Rebecca è single, vive a New York (che ama), scrive per un blog di lifestyle (che detesta) e va matta per i romanzi rosa, pur considerandosi agli antipodi di tutto ciò che rappresentano.
Ecco perché, quando viene spedita nel Vermont a pochi giorni dal Natale per recensire una fantomatica locanda per cuori solitari, si ribella subito all’idea di essere stata catapultata in una delle storie che tanto si diverte a leggere.
A Lincoln, però, incontra Andy, alto, bello e malinconico, single anche lui ed ex avvocato divorzista trasferitosi nel Vermont per gestire la locanda che gli ha lasciato in eredità la nonna. Con grande disappunto di Rebecca, Andy risponde in tutto e per tutto all’identikit del perfetto protagonista di una commedia romantica.
Peccato che Rebecca si identifichi come asessuale e aromantica, e che la crisi esistenziale sia proprio dietro l’angolo. E se non avesse fatto altro che prendersi in giro finora? E se tutti i problemi della sua vita, come delle protagoniste dei suoi romanzi, potessero risolversi semplicemente incontrando la persona giusta?
Quando due cuori solitari si incontrano, c’è davvero un solo lieto fine possibile? O si possono usare ingredienti ormai familiari per creare una ricetta altrettanto buona ma completamente diversa?
Serena Stagi è nata e cresciuta a Firenze, dove si è laureata in Filologia Moderna. Appassionata di libri e storie fin da piccola, ha lavorato come correttrice di bozze e editor di testi ed è attualmente traduttrice letteraria dall’inglese, soprattutto di romanzi rosa. Dopo averne tradotti diversi e letti ancora di più, ne ha pubblicato uno tutto suo: La locanda dei cuori solitari (2022).
Questo libro è autopubblicato. Che sì, lo so, per chi bazzica nel romance non è una gran novità, ma per me, che vengo da altri generi e altri ambiti e altre impostazioni mentali, il fatto che un prodotto così ben confezionato non esca da una casa editrice strutturata è stata una bella sorpresa. Tolte un paio di sviste qua e là - ma contabili sulle dita di una mano - e qualche frase che forse avrei snellito, fila via spedito con un treno, sebbene lo stile sia abbondante, citazionistico e zeppo d'umorismo. Certo, non si perde in descrizioni sofisticate, ma i dialoghi, soprattutto quelli della coppia protagonista, sono riuscitissimi, serrati e divertenti. Con un umorismo cinico e tagliente che ho adorato. Come altre persone più esperte di romance di me hanno evidenziato, è estremamente meta: la protagonista, che di romanzi rosa e commedie romantiche ne ha ingurgitate a iosa, non manca mai di puntualizzare quando la trama ripercorre strade già zeppe di cliché, allontanandosene, giocandoci e a volte buttandocisi in mezzo a sfregio dei propri principi. Perché Rebecca è una grumpy millenial disillusa e sagace, con trent'anni di vita sulle spalle e un lavoro perfetto per lei ma comunque sbagliato, per cui è impossibile non simpatizzare - anche solo per l'approccio alcolico che ha per la sopportazione delle sue disgrazie. Ho alzato gli occhi al cielo assieme a lei, divertito, quando OVVIAMENTE tutti i peggiori luoghi comuni dei peggiori harmony le cadevano addosso e la trovavano pronta ad accoglierli a colpi di cinismo. Dispersa lassù, nella provincia nevosa, in una locanda tra i boschi, con un barbuto palestrato irretito al suo servizio. È poi un romanzo rosa queer nel modo più radicale - per quanto pop - si posso desiderare. Con una protagonista aroace, in fin dei conti, non potrebbe non essere così. Le riflessioni di Rebecca sulla propria identità, sulla stabilità della stessa, sui confini labili su cui è costruita e sulle influenze che su di essa esercita la società che la circonda più di una volta hanno colpito in me un nervo scoperto. Sicuramente la rappresentazione, variegata e dettagliata, ma sempre spontanea, è uno dei punti più forti della narrazione. Pare una sciocchezza, ma vedersi rappresentati, nel proprio modo di vedere alle relazioni, in un romanzo di questo genere, è un'esperienza tanto divertente quanto straniante. [Perché, diciamocelo, aroace e romanzo rosa suonano un po' come un ossimoro inconciliabile]. L'ho già detto che mi ha fatto scompisciare dalle risate?
Ho adorato questo romance: il modo in cui prende i cliché del genere e li rielabora, non li prende troppo sul serio e li adatta al messaggio che vuole dare a chi legge. L'umorismo mi ha divertita molto, non è mai stato cringe (problema che ho abbastanza spesso con i chick-lit e affini. La caratterizzazione dei personaggi è originale e allo stesso tempo non puoi fare a meno di immedesimarti almeno un po'. Io personalmente mi sono rivista molto in entrambi. Questo romance parla d'amore come tutti i romance, ma lo fa in una maniera originale e inaspettata. Anche lo stile mi ha catturata, i dialoghi tra i protagonisti sono impeccabili e ho notato solo un paio di refusi che non danno assolutamente fastidio alla lettura.
Trope: small town, protagonisti queer (sì, anche se sono in una relazione "etero")
Allora, questo libro è stato davvero una bella sorpresa. Ammetto che avevo già le aspettative altine per come me ne avevano parlato persone che stimo, e devo dire che sono state ampiamente soddisfatte. È un buon libro, l’autrice ha una bella penna, la storia funziona bene e i personaggi sono estremamente vivi, vividi e soprattutto /reali\. Io ovviamente pazza della signora Hawkins, che ve lo dico a fare, ma ho amato un po’ tutti i personaggi, Rebecca in primis. E ho amato tantissimo il rapporto tra Rebecca e la sua migliore amica, Han. Tutta la questione dei cliché mi ha davvero fatto spanciare, l’autrice ha dei tempi comici notevoli. E ho amato la storyline di Andy e Dylan, veramente chef kiss, se chiedete a me. Sì, il lieto fine non ho ancora capito se c’è o meno (credo di sì? È davvero atipico, ma non nel senso che di solito lə autorə usano per giustificare il fatto che non sia per nulla un lieto fine, quanto piuttosto qui si parla di amore dal punto di vista di una persona aromantica e asessuale, per cui il lieto fine non può essere la coppietta felice che cavalca insieme al tramonto, ma è qualcosa di molto più complesso e semplice allo stesso tempo), ma è comunque un romance a tutti gli effetti. Ho adorato. Forse a un certo punto ci sono un po’ troppe ripetizioni degli stessi concetti, che si potevano tagliare un po’, ma comunque il testo è super scorrevole e non stanca. Un ottimo esordio, davvero, e spero di leggere presto altre opere di questa autrice!
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Wow, wow, wow! Ho aggiunto questo libro in TBR quando è stato pubblicato, ma ho sempre rimandato la lettura per paura della lunghezza (...sì, pare mie), ma quest'anno non potevo perdermelo. E le pagine sono volate via in nulla!
Lo stile è scorrevolissimo, divertente, ricco e pieno di citazioni e dialoghi verosimili che mi hanno fatto vivere insieme ai personaggi. I capitoli hanno un buon ritmo (secondo il kindle erano in media di 10/15' di lettura) tranne gli ultimi che sono più lunghi... giustamente, anche! Insomma, un librone che però scorre che è una meraviglia in perfetto stile natalizio.
Ho amato questa storia e l'intento dell'autrice. Prima di tutto si vede che di romance ne sa a pacchi per come sfrutta a suo favore i vari tropi del genere, prendendosi in giro e con l'aiuto della protagonista, Rebecca, che fa di tutto per non vivere in un romanzo rosa. Il suo personaggio mi è piaciuto tantissimo, sia per la rappresentazione queer che per quella da Millennial, con paure, incertezze, cinismo. È facile rispecchiarsi in lei, per certi versi.
Molto bella, anzi, bellissima, l'idea di "amore" che fa da perno al romanzo. È una commedia romantica, l'amore c'è e ci deve essere, ma non è obbligatorio che segua l'eteronormatività. Non solo, che serva avere una relazione per non sentirsi "soli". È un tema molto importante e di cui ancora si parla poco, ma che - (nonostante io sia etero e pure sposata) - sento molto vicino. Vorrei che il mondo fosse un po' diverso sotto questo punto di vista, che si riuscisse a considerare autentiche e valide anche le realtà che ci sembrano scomode e "strane", e questo libro dà il suo apporto alla causa. Non è che tutti i romance debbano seguire per forza lo stesso schema per avere il lieto fine, dopotutto (e su questo mi batterò fino alla m0rt3). Sempre di lieto fine si tratta!
Ok, finito con le mie invettive, sono davvero soddisfatta di questa lettura e non posso consigliarla. Perfetta per il periodo natalizio, ma in realtà anche fuori, anche perché il Natale non si sente poi così tanto ma è solo l'ambientazione di sfondo.
