Leben wie ein Straßenbahnführer? Mit vorgegebener Strecke und genau festgelegtem Fahrplan? Will Michele das wirklich? Federico jedenfalls nicht. Die Geschichte zweier Freunde, zweier Lebenswege, zweier Lieben – reich an starken Bildern und Gefühlen und doch lausbübisch und charmant erzählt.
Fabio Volo was born near Brecia, Italy, in 1972. He is a writer, actor, and host of popular radio and television shows. He is the author of One More Day and Daybreak. Volo’s books have sold nearly five million copies in Italy.
Un Volo senza ritorno. Irriverente, trasgressivo, poco discusso. Un attore per "caso" da rivedere e riapprezzare. Un mito per molti adolescenti che adorano la sua scrittura geniale, forte, intelligente. È capace di far sorridere e ridere, è un intervistatore istrionico, un conduttore spassosissimo di programmi televisivi, un attore cinematografico convincente e dotato. Come direbbero i giovani, Fabio Volo è un grande. Scoperto da Claudio Cecchetto, esattamente come Fiorello, è l'incarnazione più simpatica del politicamente-corretto: non è mai razzista, misogino, sboccato, ma intrattiene il pubblico con pensieri comici semplici e genuini. Incompatibile con la tv dei nostri giorni, è forse fra i più talentuosi volti della nuova commedia italiana.
Cantante, conduttore radiofonico/televisivo e scrittore Seppur nato a Bergamo, si sente bresciano nel cuore e a tutti gli effetti. Brescia è stata la città nella quale ha trovato il suo rifugio e i suoi amici, fin da quando, dopo le scuole medie comincia a guadagnarsi il pane in qualche lavoro saltuario: come panettiere nella forneria del padre, come barista e, il più importante, il cantante di musica dance che lo porterà a incidere alcuni singoli fra il 1994 e il 1995 per l'etichetta Media Records. Uno di questi "Volo", gli dà l'idea per il suo nome d'arte. Assunto a Radio Capital nel 1996, scoperto da Claudio Cecchetto, Radio Deejay lo scippa a Radio Capital nel 2000 per affidargli "Il volo del mattino", ottimista morning show che ancora conduce. Dal 1998, passa al piccolo schermo come conduttore, accanto a Simona Ventura e Andrea Pellizzari, del programma "Le Iene" su Italia 1. Fra il 2001 e il 2002, è a MTV, all'interno della quale conduce "Ca'Volo" e "Il coyote". Negli stessi anni è anche su Italia 1 con "Smetto quando voglio" e "Lo spaccanoci", divertentissimo talk show in seconda serata. Nel 2006, ritorna su MTV con "Italo-Spagnolo", programma trasmesso da un attico di Barcellona e, visto l'enorme successo del programma, replica con "Italo-Francese" (2007), condotto da un appartamento di Parigi e "Italo-Americano – Homeless Edition" (2008), all'interno del quale, con il suo amico Ivo, studierà (scherzosamente) i modi di vivere dell'America e la sua cultura. Importantissima per Fabio Volo è la carriera di scrittore che gli offrirà la fuga dalla facile etichetta di attore e conduttore. La sua opera prima "Esco a fare due passi" è un successo di oltre 300.000 copie, mentre "È una vita che ti aspetto" (2003) diventa il best-seller dell'anno, seguito da "Un posto nel mondo" (2006), "Il giorno in più" (2007) e "Il tempo che vorrei" (2009). Non contento, si dà anche al teatro con "Il mare è tornato tranquillo", pièce scritta e diretta da Silvano Agosti e con le musiche del grande Ennio Morricone.
