Arthur Schnitzler was an Austrian author and dramatist.
The son of a prominent Hungarian-Jewish laryngologist Johann Schnitzler and Luise Markbreiter (a daughter of the Viennese doctor Philipp Markbreiter), was born in Vienna in the Austro-Hungarian Empire, and began studying medicine at the local university in 1879. He received his doctorate of medicine in 1885 and worked at the Vienna's General Hospital, but ultimately abandoned medicine in favour of writing.
His works were often controversial, both for their frank description of sexuality (Sigmund Freud, in a letter to Schnitzler, confessed "I have gained the impression that you have learned through intuition — though actually as a result of sensitive introspection — everything that I have had to unearth by laborious work on other persons")[1] and for their strong stand against anti-Semitism, represented by works such as his play Professor Bernhardi and the novel Der Weg ins Freie. However, though Schnitzler was himself Jewish, Professor Bernhardi and Fräulein Else are among the few clearly-identified Jewish protagonists in his work.
Schnitzler was branded as a pornographer after the release of his play Reigen, in which ten pairs of characters are shown before and after the sexual act, leading and ending with a prostitute. The furore after this play was couched in the strongest anti-semitic terms;[2] his works would later be cited as "Jewish filth" by Adolf Hitler. Reigen was made into a French language film in 1950 by the German-born director Max Ophüls as La Ronde. The film achieved considerable success in the English-speaking world, with the result that Schnitzler's play is better known there under Ophüls' French title.
In the novella, Fräulein Else (1924), Schnitzler may be rebutting a contentious critique of the Jewish character by Otto Weininger (1903) by positioning the sexuality of the young female Jewish protagonist.[3] The story, a first-person stream of consciousness narrative by a young aristocratic woman, reveals a moral dilemma that ends in tragedy. In response to an interviewer who asked Schnitzler what he thought about the critical view that his works all seemed to treat the same subjects, he replied, "I write of love and death. What other subjects are there?" Despite his seriousness of purpose, Schnitzler frequently approaches the bedroom farce in his plays (and had an affair with one of his actresses, Adele Sandrock). Professor Bernhardi, a play about a Jewish doctor who turns away a Catholic priest in order to spare a patient the realization that she is on the point of death, is his only major dramatic work without a sexual theme. A member of the avant-garde group Young Vienna (Jung Wien), Schnitzler toyed with formal as well as social conventions. With his 1900 short story Lieutenant Gustl, he was the first to write German fiction in stream-of-consciousness narration. The story is an unflattering portrait of its protagonist and of the army's obsessive code of formal honour. It caused Schnitzler to be stripped of his commission as a reserve officer in the medical corps — something that should be seen against the rising tide of anti-semitism of the time. He specialized in shorter works like novellas and one-act plays. And in his short stories like "The Green Tie" ("Die grüne Krawatte") he showed himself to be one of the early masters of microfiction. However he also wrote two full-length novels: Der Weg ins Freie about a talented but not very motivated young composer, a brilliant description of a segment of pre-World War I Viennese society; and the artistically less satisfactory Therese. In addition to his plays and fiction, Schnitzler meticulously kept a diary from the age of 17 until two days before his death, of a brain hemorrhage in Vienna. The manuscript, which runs to almost 8,000 pages, is most notable for Schnitzler's cas
Quando Schnitzler terminò di scrivere questo suo romanzo breve, la Grande Guerra era in corso già da anni e lo scrittore percepiva chiaramente che per la sua Austria e l’impero asburgico si stava avvicinando la fine. Ma per se stesso scriveva: Con la novella e il lavoro teatrale dedicati a Casanova inizia forse per me un’epoca creativa nuova. Aveva cinquantatré anni.
Nel film omonimo tratto dalla novella di Schnitzler è Alain Delon che veste i panni di Casanova. 1992
La stessa età che ha il suo personaggio protagonista, quello indicato dal titolo, Giacomo Casanova. Anche per il veneziano è arrivato il cinquantatreesimo compleanno. E certo per lui non si annuncia una nuova epoca creativa, ma lo stesso tramonto che accompagna la finis Austriae: infatti la storia qui raccontata lo vede rientrare a Venezia dopo un esilio durato un quarto di secolo (successivo alla sua avventurosa fuga dal carcere dei Piombi) e diventare spia al servizio del governo della città.
Accanto a Delon, Fabrice Luchini. Il film è diretto da Edouard Niermans.
