E' la storia (un po' scontata) di Mark, un broker finanziario di successo, superimpegnato e totalmente inserito nell'alta società londinese, che decide di mollare tutto e di trasferirsi in Italia, nelle Langhe. La crisi esistenziale che lo avviluppa si scioglie pian piano grazie ai ritmi lenti della vita di campagna, all'accoglienza della gente del posto, ma soprattutto grazie a un cane, Black, che conquista Mark, inizialmente refrattario agli animali. Insieme a Black il protagonista si appassiona alla corsa e progetta il giro delle big banches (le panchine giganti) delle Langhe. Grazie a Black troverà anche l'amore e capirà l'importanza di essere sempre sinceri con se stessi. Un libro che, come dicevo, appena iniziato sai già dove ti porta. Eppure lo divori, sapendo che della storia ti resterà l'autenticità del rapporto uomo-cane, l'esperienza mentale che rappresenta il correre, ma soprattutto la bellezza delle Langhe. Finito il libro ti viene voglia di andare lì ad ammirare i paesaggi, i filari di viti, di fare un giro ad assaggiare vini e il coniglio in civet e di godere il panorama seduto sulle panchine giganti. Una lettura di evasione e leggera, per gli amanti dei cani e della vita nella natura, e per sognare per qualche giorno una fuga dai ritmi pressanti del quotidiano.
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Ho appena finito di leggere questo libro.. L'ho comprato di impulso appena l'ho visto in libreria Mi ha attirato subito l'immagine di copertina, il labrador nero Sono i miei cani preferiti insieme ai golden retriever e non potevo lasciarlo li Non avevo nemmeno letto la trama... Ora che lo ho letto devo dire che mi è piaciuto tantissimo, è stato un bellissimo viaggio e sono anche triste che sia finito..mi sono anche emozionata ad un certo punto... E quando lo ho cercato qui mi chiedevo il perché di tutte queste recensioni negative, le ho lette prima di iniziare a leggere il libro e mi avevano anche bloccata un po', non capivo e ci ho messo un po' di tempo a convincermi a leggerlo.. Ripeto, per me è bellissimo È stato davvero emozionante
Un tizio con un sacco di soldi che molla tutto e si trasferisce nelle Langhe. Il classico cliché di quello che cambia vita. L'anglosassone che scopre l'Italia, e campa di rendita. Quello che dovrebbe essere il co-protagonista (il labrador) non è altro che una comparsa. Il loro rapporto non è per niente approfondito, ma in realtà non lo è nemmeno tutto il resto. E poi la traduzione... Non ho letto l'originale, ma certe parole o frasi sembrano uscite dagli anni '70. Mi ha fregato la copertina e mi aspettavo di più. Non all'altezza delle aspettative.
Darei due stelle, anche, ma solo per la foto del cane. Tradotto male, impaginato peggio. I protagonisti sono di una banalità impressionante, scontati e macchiettistici. Figli e figlie della peggiore eredità di sex and the city. L'apice narrativo è quando uno dei personaggi (Nic, fino al capitolo prima) diventa Nico. Perle di alta narrativa quando i tremendi professionisti dell'alta finanza sono descritti come "una gran lenza". Tremendo. Spero vietino all'autore di scrivere altro
Mi sono piaciuti molto i capitoli sull'incontro con il cane e quelli in cui Mark ci si inizia ad affezionare.. l'inizio però mi è sembrato molto lento, troppi riferimenti anche al passato nel corso del romanzo che si potevano a mio avviso evitare