Eddi ha quasi trent’anni e abita in una metropoli. Passa settimane senza vedere nessuno che conosce e con cui parlare. Ha spesso rapporti sessuali casuali, mangia panini di riso, ama la madonna, la droga, di lavoro dipinge quadri che poi brucia per una galleria d’arte contemporanea di zona. Fare sesso con Lou, il gemello identico al ragazzo di cui era innamorata, morto di overdose insieme alla migliore amica di Eddi (forse avevano un segreto?), è l’unico sollievo che prova. Accompagnata da dipendenze varie – droga, junk food, sesso – va avanti nella vita spinta da quello che capita, senza scegliere, senza reagire. L’unico impulso vitale che le resta è la sua curiosità e la voglia di adrenalina. Per questo, quando in città – una città utopica e spaventosa nella sua vastità, dove tutto può succedere e niente è strano – arriva una sua coetanea, Masami, tutta rotta, più magra di lei e più pallida di lei, Eddi è pronta a tutto pur di vivere un’avventura e trovare un’alleata. Masami è incosciente e tragica, protagonista di un universo estremo e perverso, a tratti grottesco e surreale. Un Thelma & Louise psichedelico e morboso, con un linguaggio secco, diretto, ironico, a suo agio nella narrativa contemporanea europea.
Uno dei libri più assurdo che io abbia mai letto! Surreale e onirico come pochi e anche molto grottesco. Linguaggio molto volgare e schietto, super ironico.
Un viaggio deviante e claustrofobico in una realtà non così estranea alla nostra. La trama è estremamente cupa e tratta temi crudi quali violenza, overdose, suicidio e l'insoddisfazione per il genere di vita che i vari personaggi si sono ridotti a condurre. Ricorda un po’ i libri di Murakami Haruki, dove spesso onirico e grottesco, crudo ed etereo combaciano.
Una voce narrante dalla personalità travolgente, secco, diretto, contemporaneo ed estremamente volgare. E qui una piccola critica: ci troviamo di fronte a una narrazione che infila uno "scopare" ogni due parole, una scena di sesso, esplicita in parecchi dettagli, ogni 3/4 pagine, spesso inutile, che davvero non serve all'economia di quel pezzo di vita della protagonista, ma solo a riempire le pagine di qualcosa.
Se riuscite a superare le varie reiterazioni delle parole: "cazzo", "vaffanculo", "stronza", “ troia" (un po’ alla Bukowski) troverete un libro meraviglioso con dei picchi ironici notevoli, personaggi esplosivi schiacciati dalla vita ed una storia fortemente cinematografica.
“Perché è sempre così, che non me ne frega mai un cazzo di niente, a meno che non mi faccia ridere o soffrire o dimagrire” e questo libro mi ha fatto ridere e mi ha toccato.
scrittura spigliata, volgare, ironica. trama surreale, quasi inesistente, o comunque fai un po’ fatica a capirla e a starci al passo quando il flusso di coscienza è il punto cardinale del racconto, il centro sono le emozioni, i pensieri e vicende filtrate da Eddi. similitudini e frasi argute e sprezzanti, divertenti, compensate da qualche breve frase toccante e schietta riguardo il suo cinismo, indifferenza e bulimia. La prima metà del libro mi ha intrattenuta e tenuta incollata, ma già dopo la seconda metà ho iniziato a provare noia
Interessante più per lo stile di scrittura che per la trama di per sé. Tende a sottolineare con gli avvenimenti bizzarri e grotteschi il fatto che tutti i personaggi fatichino ad avere a che fare con la loro interiorità.
Un flusso di coscienza che i Millennial conoscono bene. Un libro “scritto come penso”. Ma una storia forte, difficile da digerire – per me almeno che ho bisogno di narrazioni rassicuranti.
Citando il Bebo Storti dei tempi andati: "Pulp, molto pulp, pure troppo!". Noir moderno nel ritmo, nei personaggi, nel linguaggio e anche nella grammatica spesso creativa. Ecco, "pure troppo"