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Îles, guide vagabond de Rome

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La Rome vagabonde de Lodoli n'appartient à aucun guide touristique : c'est une ville d'îlots de beauté et de poésie qui émergent d'un dimanche pluvieux, ou d'un après-midi ensoleillé, mais que seul un œil clairvoyant est capable de saisir. On pourrait ajouter mille facettes à cet autre visage de le cordonnier sans âge de la via San Martino ai Monti, le fronton de San Giovanni dei Fiorentini que les gueules-de-loup pourpres et les câpriers chevelus transformaient en jardin au printemps, la trattoria de la via Attilio Zuccagni Orlandini où l'on mange les meilleurs gnocchis du monde...

218 pages, Paperback

First published March 1, 2003

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Marco Lodoli

56 books16 followers

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1 star
2 (1%)
Displaying 1 - 16 of 16 reviews
Profile Image for Silvia ❄️.
241 reviews33 followers
August 8, 2021
Le “isole” di Marco Lodoli non sono come le intendiamo noi: si tratta di scorci, descrizioni, posticini meno conosciuti che Roma ha da offrire a chi è più curioso. L’autore le descrive con un gergo delicato e rispettoso, quasi temesse di disturbare quella piccola opera meno conosciuta presente nella cappella di una delle tante chiese della città. Si tratta di una raccolta di articoli pubblicati su Repubblica e poi riuniti in questo piccolo volumetto di 145 pagine (c’è anche un sequel, chiamato “Nuove Isole”, sempre edito Einaudi).
Per noi romani, per scoprire altre piccole sfaccettature nascoste della nostra città.
Per tutti quelli che verranno a visitare Roma e non vogliono soffermarsi solo sulle attrazioni più famose.
Profile Image for Theut.
1,886 reviews36 followers
August 31, 2020
Poetica descrizione di "isole" romane (si tratta di una raccolta di articoli pubblicati su Repubblica): libro che mi era stato regalato tempo fa, è prezioso per conoscere una città che possiede mille angoli e scorci che vanno cercati e che gli occhi innamorati dell'autore ci regalano, basta saper guardare e lasciarsi travolgere da una bellezza meno appariscente ma non per questo meno piacevole.

Profile Image for a.g.e. montagner.
244 reviews42 followers
March 16, 2024
Chi d′isole ferisce

La mia città, d’elezione se non di nascita, è Venezia: lì ho frequentato per più anni di quanto fosse strettamente necessario una facoltà rinomata, e lì sono tornato mille volte anche per diletto, mio e altrui, quando mi è capitato di accompagnare amici in visita con quello spirito di continua (ri)scoperta tipico dei luoghi magici. È la città che più ho vissuto, come cittadino acquisito e come turista; quella che più amo, tanto da farne il paragone delle altre: unità di misura forse inappropriata o fuori scala, ma che certo non era tale per il Marco Polo de Le città invisibili calviniane.
Venezia, per quanto possa sembrare paradossale data la sua natura labirintica, è anche la città che ho imparato a conoscere meglio, calcando i masegni mentre volavo da un’aula all’altra e vagabondando tra le calli nelle giornate libere. Inevitabile farsi accompagnare da una guida, e inevitabile desiderare di conoscere la città anche attraverso la pagina stampata. L’esempio migliore è Corto Sconto, guida sui generis compilata dai collaboratori di Hugo Pratt e randagia fin dal titolo: un gioco di parole sulle corti sconte disseminate nella città e sullo spirito curioso e anticonformista necessario a scovarle (sempre più spesso le corti sconte, come del resto tutto quanto, stanno diventando Proprietà Privata, recintata e inaccessibile; ma questo è un altro discorso, o forse no). Un testo quindi che si compiace d’indicare "the roads less taken" e le bellezze meno appariscenti della Serenissima.