Sin dall’incipit la musica suona con tonalità non proprio melodiosa: A cinquantatré anni Casanova, da tempo non più spinto a vagare per il mondo dal giovanile piacere dell’avventura, ma dall’inquietudine dell’avanzante vecchiaia, fu preso da una così intensa nostalgia per la sua città natale, Venezia, che cominciò a girarle intorno simile a un uccello che vien giù a morire calando da libere altezze in sempre più strette volute.
”Il Casanova di Federico Fellini” è il titolo del film diretto dal maestro italiano.
Nel suo percorso di avvicinamento a Venezia, Casanova si ferma a Mantova ospite nella tenuta di Olivo, la cui moglie Amalia è stata amante di Giacomo C., e tuttora stravede per lui: ma Amalia non va bene per il seduttore seriale, non tanto perché moglie del padrone di casa, ma piuttosto perché già agée. Casanova punta Marcolina, la giovane figlia della coppia. Ma Marcolina è innamorato del giovane e bello sottotenente Lorenzi e a Casanova non pensa. Tuttavia, con inganno e marchingegno, Giacomo C. riesce a passare una notte nel letto con la ragazza, a goderne la compagnia e le effusioni: solo che lei al buio crede si tratti del suo spasimante e quando al mattino scopre il raggiro… Lorenzi sfida a duello Casanova che però è spadaccino più provetto e lo uccide. Giacomo C. riparte e torna a Venezia dove per essere riammesso lo aspetta un patto umiliante col Consiglio della città.
Nel 1980 anche una versione televisiva per la RAI, diretta da Pasquale Festa Campanile, con Giulio Bosetti a interpretare Casanova.
Potere di seduzione, fascino fisico, ma certo anche intellettuale, sono finora state le armi di Casanova per farsi strada nel mondo, e in tanti letti di signorine. A cinquantatré anni sul fascino fisico non può più contare, il suo potere di seduzione è diminuito considerevolmente: e forse anche le spumeggianti qualità intellettuali sono appannate dalle meste riflessioni che quanto sopra gli suscita. È un cammino di decadenza, un percorso verso e nella vecchiaia. Che diventa un viaggio nella solitudine.
Nel 1992-93 la novella fu adattata per il teatro da Tullio Kezich, Giorgio Albertazzi era Casanova e Mariangela D’Abbraccio Marcolina.
Solitudine che non deriva direttamente dall’età, ma dalla sua non accettazione, da una chimerica ricerca dell’eterna giovinezza. Dalla lotta di Casanova contro il tempo, dalla sua ostinata resistenza a un fenomeno naturale (sigh). Giacomo C. non si rassegna: non si accontenta della matura Amalia, vuole cogliere il frutto giovane. Il giovane sottotenente Lorenzi incarna quello che Casanova è stato: giovane, forte, bello (ma certo non altrettanto intellettualmente spumeggiante). Con la stoccata che lo trafigge, Casanova non uccide solo un rivale: commette (simbolicamente) suicidio. E, forse, Paolo Sorrentino lo definirebbe l’imbarazzo della verità.
Incontro fortuito e assai felice, quello fra il sottoscritto e quest'agile romanzo -il mio primo libro di Arthur Schnitzler a cui di certo ne seguiranno molti altri- in cui è narrata l'ultima avventura amorosa di Giacomo Casanova che, ammettiamolo, già di suo, senza imbellettamenti di sorta, sarebbe un personaggio letterario perfetto, come raramente capita di trovarne nella realtà.
Superati i cinquant’anni, persa ormai la bellezza e con essa la spavalderia, la ricchezza e persino la patria, Casanova è tuttavia ancora sensibile ai dolci richiami del gentil sesso, e se sulle donne attempate riesce sempre ad esercitare un discreto fascino, le giovani prede non sono più alla sua portata; per questo motivo arderà d'irrefrenabile desiderio posando gli occhi sulla fresca e inarrivabile Marcolina; riuscirà il Nostro, contro ogni previsione, a farla sua?
Mi rendo perfettamente conto che, da queste premesse, si potrebbe essere indotti a credere che il romanzo in questione sia pregno d'una visione del mondo retrograda e maschilista, improponibile al giorno d'oggi; non è così. Con uno stile deliziosamente arguto che riecheggia la fiaba illuminista e perciò ben si addice a rievocare i fasti decadenti del Settecento italiano e della morente Serenissima, Schnitzler racconta la miseria esistenziale di un uomo che si rende ormai conto di essere inesorabilmente invecchiato e vive dentro di sé una costante battaglia fra Eros e Thanatos, fra il desiderio di riassaporare un'ultima volta i trionfi della gioventù e la certezza di avere ormai esaurito il proprio tempo su questa Terra.
