La realtà in cui siamo immersi è complessa, incerta e imprevedibile, forse a un livello mai visto in passato. Di fronte a questa complessità, però, il nostro pensiero non può arretrare: come potremmo vivere in un mondo che sappiamo decifrare solo in piccolissima parte? Il caos della pandemia, le reazioni scomposte di una certa politica e la circolazione di fake news sempre più virali hanno mostrato con chiarezza che solo ragionare in termini scientifici ci consente di capire e spiegare i molti aspetti di un fenomeno complesso. Proprio per questa ragione la scienza, con i suoi limiti, le sue incertezze, ma anche con la sua efficacia interpretativa dovrebbe essere pienamente accolta nella discussione pubblica. La conservazione dei valori democratici e il rafforzamento della fiducia nelle istituzioni sono possibili solo con il contributo di cittadini ben informati. Come ha scritto Stephen Hawking: “In una democrazia, è molto importante che i cittadini abbiano una conoscenza di base della scienza in modo da poter controllare quanto la scienza e la tecnologia influenzano sempre più le nostre vite”.Quali sono le domande giuste davanti a una cosa che non capiamo? Come si smaschera una fallacia in un ragionamento? Quali sono gli errori cognitivi che condizionano le nostre decisioni? Abbiamo davanti a noi una sfida enorme, scrive Roberto Battiston, in cui mettere a frutto la lezione che abbiamo imparato con la pandemia: la questione ambientale. Un tema elusivo, lento, contraddittorio, eppure decisivo per il nostro futuro; un tema che dobbiamo affrontare ora, evitando di farci ingannare da suggestioni poco fondate. Grazie alla scienza abbiamo gli strumenti per capire i problemi e risolverli: dobbiamo solo imparare a usarli nel modo più opportuno.
Roberto Battiston (Trento, 1956) è un fisico italiano. È stato presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) dal maggio 2014 al novembre 2018. Fisico sperimentale, specializzato nel campo della fisica fondamentale e delle particelle elementari, è uno dei maggiori esperti di raggi cosmici. Nel corso di oltre 30 anni di attività ha svolto ricerche in team internazionali, prima nel campo della fisica sperimentale delle interazioni fondamentali con gli acceleratori e poi nel settore spaziale, studiando con altissima precisione i raggi cosmici dallo spazio.
“L’alfabeto della natura” è l’ultima fatica letteraria di Roberto Battiston, ordinario di Fisica sperimentale all’Università di Trento (dove si occupa di ricerche in fisica spaziale e astroparticellare, alla ricerca della materia oscura e dell’antimateria, in collaborazione con l’INFN e l’ASI) e vincitore di numerosi e importanti premi, attestati e riconoscimenti. Più di 250 pagine che ripercorrono il viaggio tra modelli matematici e pandemia, l’uso delle risorse del pianeta e il cambiamento climatico. Battiston ci spiega come, per orientarsi, sia importante porsi le domande giuste, evitando di farci ingannare da suggestioni poco fondate. Una lezione della scienza, insomma, pe reinterpretare la realtà. La realtà, allora. Quella in cui siamo immersi è complessa, incerta e imprevedibile, forse a un livello mai visto in passato. Di fronte a questa complessità, però, il nostro pensiero non può arretrare: come potremmo vivere in un mondo che sappiamo decifrare solo in piccolissima parte? Il caos della pandemia, le reazioni scomposte di una certa politica e la circolazione di fake news sempre più virali hanno mostrato con chiarezza che solo ragionare in termini scientifici ci consente di capire e spiegare i molti aspetti di un fenomeno complesso. Proprio per questa ragione la scienza, con i suoi limiti, le sue incertezze, ma anche con la sua efficacia interpretativa dovrebbe essere pienamente accolta nella discussione pubblica. La conservazione dei valori democratici e il rafforzamento della fiducia nelle istituzioni sono possibili solo con il contributo di cittadini ben informati. Come ha scritto Stephen Hawking: «In una democrazia, è molto importante che i cittadini abbiano una conoscenza di base della scienza in modo da poter controllare quanto la scienza e la tecnologia influenzano sempre più le nostre vita». Quali sono le domande giuste davanti a una cosa che non capiamo? Come si smaschera una fallacia in un ragionamento? Quali sono gli errori cognitivi che condizionano le nostre decisioni? Abbiamo davanti a noi una sfida enorme, scrive Roberto Battiston, in cui mettere a frutto la lezione che abbiamo imparato con la pandemia: la questione ambientale. Un tema elusivo, lento, contraddittorio, eppure decisivo per il nostro futuro; un tema che dobbiamo affrontare ora, evitando di farci ingannare da suggestioni poco fondate. Grazie alla scienza abbiamo gli strumenti per capire i problemi e risolverli: dobbiamo solo imparare a usarli nel modo più opportuno.
Tic tac, tic tac: le lancette dell'orologio continuano ad avanzare verso la mezzanotte. Gli scienziati lo sanno molto bene e da parecchio tempo, così come gli attivisti, che stiamo andando a sbattere. La mezzanotte dell'orologio del ragionier Ambiente sarà l'ora X. E lo stiamo facendo con incredibile velocità e con grande leggerezza. Questo libro ce lo spiega benissimo e ci spiega anche come e perché la scienza non venga ascoltata troppo spesso sia dai cittadini e soprattutto dai politici. È successo con la pandemia Covid-19 e soprattutto con l'ambiente. È veramente pauroso quello che ci attende se non si invertirà la marcia. Ho scoperto una miriade di cose interessanti leggendo questo libro. Ho dovuto rileggere alcune pagine più volte perché completamente digiuna di fisica e di altre scienze ma ho capito cosa siano i vari tipi di entropia, ho capito che ognuno di noi lascia un'impronta di carbonio, più o meno profonda a seconda di ogni minimo comportamento (dal tipo di abiti indossati a ciò che mangia ogni giorno), ho capito soprattutto che i politici sono assolutamente sordi agli sforzi che i ricercatori stanno mettendo in atto. Mentre si riaprono le centrali a carbone e qualcuno tira fuori dal cassetto i discorsi sul nucleare, il mercato da anni sta puntando sulle energie rinnovabili, fotovoltaico in primis, e su altre tecnologie innovative e rinnovabili. Ma ci vogliono ricerca, investimenti e soprattutto volontà politica. Il problema più importante è quello degli interessi mastodontici delle industrie dell'energia: un primo risultato da ottenere sarebbe quello che i cittadini cerchino di imparare, di studiare, di ascoltare, di capire e mettere in pratica ciò che la scienza insegna. ..."Anche Stephen Hawking era convinto del fatto che in una democrazia fosse molto importante che la popolazione avesse una conoscenza di base della scienza, così da poter controllare il modo in cui la scienza e la tecnologia influenzano sempre più le nostre vite."...
Molto molto interessante in tanti capitoli, altri risultano invece troppo colmi di nozioni e dati scientifici che rendono la lettura difficile. Riesce comunque assai bene a trasmettere la voglia di approfondire le proprie conoscenze e di fare qualcosa per cercare di limitare i danni.