La caduta dell’Impero Romano è stato un processo lento e complicato, iniziato – ben prima del sacco di Roma – con l’avvicinarsi ai confini di quelle stesse tribù che avevano invaso la Cina, e proseguito attraverso gli anni di Costantino e Teodosio. Comincia così per l’Italia un lungo periodo oscuro: le città vengono abbandonate, eserciti barbari percorrono il Paese depredandolo, devastandolo e seminando terrore. Fino al fatidico Anno Mille si susseguono secoli di ferro e di sangue, di lutti e di invasioni.
È il momento più difficile da raccontare nella storia italiana: le fonti sono poche e insicure, e gli avvenimenti “di casa nostra” non si possono isolare da quelli del resto d’Europa; come dicono gli autori: “Forse mai il nostro continente è stato così unito e interdipendente come in quest’epoca afflitta da mancanza di strade e di mezzi di trasporto e di comunicazione”.
Indro Montanelli e Roberto Gervaso ci presentano i ritratti dei protagonisti nei quali cogliere i segni del costume, della civiltà e del suo evolvere: Attila, Alarico, Odoacre, Galla Placidia, Gregorio il Grande, Carlomagno e gli Ottoni, i Santi, i Padri e i riformatori della Chiesa.
Il passaggio dall’Impero ai Comuni, la società feudale, il rapporto città-campagna, lo scontro tra la nobiltà guerriera legata alla terra e la nascente borghesia urbana: questi gli elementi del grande mosaico che ci ritroviamo a osservare, e il risultato è uno strumento d’informazione chiaro e al contempo una lettura appassionante.
Indro Alessandro Raffaello Schizògene Montanell (according to some sources Cilindro) (April 22, 1909 - July 22, 2001) was an Italian journalist and historian, known for his new approach to writing history in books such as History of the Greeks and History of Rome.
Unanimously considered one of the greatest Italian journalist of the 20th century, he was among the “50 press freedom heroes of the past 50 years” in the list compiled by the International Press Institute in 2000.
Ho ricominciato dai tempi antichi la colossale opera sulla storia d'Italia che Indro Montanelli portò a compimento nell'arco di trent'anni nella seconda parte del secolo scorso, e la ho ricominciata con l'entusiasmo che il capitolo sull'Italia del risorgimento mi aveva suscitato, un libro davvero molto bello che continuo a consigliare. Uscendo da quel particolare capitolo secondo me si vede subito che la qualità dell'opera scende, pur rimanendo godibilissima grazie alla indiscutibile arte gigioneggiante del giornalista toscano.
Il punto è che la concezione storica di Montanelli (che peraltro storico non è) è tutta incentrata sull'individuo, sulla grande personalità, e per nulla sull'aspetto sociale e collettivo di una determinata epoca. Questo è particolarmente adatto all'età che è stata apice dell'individualismo e del darwinismo sociale, proprio quell'Ottocento che ha fatto da sfondo al rinascimento (anche alla nascita del comunismo, ma questa è stata una reazione opposta al predominio liberale, e dipendente da esso); ma assai meno in epoche assai più lontane il cui sentire comune è molto lontano da quello dei tempi nostri, sentire comune che andava comunque spiegato e di cui bisognava tenere conto.
Di Indro Montanelli dice quel colosso assoluto della divulgazione storica che è Alessandro Barbero: "Si può raccontare la storia in forma lieve, senza essere troppo ponderosi, rispettando tuttavia le fonti e la verità storica. Montanelli era molto bravo a scrivere, ma in fondo ne sapeva poco, gli piaceva gigioneggiare, sprofondava nell'anacronismo. Oggi ci si è accorti che, nel raccontare la storia, essere rigorosi ed essere divertenti non è conflittuale. (da it.Wikiquote)", e questo spiega molte cose. Montanelli non è riuscito quì, parlando di un mondo così lontano dal nostro come quello dell' italia dell'alto medioevo, a togliersi gli occhiali dell'uomo del novecento.
Un insopportabile modernismo quindi. L' Europa tardo antica non è abitata da italiani ma da romani e (che è ancora peggio), non è abitata da tedeschi ma da germani e no, bizantini e greci NON sono la stesa cosa: questo voler scegliere appellativi moderni per tribù e civiltà che delle nazioni di oggi sono state solo le lontan e (e nella maggior parte neanche le uniche) creatrici, è troppo sistematico per non essere voluto, ed è probabilmente legato alla visione tipica dell' intellettuale di destra di vedere tutto come competizione tra razze e nazioni. Il che in un'epoca ancora tutta impermeata dalla voglia di universale come l'epoca tardo antica (ma anche dopo l'anno mille non sarebbe stato molto diverso) appare quantomeno inadeguato.