Una guida intitolata “Isole” dovrebbe, a buon diritto, essere dedicata a Venezia, o semmai a Stoccolma; e in entrambi i casi avrebbe gioco facile a catturare la mia attenzione. Invece è un libro su Roma, e le isole in questione non sono letterali, ma quelle che in senso neppure tanto figurato permettono di “fuggire via dalla pazza folla”, dal “blocco di lamiere frementi” in cui “sentirsi come criceti fra le spire d’un serpente di metallo”. Isole, dunque, circondate non dall’acqua, quanto piuttosto dal traffico, dallo stress, dai romani.
E fin da subito il paragone è impietoso: perché a Venezia via d’acqua e di terra si escludono a vicenda e, per quanto il moto ondoso possa essere problematico, non ci sarà mai il rischio d’essere investiti; la quiete, la tranquillità, perfino il silenzio sono sempre a un passo, se si evita il circuito del turismo a tappe forzate. E seppur Lodoli ammette che “l’anima della nostra città è liquida”, se immagina via Veneto “come un placido fiume che scorre in salita”, se arriva a citare Montaigne quando osserva: «di Roma resta solo il Tevere che fugge verso il mare. Ciò che è solido viene distrutto dal tempo, e ciò che scorre resiste»; seppure Lodoli abbia queste illuminazioni, l’impressione è che scaturiscano proprio dalla coscienza di un’inadeguatezza di fondo.
Per compensare, l’orgoglio romano ricorre infallibilmente al meccanismo difensivo di routine: il caputmundismo, declinato qui nella versione de noantri. Insieme ad infinite altre cose, Roma vanta infatti “l’unica fontanella per cani di tutto il mondo”, con millanteria lapalissiana dal momento che ce n’è almeno una, che io sappia, perfino a Treviso, di fronte alla biblioteca comunale. Ora, io dubito che quella di Treviso sia l’unica altra fontana per cani esistente al mondo. Ma naturalmente i romani potranno nondimeno sostenere d’avere la più bella, antica, preziosa, grande e, in mancanza d’altro, pia del mondo.

Certo, il mio è campanilismo. E in materia di campanili, se non altro, bisogna ammettere che Roma è imbattibile. Perché sopra, dietro, accanto, dentro qualsiasi cosa, a Roma c’è sempre una chiesa. Chiese, chiese infinite; sicuramente più dei ponti di Venezia, che, anche a contare quelli doppi o tripli, sono di certo meno di cinquecento. Un brulicare di santi, denominazioni e attributi che, a quanto pare, nemmeno gli utenti stessi riescono a ricordare; una moltitudine degna del politeismo più massimalista, e che in sé è già barocca:

cieli grondanti di cherubini e santi, firmamenti sovraffollati di creature aggrappate alle nuvole, stormi d’immagini pensate per sbalordire e raccontare che la vita è un teatro mirabolante dove tutto si tiene per imperscrutabile volontà divina.


In un simile contesto, va a merito di Lodoli infilarsi “dietro l’altare maggiore”, “nella cappella in fondo a sinistra”, “superando una porticina quasi sempre aperta”, ovvero negli angoli nascosti, alla ricerca, aridaje, di “una delle più grandi meridiane del mondo, probabilmente la più bella”, dei “più straordinari mosaici della scuola preraffaellita”, e di altri superlativi interplanetari. Va a suo merito anche sapersi smarcare dai superlativi, e all’occorrenza saper trovare la bellezza, l’emozione, il satori anche nella modestia di un quartiere popolare o di una piccola bottega. Ad esempio le tre sarte, moderne Moire, che pubblicizzano «rammendi invisibili» e da decenni “sono le vestali della continuità e del rimedio”.

Andrea Zanzotto afferma che la missione del poeta è di restaurare il vuoto che c’è nel mondo attraverso la trama dei versi, «perché all’inizio c’è il vuoto, la negazione». Le rammendatrici di via Fontanella Borghese fanno lo stesso lavoro, piegate alla luce fissa di una lampada ristabiliscono con gli occhi attenti e gli aghi laboriosi la compiutezza d’una stoffa. […] Il poeta tenta con le parole di riavvicinare lembi lontanissimi, di riparare il danno dell’esistenza – e le tre signore cuciono incessantemente. Il loro mestiere ha il senso stesso di ogni arte che, al culmine della sua virtù, sparisce per lasciare il posto alla grazia trasparente della perfezione.