Ammetto che non me lo aspettavo e invece questo romanzo mi ha davvero sorpresa. È una rom-com brillante e che impernea tutto sull'ironia spiccatissima dei suoi protagonisti (soprattutto quella di Rebecca, sempre affilata come un coltello). Il modo in cui l'autrice gioca con tutti i cliché classici del genere è molto divertente e alla fine, quando l'ennesimo cliché si avvera, ti strappa una risata e vuoi vedere come andrà a finire. I personaggi son tutti ben delineati e per niente banali (in particolare Rebecca e Andy), ma tra i miei preferiti figura di certo la signora Hawkins. Ho voluto bene pure a quella stellina disagiata di Cade, po'rello XD mi ha fatto tenerezza a un certo punto. Ho apprezzato anche il modo in cui vengono mostrate le varie debolezze dei personaggi, i loro problemi e il discorso aroace (che è una parte fondamentale del romanzo). Mi sono ritrovata molto nell'indecisione di Rebecca su che strada far prendere alla propria vita e come i piani schematizzati fin nel dettaglio non sempre siano la vera strada da prendere per essere soddisfatti di sé stessi. Dylan è un pirla e ho apprezzato che a un certo punto abbia ammesso di essere stato un codardo e di esserlo tuttora, visto che comunque non ha rivelato a Daphne la sua bisessualità. E ho trovato estremamente di cattivo gusto il suo voler rilevare la locanda. Davvero, davvero di pessimo gusto. UN CALCIO IN CULO DRITTO DI PUNTA!!! Sam non sempre mi ha convinto, lo ammetto: carino e tutto, ma a volte troppo sputasentenze (più di Rebecca, e ce ne vuole XD)
Ciò che mi ha convinta di meno è stata di certo una leggera ripetitività in certe dinamiche o il dilungarsi in certi punti, e di sicuro il fatto che i dialoghi (alcuni dei quali avrebbero dovuto essere molto serrati) sono stati troppo spesso diluiti dall'ironia a tutti i costi nelle descrizioni infilate nel mezzo tra una battuta di dialogo e l'altra.
Però, ciò non toglie che questo che sia un romanzo che consiglio tantissimo agli amanti delle rom-com queer, perché merita un sacco!
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Rebecca, blogger newyorchese asessuale si trova a dover passare una settimana in Vermont dove conosce il bel solitario Andrew.
Inizio col dire che il linguaggio mi ha fatto crepare. Le cose che dice Rebecca sono un mix tra cose che potrei dire e cose che vorrei dire, in quel modo petulante e con sufficienza.
Ci sono un milione di verità dichiarate a mezza voce e altre dichiarate con meticolosità. Un circuito di questioni legate a patriarcato, misoginia, catcalling e abusi. E in tutto ciò ho riso tantissimo, in continuazione. E questa è solo una delle cose che si pensa non potrebbero stare bene insieme e invece assolutamente sì. Come una protagonista asessuale e il sesso (compreso di sex toys - e che sex toys!)(Porte chiuse but still). Come l'autrice che gioca a inanellare tutti i cliché e i trope del genere romance (meta-romance) e a farli vivere e mostrarli contemporaneamente, ed è un gioco molto delicato che le riesce benissimo.
Ho sottolineato mezzo libro, vorrei condividere tutto ma ci sono elementi che bisogna scoprire andando alla cieca. (Però "mi piacciono gli uomini in ginocchio" rimane in alto tra le best citazioni, sprt per quel momento).
Ho amato tantissimo: - Banter tra Andy e Rebecca mi hanno finito, da inizio a fine. E la crescita attraverso cui entrambə passano è bellissima da guardare. - Il consenso 😭 - La mano sul collo. Ripeto: la. Mano. Sul. Collo. - Le citazioni 😭 (Batman, mago Merlino, trono di spade, Aristogatti) - Mental health rep
E ora: hello book slump. Adesso fantascienza, e dire che ho scaricato romance natalizi che basterebbero a mandarmi avanti fino a febbraio
Sì, sì sì e ancora sì. Il romance non è il mio genere di romanzi preferito ma mi sono divertita da matti a leggere “la locanda dei cuori solitari”. Da persona ace poi mi ha fatto bene al cuore leggere questa storia anche per sapere di non essere sola. Se state cercando una lettura leggera e ben curata per passare delle serate di lettura leggetevi questo libro (e se siete fan delle letture stagionali è consigliato farlo nel periodo natalizio). Ho inserito questo libro nella lista di titoli consigliati nel mio speciale annuale sul blog, questo è il link: https://lattaccodimarty.blogspot.com/...
Direi che è passato abbastanza tempo da quando ho letto questo romanzo da poterlo salutare scrivendo (finalmente) una recensione. Non sarà esaustiva perché è impossibile esserlo di base, e poi questa era una storia molto carica di COSE che mi hanno colpita e che mi parlavano, e quindi è matematico che non riuscirò a esprimere nemmeno la metà di quel che ho provato leggendo. E ci sarei riuscita ancora meno se avessi provato a scrivere una recensione dopo la lettura :°)
La trama potrebbe sembrare quella di un qualsiasi film Hallmark di Natale, ma è così che si nasconde la perla che è questa storia. L’aspetto che ho amato dall’inizio alla fine è stata l’abilità con cui sono stati inseriti un sacco di trope romance, che si presentano spesso con la consapevolezza dei personaggi di quel che sta succedendo (il che genera un livello di meta che adoro) e rivisitati in modi che hanno perfettamente senso per la storia.
Inoltre c’è un’abbondanza di queerness che però non è superficiale, ma è naturale e parte della stessa aria che si respira nella storia. Siccome quello in cui è ambientata la storia NON è un mondo alternativo migliore del nostro, si parla anche di discriminazione, ma il romanzo ne parla in qualsiasi ambito (in modo molto intelligente), e sempre con estrema naturalezza. Niente è fatto per ottenere punti in qualche lista immaginaria, ma perché semplicemente… è così. Punto. La sensazione per me era un po’ quella dei discorsi che posso fare con lə amicə ed è una bellissima sensazione da trovare in un libro.
A questo si collega uno dei due pilastri portanti della storia, quello personale e quello lavorativo/di realizzazione personale, entrambi legati principalmente a Rebecca, la protagonista femminile (ma anche al protagonista maschile, Andy, per quanto lui sia in una fase un po’ diversa). Ovviamente Rebecca l’ho adorata non solo per le questioni che solleva, ma anche per i momenti TMI (soprattutto perché, come osservava Andy, sono un meccanismo di difesa) e per come, alla fine, si sia messa in discussione dal punto di vista personale e lavorativo, nonostante non volesse farlo… perché sentiva di non poterlo fare senza far crollare del tutto la sua identità.
Perché pov personale, è chiara la difficoltà a farsi accettare come asessuale (e aromantica) in un mondo in cui anche gli orientamenti sessuali diversi dall’etero se vengono considerati validi, lo sono solo se accompagnati del comportamento sessuale che ci si aspetta, in una sorta di “show don’t tell” perverso in cui bisogna provare la propria identità ogni giorno, pena farsela cancellare (e per questo –senza fare spoiler espliciti– guardo pure ad Andy, intensamente, mah bby ♥️). E quindi quando Rebecca si trova in una situazione da “commedia romantica” e inizia a sviluppare un legame con Andy, si capisce perché la cosa la mandi in crisi, le fa sembrare vere tutte quelle frasi che la gente butta lì riguardo alla sua identità. Però no, quel che dice la società è solo dettato dalla volontà di appianare le differenze, di amalgamarci il più possibile, di incasellarci per semplificare il funzionamento del sistema, quindi l’unica è arrivare al punto in cui riusciamo a identificare quelle voci come esterne e considerarle come tali, mentre siamo semplicemente noi stessə.
Il pov lavorativo, invece, mi ha toccata molto da vicino in quei pensieri e paure che ho avuto negli anni passati e per cui c’è voluta una pandemia per fare chiarezza (avrei preferito una settimana con Andy, ma non c’era la possibilità di scelta :°D). Mi è piaciuta moltissimo la soluzione che trova Rebecca, perché non tutti noi Millennial in crisi esistenziale vogliamo (e possiamo) abbandonare tutto e vivere di sogni e speranze. Inoltre, parentesi su questo punto, ma c’è stato un momento in cui la descrizione dell’attacco d’ansia di Rebecca è stata fin troppo familiare –un po’ triggerante forse, però mi ha anche permesso di esplorare la questione (con chi di dovere) nonostante sia passato molto tempo dall’ultima volta che ho provato sensazioni simili. Il bello della rappresentazione, ti fa sentire meno solə e ti dà pure l’opportunità di far luce su questioni che non avevi ancora analizzato!
Siccome non ho più alcuna speranza di fare un discorso coerente, scrivo un po’ di pensieri random, come mi vengono:
– ho adorato l’amicizia con Hannah, sia per i soprannomi, sia per un discorso che fa Rebecca sul valore dell’amicizia. Troppo spesso la si sminuisce, come un rapporto di serie B rispetto all’amore (romantico), quando l’amicizia è sempre amore. Un’altra forma, come l’amore per i genitori, per i fratelli, per i figli, ma sempre amore è e sminuirla fa solo male, a noi stessə per primə.
