Hanno appena dieci anni Dario, Giovanni, Giuseppe e Rino, ma formano già il quartetto di calciatori più affiatato del quartiere, alla periferia nord di Napoli. Le rincorse al mitico pallone Super Santos screziano d’arancio la monotonia dei caseggiati, i suoni del gioco spezzano il ritmo di giorni sempre uguali, tra pusher e caporioni che stabiliscono le regole violente e insindacabili di una realtà che non offre alternative. Per i ragazzini il calcio è una boccata d’aria pura, una speranza incastonata nei loro giovani cuori. Così, quando il boss locale gli offre del denaro – oltre a una fornitura illimitata di palloni nuovi – per giocare nella piazza di spaccio, a loro sembra di sognare. In cambio, dovranno soltanto urlare forte ogni volta che si avvicina una volante della polizia. Non gli ci vorrà molto per rendersi conto che la camorra ha usato proprio il calcio per piegarli alle sue logiche. Ma nei lunghi pomeriggi di sfide “all’americana”, ginocchia scorticate, sudore e fiato rotto, i quattro amici hanno imparato la libertà. Sarà difficile dimenticarla. Anche dieci anni più tardi, quando la vita li metterà di fronte alla necessità di ripescare quel ricordo, all’urgenza di riassaporarlo per non dover rinunciare definitivamente alla loro umanità. Partendo da fatti di cronaca e da uno dei suoi primi racconti editi, Roberto Saviano dà vita in queste pagine a un romanzo intimo e struggente, che è al tempo stesso celebrazione letteraria del calcio di strada e dolente apologo su quel passaggio feroce dall’innocenza all’età adulta che tocca a chiunque nasca in una terra ferita. Un romanzo che ci restituisce il sapore dell’infanzia e la certezza che il cuore puro non è quello di chi non sbaglia, non si sporca le mani, semmai quello di chi con gesti quotidiani trova il coraggio di cambiare le cose.
Roberto Saviano is an Italian writer and journalist. In his writings, articles and books he employs prose and news-reporting style to narrate the story of the Camorra (a powerful Neapolitan mafia-like organization), exposing its territory and business connections. In 2006 he wrote his bestselling book Gomorrah, where he describes the clandestine particulars of the Camorra business.
Con una penna graffiante e cristallina, Saviano racconta la fine dell'innocenza in una storia breve, amara e d'impatto che fa riflettere su quanto sia possibile conservare un "cuore puro" anche nelle condizioni più avverse, anche quando si ha tutto da perdere. Più che un romanzo, è una lezione di vita.
Libro nostalgico che mi ha fatto ritornare indietro negli anni. Quando ero poco più che adolescente. Quando si giocava sulle piazze o nei vicoli dei paesi. Con il famoso Supersantos che se a fine giornata non si era bucato, non era andato sotto a una macchina o appeso su una casa o su un balcone era una miracolo.
Lettura piacevole e molto scorrevole che fa luce sulle dinamiche camorristiche e su come vengono sfruttati inconsapevolmente i bambini/ragazzi in queste realtà, non permettendogli di poter seguire i propri sogni, ma incanalandoli e bloccandoli in sistemi dove più ci restano, più è difficile sfuggirgli.
Lettura piacevole che mi ha fatto ricordare quando da piccolo giocavo in piazzetta con gli amici. Un po' lunga la parte "cardiologica descrittiva" che mi stava quasi annoiando. Per fortuna si è ripresa.
Letto il primo libro dell'anno! Un romanzo breve, che si legge in fretta, grazie anche a una storia appassionante, ispirata a fatti reali. La lettura scorre nonostante una scrittura non eccellente.