Il Volo cinematografico Molteplici i rapporti con il cinema, anche se il mestiere d'attore non è certamente il suo lavoro principale. Debutta nel 2002, diretto da Alessandro D'Alatri, con Casomai (2002), storia d'amore e odio di una coppia di sposini. Lui è Tommaso, la sua partner, Stefania Rocca, è invece Stefania. È così convincente nel ruolo del marito che viene nominato al David di Donatello come miglior attore protagonista. D'Alatri è così soddisfatto che lo chiama anche per La febbre (2005) con Valeria Solarino, Arnoldo Foà, Julie Depardieu e Cochi Ponzoni impegnati nella storia di un geometra trentenne (Fabio Volo, per l'appunto) che è pervaso dalla sua voglia di essere utile al mondo, ma anche dall'amore che prova per la bellissima Linda. Volo è perfetto per il ruolo del protagonista, Mario Bettini, ed esce vincitore anche da questa sfida cinematografica. Nel 2
Faccio fatica a capire da dove cominciare per cercare di esprimere al meglio quanto è brutto questo libro. Di base sono tre le cose che davvero lo rendono brutto brutto brutto in modo assurdo:
a) è scritto male, dove per male intendo veramente male. Ogni singola frase è una frase fatta, ogni singolo concetto espresso è degno della peggior frase dei Baci Perugina, ogni singolo dialogo suona finto come la plastica. La sensazione è quella di uno che prova, prova, prova, si sforza tantissimo di scrivere qualcosa di originale, di rottura, di giovane e libero, e finisce per scrivere un'immensa cagata infarcita di luoghi comuni (nonostante la missione che il libro si proponeva fosse quella di abbatterli, questi luoghi comuni) e frasi finto-progressiste tipo "basta, voglio farmi una vita nuova; noi siamo più di questo, ci meritiamo di meglio; amiamo noi stessi e per questo riusciamo ad amarci a vicenda" e via idioteggiando.
b) La trama è ridicola. Il plot in sé è molto lineare, ma va be', dal plot non si giudica mai niente, semmai è il modo in cui viene rielaborato per diventare trama che deve pesare; e infatti pesa. Non accade niente che non sia abbondantemente prevedibile già da pagine o da capitoli interi, ogni singolo risvolto di trama è un cliché. I due amici d'infanzia -- poi però uno vuole rifarsi una vita e gira il mondo all'avventura e diventa una persona migliore mentre l'altro resta a casa ad abbrutirsi e sprecare anni; poi l'amico torna -- e muore, dando così la spinta all'altro per partire a godersi la vita; durante il viaggio incontra la fidanzata del migliore amico morto -- ed è ovviamente incinta. Sono una serie di singole banalità che se fossero una ogni tanto probabilmente non sarebbe una tragedia, ma qui vengono presentate TUTTE ASSIEME e tu non sai da cosa difenderti prima.
c) I personaggi non esistono. Sono solo nomi, veicoli sulle bocche dei quali mettere frasi fatte al ritmo sostenuto di una cinquantina per pagina. Se dovessi descriverveli per le loro caratteristiche, non ci riuscirei, perché non ne hanno. Alla fine della lettura si ha la chiara impressione di aver letto una storia fatta di fuffa capitata a personaggi che non sono nemmeno burattini. Sono bocche. Che parlano. Dicendo stronzate, peraltro. E questo è più evidente che mai specie nel personaggio di Francesca, love interest del protagonista, della quale non sappiamo niente a parte il fatto che le piacciono i libri e vuole fare la libraia. Non sappiamo nient'altro di lei, ed è la figura femminile attorno alla quale ruota tutto il romanzo, per darvi un'idea della vacuità assoluta del tutto.
C'è poi una questione più complessa, che è quella che mi porta ad essere così severa con un libro che altrimenti sarebbe stato brutto ma innocuo, e che invece non lo è: dalla prima all'ultima pagina, questo romanzo, velandosi di una patina di adorazione per l'universo femminile, è in realtà uno dei libri più sottilmente e subdolamente maschilisti e sessisti che mi sia mai capitato di leggere. La donna è sostanzialmente vista come creatura salvifica solo ed esclusivamente in relazione all'uomo. Di base, il messaggio che si trae alla fine del libro è che la donna esiste per rendere l'uomo un essere umano migliore. Stiamo parlando di un concetto di donna che era in uso, signore e signori, nel Milleduecento. Ed almeno lì ad usarlo in via metaforica (e mistico-religiosa) erano Dante e Petrarca, che le parole sapevano maneggiarle con cura.