– Andyyyyyyy! Avevo qualche sospetto su di lui e, nonostante sulla carta non sia fan di certi “reveal” usati come plot point (forse perché vengono usati per shock value?!), qua secondo me ha uno scopo fondamentale per mettere Rebecca nella posizione di chi presume cose su di lei e le dà tanto ai nervi. Se non bastasse questo, il modo in cui si arriva a questa rivelazione è fantastico (grasse risate e squittii nonostante dovessi rilassarmi e dormireeeeeeH!). E i momenti che seguono sono molto toccanti e mi hanno dato parecchi spunti di riflessione sul volere o l’aver bisogno di qualcuno.
– nonostante non ci sia mezza scena erotica a porte aperte, il prima e gli accenni successivi a quel che è successo a porte chiuse hanno funzionato bene e mi hanno lasciato parecchio all’immaginazione (che è più che equipaggiata per farsi filmini molto esaustivi :P). E comunque, non ho avuto la sensazione che fossero scene escluse per “pudore”, ma semplicemente perché non ci stavano nella storia. Kudos per le vibes Femdom e per i sex toys, perché ce n’è sempre bisogno e l’inserimento di questi due elementi in una storia che non mostra in dettaglio mezza scena erotica secondo me li normalizza in maniera non banale. Non sono “roba” da romanzi erotici, ma anche da commedia romantica… come dovrebbe essere!
– ho voluto tanto bene a Sam, ma la signora Hawkinsssssss! Avevo qualche sospetto pure su di lei, e la scena (QUELLA SCENA) verso la fine è una delle mie preferite e ho riso un sacco, nonostante fossi a letto e stessi cercando di dormire (una costante, con ‘sto libro ahahah).
– le citazioni nerd sparse sono una chicca che merita un punto a sé. Senza elaborare ulteriormente.
In conclusione, è stata una lettura piacevolissima e divertente: le battute si sprecano, le situazioni da commedia pure (ma senza scadere nella farsa), l’ironia è nelle vene di questa storia sin dall’idea iniziale. Che è quel che mi aveva attirato già nel post di presentazione fatto dall’autrice, ma non mi aspettavo *tutto questo*.
Sono sicurissima che sto dimenticando mille altre cose, ma questo romance mi è piaciuto un sacco dall’inizio quasi classico al lieto fine “alternativo” (che è perfetto per la storia e di per sé, dopotutto l’Happily Ever After non deve comprendere per forza il matrimonio, la casa e due virgola cinque figli).
È una lettura che può fare al caso sia di chi ha ancora qualche pregiudizio verso il romance perché fa vedere che altre vie sono possibili, senza perdere il cuore del genere, e perché pieno di amore per il romance (non è una di quelle wannabe parodie che dimostrano solo di non capirne i meccanismi), e per questo è anche perfetta per chi il romance lo ama (come l’autrice), lo capisce e lo conosce, ma allo stesso tempo non ci trova sempre tutto quel che cerca e che potrebbe esserci (un po’ come capita a me).
Merita una possibilità e lo dico da lettrice molto cauta (per essersi bruciata spesso) che lo ha preso alla cieca, alimentata solo dall’entusiasmo per il post di presentazione e i trope.
Mi fa molto ridere che il primo libro che ho letto dopo Impero dei Dannati sia stato,,, uno pseudo romance natalizio. Io odio i romance natalizi e i loro cliché sempre uguali. Fortunatamente non è un vero romance, ed è per questo che ho deciso di leggerlo. Questo libro parla di Rebecca, una blogger di New York che viene mandata nel Vermont a recensire una locanda (la locanda dei cuori solitari, appunto) la settimana prima di natale, e qua incontra il suo proprietario, un uomo che sembra un armadio ambulante. La differenza da una normale commedia romantica natalizia? Che Rebecca è aromantica e asessuale e sa benissimo che tutto questo è un preludio a una commedia romantica natalizia, quindi fa il possibile per evitare di finirne invischiata. Non riuscendoci. Questo libro era ciò che volevo e che non sapevo di aver bisogno. Non mi fanno impazzire i romance, ma questo avendo come protagonista una donna aroace ha attirato la mia attenzione… anche se devo dire che ad avermi convinto a prenderlo in mano sono stati alcuni trafiletti sui discorsi di Andrew, il protagonista maschile. Rebecca non è per nulla la protagonista di una commedia romantica (commedia e basta sì, mi ha fatta spaccare dal ridere per tutta la lettura), ma nemmeno Andrew è l’interesse amoroso classico. Perché non è un interesse amoroso, in fondo. Sono due estranei che si trovano in sintonia e si conoscono. Vivono ogni cliché natalizio possibile, è vero, ma non vanno mai oltre a quello, che è stato il mio terrore fin dall’inizio del libro. Consolo quindi quelli che come me temono il peggio: no, non finiscono insieme. Non si scopre che Rebecca in realtà non è davvero aroace. Rebecca stessa ha questo timore, in realtà. In effetti, mi sono rivista molto in Rebecca. I dubbi sull’essere aroace. Le aspettative della società (la penso come lei, ma non riuscirò mai ad articolare le cose in quel modo). I suoi timori, le sue turbe. Ci sono stati dei passaggi dove ho pianto proprio. Andrew anche mi è piaciuto moltissimo come personaggio. Viene presentato come il belloccio tormentato con la locanda che sta andando a picco… ma è più di quello. È un uomo ferito che non vuole neanche provarci, almeno finché non arriva Rebecca. Uno che in fondo ci tiene ma è cocciuto come un mulo. Menzione d’onore a Hannah, che è una donna che va con tutti (non viene trattato come un difetto) nonché la migliore amica di Rebecca e sono praticamente soulmates. È il suo sole. È la sua pianta di glicine nel suo giardino (voi non avete idea di quanto i paragoni con un giardino mi abbiano fatta piangere). Loro due le ho nel cuore. Tutti gli altri non sono stati così rilevanti. Sam mi è stato un po’ antipatico se devo essere sincera, ma tiene a Andrew e non posso giudicarlo troppo. La signora Hawkins non sono riuscita ad inquadrarla fino praticamente alla fine, chi lo ha letto sa perché. Cade pure non lo sopportavo molto finché non si è rivelato più di quello che Rebecca credeva (e che credevo pure io). Poi ci sono i suoi colleghi che l’hanno sostenuta, la famiglia di Rebecca che sembrano dei pesi sociali e invece vogliono solo che sia felice, la famiglia di Andrew e tutti i presenti alla locanda. Al di fuori di Roy che prenderei a calci in culo finché lo prendo, li ho amati tutti. Questo libro comunque mi ha servito non solo una splendida rappresentazione aroace, ma anche il primo protagonista maschile a cui piaccia essere sottomesso che abbia mai trovato. È il primo libro anche dove vedo effettivamente menzionati in una relazione etero i sex toys. Tutto narrato e riportato con facilità, senza alcun imbarazzo, senza che sembrino chissà cosa. È stato seriamente rinfrescante. Sono felicissima di aver letto questo libro, ne leggerei altri così se esistessero. Grazie Serena di questo libro, penso sia il migliore di tutto il 2024.
Voto finale: 4.75 Una blogger asessuale un po’ acida e leggermente psicopatica, il gestore di una locanda in mezzo al nulla con un husky tenerone che odia la neve e una locanda sull’orlo del fallinento: questo è l’incipit di un romanzo che parte in modo scanzonato e divertente. Però, per essere una storia ambientata a Natale, c’è un velo di malinconia, quasi di tristezza, che permea tutto il racconto, dai protagonisti a molti dei personaggi secondari, dalla Signora Hawkins fino a Cade, che scopriamo essere “esibizionista” per una sorta di contrappasso, così da essere visibile e combattere in qualche modo la solitudine. Anche i protagonisti sono un bel coacervo di contraddizioni e di problemi (in effetti sono molto ben tratteggiati), e mi hanno dato delle vibrazioni diverse. Rebecca, con quel modo di fare sempre molto arrogante e supponente, in molti momenti l’ho trovata piuttosto fastidiosa, nonostante la verve e l’umorismo caustico. Poi all’improvviso spuntavano momenti di vera autocoscienza che mettevano in luce l’animo inquieto che nasconde, e quelli sono i suoi momenti migliori. Andy è un altro personaggio complicato, per molti versi massacrato dalla vita, ma che in parte è responsabile del suo stato perché si è lasciato vivere, fino al momento di rottura che coincide con l’incontro con Rebecca. Attorno a loro gravitano altri bei personaggi: la Signora Hawkins, che non parla mai ma vede e capisce tutto, e ad un certo punto sarà fondamentale, Sam, migliore amico di Andy, che invece parla anche troppo nonostante abbia le migliori intenzioni e Dylan, l’ex di Andy che è realmente l’unico dei personaggi importanti ad essersi comportato in modo pessimo, dimostrandosi manipolatore e falso su tutta la linea. Molto spassosa e scorrevole la scrittura con l’autrice che si diverte, in un modo quasi metalinguistico, a giocare con tutti i cliché tipici del romance, mettendoli spudoratamente in scena tutti senza risultare minimamente banale. Anche il tono generale è leggero nonostante quel preciso retrogusto amaro che pervade l’intera vicenda. C’è qualche refuso in giro per le pagine ma questo non è così presente da inficiare il godimento nella lettura.