Storia semplice e coinvolgente di ragazzini manipolati dalla Mafia. Per chi è questo libro : per chi è attratto dall argomento , per gli amanti di Saviano, per i nostalgici di un calcio che non c’è più
A Napoli, quattro ragazzini trascorrono le loro giornate giocando a calcio su campi improvvisati, strade e luoghi qualsiasi dove un pallone possa rotolare liberamente. Una passione sfrenata per il gioco, un tempo infinito che trascorso insieme, crea un legame di amicizia fino a quando gli eventi restano confinati nel gioco. Infatti, dopo qualche tempo, i quattro vengono avvicinati dal boss della zona, Tonino Porcello che gli offre la cosa più bella del mondo, ovvero la possibilità di essere pagati per giocare. Ma dietro a questa richiesta si nasconde la complicità criminale, infatti Giuseppe, Rino, Giovanni e Dario, non sono altro che vedette o nel gergo malavitoso i cosiddetti pali. Devono gridare e farsi capire quando arriva la polizia o quando qualcuno di indesiderato, passa a pattugliare la piazza che è zona di malaffare della camorra e tale deve restare. Ai quattro non sembra vero, possono avere un pallone nuovo ogni volta che vogliono e fare l'unica cosa che gli piace nella vita. Ci vorrà un po' di tempo prima che si rendano conto di essere entrati a far parte di un'organizzazione criminale dalla quale non si può più uscire. Anche quando uno di loro, Dario, viene allontanato insieme alla sua famiglia, gli altri tre amici fanno finta che non sia successo nulla di grave e continuano a lavorare per il boss. Iniziano a fare commissioni che vanno ben oltre il ruolo di vedette e poco alla volta saranno a tutti gli effetti dei camorristi. Le raccomandazioni dei genitori non vanno oltre i rimbrotti, sanno come funziona da quelle parti, è praticamente vietato dire no e solo i ragazzi potranno decidere di fare qualcosa. L'occasione arriva in maniera surreale. Un calciatore da loro molto apprezzato, muore in un incidente stradale e il suo cuore verrà preso per essere trapiantato nel corpo del famoso boss Don Ciccio, il cui vero nome è Enzuccio Merolla. Ai ragazzi viene chiesto di trasportare il cuore del loro stimato calciatore a Roma. Durante questo tragitto, forse per la prima volta, le giovani coscienze iniziano a interrogarsi su quello che stanno facendo, è Rino a dare inizio a tutto. Sanno che un ritardo o una manomissione sanciranno la morte di Don Ciccio, questo potere di vita o morte è nelle loro mani. Il cuore è il simbolo di questa storia crudele, dove l'unica via d'uscita che sembra essere quella della vergogna, è in realtà la salvezza.
Ma lo sapevo che sarebbe stato così, che meno di quattro non glielo avrei mai dato a 'sto romanzo. Lo sapevo già in partenza. Cuore Puro è amarezza, è illusione, è disincanto, è un Super Santos, è la voglia di poterci ancora credere che la gente sappia essere meno di merda di quello che sembra, ed è la certezza che ti stai solo raccontando una palla perché certa gente munnezza è e munnezza rimane. Cuore Puro è la consapevolezza che nascere e crescere in certi quartieri potrebbe portarti in un solo posto, ed è la consapevolezza che se accetti un favore dalla persona sbagliata poi lo pagherai a caro prezzo. Cuore Puro è finzione e realtà assieme, che si intrecciano in maniera perfetta e non ti accorgi quanto di vero e quanto di romanzato ci sia, e forse, anche per questo, è ancora più amaro arrivare alla fine e rendersi conto che, sotto sotto, uno lo sapeva cosa sarebbe accaduto. Cuore Puro sono Giovanni, Giuseppe, Rino e Dario.
Di Saviano ho già amato la dilogia della Paranza, quindi ero praticamente certa che non sarei rimasta delusa da Cuore Puro. Scrittura scorrevole, piena di digressioni perfettamente intrecciate al tessuto narrativo (oltre che interessantissime) e ciascuna, alla fine, risulta fondamentale anche se sul momento pensi che magari si è allontanato troppo da ciò che stava raccontando. C'è anche un frammento - brutto - che riguarda Avellino e c'è tanto, tantissimo calcio, descritto nel bene (dei sogni di 'sti bambini) e nel male (di tutto lo schifo che si porta appresso come un'aura pestilenziale). E c'è descritta l'incredibile abilità con cui il Sistema sa rovinare qualsiasi cosa su cui mette le mani, fosse pure na' partitella tra bambini.