Vista l'epoca in cui il romanzo fu scritto, è facile intravvedere nella decadenza fisica e morale di Casanova, che nelle ultime pagine diverrà vera e propria dissolutezza, un’allegoria della finis Austriæ, così come nelle efferate bassezze proposte dal Consiglio dei Dieci all’avventuriero sciupafemmine per estinguere ogni sua passata condanna emerge, di conseguenza, tutto l'imbarbarimento dei costumi di un impero morente ormai al collasso, come quello asburgico.
A 53 anni (esattamente l'età di Schnitzler quqndo scrisse il testo), Casanova è attanagliato "dall'inqietudine dell'avanzante vecchiaia" e colto dalla nostalgia per la natìa Venezia. Attende a Mantova un segno di riappacificazione da parte dei notabili al potere per l'agognato ritorno.
"Che cosa è rimasto del Casanova giovane, bello e felice?" . "Aveva fatto il suo tempo!". Qui viene rappresentato nella decadenza, non solo fisica. Lo sguardo delle donne fa da specchio al disgusto che il suo volto ingiallito e il corpo sfatto provocano. Il passato, che gli pare fulgido, non può che arrecargli ulteriore sgomento. L'immagine di questo uomo infelice, emblema della vanità ferita e il cui destino è la solitudine, diviene tanto più inquietante quanto appare bacata anche nell'animo. Un personaggio meschino, intrigante e ricattatore ; infido e di ributtante bassezza ; composto in una dignità di facciata, e non sempre.
La scrittura è spesso molto bella. Le vicende narrate però mi hanno dato la non gradevole la sensazione di un essesso di romanzesco, tra la pura invenzione e la rappresentazione alquanto elaborata di episodi con qualche fondamento (l'autore aveva letto i Memoires del famoso Veneziano). Al confronto, "Dux" di Vassalli, con una scrittura sicuramente meno letteraria, mi sembra essere ben più realistico e rigorosamente documentato nel delineare la disgrazia di un presuntuoso Casanova stizzito e antipaticamente altero.
efsanevi çapkın casanova uzun bir sürgün döneminin ardından venedik'e döner. artık yaşlanmıştır ve yaşlanmanın gerçekleriyle boğuşmakta eski cazibesini kaybetmiştir. venedik'in sokaklarında gezinirken eski sevgililerle ve eski dostlarla karşılaşır. tabii ki yeni düşmanlarla da, maalesef bu onu geçmiş seçimlerinin ve sonuçlarının gerçekliğiyle yüzleşmeye zorlar.
schnitzler bize casanova'nın kusurlarını -kibrini, zevk peşinde koşmasını ve zaman zaman acımasızlığını- göstermekten çekinmez. ancak aynı zamanda casanova'nın da bir insan olduğunu, yalnızlığını ve yok olma korkusunu gösterir. eski sevgililer ve zamanında kendisine imrenen ya da nefret eden erkekler dahil yan karakterlerin hepsi bana göre casanova'nın çok yönlü kişiliğinin bir yansıması. schnitzler kitapta ayrıca aşkın ve şehvetin doğasını inceleyerek gerçek duygusal tatminin gelip geçici fiziksel ilişkilerde bulunup bulunamayacağını da sorgulamış.
“A cinquantatré anni Casanova, da tempo non più spinto a vagare per il mondo dal giovanile piacere dell’avventura, ma dall’inquietudine dell’avanzante vecchiaia, fu preso da una così intensa nostalgia per la sua città natale, Venezia, che cominciò a girarle intorno simile a un uccello che vien giù a morire calando da libere altezze in sempre più strette volute.” Ecco il sontuoso inizio del racconto di Schnitzler, con il suo passo mesto e danzante.
Casanova sta invecchiando e non è facile da accettare l’inevitabile declino per un uomo che ha fatto dell’avventura e del rischio il suo stile di vita. Ma il ricordo del lussureggiante passato si contrappone inesorabilmente e di continuo alla miserabile condizione del presente. Non più ricco, non più giovane, non più seducente...o almeno non più per la bellissima e intelligente Marcolina, il nuovo oggetto del desiderio che l’impenitente seduttore incontra all’inizio del suo viaggio. La sua brama è (ancora) così potente che Casanova è disposto a commettere le peggiori bassezze pur di raggiungere l’agognata meta. Ma tutto ciò che un tempo era motivo di vanto e di onore: l'ebbrezza invereconda, lo sprezzo del pericolo e il temerario inganno, ordito ai danni di chiunque e incurante dei cadaveri lasciati per via, ora appare soltanto un sordido e vano tentativo di scambiare l’inganno con la verità. Che si fa strada, invece, irrompendo dalla notte e squarciando le sue tenebre: rivelando al grigio chiarore dell’alba la più squallida, terribile verità.