Su un piano parallelo a questo ma nella medesima direzione, la scelta dell'autore di fare divulgazione come se si stesse facendo giornalismo, quando invece sono due cose diverse. Si è scelto di raccontare per tenere agganciato l'interesse del lettore, più che nello sforzo di dire tutto quello che c'è da dire sulla tormentata epoca barbarica fino allo smembramento dell' impero Carolingio. "L'Italia dei secoli bui" non è la rappresentazione di un mondo, ma una divertente ed interessantissima raccolta di ritratti dei grandi personaggi dell' epoca (da Maometto a Carlo Magno, da Teodosio a Galla Placidia), ritratti costituiti da tutta una serie di aneddoti più o meno divertenti e col sospetto di essere almeno in parte inventati.
Ne nasce il ritratto di un' Europa sprofondata nelle tenebre della barbarie ma che dalle quali rinascerà con caratteristiche che saranno quelle vive ancora oggi. All' interno di essa un' Italia fatta di scontri tra razze, che vive la sua crisi a causa della mancanza della disciplina e dell' onore tipici del legionario della mitica repubblica romana. roba da matti. pare a vedere il soldato italiano mandato dal regime nell'ansa del Don con le fasce mollettiere e le scarpe con le suole di cartone, chiamato a vincere gettando il cuore oltre l'ostacolo.
Modernismo, nazionalismo, individualismo quindi, le tentazioni che possono prendere un giornalista di estrema destra che si cimenta con la storia: Montanelli stesso dirà in una intervista che uno degli scopi della sua monumentale opera è proprio quello di prendere in mano il lettore e ACCOMPAGNARLO DOVE SI VUOLE. Accompagnarlo ad una visione politica e sociale di un certo tipo evidentemente. Con tutto il rispetto che si deve ad una onestà intellettuale assoluta, al punto da dichiarare pubblicamente tutti i propri intenti, questa non è storia. La stessa onestà intellettuale che si vede quando si parla ad esempio del mondo arabo, che personifica tutto ciò che un fascista post colonialista detesta (la razza inferiore che cerca di liberarsi, la minaccia dell'islam al mondo cristiano - che cosa abbia di cristiano poi uno che fa sesso con una bambina di dodici anni qualcuno un giorno me lo spiegherà): il contributo decisivo che la civiltà araba fornirà alla rinascita della cultura europea viene ammesso, a denti stretti ma esplicitamente.
Vale la pena approfondire la maniera in cui vengono visti da destra l'avvento dei barbari e la fine dell'impero romano. Fu una invasione (come dice Montanelli) o una migrazione (come dice Barbero)? L'ingresso delle tribù germaniche nei confini dell' impero fu una grande ma pericolosa risorsa mal gestita o una guerra perduta a causa del decadimento dei costumi di una civiltà? Vale la pena di sottolineare quanto incredibilmente attuale sia questa domanda, in tempi in cui la pandemia ci fa dimenticare migliaia di persone che rischiano la vita per entrare nei nostri di confini. E' forse questo l'unico caso in cui non si possa parlare di modernismo. La visione di Montanelli è quella inevitabile del fascista colonizzatore, nella quale i rapporti tra nazioni sono solo rapporti di forza e di valore. L'impero romano è caduto perchè non ha schiacciato le tribù germaniche finchè poteva, perchè ha imbastardito la sua razza facendo entrare i germani nei suoi confini. Dimenticandosi opportunamente che le guerre civili e le carestie avevano svuotato le province, e che la immigrazione ben gestita aveva donato nuova linfa all'impero consentendo di allungare la propria vita per secoli. Ma tant'è, da un convinto sostenitore del regime delle stragi berbere, del pedofilo concubinaggio etiope non ci si poteva aspettare niente di diverso. Il meglio del meglio viene raggiunto quando viene rimpianta la mancata germanizzazione dell' Italia longobarda (le stesse tribù germaniche che tre secoli prima le voleva sterminate), che ha avuto come conseguenza la mancanza di disciplina e di onore della razza (!) italiana.
Un fallimento totale quindi? Non direi. Il giornalista di Fucecchio si conferma una penna eccelsa e forse l'unico esempio di intellettuale di alto livello di destra di tutto il ventesimo secolo, con il quale un lettore deve confrontarsi, per capire bene come ragiona certa gente, che è assai più numerosa ed agguerrita oggi che negli anni in cui il libro venne scritto. Non solo la storia d'Italia di Montanelli è una ciclopica opera scritta benissimo ed in modo assai divertente (che diventa di qualità eccelsa quando parla di periodi che effettivamente nella loro natura si sono avvicinati ad una certa visione del mondo), ma se viene letta pensando a chi sta scrivendo, è un eccellente esercizio di consapevolezza politica. Poi, se si vuole leggere di storia non essendo storici, rivolgersi ad Alessandro Barbero.
