini di grandezza incredibilmente disuguali, per non parlare delle sentenze in cui i criminali sono stati giudicati effettivamente colpevoli, ancor minori). Oppure è sorprendente trovarsi di fronte i dati di quanti funzionari di governo nazional-socialisti furono reintegrati poi nel governo della Repubblica Federale Tedesca, dati che fanno ben comprendere quanto lento e difficoltoso sia stato il "fare i conti con il nazismo": uno scontro tra lo Stato e lo Stato stesso. Da tenere in considerazione è anche che i "conti" si sono fatti parallelamente in due Germanie differenti: la BRD e la DDR, ed interessante è anche il notare l'approccio completamente diverso alla stessa questione che viene adottato, acciecato dalle ideologie: maggioritariamente il libro si sofferma sull'"approccio occidentale", ma non viene di certo tralasciata la narrazione degli avvenimenti della Germania Socialista.
Encomiabile è il lavoro di rielaborazione delle fonti, la preparazione e lo studio per la scrittura di questo testo: la bibliografia fornita è davvero immensa e vengono citate decine di storici, professori, politici ed altri intellettuali che col loro contributo hanno segnato la storia recente tedesca. "La Germania sì che ha fatto i conti con il nazismo" è molto ordinato: non fa salti temporali confusionali e le informazioni date vengono ben incatenate le une dalle altre, facendo convivere assieme diversi punti di vista ed interpretazioni in maniera armoniosa e razionale, dando uno sguardo d'insieme finale a quella che è diventata la cultura tedesca, molto incentrata sul ruolo della memoria e che rischia sempre di cadere nella trappola del revisionismo storico e del negazionismo. È molto apprezzabile l'aver tradotto sempre i termini tedeschi in italiano per i non addetti ai lavori, ma mantenendo comunque gli originali tra parentesi (è più che giusto rendere facile la vita al lettore. Lo trovo un gesto umile e non da poco: purtroppo molto scrittori sentono prima la necessità di ostentare la propria superiorità nel conoscere le fonti originali e solo successivamente il dover trasmettere un messaggio al prossimo). [Se mai mi dovessi leggere: Bravo Tommaso, un debunking davvero ben fatto.]
Su vari aspetti del processo di denazificazione in Germania nel dopoguerra mi ci ero imbattuto in letture e articoli dove nel confronto con l’Italia ed i conti in sospeso col fascismo mai risolti mi sembrava che la Germania fosse in una situazione migliore. Qualche dubbio l’avevo, dalle implicazioni degli ex-nazisti reintegrati negli impieghi ed in posti di potere, fino alle dinamiche dell’avanzata dell’AFD in Germania.
Questo saggio mi ha aiutato, ha tirato le fila dei tanti aspetti, inquadrandoli meglio e chiarendone gli impatti. Mi è piaciuta, Interessante, recente. ___________________________________ WANT TO READ BOOK: - Il buon tedesco (Carlo Greppi) - I volonterosi carnefici di Hitler: I tedeschi comuni e l'olocausto (Daniel Jonah Goldhagen)
Nonostante i luoghi comuni anche la Germania ha faticato parecchio a fare i conti con un passato che non voleva passare: l'orrore nazista ha lungamente condizionato il dopoguerra tedesco e, dopo una lunga fase di oblio, si dovette aspettare la riunificazione per affrontare la questione. Non ci fu nessuna ora zero da cui ripartire; si dovette aspettate tre generazioni dalla fine della guerra per adottare una narrazione comune.
Interessante saggio su come la Germania ha e continua ad affrontare il suo rapporto con il nazismo pur nella contraddizione delle troppe assoluzioni a criminali di guerra e nella indifferenza riguardo ai crimini avvenuti nelle sue colonie all'inizio del XX°secolo. Comunque sempre meglio di quanto fatto da altri paesi...