Racconto della solitudine e del disinganno, emblema della fine di un mondo felice (l’Austria felix ha appena imboccato la strada del suo declino) Il ritorno di Casanova narra da un lato il declino malinconico di un personaggio circonfuso di aura mitica e dall’altro la prospettiva intima dell’angoscia e della rivolta, il problema della consapevolezza e del rifiuto a farne strumento di opaca rassegnazione. Ne emerge il ritratto di un eroe negativo di tempra sublime, poiché sublime indubbiamente è la qualità di questa narrazione.
Magnifica rilettura di un piccolo gioiello. Magnifica soprattutto perché seguìta al film di Salvatores che ne dà una chiave di interpretazione impeccabilmente corretta, ma anche una proiezione capovolta, un tracciato parallelo all’incontrario, utile ad apprezzare meglio anche il romanzo. E cioè… L’ultimo Casanova di Schnitzler inganna e fugge, consapevolmente nega e violenta se stesso; ruba nella disperazione della decrepitezza uno scampolo di giovinezza a se e agli altri, cercando inutilmente di autoperpetuarsi nei suoi vizi e nei suoi deliri di onnipotenza. La grandezza dello scrittore sta tutta nel metterlo, nonostante l’orrore per quanto possiamo sentire in parte anche come nostra quella condizione e quella tentazione, sotto la luce della nostra compassione, a tratti persino della nostra simpatia. La chiave all’incontrario del regista sta invece nell’immaginare come può l’ultima fase della vita essere vissuta in uno smarrimento altrettanto profondo, rischiando le stesse chiusure astiose e le fughe e le finzioni e i maneggi del Casanova vecchio. E invece riuscire a distinguere le illusioni dalla realtà, ad ancorarsi alle cose vere che ci hanno riempito la vita e alle sorprese che la vita ancora ci offre. Indica insomma la strada per passare con onestà attraverso la sofferenza, lo stupore e la rabbia per l’evidenza di un gioco a perdere senza rimedio, che è vano negare, che si può solo accettare. Per poter arrivare, nonostante la piena consapevolezza (anzi, proprio grazie ad essa) di quel che ci accade e ci accadrà, ad una sofferta e precaria fiducia nel futuro e nel mistero della vita, che alla fine avvolge tutto e tutto comprende.
Dopo La signorina Else e Il doppio sogno ho voluto leggere ancora qualcosa di Arthur Schnitzler. Trovato per caso Il ritorno di Casanova si è rivelato subito scorrevole, interessante come un romanzo d'avventura. Ma si disvela subito l'amarezza di un protagonista in declino. Ormai non più giovane, il cinquantenne Casanova, si predispone a tornare dall'esilio che lo ha allontanato dalla sua Venezia per moltissimi anni. Non è più l'uomo irresistibile di un tempo, e se ne accorge in prima persona. Eppure i desideri sono gli stessi, si dibattono crudeli e avidi dentro di lui. E' lo scontro tra il desiderio e l'impossibilità di realizzarlo, che deve avvenire in ogni uomo prima o poi. Ma Casanova, arrogante, feroce, davvero pericoloso, trova il modo di aggirare il rifiuto. Prende ciò che gli è stato negato con l'inganno, ma si rende conto che, un tempo, non avrebbe avuto bisogno di fingersi un altro per sedurre. Nonostante tutti i suoi misfatti, forse questa consapevolezza è la punizione migliore. Mi è piaciuto anche questo libro, che si discosta dai due precedenti eppure contiene sempre una certa decadenza particolare. E' una prerogativa dell'autore, molto affascinante, e il motivo per cui voglio continuare a leggerlo.
Questo libro è scritto benissimo e mi sono divertita, sdegnata e intenerita per le avventure di questo Casanova che si ribella al passare del tempo e che, pur dovendosi piegare alla vecchiaia e alla sorte, resta attaccato alla propria libertà e alla propria filosofia di vita; resta, come si dice banalmente, "giovane dentro". Certo non si puo`dire che sia un personaggio propriamente positivo, anzi, ma a questo suo orgoglio un po' sprezzante e ribelle non si puo`restare insensibili.
Ageing, weary, his money gone, Casanova is travelling to Venice, to ask its overlords to forgive his past misadventures there, so that he can live out the rest of his days in “the city of his youth… enshrined in all the charms of memory”.