Ringrazio l'autrice per avermi fornito una copia di questo libro
Votare questo libro è stato molto difficile perchè non sapevo se votarlo ascoltando il mio cervello o le mie emozioni. Il mio piccolo dubbio era dovuto al fatto che la mia esperienza da persona ace e alloromantica è totalmente differente da quella aroace della protagonista e questo, tristemente, non mi ha permesso di apprezzare e comprendere il finale appieno.
Ho scelto alla fine di votare col cervello perchè questo libro è oggettivamente da 5 stelle. L'autrice è riuscita, nell'interezza del libro, a usare e giocare con tutti i trope più classici dei romance cishet e a farli funzionare con l'essere aroace della protagonista. Ho amato tutti gli ace jokes, ho amato il cast di personaggi queer. Il banter tra i protagonisti è divertentissimo, non ridevo così tanto con un libro da tempo. Ho trovato tutti i personaggi scritti molto molto bene, i personaggi secondari non fanno da sfondo ma sono tutti individui ben caratterizzati . Mi sono affezionata tantissimo a un personaggio secondario che alla prima apparizione avevo odiato e conserverò sempre nel cuore il capitolo 17. Ho apprezzato il tocco di italianità dell'avere una protagonista mezza italiana in un setting americano. Lo stile è pieno di interessanti periodi complessi che, però, non rendono la lettura complicata ma bensì più soddisfacente se, come me, si è abituati a leggere molti libri inglesi. Questo libro mi ha fatto venire assolutamente voglia di leggere più libri italiani.
Ho deciso di collaborare con l'autrice e recensire questo libro perchè ero interessata alla rep aroace e, anche se posso giudicare solo la parte ace, ho trovato tutto perfetto, spiegato in modo esaustivo e divertente. Consiglierò sicuramente questo libro a tutte le persone aspec che conosco.
Unica piccolissima pecca, ma forse avevo semplicemente capito male io, è che l'atmosfera natalizia si sente poco per i miei gusti. Lo definirei più come un libro invernale che natalizio.
Una commedia invernale davvero bella. Una trama che sembra semplice ma non del tutto; l'intreccio si dipana tra i cliché (appositamente scelti) in modo tale che, giocandoci, sembrano quasi nuovi. Nulla è scontato, lo sembra ma più sia avanti nella lettura e più si nota il contrario. La storia è queer perché le si vuole dare un'etichetta ma in fondo è una perfetta commedia romantica con tutti i crismi del genere, sfruttati al meglio per creare una realtà quanto più sincera possibile.
I personaggi sono stupendi, con pregi e difetti umani che potrebbe avere chiunque: ci si immedesima in entrambi, una volta con l'uno e una volta con l'altra a seconda del capitolo in cui ci si "rivede" di più. Ho adorato tutti i personaggi (eccetto Roy per ovvie ragioni #spoiler) ma il mio preferito è stato Angus, il cane husky di Andy. L'evoluzione dei protagonisti è reale, concreta e coerente con se stessi e la storia pur se il tutto accade in pochi giorni (come in un perfetto romanzo/commedia rosa). Non c'è niente fuori posto: l'ambientazione la fa da padrone nell'atmosfera invernale, fredda ma comunque calda poiché scaldata dalle persone e dai luoghi, interni ed esterni, dove la trama si svolge. Il Natale si sente ma non prevale, quindi si può leggere il romanzo anche fuori stagione.
"La commedia dei cuori solitari" è un romanzo da leggere. Colpisce dal primo all'ultimo capitolo; si ride, si piange; c'è l'amore in tante forme. Non è un capolavoro da 5 stelline ma poco ci manca. Mi sono sentita coinvolta in ogni riga, vi ho trovato calore e "colore"; mi piacerebbe leggere altro dell'autrice, le premesse per un altro ottimo lavoro ci sono tutte.
3.75 circa⭐️Da persona che odia i romance holiday/natalizi, questa è stata la lettura più adatta per un twist diverso, senza cringe e con solo divertimento. “Solo” come se non avessi riso ad alta voce metà del tempo AHAHAHAH
Comprendo benissimo ciò che ha scritto l’autrice nei Ringraziamenti, cioè che voleva scrivere qualcosa in cui rivedersi rispetto alle solite smielatezze romantiche— e lo ha fatto nel modo migliore! Arricchendo di umorismo e meta narrazione sui tropes romantici molto tipici, usando frequentemente la parola “cliché” per poi procedere a ribaltare le situazioni, ha creato una storia che è difficile non chiamare romance, perché all’interno c’è tantissimo amore, ma che comunque non è esattamente quel genere perché, alla fine, il rapporto è più… potremmo dire platonico/affettivo/attrattivo
Ammetto che io stessa ho difficoltà nella mia vita quotidiana a distinguere alcune sensazioni ipoteticamente esperenziabili nell’innamoramento che tutti ci inculcano, e che giustamente la protagonista —un’ottima rappresentazione aroace, consapevole fin dall’inizio— critica, in merito all’eteronormatività e ai finti sogni di amore eterno che ci vengono venduti fin da piccoli. Sogni che ingabbiano non solo la libertà personale (e lei lo sa, visto che ogni volta tentano di accoppiarla con qualcuno e deve sempre spiegare il suo orientamento), ma anche eventuali possibilità di esplorare altri rapporti, con vecchie parole come “metà” e “anima gemella”.
Rebecca sa che l’amore romantico è possibile e reale per molte persone e non si trova niente di sbagliato nel non allinearsi con questa visione, ma ciò non toglie che ha poco più di trent’anni e con una sola storia seria in passato non soffra ancora e proprio maggiormente, perché è ormai cresciuta la pressione di familiari e conoscenti attorno. E questo è relatable anche al di fuori di quello spettro🥲 ma la sua stessa percezione è molto ben spiegata e la stessa autrice ci tiene a condividerla al meglio già dalla prefazione, con tanto di fonti e consigli per informarsi a chi ne è più all’oscuro.
Chi non sarebbe all’oscuro di tale diversità è il suo gruppo super queer e inclusivo al lavoro, in un giornale frivolo sulla self care che Rebecca odia, ma in cui il capo è un uomo queer sposato con un altro uomo che fa terapia di coppia, e altri lavoratori includono un ragazzo poliamoroso, una donna di mezza età che ha vissuto liberamente e con tanti amanti, e simili. Ovviamente possibile perché è a New York, e città più colorata di quella è difficile trovarla ahahaha >>>
Ma a tal proposito, i miei complimenti all’autrice vanno anche per l’aspetto umoristico specificatamente legato ai riferimenti americani si sente che è scritto da un’italiana, ringrazio molto per tutte le parolacce e i modi di dire informali che mi ricordano perché amo la mia stessa lingua AHAHAHAHAHAH🙌🙌🙌), ma lo dicono nel modo più positivo possibile ! Anche perché giustamente ha reso la protagonista italiana da parte di madre, e anche se è nata sul suolo statunitense vive a New York dà abbastanza anni da poter sia difendere sia ironizzare su una città sfaccettata, ma anche caotica e sporca LMAOOOO. Ed essendo lei stessa una ragazza semplice e piena di cultura nerd e pop, non ha ovviamente rischiato lo stereotipo della diva da città che rimane disgustata alla vista di un posto più arido come il Vermont, dove soggiornerà per una settimana (le facce che fanno quelle protagoniste nei film appena scendono dalle auto come delle principesse mancate… mi hanno sempre dato i nervi giuro💀)
Già dalla trama però, e dai commenti della stessa Rebecca e della sua coinquilina Hannah, sembra che l’universo delle commedie romantiche le stia ridendo in faccia, perché lei è proprio una newyorkese stressata che, per recensire una locanda per un articolo, finisce in un posto isolato e il cui proprietario è un uomo alto, barbuto e muscoloso. Sembra l’inizio di una storia estremamente tipica e anche altre piccole scene e “comandamenti” che i due si scambiano nel tentativo di non replicarli compaiono poi per pura casualità… che qui però corrisponderà a un sapiente uso dell’autrice dei topoi narrativi, perché non si limita a inserirli e poi dire “oh guarda, è capitato proprio ciò che non volevo”; anzi, tutte queste situazioni molto tipiche hanno una loro caratterizzazione più queer e moderna: la rivelazione principale è quella che riguarda il classico ritorno dell’ex che ha spezzato il cuore, dove l’ex non corrisponde a una donna ma a un uomo per Andy? che è bisessuale proprio come il suo ex Dylan, il quale ora si sta per sposare e avere un bambino con una donna.