In altre parole, le artiggiane della qualità.

Il libro è sottotitolato Guida vagabonda di Roma e si apre con queste parole: “Scantonare, ecco cosa ci piace fare”. Nello spirito di Corto Sconto, Lodoli sa bene che perfino nella città eterna “l’eccezionalità […] sta molto nei suoi capolavori seminascosti, in quei tesori che vanno cercati e scovati nella penombra di un vicolo o di un chiostro”; sa che per innamorarsi di un luogo bisogna incontrarlo a tu per tu, ed è necessario che “l’individuo e il capolavoro si veng[a]no incontro silenziosamente, quasi di nascosto, come in un primo appuntamento amoroso”. Per quanto abbia poi la tendenza a prendere la questione delle isole del traffico fin troppo alla lettera, e finisca per cantare le lodi di alberi solitari sul ciglio della strada e benzinai. Ma in fin dei conti queste ‘isole’, prima di venire raccolte in volume, erano apparse sulle pagine romane de La Repubblica, e più d’una conserva ancora traccia di questo carattere occasionale, contigente, negli accenni alle stagioni o alla cronaca.
D’altro canto sarà ormai chiaro, anche dai meri stralci riportati, che Lodoli è un prosatore superbo, un maestro intagliatore di frasi raffinate e mai prolisse. Come la città cui è dedicato, e di cui fortunatamente, accortamente, non condivide l’intrinseca bulimia, il volume riserva nuove sorprese a ogni svolta, a ogni pagina; tanto che non sembra fuori luogo abbandonarsi anche solo al semplice piacere della lettura, specialmente se, come nel mio caso, i luoghi citati dall’autore rimangono per buona parte luoghi di carta, perché i giorni trascorsi a Roma sono stati pochi e affollati.
Nelle parole di Lodoli, alla fine ci si ritrova ammaliati dalle grazie della città, e incapaci di portarle rancore; perché

da sempre Roma viene paragonata a una donna bene in carne, un po’ madre e un po’ zoccola, generosa nell’accogliere tra le tette dei suoi colli figli e figliastri. È un abbraccio bonario, indulgente, che in breve smorza gli incendi anche nelle coscienze più arroventate. Qui tutto s’arrotonda, le vite s’allacciano in un cerchio, pochi giorni e le polemiche si trasformano in pacche sulle spalle, le inimicizie in paciose tavolate.