He is no longer handsome. “His power over his fellows, over women no less than over men, had vanished. Only where he evoked memories could his words, his voice, his glance, still conjure… His day was done!” But such self-admissions surge up against his narcissism, creating great turmoil in his heart. Intellectually he fancies himself the equal or superior to Voltaire, against whom he is preparing a polemic. But he remains addicted to sexual conquest and can’t settle calmly into the life of the mind.
A chance meeting on the road leads him into the lives of a group of local people, creating a forum in which the tensions of his inner life play out. There is his amiable and generous host Olivo; his hostess Amalia, hot to resume an old liaison with Casanova; their 13 year old daughter. There is a playful aristocratic Marchesa and her husband the Marchese, who is enraged at being openly cuckolded by the coolly insolent young soldier Lorenzi. There is the calm and lovely young Marcolina, focused on intellectual pursuits. This group spend two days and nights together, in gardens, bedrooms, at dinners and at the gambling table.
Spoiler alert
The charms of Amalia are stale to Casanova, who tries to put her off by emphasising his own physical decay. It is Marcolina who he must have: Marcolina, who holds the youth and beauty that he has lost. She offers him a dignified friendship across the generational and gender divide, with gentle intellectual sparring between equals, but she recoils at every glimpse of his lust. In fact she is sending him into a confused frenzy of despair, self-deceiving hope, and desperate calculation.
At their introduction, Casanova and Lorenzi “exchanged glances of cold aloofness that seemed to offer assurances of mutual dislike”; but moments later Casanova was staggered by the sense that his own youthful persona stood before him. He is temporarily soothed when he learns that Marcolina has rejected Lorenzi’s offer of marriage, but when he discovers they have a secret relationship the blood rushes to his head.
In the end, it is only by literally taking over Lorenzi’s identity - impersonating him in the dark - that Casanova beds Marcolina. But this “return to youth” is pitiful: when she realises what has happened she feels loathing and disgust, then deep sorrow. His second return to youth, in the form of Venice, is also pathetic: he is only allowed back as a police spy, reporting on hot headed young men of the kind that he once was.
Casanova also manages to rape Amalia’s 13 year old daughter. The girl does not show any distress during or after the event, rather she is excited and conspiratorial. Casanova cynically reflects that he managed to have grandmother, mother and daughter. The incident seems designed to throw further light on his character, but it may overshadow the rest of the story for many modern readers.
Most of the text is a close observation of Casanova’s state of mind. During the climatic events in Olivo’s house it shifts style, and feels more like one of Schnitzler’s plays recast into novelistic form.
Giacomo Casanova, già grande seduttore, avventuriero, uomo d’affari, diplomatico, scrittore e giocatore, è ormai vecchio e dopo tante peregrinazioni si accinge a tornare nella sua Venezia. Stimolato dalla giovane Marcolina, bella e intelligente ma poco sensibile al suo fascino in declino, deve ricorrere all’inganno per averla: andrà che… Eventualmente occorre leggere per sapere, ma si può anche soprassedere: il romanzo è vecchio (1917) e, pure lui come Casanova, alquanto provato.
Değişik bir yazar anlatımı çarpıcı Casanova'nın hikayesini alarak ona başka bir hikayeyle yeniden yaratmış ve bize güzel bir bakış açısı vermiş aşk sevgi cinsellik kavramına bağlı olarak.
3.5/5 Pretty fine book that kept me engaged. I didn’t particularly like it very much though. However I will definitely read more by Schnitzler in the future!
Escrita por el austriaco Arthur Schnitzler y publicada a principios del siglo XX, El regreso de Casanova, breve ficción histórica protagonizada por el Chevalier de Seignalt, retrata el Otoño de uno de los personajes más famosos de la Italia del siglo XVIII. Aventurero, escritor, político y espía, Giacomo Casanova es confrontado por el paso del tiempo y el horizonte de nuevas conquistas, en espera de la ansiada posibilidad que le permita volver a su ciudad natal: Venecia.
Viejo, pobre y desdentado, asume el desafío personal de iniciar un posible romance con una joven belleza con grandes dotes eruditos; la aventura que compromete lo anterior, no exenta de peligros y situaciones indecorosas, es la posibilidad que permite a Casanova cavilar acerca de la corrupción de la juventud, el erotismo y el sentido de la existencia, grandes temas que han determinado los éxitos y fracasos de su vida.
Mediante un estilo que compromete al lector(a), atándolo a una historia entretenida y que siempre tiene sobre si el signo de la sospecha frente a la suerte que le tiene deparado el destino al aventurero Casanova, la novela, a la par, presenta nudos que tensionan continuamente la historia, los que generan un vaivén entre el atractivo inherente del formato de las novelas de aventuras y el tratamiento psicológico del personaje que las protagoniza. Amparada en zonas grises, Casanova transita entre el podio de héroe y la seña del villano.