(Oh i loveeee la rappresentazione bisessuale spontanea per persone adulte, non mi pare vero🥹 soprattutto per quanto poco se ne parla in Italia 🥲🩷💜💙)
C’è una doppia ironia sul fatto che Rebecca stessa abbia assunto e dato per scontato l’eterosessualità di un uomo che proprio all’esterno sembra così grosso e macho (pur dimostrandosi fin da subito in contatto con le sue emozioni, soprattutto dopo anni di terapia), ed è stato un misunderstanding super divertente: è un tipico ribaltamento rispetto alle supposizioni da commedia, che detta così potrebbe risalire a qualcosa che Shakespeare avrebbe adorato nel suo teatro LMAO. William avrebbe amato scrivere fan fiction sulle improvvise bisessualità rivelate😔😚🙏🏻AHHAHAA
Il modo in cui si affronta questo nuovo incontro è molto maturo, è ciò che vorrei sempre vedere in libri con personaggi +30: Dylan si era comportato male dicendogli prima di sì e poi di no per il matrimonio, e scappando di botto dopo tre anni di amore intenso. Una volta che ne parlano però, anche in circostanze infelici come il tentativo di Dylan di acquistare la locanda lasciandogli libertà come una sorta di addio ufficiale, si rendono conto che devono prima salutare adeguatamente il passato, che era molto più un’illusione che una realtà condivisa💔
Senza dare motivazioni di problematicità, si capisce che Dylan si adattava troppo alla vita solitaria e locandiera di Andy, e dice una frase molto bella non hai mai pensato di leggere in una comedy: «io e Daphne siamo a metà tu invece sei tutto intero», che spiegata meglio nel testo fa capire che non si sta reputando incompleto, ma semplicemente che lui e la nuova moglie combaciano alla perfezione mentre Andy aveva già tutto ciò di cui aveva bisogno, e Dylan stava diventando un accessorio per una vita che non gli sarebbe mai andata bene. Sono incomprensioni estremamente realistiche per quella fascia di età in cui la pressione sociale conduce anche chi ha sempre voluto una relazione a fare scelte affrettate, e credere che stabilirsi e sposarsi subito con qualcuno con cui si sta da tempo sia l’unica strada possibile. A volte invece, soprattutto in una prima fase da adulti con ansie e responsabilità, certe persone semplicemente non sono fatte per allinearsi, e può finire senza traumi bruschi🥺
L’ipotetico stereotipo di Andy sembra rafforzarsi perché è tipico delle rom com che l’uomo solitario abbia il cuore spezzato, e che una ragazza di città porti freschezza… ma non si rivela così: Andy è meno stereotipo di maschio di quello che sembra, sia perché è bisessuale e la queerness, in un uomo decostruito già migliora altri tratti (ed è anche una rappresentazione realistica perché riconosce di percepire diversamente i rapporti tra uomini e con le donne in base agli approcci sociali: inoltre, accenna alla biofobia di certe donne quando faceva coming out, e sono reazioni di cui è il caso di parlare). Poi ovviamente la terapia, e l’aspetto dell’intimità che è vissuto in modo delicato e giocoso con battibecchi tra lui e Rebecca, una tensione papabile e poi un’esplorazione della sessualità in modo diverso da quello binario uomo-donna. Mi hanno fatto morire le provocazioni di Rebecca al fatto di volerlo vedere “implorare” e in un ruolo meno dominante, alla scena con lo strap-on sono volata perché il suo stupore è molto relatable HXHSHDHDHS, visto come gli uomini si sentono stupidamente meno virili per pratiche diverse😭💀🤌
Lei è un’icona in generale per quanto frequentemente faceva frecciatine, tra riferimenti socio-politici anti uomini cishet (la scenetta con il vecchio ospite alla Locanda che stava scrivendo un musical discriminatorio e inneggia al politicamente corretto è troppo robs written by an Italian, sono volata😭), critiche alla monogamia banale, e poi la spontaneità con cui parla di sesso e masturbazione… per non parlare delle frasi che le donne dovrebbero amare sentirsi dire dagli uomini su cui fare sarcasmo✈️ facendo capire che funzionano soltanto nelle storie di fantasia. Per cui, ogni volta che c’erano botta e risposta che, estrapolati, potevano sembrare banali e senza idee, il sarcasmo e l’autoironia dei personaggi li facevano invece incastrare in un umorismo spontaneo e rispettoso l’uno dell’altra. E poi beh, io non smetterò mai di stannare i personaggi femminili che prendono per il culo l’incapacità degli uomini di conoscere i corpi delle donne e dare loro piacere, per favore parlatene più spesso ✈️✈️👸e anche questo non ricade in cliché brutti, perché non ci sono risposte allusive e scene finte: il sesso ha un ruolo importante perché anche grazie a quello Rebecca e Andy stabiliscono una connessione affettiva; in particolare lei il più delle volte non è interessata, altre lo fa per curiosità/noia, ma è anche un mezzo per riappropriarsi della sensazione di “sentire di avere un corpo” nei momenti in cui si sente persa.
È un promemoria che per le persone asessuali il sesso e l’intimità non sono sempre banditi e possono significare per ogni persona qualcosa di diverso; per quanto io da persona non ace non possa comprendere fino a fondo la sensazione, è importante una scrittura e sviluppo così coerente e distinto. Qui non c’è un maschio alfa che fa il gradasso e dice che lui “sa farle venire tutte” come le varie menzogne che siamo abituate a sentire😂😂😂 perché anche quando la scintilla è positiva tra loro, si percepisce che c’è stata una guida da parte di Rebecca e che lui non è quel tipo di uomo, poiché ha avuto esperienze diversificate, è capace di ascoltare e se è tutto subito perfetto è per la loro capacità di comunicazione a letto che nell’idealizzazione delle rom com non si vede mai!
O meglio, un alone di perfezione e forti sentimenti provati in un tempo brevissimo e potenzialmente irrealistico c’è, perché alla fine di questi cinque giorni Rebecca e Andy sono arricchiti da una nuova conoscenza, ma non perché si sono innamorati disperatamente, non programmano una frequentazione né tantomeno qualcosa di più serio— ma perché, come dicono entrambi nei rispettivi capitoli (il double POV in libri così è perfetto per la scorrevolezza e l’intrattenimento, e la scelta ricalca anche in questo caso i romance più desiderati dalle lettrici che vogliono entrambi i lati del sentimento 👌) sono stati in grado di vedersi l’uno con l’altro, anche nei difetti.
Successivamente c’è il classico cliché-che riprende- il cliché- del malinteso della coppia, il “third act breakup” e la reunion fisica da una città all’altra. E anche queste fasi sono cambiate con maggiore senso, perché Andy non giunge a New York per fare una dichiarazione disperata —nonostante un certo punto cominci a piovere e anche questa coincidenza fa sbellicare dal ridere🫡—, ci torna perché era di passaggio andando a Boston da suo padre, con cui rimargina la ferita del non sentirsi più da anni (al punto che aveva preso il cognome materno e non paterno ma hey, è pure un bel gesto nel sentirsi a suo agio in modo progressista rispetto alla pratica dei cognomi🙏🏻), perché il genitore non è stato in grado di esprimere le sue emozioni (come molto tipico dell’educazione repressiva che diamo agli uomini). Così, non c’è un finale da genitori perfetti e famigliola felice che improvvisamente si vogliono bene: Andy non perdona in un attimo il padre, che è stato spesso duro e che ha voluto consolarlo con una bugia di un biglietto finto quando la madre si è suicidata, il che è complicato ma ovviamente indica una buona intenzione, per cui gli vuole bene, ma la frattura che si è creata a causa di un’assenza di comunicazione ha bisogno di tempo.
Così come Rebecca, a New York, in quello stesso momento, non decide di proporre idee innovative per il taglio del magazine perché presa dall’amore e dalla magia del Natale, come le solite scemenze 🤗 ma perché capisce che il suo problema più profondo è l’essere chiusa e insoddisfatta da sempre di quello che fa, della sua vita monotona, e teme di rimanere sola e abbandonata, per quanto possa essere sicura della sua identità. Una proposta che aiuta i colleghi a rafforzare i rapporti e la promessa della sua amica Hannah che non l’avrebbe abbandonata al primo uomo che passa, perché a differenza di quello che ci fanno credere la vita non dovrebbe essere focalizzata su un unico amore che è il partner in coppia —erroneamente chiamato “più di un amico”—, perché gli amici non sono di minor importanza !!❤️🩹
Entrambi sono a quel punto della vita in cui tutto ciò in cui credevano è crollato (soprattutto lei con la sindrome della ragazza talentuosa che poi è finita a fare tutt’altro, oh i get it😃😭) nella più realistica vita adulta, che non deve però rassegnarsi a essere un confronto con coppiette e lavori da urlo come nelle comedy più banali, ma può esortare a trovare una soluzione che si adatti a loro🫶
Credo che alla fine la dinamica scelta da Rebecca e Andy sia quella di amici con benefici, che amano stare in compagnia e funzionano nei rapporti sessuali, ma nel caso di Andy può vedere anche altre persone, e nel caso di Rebecca quando non vuole può prendersi il suo spazio nella relazione affettiva e amicali. Da questo punto di vista, l’unica cosa che critico leggermente è che non mi è chiara la circoscrizione della relazione, perché è vero che è realistico avere rapporti fluidi in un’epoca come questa, è il messaggio di tutto il libro; ma per dire, il break up con il vecchio ex non ha confermato che Andy volesse stare da solo per sempre, viste anche le storie disimpegnate precedenti. Io avevo immaginato questo sviluppo più come una nuova aggiunta diversa alla sua vita, qualcuno con cui si sentisse completo senza una sacra promessa (e senza mancanze, per il discorso sopracitato di essere “interi” anche con qualcun altro). Invece la dinamica di friends with benefits è codificata, persino nella nostra società che preferirebbe una frequentazione/matrimonio… e vale anche se non la chiamano mai in quel modo😅Cioè, se un giorno Andy dovesse innamorarsi e avere una storia seria, anche fosse solo di uno o due anni, per quegli anni lui e Rebecca non si toccherebbero? Oppure lui farebbe one night stands e accetterebbe una storia solo se poliamorosa con lei che se lo “spartisce” (detto male ma è per farmi capire, so che esistono i rapporti poly “a V”)?