Davvero buona, ma anche questo non è una novità, la lettura per la versione audio di Valerio Amoruso.
El título de la edición española está mal elegido y provoca confusión ya que el original se llama L'Italia dei Secolo Bui. El libro no es por lo tanto una Historia de la Edad Media, pero sí una Historia de la Alta Edad Media en Italia. A pesar de eso, es una agradable narración exclusivamente centrada en los principales hechos y protagonistas asociados al territorio romano, desde la caída del Imperio de Occidente hasta el año mil. Muy útil para repasar los sucesos ocurridos durante la primera mitad del medievo, en el Mediterráneo.
Como dice también otro comentarista, la edición en español tiene un título equívoco, ya que este libro es en realidad una historia de la Alta Edad Media en Italia, y no una historia de la Edad Media, ni universal ni completa en el tiempo.
Como trabajo a dos manos entre un historiador y un periodista no especializado, la lectura es muy amena, pero el contenido es demasiado convencional para quien busque profundizar un poco en la comprensión de este interesante periodo. Únicamente vemos pasar por aquí a emperadores y caudillos godos, sin meternos en el barro de los aspectos políticos, económicos o ideológicos, y menos aún en los avances del estado de la cuestión actual. Pese a todo, y siendo conscientes de esto, el libro es disfrutable y puede ser aprovechable como introducción al relato tradicional del final del Imperio Romano.
Como todo lo que escribe Motanelli, el texto es una mezcla de historia y humor. El texto va desde los tiempos de Constantino hasta el año 1000. Es un muy buen recuento de todo lo que pasa mientras cae y se reconfigura Europa. El autor configura muy bien el papel de los bárbaros, la iglesia y el Islam. Es un muy buen libro introductorio para darse una idea de lo que pasó en la edad media. Aunque el libro ya es un poco viejo, creo que es un clásico.
Como en Historia de Roma, un clásico. Este libro está escrito para aquellas personas que busquen formarse y aprender historia de lo que hoy se conoce como Italia. Montanelli aporta la parte periodística, resumiendo todo el periodo histórico en dicho país. Es el exacto punto medio para poder disfrutar de una lectura histórica. Sin excesivos detalles del periodo ni tampoco un extremado resumen. Un placer y disfrute leerle.
Una buona lettura, molto discorsiva e certo non esauriente ne precisa come piace a me, ma comunque valida come infarinatura generale del periodo, altro non vuole ne può essere.
Gli storici considerano la Storia d'Italia di Montanelli un'opera non meritevole di (grande) considerazione.
Per chi è meno tranchant, invece, seppur non si possa negare che questi libri manchino del rigore manualistico, quel che si trova in essi, più che nelle opere accademiche, è l'accessibilità diffusa: Montanelli e gli autori che via via lo affiancano sono capaci di parlare a tutti, facendo arrivare in modo chiaro e diretto la storia del nostro paese.
Non posso controbattere alla critica degli storici, ma senza dubbio mi ritrovo nel secondo punto di vista. Per me un'opera che è bene leggere. Un ottimo esempio di divulgazione.
Credo che ogni opera vada presa in considerazione per quello che è, per chi è il suo autore e soprattutto per l’epica in cui è stata scritta. Montanelli e Gervaso sono giornalisti non storici. Credo che la prima edizione sia del 1965, quindi manca di alcune revisioni storiche recenti. Si percepisce un’accusa, non troppo velata, al papato per la regressione della seconda metà del secolo. Se si può un po’ discutere sui contenuti, non credo sia attaccabile la leggerezza e la limpidità della scrittura. Una lettura veramente piacevole anche se infarcita di nomi e date .
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Un libro relativamente corto (poco meno di 400 pagine) che racconta in modo conciso ma esaustivo ciò che avvenne in Italia durante il medio evo fino all’anno mille. Pur non raggiungendo un livello di dettaglio di tipo accademico, Montanelli e Gervaso sono riusciti a creare un volume davvero interessante ed avvincente, che consiglio a chiunque voglia cimentarsi nell’approfondimento della storia del nostro paese.
Un libro di facile lettura anche per i non appassionati all'argomento. Montanelli e Gervaso avranno una loro lettura dei fatti storici, come loro stesso ammettono all'inizio del libro, ma i fatti sono raccontati in maniera chiara e lineare, senza alcun tentativo di imbellimento e senza alcuna tendenza a "mitizzare" eventi e personaggi, un atteggiamento fin troppo comune nella storiografia "di consumo" diretta al grande pubblico.
Questo libro è ormai datato, come si evince dalla forma, realizzata dal grande giornalista Indro Montanelli, e soprattutto dal contenuto. Il testo è ricco di clichés e di luoghi comuni, ampiamente smentiti dalla storiografia attuale, e meno approfonditi di quanto un appassionato di medioevo si aspetterebbe. La lettura è godibile ma il contenuto non mi ha entusiasmato.