La scrittura scorrevole e chiara rende la lettura molto piacevole, nonostante il tema affrontato, cioè quello della vecchiaia, non sempre accettata con serenità dall'uomo, il quale spesso cerca di vivere aggrappandosi alla passata giovinezza, ma la realtà è feroce nella sua manifestazione.
Ho sempre pensato a Giacomo Casanova come ad una sorta di D’Annunzio del Settecento, non tanto per la produzione letteraria (che pure è stata abbondante, ma incomparabilmente meno importante rispetto a quella del Vate), quanto per l’approccio alla vita. Si è occupato di una grandissima varietà di cose, spaziando dalle scienze, all’alchimia, alla diplomazia, all’esoterismo. Ma, proprio come per D’Annunzio, la sua caratteristica peculiare è stata quella dell’anticonformismo e dello spirito avventuriero, inteso come avidità di vivere, di cui la seduzione costituisce il tratto principale.
Questo breve romanzo di Schnitzler, che prende spunto dalla biografia dell’avventuriero veneziano sulla quale si innestano situazioni di fantasia, ci presenta un Casanova avviato verso il tramonto della vita. A 53 anni Casanova si trova a Mantova, in attesa di ottenere il permesso per entrare a Venezia, sua città natale dalla quale era stato esiliato.
Schnitzler ci mostra il dramma di un uomo che, per sopraggiunti limiti di età, sa di non poter più giocare il ruolo che ha sempre avuto nella vita, ma non conosce altro modo di vivere.
Non riesce ad accettare che quanto poteva facilmente ottenere in passato, oggi può solo ottenerlo con la truffa e l’inganno. E così scivola in una serie di disillusioni nei confronti della vita, che oggi potremmo anche definire depressione.
Schnitzler tratteggia mirabilmente la parabola discendente di un uomo, che culmina nell’accettare l’incarico di informatore della Repubblica di Venezia, pur di avere il permesso di rientrare nella propria città di origine. Per lui, che aveva sempre avversato il conformismo e la ristrettezza di vedute del Governo della Repubblica, è la resa nei confronti della vita.
Un libro triste e malinconico, che ho apprezzato per la capacità di mostrare l’introspezione psicologica di un uomo consapevole della propria fine.
Written in 1918 and usually translated as 'Casanova's Homecoming' (a title which better captures the tone of the story), this novella by Arthur Schnitzler is written in prose that, as the useful translator's note at the end states, is 'immaculate, lucid and elegant'.
The story is a simple one - Casanova is late middle-aged, no longer at the peak of his powers and finds himself in Mantua drawn back to his Venice after an enforced absence of over two decades and prepared to do almost anything to return home.
The rest of the story is a picture from within of an amoral individualist within an aristocratic 'shame culture' and prepared to do anything to meet his desires, even if they are waning and certainly not caring whether they are destructive.
The story grips as a psychological portrait until about two thirds of the way through when we are forcibly reminded that Schnitzler was primarily a dramatist and the plot becomes a theatrical strategem.
This strategem gets the story where the author wants it to be taken but it lessens the psychological tension and moves us into a literary formalism that loses us some what has been gained in the previous 120 pages.
The momentum is lost, the inner life of Casanova becomes that of any other wilful sociopath and the story ends somewhat peremptorily though not in a way that requires me to offer a spoiler.
Still, the novella is well worth reading for the early insights into the mentality of an aging sex-obsessive whose powers are waning and for superb story telling that engages us in the place and the time.
Der nackte Casanova schlägt sich im Duell mit einem jüngeren Doppelgänger, von dessen Tod er schon eine Vorahnung hatte, ehe ein Ehrenhandel überhaupt in Betracht kam. Schnitzler erreicht in seinem Lückenbüßer über den alternden Casanova und seine Kriegslisten nicht ganz die Leichtigkeit des Vorbilds, führt aber etliche Motive sauber weiter und bringt seinen Helden ins Ziel/Gelobte Land. Als Ergänzung zum Riesenfragment der Memoiren durchaus lesenswert, eine separate Lektüre vermeidet zwar den Lustverlust im Vergleich mit den 5400 Seiten,ist aber ohne deren Hintergrund ein wenig fade bzw. eher ein Fall für zwei Sterne.
This is the story of an aging Casanova who is the same person inside, but on the outside he's no longer attractive to young women, and often no longer recognized for his youthful exploits. His name doesn't carry the weight he thinks it should. These things force him to put a lot more effort than he'd like into shoring up his image and maintaining his, um, playing field. He's trying to get back to his native Venice (he has to make concessions in this, too) and the bulk of the story happens en route, at a friend's house.