Sono anni che mi riprometto di leggere un libro di Roberto Saviano, e ora mi chiedo perché abbia aspettato così tanto. Cuore puro è breve, meno di duecento pagine che finiscono in un pomeriggio, ma restano impresse. Come dovrebbe rimanere marchiata a fuoco nella mente di tutti la realtà raccontata attraverso le vite di questi quattro bambini reclutati con la promessa di un guadagno facile in un ambiente che sembra non offrire altra prospettiva. Tutti conoscono l'autore e i temi che tratta, non c'è bisogno che sia io a presentarli. Ma penso che un piccolo promemoria sia sempre utile, motivo per cui ho deciso di condividere questa lettura. Capitolo dopo capitolo, mentre i quattro amici diventavano grandi, in me cresceva con loro un profondo senso di disagio, di disgusto, di ingiustizia. Mi sembra una specifica estremamente superficiale visto l'argomento, ma da amante della scrittura non posso non condividere anche il mio stupore per la penna dell'autore, che ha creato una voce perfetta per la storia.
L'abilità di riuscire a descrivere l'essenza del gioco del pallone in tutte le pagine combinando le problematiche di strada. Super Santos era già una buona narrazione ma l'aggiunta delle famiglie e dei dettagli prima di arrivare al finale sempre straziante e pieno del significato che nei libri di Saviano non manca mai... ti spezza definitivamente. Si ritrovano anche sensazioni personali, punti visti in Gomorra la serie, decisioni che fanno pulsare il cuore, tradimenti che ti porteranno alle conseguenze peggiori e conseguenze che ti salvano la vita.
Un piccolo romanzo, una piccola storia che mette dentro tanta della Napoli già raccontata da Saviano, ma fatto in un modo più delicato del solito, merito dello sguardo sull'infanzia, con il gioco del calcio che è a tratti comprimario e a tratti protagonista esso stesso, ma soprattutto è il filo doppio capace di unire i quattro amici protagonisti della storia dalla prima all'ultima pagina.
Romanzo che racconta l'escalation mafiosa di questi quattro amici e di come le loro scelte hanno delle conseguenze disastrose e mortali. Riflessivo il finale sull'importanza di come una scelta giusta può salvare la vita.
Non ho amato la storia, ho trovato l'inizio molto sconnesso dal finale come se non avessero un filo conduttore e soprattutto ho trovato troppo prolissa la descrizione del pallone all'inizio del libro che mi ha fatto perdere il segno
libro bello, con una bella morale. molto scorrevole. lo consiglio a chi ha difficoltà a leggere, poiché è una lettera abbastanza facile. l'unica pecca personale è che ho avuto difficoltà a capire i dialoghi poiché scritti in napoletano ma questo è un problema mio
Cuore Puro è un libro struggente che ci fa immergere nell'innocenza giovanile, nelle partite di calcio da strada ma anche il brutale passaggio dall'infanzia all'età adulta di chi nasce in queste realtà, in una Napoli invasa dalla camorra, dal quale anche l'amore per lo sport è una questione di vita o di m0rte.
Le sensazioni che ti fa provare questo romanzo sono forti: l'attesa, le palpitazioni, l'inquietudine, la stretta al cuore. Diventando sempre più intenso e doloroso man mano che si va avanti con la storia.
Arrivati in una particolare scena rimaniamo di sasso per la sorpresa di cosa sta succedendo. Pensando: sul serio sta succedendo?
Roberto Saviano riesce a farci empatizzare con i personaggi in questo romanzo coinvolgente e toccante.
Un cuore puro non è quello di chi non sbaglia mai, ma di chi, con gesti quotidiani e coraggio, cambierà le cose.
Consigliatissimo! Soprattutto per chi ama il calcio, non può lasciarsi sfuggire questo libro.