Ci sta non rendere tutto definito (e tra l’altro nel secondo caso sarebbe proprio un label di orientamento di relazione, quindi se non è stato accennato forse non è una possibilità), perché la narrazione è fatta per non metterli in una relazione convenzionale. Però ripeto, per come l’hanno messa anche senza usare termini specifici, a me sembra quel tipo di rapporto con quel tipo di beneficio e sì, ovviamente anche una persona a aroace può averlo, però con questa aggiunta di interesse che è affettivo ma devia dalla “norma prestabilita”, la trovo solo una conferma dei precedenti senza parlarne bene. Hanno mi sembra quella cosa leggermente in più dell’amicizia col sesso occasionale, ma non arrivano all’amore romantico, e in effetti è vero che le due cose non vanno messe in una scala ma… la sfumafura generalmente è quel trope🧍
Penso fosse il modo dell’autrice per posizionarli in un limbo non definibile almeno in teoria, però ripeto, a me un pochino definito sembra. Mi aspettavo qualcosa di un po’ più sul platonico, tipo amici molto speciali con cui capita ogni tanto di fare sesso, anziché una frequenza e una tensione erotica così tanto ripresa ahahahahaa. Ma okay, alla fine è solo una mia perplessità perché ovviamente non ho mai avuto esperienze del genere (né relazioni in generale, e sono anche io condizionata dall’allonormatività che mostra solo quel lato romantico), quindi va bene così, non voglio proiettare il mio occhio in cose peculiari👐👐
Un ultimo apprezzamento va all’inclusività generale, non solo dei newyorkesi— grande Hannah che va in vacanza ad Amsterdam e ovviamente nella terra dei fruity hippie capisce di essere bisessuale, slay AHAHA. È anche questo un ribaltamento, perché quella che rappresenta l’amica etero costantemente ormonata (con tanto di gym bro vicino di casa tipicissimo LMAO, ma diventa amico pure lui senza essere imbarazzante) qui scopre un altro lato di sé, ed è decisamente meno banale se si tinge i capelli e sta con una ragazza ;)) Ecco, non solo loro, pure in Vermont se la passano bene👁️: il cuoco Sam è nero e gay, e nell’epilogo adotta una figlia con suo marito; la vecchia signora Hawkins, che ogni anno passa le feste nella locanda, si rivela essere stata un’amante lesbica della nonna di Andy, originaria proprietaria dell’edificio, e con tutta tranquillità na amato a modo suo un marito e un figlio, e ha voluto vegliare sul nipote di una donna che ha amato🥹 (oh mi sa che la bisessualità nella famiglia Greene era genetica LOLLL)
In una carinissima scena finale del conto alla rovescia di capodanno e un riferimento al COVID con qualche mascherina, questo libro si conclude in modo realistico e per niente melenso, ricordando che lo stesso titolo e soprannome della locanda, nato come una leggenda del fatto che ci andassero spesso persone single, può essere anch’esso un cliché ribaltato delle holiday romance fatte di buoni sentimenti banali e borghesi: “cuore solitario” non significa “solo”, neanche nella fascia dei thirties in cui tutto il mondo ti dice che sei uno sfigato se non hai un partner stabile. I due protagonisti ne hanno riscritto le regole e non sono né cambiati innaturalmente né, però, sono rimasti gli ermetici con problemi di autocommiserazione dell’inizio.
Hanno solo trovato un altro tipo di affetto e di modo di guardarsi, una chiave di lettura valida e innovativa soprattutto per un romanzo italiano, che infatti è importante che sia disponibile come auto pubblicato (ma ovviamente vorrei che avesse più notorietà grazie a una casa editrice :( io sogno eh). Nel mentre mi hanno fatto stra ridere con quelle cose “assurdamente da film” e una struttura inscatolata perfettamente, dando un output diverso. È molto più da magia del Natale un percorso del genere, che rimane fedele ai valori d’inclusione e diversità, rispetto alle solite storie!🥹🎅🎄🤶🎉💒⛰️💌
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Premetto che questo libro non è stato ciò che mi aspettavo da un romance con una protagonista aroace: probabilmente all'interno del romanzo ciò che si avvicina di più alle mie aspettative iniziali è la relazione tra Rebecca e Hannah (amerei un prequel su di loro) e la risoluzione del terzo atto. Sicuramente non mi aspettavo che il sesso avesse un ruolo così importante (anche se non ci sono scene di sesso descritte sulla pagina). Tutto sommato però il romanzo mi è piaciuto molto: il gioco metanarrativo sui tropi del romance è ben fatto e la chimica tra i personaggi è credibile. La grande pecca per me sono i primi capitoli dal punto di vista di Rebecca, che non fa altro che lamentarsi e criticare. Capisco che fosse il suo fatal flow, ma il personaggio (come poi emerge) non si riduce solo a questo, e avrei preferito che venisse mostrato subito, per avere la possibilità di affezionarmi a lei. In particolare, da persona autistica ho trovato insopportabile il suo uso eccessivo di iperboli aggressive (esempio inventato: "Rebecca entrò in ufficio decisa ad accogliere ogni 'Buon Natale' con un colpo di mazza da baseball in fronte"): il fatto che naturalmente non abbia/avrebbe mai agito su di esse mi rendeva impossibile fidarmi di lei. Ma questo elemento specifico è di sicuro colpa mia.
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Sono rimasta piacevolmente sorpresa, un romance che prende tutti gli stereotipi e i canoni del romance e ci gioca, li stravolge, li mixa e li usa in modo ironico. Lettura molto piacevole, dialoghi veloci, divertenti, ben equilibrati e tante reference per i millenians che non possono che ridacchiare leggendone. Solitari ma non soli, asessuali ma in relazione, bisex e etero. In questo libro c'è un po' di tutto e tutto ben mescolato. L'unico "appunto", ma è un gusto totalmente personale, ho trovato i personaggi troppo "italiani" inseriti in un contesto come il Vermonth, ma capisco che fosse anche funzionale ad alcune parti della storia. Davvero una bella scoperta, spero che Stagi continui come autrice.
Rebecca, giornalista newyorkese cinica, schietta e con una vena nerd, viene mandata a forza dal suo capo a recensire un piccolo hotel sperduto nel Vermont, conosciuto come "Locanda dei cuori solitari". Lì troverà Andy, il proprietario, un uomo dal passato pieno di vissuti difficili che si dà da fare per non veder fallire la sua attività, già pericolosamente in declino. Dopo un inizio complicato i due cominciano a conoscersi meglio, con tutti i risvolti del caso. Ma è la classica commedia romantica natalizia? I cliché ci sono tutti, messi in scena platealmente e con consapevolezza, ma, come vediamo, il libro nasconde molto di più.
Devo ammetterlo. Questo libro mi ispirava tantissimo, ma al tempo stesso non sapevo cosa aspettarmi. Una commedia romantica per una protagonista aroace mi incuriosiva, ma, non conoscendo ancora l'autrice, non sapevo come sarebbe stata trattata la cosa, e una parte di me temeva il "aromatica ma poi trovi la persona giusta". Quando Serena mi ha offerto la collaborazione, ho capito che i miei timori erano completamente infondati. "La locanda dei cuori solitari" è una commedia dalle vibes romantiche, sì, che però non snatura mai la protagonista, ma anzi, si adatta a lei. Il lieto fine dei film natalizi è sempre lo stesso. Lei incontra lui in un paesino e si mettono insieme sotto la magia del Natale. Ma quanti altri finali alternativi potrebbero esserci, tutti ugualmente validi e felici? Quante possibilità anche lontane dall'ideale che abbiamo interiorizzato ci aspettano, se solo ci apriamo a vederle? "La locanda dei cuori solitari" esplora queste possibilità in modo magistrale e assolutamente irresistibile.
Rebecca, che non vuole ASSOLUTAMENTE vivere una commedia romantica personale, si ritrova in una serie di cliché invernali scontatissimi ma pericolosi, come il rimanere bloccati da una bufera in un'adorabile casetta addobbata a festa, o l'incontro con una vecchia fiamma di Andy. Niente, però, è come sembra. La realtà è molto più sfaccettata di un'edulcorata versione di essa, e i problemi di Andy e Rebecca sono assolutamente reali, come reale sarà il loro doverli gestire. RRebecca imparerà a mettere in discussione se stessa senza paura di andare a fondo, chiedendosi quanto dei suoi desideri lavorativi e personali venga da lei e quanto invece le sia stato imposto, e Andy imparerà a lottare per quello a cui tiene e ad aprirsi agli altri, famiglia e amici in primis. Sia Andy che Rebecca sono personaggi veri, reali, con mille sfaccettature, e li ho apprezzati senza alcuna difficoltà.