Many of the things Casanova does are appalling, clearly so by modern standards, and I suspect even by the standards of the time, at least to some. What I found interesting, though, was the insight into Casanova's mind at this stage in his life, which I think mirrors that of many aging people who have failed to evolve their self-images as they've grown older and end up clinging to a former version of themselves, to the point of absurdity (I'm thinking about political figures, and men in particular, but such people are everywhere). Perhaps that's especially a risk if someone had extreme success in a particular area early on, but it also seems to happen to people who were never anything but mediocre. Anyhow, this desire to be who one was at 25 or 30 or whatever young age, all the way up until death, is an interesting, if somewhat tiresome, phenomenon, and in Casanova's case (at least in this novella) it doesn't seem to bring him peace or contentment. Only more wanting, endless wanting...
Questa sì che è una storia e Casanova, che personaggio, ma poi la scrittura stessa, lo stile, il ritmo, il fluire dei pensieri... straordinario! Per una volta che mi è piaciuto, no, ma che dico: che ho adorato un racconto storico!
"في كل نفس بشرية ليس فقط تتعايش بالشكل الأكثر سلمية عناصر مختلفة بل حتى بادية التضارب" رواية قصيرة ومدهشة، تتحدث عن كازانوفا الشخصية الحقيقية في سياق خيالي. الرواية نُشرت في ١٩١٨ غير أنها تغوص في تقاليد حبكة روايات القرن التاسع عشر والتي أكره فيها السن الصغيرة لبطلات رواياتها والذي كان بلا شك محمولاً على واقع عالم عاش بعيداً عن حقوق النساء.
لو لي أن أُعيد كتابة روايات القرن التاسع عشر بسن أكبر للنساء أكثر نضجاً وأنوثة لزادت جمالاً
Una continua fusione tra sogno e realtà, tra passato e presente, tra la malinconia per le proprie gesta eroiche (e scabrose) del passato e l’eccitazione per un illusorio quanto fervente ritorno alla ribalta.
Questo Casanova sa commuoverci nonostante le sue nefandezze e ci immedesimiamo nel suo drammatico senso di sconfitta, nel suo bisogno di rigenerarsi con una nuova possibile “avventura”, che si rivela profonda e mistica, forse perché si sente per la prima volta innamorato non dell’amore ma della giovane e pura anima che, grazie al favore della notte e dell’inganno, riesce ad avere finalmente tra le braccia. Questo dolcissimo amplesso, proibito quanto agognato, lo farà sentire per un attimo indissolubilmente amato e completo, in un vortice di amore e morte ma lo farà sentire poi nell’immediato, una volta svelato l’inganno, misero e solo, in attesa della propria inconscia volontà di autodistruzione. La distruzione di se stesso e della propria energia vitale è avvertita in latenza dal lettore fin dalle prime righe del romanzo. Casanova sente di poter rientrare nella sua città proibita, la Venezia da cui è stato bandito da giovane per le sue prodezze contro la legge, e ora uomo di mezza età desidera rientrare nella sua terra natale: “comincia a girarle attorno simile a un un uccello che vien giù a morire calando da libere altezze in sempre più strette volute.”
Casanova è quasi preso da una crisi mistica (enigmatico come un cinico seduttore si ponga problemi etici riguardanti l’esistenza di Dio) e uno dei suoi “monologhi interiori” (Schnitzler utilizza questa tecnica narrativa rivelandosi un innovatore) si scaglia direttamente contro Dio, poiché non può tollerare la consapevolezza del proprio declino e di non essere più il giovane, sensuale e bellissimo seduttore di un tempo:
“Ti diverti con noi, - e noi dovremmo pregarti? - Dubitare di te è l’unico mezzo che ci resta - per non bestemmiarti! - Non esistere! Perché se esisti devo maledirti! Affascinante questa Vienna fin de siècle, di giovani circoli letterari, di cui Schnitzler fa parte.
Nel fermento culturale, insieme al sentimento comune di smarrimento e sconfitta, dato dall’imminente sgretolamento dell’Impero Asburgico, alcuni intellettuali, tra cui lo stesso Schnitzler, si mettono loro malgrado alla ricerca dell’Inconscio. Si noti che Schnitzler (come lo stesso Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi) aveva preso gli studi di medicina ed era stato un giovane medico prima di intraprendere la strada letteraria.
A bit of a letdown after Dream Story, though well plotted and structured and a very enjoyable period piece.