OK, diciassette giorni sono decisamente troppi per leggere questo libro.
Dichiarazione d'intenti: Di sicuro non vado a leggere tutti e ventiquattro volumi della collana uno dopo l'altro. Roba che calerei nella tomba dopo tre libri. Però potrebbe diventare un altro progetto di lettura, come quello dedicato a Christoper Pike: un libro ogni tot per leggere tutta la sua biografia o, in questo caso, per leggere tutta la serie.
Ha i capitoli corti. E io adoro i libri con i capitoli corti. E Montanelli si concentra sui protagonisti, quindi ci sono un sacco di dettagli - veri o meno - per aiutare a ricordare meglio questi personaggi. Non sono una storica, quindi non posso dire nulla sulla veridicità di tutto quello che scrive, anche se è chiaro che tanti aneddoti non vengono dai libri di storia ma sembrano i pettegolezzi del vicino.
Lentamente, ma mi avvicinerò anche al secondo volume.
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2022.09.05
Diciamo che sapevo che esisteva tutta la Storia d'Italia di Montanelli ma non ci ero mai andata vicino. E poi l'ho vista in edicola. E quindi è cominciata la lettura.
Periodo complicato, confuso, oscuro. Si va dagli ultimi secoli di vita dell'Impero Romano, alle guerre gotiche e all'invasione dei Longobardi, dei Franchi e deli imperatori tedeschi. La scrittura è sempre brillante e straordinariamente piacevole, l'analisi storica sempre arguta. Alcuni secoli (da Carlo Magno al 1000) particolarmente difficili da seguire, non per colpa dell'autore ma per "colpa" della storia stessa. Da appassionato di storia, alcuni fatti (marginali) raccontati non corrispondono alla realtà e sono ripresi da leggende pittoresche: non siamo tuttavia di fronte a una saggio di storia, ma a un racconto che cerca di coinvolgere il lettore nel conoscere e entrare in fatti storici che, di per sè, sarebbero molto noiosi. La bravura di Montanelli sta qui, oltre che nell'ottima lettura politica o sociale dei vari avvenimenti storici (semplicistica, dicono gli accademici; veritiera e realista, secondo me) e nella consueta, imbarazzate capacità di saper ritrarre, in poche righe e con parole perfette, i caratteri dei vari protagonisti raccontati e più in generale della nostra povera, grande Italia.
La madre di tutti i libri divulgativi di storia italiani. Unica colpa: aver aperto la strada a troppi figliastri indegni, che occupano immeritatamente scaffali interi delle librerie odierne. Per il resto, splendido.
This is the first of almost two dozen volumes on Italian history that Montanelli wrote, with a couple of co-writers, I thinks. I don't know how many of them I'll actually read, but I will only review this one, unless i find something really special. This is really good history writing. It hits the salient details to keep the story going. It is well-written, with a certain sense of humor, but not written too simply or superficially. Since this first volume talks a lot about Europe in general, I really learned tons from it, and thoroughly enjoyed the read. Let's see how many of them I get through, reading little by little. Anyway, if you like reading history in general, not dramatized but presented in an interesting fashion, this is a great way to go.
Como dicen otras reseñas, el nombre del libro en su traducción española induce a error (en italiano es "L'Italia dei secoli bui"), puesto que, en realidad, versa sobre el periodo de tiempo que va entre la caída del Imperio romano de Occidente hasta el año 1000, y circunscribe su contexto geográfico a Italia, con algunas leves referencias a otros territorios. Por lo demás, es un libro recomendable para el aficionado a esta época histórica y Montanelli hace, además, una narración ágil y amena que induce a su lectura. En fin, es un ensayo interesante pero, en algunos aspectos, superado por la historiografía moderna.
Si tratta per certo di un'opera letteraria diretta alle masse, poichè le storiche vicende sono narrate in modo diretto ma soprattutto telegrafico, da farlo quasi sembrare il sunto di una serie di romanzi a puntate. Lo stile, nonostante sia chiaro e immediatamente intellegibile, è quello forbito di montanelli, con vocaboli provenienti dagli anni della sua formazione, avvenuta in quegli ambienti in cui la tecnologia più evoluta era la macchina da scrivere.
Un'interessante introduzione alla storia italiani durante il medioevo, raccontata in maniera accessibile e piacevole. L'unico limite nasce dal fatto che un solo libro copre un periodo storico lungo e compleasso, con il risultato che a molti avvenimenti non e' accordata la necessaria attenzione.
Il resoconto interessante e capillare .degli avvenimenti più importanti dell'alto medioevo in Italia e dei personaggi che in qualche modo ne furono protagonisti