E insomma, via, volemose bene.
Profile Image for Eleonora Carta.
Author 16 books37 followers
January 21, 2020
Ogni pagina è un'isola di Roma. Scorci, descrizioni, scene di vita quotidiana, divise equamente tra passato e presente, tra ricordo e cronaca. La libreria di quartiere con il libraio dalla memoria prodigiosa, il ristorante con i migliori gnocchi, l'acqua più buona di Roma, le chiese e le basiliche che racchiudono tesori dell'arte misconosciuti.
Il tutto narrato con leggerezza e poesia da Marco Lodoli.
Profile Image for Chiara F..
587 reviews47 followers
April 27, 2025
Cosa c’è di meglio da leggere durante una vacanza a Roma? Un “amarcord” dolceamaro della città eterna che a distanza di vent’anni trasmette ancora la stessa potente poesia, quella poesia legata alla bellezza, alla magnificenza e alla tragedia che solo la caput mundi del mondo antico riesce a donare al nostro sguardo, che solo un Romano de Roma come Lodoli riesce a tramutare in parole che sembrano versi.
Profile Image for EMILIO SCUTTI.
238 reviews21 followers
July 21, 2021
Libro poetico, delicato, intelligente e mai scontato. Roma sembra un pretesto o anche uno specchio che ci rimanda indietro il nostro viverla ed il nostro modo di approcciarla. Roma è eterna anche perché ospita capolavori architettonici ed artistici eterni, più la conosciamo e più sentiamo il privilegio di viverci e di viverla.
Profile Image for Andrea.
1,135 reviews54 followers
July 20, 2021
Istantanee di luoghi romani, taccuino di spunti per il flaneur romano (dotato di motorino), fra trattorie di periferia, le chiese meno note e le passeggiate nel quadrante nordest della città. Piacevole.
4 reviews
Read
January 10, 2024
Il libro si è rivelato estremamente noioso. La sua lettura è stata un'esperienza deludente, in quanto il testo mancava di vivacità e di interesse. Le informazioni fornite erano presentate in modo poco coinvolgente e non riuscivano a catturare l'attenzione del lettore.
Profile Image for Andrea.
63 reviews
July 12, 2024
“L'occhio sfiora quel cerchio chiuso e malinconico, e di nuovo sbadatamente s'allunga su ciò che ha davanti: e davanti, laggiú nella pianura - imprevista, meravigliosa, infinita - c'è Roma. E una via lattea di stelle palpitanti, una brace sconfinata su cui ardono milioni di esistenze.”
Profile Image for Francesco Molinelli.
1 review
January 15, 2019
Poetico e divertente, colto senza ostentazione, profondo ma non pesante. Ti riconnette con la tua umanità. Nel suo genere, un libro perfetto.
18 reviews4 followers
February 27, 2022
Molto interessante - anche per chi a Roma è nato e vissuto per parecchi anni. Unica nota stonata è la mancanza di un indice di nomi e luoghi alla fine del libro.
Profile Image for Jos.
184 reviews
May 12, 2022
Kurzweilige Anmerkungen eines echten Rom-Connaissaires
Profile Image for Niki Costantini.
245 reviews21 followers
August 3, 2016
Devo ammettere che all'inizio non e' che questa raccolta di articoli mi avesse ben impressionata. Alcune di queste "isole" mi sembravano forzate e raccontate più per riempire un vuoto che per una vera passione di trasmettere e raccontare. Proseguendo con la lettura invece, ho avuto modo di apprezzarle, in modo particolare quelle che parlano di luoghi reali, di tesori nascosti tangibili e visibili. Quelle dell'anima, al contrario, sono troppo personali e quindi non facilmente percepibili per il lettore che non conosce i luoghi di cui lo scrittore parla.
E' tutto sommato una lettura piacevole e che fa compagnia, soprattutto per chi, come me, ama Roma. Darei pero' un meno per il linguaggio, generalmente troppo retorico per i miei gusti: avrei preferito uno stile più asciutto e pulito.
99 reviews2 followers
Read
October 10, 2022
La raccolta degli articoli pubblicati su Repubblica , e' una lettura molto gradevole soprattutto per i romani. Ma anche chi non vive nella città eterna potrà scoprire il gusto di guardare la propria città con occhi diversi : gli occhi che si accorgono degli scorci meno appariscenti, dei luoghi più piccoli e ignorati , insomma gli occhi che non stanno fissi su una guida e le sue fotografie ma si guardano intorno e vedono e descrivono con la mente e col cuore dopo aver dissolto il sottile velo.
Da regalare.
Profile Image for charta.
306 reviews5 followers
August 25, 2012
Senza piantine e scartando luoghi propalati Lodoli tenta di regalarci gouache di angolini e statue o oggetti d'arte poco noti.
Dall'antico al contemporaneo al medievale è tutto un vagabondare pigro ma attento ed entusiasta. Si percepisce l'assenza di soluzioni di continuità che rende unica Roma.
Guida soprattutto per romani, spesso disattenti agli spazi in cui si muovono ha la pecca d'esser monocorde e statica. Pure la materia è tale da fascinare fino all'ultimo rigo.
Profile Image for FedericaEirinn.
2 reviews4 followers
February 4, 2014
Impossibile dare un giudizio esaustivo senza prima visitare almeno qualcuno dei luoghi così vividamente descritti dall'autore. Certo è che qui, della banalità delle solite guide turistiche su Roma, non c'è traccia: persino leggendo di luoghi tristemente degradati e pieni di sofferenza si riesce a scorgere un frammento di poesia.
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