Casanova is fading and wants to return to Venice, but gets distracted on the way by his inveterate lusts. The object of his lust is an interesting character in the form of a beautiful young woman who claims chastity, being more turned on by mathematics than men. In Casanova's pursuit of her there's an interesting subtext (as I read it) of him being not only too old but out-dated as well as the Age of Enlightenment gains control of people's minds. Casanova does what he can to fight it by trying to compose an anti-Voltaire tract and by discoursing on the power of cabala over applied mathematics, but it all goes nowhere. He's just an old man whose world and time has passed.
But then, beyond the confines of the end of this little book, Casanova does go on to write his famous memoirs. So he still had quite a bit left in him afterall.
A lovely book. A meditation on the nature of being, on the subject of aging, on the question of identity. A celebrated man wants nothing more then to return home. Exhausted, in every sense of the word, he is sustained by his illusions but not deluded by them. While waiting for permission to return, he encounters an old acquaintance who invites him to stay at his House in the Country. What Schnitzler manages in this slender book, is a retelling of Casanova's life story, over the span of of 48 hours. It is, in a sense, a life in miniature. I recommend it to anyone fascinated by the life of Casanova or simply in a fine story about character and fate.
AS greift wieder nach dem ur-architypischen österreichischen Thema, dem Sexualität, diesmal in Hinblick der Selbsttäuschung eines alternden Lüstlings.
AS schrieb eine Menge und wir sehen hier wie er die Volumen vollbracht. Obzwar sauber geschrieben, es haftet unverkennbar etwas schablonenhaft an dieser Novelle.
Dies war meine zweite Erfahrung mit AS. Ich denke nicht, es wird eine Dritte nötig sein.
L'inquietudine e le domande a un certo punto arrivano. Anche per Casanova. La nostalgia per Venezia si fa più forte, l'età avanza (ma lui è un dio, può sconfiggere la vecchiaia?) e la decadenza è alle porte. Non solo (non tanto) quella fisica, perché lui si sente ancora a suo agio a farsi brutto davanti a uno specchio, quanto quella morale, che lo spingerà a diventare una spia solo per poter rimettere piede nella sua città natale. Per il resto è ancora lui, privo di scrupoli se vuole una donna (una ragazza in questo caso) che non può ottenere con le armi di cui era fornito da giovane. Un personaggio stanco, ma ancora non domo. [sui sogni descritti da Schnitzler sicuramente qualcuno ha già scritto libri ;)]
Um ehrlich zu sein, hat mir die Geschichte nicht gefallen, denn ein gealterter, weiterhin lüsterner Casanova, der eine 13-jährge vergewaltigt, aber dessen "Zauber" vergangen ist, sodass er die von ihn ersehnte Mathestudentin nicht bekommen kann, ist nicht nach meinem Geschmack.
53-jährig, für 25 Jahre aus seiner Heimat Venedig verbannt, bekanntlich eingekerkert, aber wieder geflohen, weitgehend verarmt und auf Almosen von Gönnern angewiesen, wartet Casanova in Mantua auf ein Zeichen des Rates der Zehn, dass er Casanova wieder nach Venedig einließe. Weitgehend erfolglos verbringt er seine Zeit als Schriftsteller. Und ist natürlich immer auf der Suche nach weiblichen Geschöpfen, die er verführen kann. Langweilig.
“İnsanlar,kadınlar ve erkekler üzerindeki gücü artık yoktu.Bir şeyi hatırlayacak olsa,kelimeleri,sesi ve gözleri bundan kaçınıyordu hemen.Varlığından yoksundu artık.Onun zamanı artık geçmişti.”
Casanova hani o bildiğimiz hızlı hayata sahip,kadınları yoldan çıkarmanın tek gayesi olduğuna inanan adam,25 yılın ardından Viyana’ya dönme yolundadır ta ki eski bir dost ile karşılaşana dek.O dostun evinde ise kendisiyle yüzleşmesine sebep olacak bir kadın ile tanışır.
Kadına bakış açısı, özgüvenini yitiren erkek tarafından nasıl değişir?Bu novellada sorunun cevabını yakalamak mümkün.Her ne kadar rahatsız edici noktalar olsa da..
Casanova’s return to Venice was a joyous read. The story of the aging Casanova and his efforts to return to Venice is intriguing and entertaining. Arthur Schnitzler gives us a deep insigh to his Casanova, his desires and psyche. It made me want to read more of his stories.
Flojísimo Schnitzler. No llega a novela erótica ni a biográfica, salvo un par de datos que señala a modo de nota. El consabido tema de poseer a la mujer virtuosa e inalcanzable. El final se avizora desde la mitad del libro