I temi affrontati sono tanti, ma tutti gestiti molto bene. L'asessualità e l'aromanticismo sono approfonditi nel corso del romanzo, dando vita a riflessioni non scontate e a una rappresentazione diversa da quella che ha di solito la comunità asessuale (la comunità aromatica, di rappresentazione, invece di solito non ne ha proprio nessuna). Rebecca, infatti, non rifiuta a priori le occasioni di fare sesso, senza che questo la renda meno ace. Un controsenso? Se leggerete il libro vi renderete conto che non è così, e che lo spettro asessuale racchiude in sé moltissime esperienza diverse.
Oltre a questo, il libro approfondisce il tema del lutto, del bisogno di realizzarsi al di fuori delle aspettative che gli altri hanno per noi, dell'amicizia, dell'importanza dei rapporti umani, del fatto che una relazione, persino una relazione romantica, non segua leggi scritte nella pietra ma possa invece obbedire a regole nuove, scelte da noi.
È un libro divertente, irriverente, pieno di riferimenti nerd che mi hanno fatto morire dalle risate e un paio di colpi di scena che non avevo previsto, eppure allo stesso tempo è un libro che fa riflettere su di noi e le scelte che facciamo ogni giorno.
Voglio quel tipo di lavoro perché è ciò che mi piacerebbe fare, o perché mi hanno insegnato che quella posizione è una posizione di successo? Voglio davvero che la mia relazione sia così, o potrei esplorare altri modi possibili? Davvero se una cosa non dura per sempre significa che non è stata importante, o che non mi ha lasciato nulla?
Se leggerete questo romanzo, saranno solo alcune delle domande che potreste farvi. Vi auguro una buona lettura, e soprattutto una buona vita💜
Ringrazio di nuovo l'autrice per avermi fornito una copia digitale del libro! #gifted
®️•Serena è stato un piacere poter collaborare con te. Ti auguro il meglio, perché lo meriti tantissimo❤️.
📖 Rebecca, blogger newyorchese, asessuale, si trova a dover passare una settimana in Vermont, a recensire la "Locanda per cuori solitari", ed è qui che incontra il solitario Andrew. Per Rebecca inizia così una sorta di "sconvolgimento emotivo" in piena regola!.
•Sono tanti gli aspetti ad avermi colpita in questa storia, più di tutti è stato il modo in cui Serena ha rappresentato il tema dell' Asessualitá di Rebecca, condizione di cui si parla davvero molto poco, ma che crea disagi e barriere sociali enormi. Ringrazio l'autrice per aver usato tanta delicatezza e tatto, nel trattare altri temi importanti come quelli sulla salute mentale e la rappresentazione Lgbtqa+.
•Rebecca, che dire di lei...Unica! Il suo modo di essere senza filtri e di dire quello che pensa così, su due piedi, me l'ha fatta amare ancora di più ed è riuscita a strapparmi tanti sorrisi. Andy dal canto suo, può sembrare il classico ragazzo buono ma sfigato alla ricerca dell'amore, ma anche lui come Rebecca, è un personaggio decisamente fuori dagli schermi! •Ho adorato tutti Trope che l'autrice ha sparso per la storia, riuscendo ad incastrarli con naturalezza e perfezione, creando una storia scorrevole e profonda dove tutto è al posto giusto al momento giusto. In men che non si dica mi sono ritrovata a leggere capitolo dopo capitolo, con una smania pazzesca nel voler scoprire sempre di più sui personaggi e sulle vicende che li coinvolgono.
•L'ambientazione è suggestiva e molto bella, soprattutto non stereotipata. Per quanto possa essere natalizia, non vi è minimamente quell'aria pomposa e pesante di festa, al contrario, l'atmosfera risulta tranquilla e delicata.
•La locanda dei cuori solitari è un libro che tutti dovrebbero leggere perché oltre ad intrattenere il lettore, lo fà anche riflettere su come ognuno di noi sia perfetto così com'è e che la diversità non è sinonimo di "SBAGLIATO".
Wow A caldo: mi è piaciuta molto la crescita di questi due, il modo in cui hanno affrontato i loro problemi e l'importanza dei sentimenti Adorato i dialoghi tra Andrew e Rebecca, il modo in cui si incontrano e scontrano Plottwist ben orchestrato La descrizione del malessere che provano i protagonisti è ben fatta Menzione speciale alla signora Hawkins Soundtrack: 1+1 di Matteo fausini, decisamente
Finalmente un romanzo in cui i protagonisti sono entrambi orsi!!! Un po' lungo ma veramente divertente, un romance non stucchevole e con molta verve. Molto singolari tutti i coprotagonisti, ma soprattutto Sam e la signora Hawkins. Leggetelo se avete voglia di allegria!
Terzo libro letto nel 2024 e terzo libro da 5 stelle. Penso di poterlo tranquillamente inserire nell'elenco di quelli che sono i miei libri preferiti/comfort books. Mi ha fatto riflettere tanto, mi sono rivista in tante cose ed è stato divertentissimo da leggere. Avevo un po' paura del "finale non convenzionale", ma l'ho trovato perfetto, un lieto fine coerente con tutto il romanzo. E in un perfetto commento stile Rebecca (spero!): "la volete finire di scrivere libri belli che poi mi viene il blocco del lettore?!". Sul serio, sarà una sfida trovare qualcosa, adesso, che regga il confronto con questo libro :')
Un attimo prima stai ridendo come una scema per le citazioni nerd e l’umorismo da millenial (che non si trova spesso nei romance italiani a meno che non siano autopubblicati), l’attimo dopo pensi a quanto sia difficile fare scelte controcorrente, qualunque esse siano, quando il mondo ti dice che le cose si fanno solo in un modo. Ma siamo a Natale e qui succedono un sacco di miracoli... Ho adorato Rebecca con il suo sarcasmo e la sua fragilità, e la sua splendida amicizia con Hannah, messa sullo stesso piano del rapporto che instaura con Andy, che finalmente riesce a dar la scossa alla sua vita che temeva di non saper gestire... e non è il classico lieto fine più o meno consapevole di celebrare l’amatonormatività. Se questo è l’esordio di Serena Stagi, sono curiosa di leggere i prossimi libri!
Finalmente. Avevo bisogno di questo libro e finalmente è arrivato: “La Locanda dei Cuori Solitari” si distingue come un'avventura romantica fuori dagli schemi che ridefinisce il concetto stesso di commedia romantica. Ciò che rende unica questa rom-com è la sua capacità di sfruttare e sovvertire i tropi tradizionali del genere. L'autrice dimostra una maestria nell'esplorare la complessità delle relazioni umane e nel mettere in discussione le aspettative del genere romantico. La narrazione si snoda attraverso momenti divertenti e toccanti, mantenendo una freschezza che distingue questo romanzo dalle produzioni convenzionali. Ci sono tutte le cose di cui sentivo il bisogno di leggere. A partire da una rappresentazione aromantica e asessuale (e non solo) assolutamente credibile, che va oltre la semplice definizione e rompe parecchi stereotipi: la protagonista non è solo questo, è molto di più, e non è confinata nelle semplici etichette. Da persona nello spettro aroace, devo ringraziare l’autrice. Inoltre, secondo me questo libro andrebbe bene anche per chi si vuole avvicinare all’argomento anche se, come sottolineato dall’autrice, è rappresentato solo uno fra i tanti modi di essere aroace. Vengono inoltre toccati con delicatezza temi molto importanti, come la salute mentale, la violenza domestica, l’eteroamatonarmatività, la paura e allo stesso tempo la validità della solitudine, il BDSM… Lo stile scorre come olio, ed è divertentissimo: ho divorato il libro in qualche giorno anche se in pieno blocco del lettore (ulteriore ringraziamento all’autrice). I dialoghi sono perfetti: fanno ridere, sono pieni di imprecisioni, mal interpretazioni (consapevoli e non) e, per questo, umani e credibili. I personaggi sono tridimensionali, mai banali o scontati. L’atmosfera è evocata alla perfezione: mi è sembrato di essere veramente nel Vermont. Infine… ALLERTA SPOILER: ho trovato molto interessante il dialogo fra Andy e Dylan dopo essersi rincontrati. Avevo iniziato a farmi un’idea di quello che era successo fra i due, ma il perché non mi era ancora chiaro. Ed è tutto fuorché banale. È complicato, contraddittorio, umano. Mi è sembrato un dialogo vero, come se fossi lì ad assistere, a cercare di capire i personaggi o a non capirli affatto. Non proprio uno spoiler ma una menzione speciale va alla signora Hawkins: mitica <3.
A dire il vero non so nemmeno da dove cominciare, ci sono così tante cose da dire! Okay, ci sono: prima di tutto è un anti-romcom quindi, tutte le regole e i clichè che tanto piacciono nelle commedie romantiche sono impacchettate in questo libro e dopodichè capovolte e stravolte (come quanto si fa una torta e tutti i frutti di bosco sono nella parte sottostante, e quindi per forza bisogna girarla, così almeno stanno sopra).
I personaggi sono magnifici, a partire da quelli principali(Rebecca e Andy), entrambi cocciuti, entrambi grumpy, ed entrambi sarcastici (anche se in modi differenti). Proprio per questo motivo, leggere questo libro è stato molto divertente e leggero. Non che non tratti di tematiche importanti come l’asessualità o la community queer (credetemi ce n’è veramente tanta e ho adorato ogni singolo personaggio) ma un altra cosa importante in questo libro è la famiglia, posso infatti affermare che questo è un found family.
Ritornando al tema principale e ad uno dei motivi che mi hanno spinta a fare questa collaborazione (grazie mille serena) è proprio il tema dell’asessualità e dell’aromanticismo, sfortunatamente non ancora molto rappresentata. Rebecca, la protagonista fa parte della comunità aroace e la vive nel proprio modo, scontrandosi anche con un dubbi esistenziali. Ho trovato molto interessante questa parte, soprattutto perchè mi interessava molto vedere storie anche di altre persone su questo tema e mi sono dovuta “concentrare” per comprendere a pieno. (Non in senso negativo, anzi! Apprezzo tantissimo quando un libro mi fa pensare)
Ma vogliamo mettere tutte le citazioni nerd su Harry Potter ma anche altri film e libri? Ho adorato fino all’ultimo tutto quanto.
Finisco con parlarvi dell’ambientazione: adatta al 100%, da persona freddolosa mi sono rivista moltissimo in Rebecca (e lo ammetto, non so se ci sarei andata in quella locanda sperduta visto la situa di gelo e neve). Mi sono immaginata le casette innevate che mostrano di solito nei film natalizi ed è stato magico. Magico come il pensiero che questo libro vuole trasmettere: essere aroace non indica essere soli, non provare amore ed essere dei piccoli Grinch, al contrario! Esistono vari tipi di amore, altrettanto belli e altrettanto luminosi e caldi (soprattutto che riscaldano durante gli inverni nel Vermont).
"La locanda dei cuori solitari" è stato una bellissima sorpresa. Senza farlo apposta, l'ho letto nel periodo natalizio, ma sono certa che un'eventuale lettura sotto all'ombrellone sarebbe stata altrettanto gradita (nonostante l'ambientazione decisamente invernale) 😁 Mi sono bastati pochi paragrafi e le parole della protagonista che descrive i suoi capelli bianchi capaci di rispuntare "con la stessa caparbietà di Schwarzenegger che riemerge dagli edifici in fiamme" per capire che stavo addentrandomi in un libro caratterizzato da una scrittura non tradizionale e moderna. Il romanzo è pieno di riferimenti geek/nerd a Star Wars, Harry Potter e tanti altri classici della cultura di massa, ma è anche una rom-comedy decisamente non convenzionale che vuole abbattere (per stessa affermazione dei due protagonisti Andy e Rebecca) i cliché del romanzo rosa tradizionale. L'autrice prende i tropes narrativi più comuni delle rom-com (letterari e cinematografici) e li abbatte con le sferzanti osservazioni della lingua tagliente di Rebecca, anti-eroina per eccellenza, personaggio aroace descritto meravigliosamente e capace di coinvolgerti nella sua visione un po' cinica del mondo. Ad accompagnarla lungo il cammino è Andy, che a prima vista incarna lo stereotipo del maschio alfa un po' burbero e scontroso, ma che in realtà nasconde una personalità che a ogni nuovo capitolo rivela un piccolo pezzo di un puzzle intricato, da scoprire pezzo dopo pezzo. Il romanzo racconta la storia di due protagonisti (e di una moltitudine di personaggi secondari) come difficilmente ne abbiamo visti e letti in passato. E dire che ho imparato qualcosa di nuovo leggendo questo libro, sarebbe dire poco. Consiglio "La locanda dei cuori solitari" a tutti coloro che hanno bisogno di identificarsi con qualcuno, di sapere che il lieto fine non è sempre quello che tutti si aspettano: a volte il finale può essere diverso, inatteso, quasi insperato. Ma ciò non significa che non sia esattamente ciò di cui avevamo bisogno fin dall'inizio.
intanto voglio ringraziare tantissimo l'autrice per avermi mandato una copia digitale del libro 💞
ero molto curiosa di leggere questo libro, in quanto romanzo indie italiano e con una protagonista aroace e tutto sommato sono contenta di esserci finalmente riuscita.
è stata una lettura molto leggera e divertente, per iniziare l'anno nel modo giusto. non sono mancati i momenti più seri e sentiti e l'ho apprezzato molto. i personaggi e le loro interazioni mi sono piaciuti molto e, nonostante fossero molto "cliché", mi hanno intrattenuta volentieri per tutta la durata del libro.
purtroppo non sono riuscita ad apprezzare appieno questo libro, in quanto ho fatto davvero fatica a digerire il finale, probabilmente per colpa mia in quanto mi aspettavo una cosa totalmente diversa viste le premesse a cui sembrava puntare l'intero romanzo (e sono sicura sia stato ben calcolato dall'autrice proprio per questo motivo). avevo un'idea ben definita di cosa sarebbe successo e probabilmente questo ha condizionato molto la mia opinione e malgrado abbia provato in tutti i modi ad amarlo, posso dire che mi ha lasciata un pochino con l'amaro in bocca.
da persona ace però ho apprezzato molto la rappresentazione e la trasparenza con la quale è stato trattato il tema dell'assessualità e dell'aromanticità e per quanto non sia riuscita a rispecchiarmici al 100%, è sempre bello vedere autorə usare le parole giuste senza filtri o paure.
nonostante tutto però posso dire che l'autrice ha fatto un ottimo lavoro e che sono davvero curiosa di leggere altro di suo perché in queste pagine c'è davvero un gran potenziale.
❄️ Curiosando su Instagram ho scoperto: La locanda dei cuori solitari di @serestaiserena una rom-com sorprendente con un'ambientazione invernale/natalizia da sogno e dei personaggi veramente speciali.
🟪Lei, Rebecca, è una ragazza aromantica e asessuale che ama i romanzi rosa anche se si considera agli antipodi di tutto ciò che rappresentano. Scrive per un blog di lifestyle, che odia, e pochi giorni prima di Natale viene mandata nel Vermont per recensire una locanda per cuori solitari. 😍 E qui, come nella più classica delle storie romantiche, incontra Lui, Andy, un sexy e malinconico ex avvocato che gestisce l'albergo.
⚠️ Ma i cliché da film rosa non sono finiti, enemies to lovers, neve che blocca i due, i protagonisti che si ritrovano uno sopra l'altro dopo una giocosa lotta, il ritorno dell'ex, il disastro, lui che corre da lei e molti altri... Inserirli tutti insieme è stata una scelta consapevole e ironica dell'autrice che rende il libro molto molto divertente (visto che più Rebecca cerca di evitarli più ci si ritrova dentro) ma che fa anche riflettere sulle relazioni e sugli assurdi dogmi della società moderna riguardanti "l'amore".
💭 I protagonisti sono due grumpy trentenni disillusi e pieni di problemi e ansie, con cui la scrittrice crea una descrizione generazionale accurata e genera una grande empatia.
🌈 Oltre ai protagonisti il punto forte della storia sono i dialoghi taglienti e ironici, le tante citazioni pop/nerd a film e libri ma soprattutto la rappresentazione queer, che è ben fatta, senza stereotipi né spiegoni, molto spontanea e aperta a riflessioni, Rebecca si mette in gioco per capire chi è veramente, tra etichette che non dicono tutto e le continue (e moleste) influenze della società, momenti emotivamente potenti che mi hanno colpito profondamente.
🌶️ Ma quindi se la protagonista è aromantica e asessuale che romance è? Ci sono momenti romantici? C'è il sesso? Si, la questione sembrerebbe un controsenso ma solo perché c'è tanta disinformazione. Non voglio farvi spoiler ma è tutto gestito perfettamente, ci sono momenti dolci e altri più intimi e spinti, ma niente descrizioni troppo esplicite e ho apprezzato così perché è stato giusto per la storia. 😁 Il ritmo è molto scorrevole ed è stata una lettura divertentissima, ho notato giusto qualche svista e dei momenti un po' più farraginosi, ma sono pochissimi e non intaccano la bellezza della narrazione. 💕 Anche il finale è stata una splendida sorpresa, degno di una commedia romantica ma innovativo, preserva la caratterizzazione dei protagonisti e dona una grande senso di libertà di essere se stessi. 👍 Questo libro mi è piaciuto così tanto che ci sarebbero tantissime altre cose da dirvi e che probabilmente non vi ho spiegato bene ma concludo consigliandovi di leggerlo perché è stata una lettura estremamente potente, che tratta tematiche importanti e attuali, dolce e divertentissima.
a tratti cringe ma mi è piaciuta la riflessione sul fatto di non dover per forza essere in una relazione per essere felici. inoltre la relazione tra rebecca e hannah mi ha ricordato molto quella tra georgia e rooney di loveless