In ogni caso, tutto l'amore per le donne che il libro esprime è sostanzialmente rivolto alle donne che non rompono le balle agli uomini. A tutto il resto delle donne, Volo dedica questo paragrafo:
Francesca era cambiata dopo il mio ritorno. Aveva smesso di parlare con quelle frasi con cui ogni tanto se ne usciva ma che non le appartenevano veramente. Quelle frasi che spesso usano le donne e che fanno semplicemente parte di un coro. Alcune le aveva dette anche a Federico: 'Il mio sogno è farmi una famiglia', 'Smetto di fumare appena rimango incinta', 'La fedeltà è una questione di rispetto', 'Sono una persona un po' particolare', 'Sono brava a dare consigli agli altri, ma non a me stessa'. Francesca era fuggita da quello stereotipo, da quella categoria di donne. Quelle donne totalmente inconsapevoli di essere sul cammino che ha come traguardo finale l'isterismo. Si era per lo meno salvata da quello. Non era una donna isterica.
Che per quanto mi riguarda dice tutto su ciò che il libro esprime riguardo l'universo femminile, spogliato di tutte le menate finto-esistenzialiste di cui si ammanta.
Oltre la misoginia e il sessismo e il maschilismo imperante, oltre la trama inesistente e le frasi fatte, oltre i personaggi-sagome di cartone ed il loro sviluppo forzato seguendo la via del finto-new-bohemienne, resta un libro volgare, vuoto e sboccato, in cui se non si sta parlando di cacca e pipì si sta parlando di scopare, e quando non si sta parlando di nessuna di queste due cose si stanno impilando concetti di libertà personale e sviluppo umano a casaccio, senza un senso e senza soluzione di continuità.
Non lo consiglierei neanche ad uno a cui voglio male.
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Pessima scrittura per un’inutile e patetica sequela di luoghi comuni, oltre il limite del ridicolo e della tollerabilità. Bisogna però concedere un piccolo “merito” a Fabio Volo: l’involontaria risibilità di certi passaggi (si legga l'estratto sottostante) rasenta spesso il sublime, regalando al lettore degli spassosi attimi di ilarità.
«Una cosa che mi piace dopo aver fatto la spesa è vedere il sedano che esce dal sacchetto. Non so perché, ma quel ciuffetto verde è un’immagine che mi piace. Anche la baguette mi fa lo stesso effetto. Andrei a vivere a Parigi solo per quello. Adoro le cose che escono dai sacchetti.»
Perfetta lettura per la sala d'attesa dell'ospedale, non c'è che dire, in questo ha assolto la sua funzione e gli si potrebbe anche dare un due stelle, se non fosse che l'umorismo in fatto di cessi, cacca e scorregge è veramente una cosa vecchia, una roba anni ottanta, e non sono sicura che facesse ridere o sorridere nemmeno allora. Quindi non si dovrebbe andare oltre la mezza stella, ma posso arrotondare a una tutta intera per l'edizione: una bella carta spessa e il bordo colorato in tinta con la copertina. Perché non hanno fatto una collana così bella e colorata anche per altri autori un po' più abbordabili?
Fabio Volo sa scrivere, o almeno io ho apprezzato il modo in cui scrive in questo libro, che è l’unico suo che ho letto (e leggerò). Solo che non riesce a “tenere il ritmo”, nel senso che a lungo andare diventa monotono, ripetitivo e banale. La prima parte del romanzo mi era piaciuta. Il quasi-padre nell'attesa del lieto evento ripercorre le fasi salienti della propria vita passata. Temi un po’ sfruttati, d’accordo (e forse più propri di adolescenti che di trentenni o giù di lì!), ma trattati con leggerezza, spontaneità e senso della misura: l'insoddisfazione nei rapporti sociali, l’innamoramento incapace di evolvere in amore, l’incomprensione in seno alla famiglia e l’amicizia come unica certezza, il senso di abbandono per la perdita della madre che poi si rinnova per la morte improvvisa dell’amico del cuore, nonché (udite, udite!) la fuga per cercare se stessi. A mano a mano che si procede nella lettura, però, si resta nell'attesa di ulteriori sviluppi, che purtroppo non arrivano mai, e la narrazione continua a ruotare intorno agli stessi argomenti: il protagonista finalmente “si è trovato”, è appagato in quanto è riuscito a dare un senso alla propria esistenza, è immensamente grato a chi gli ha indicato la via per realizzarsi ecc... Il problema è che per il lettore tutto questo ha un gusto un po’…insipido.
Forse mi aspettavo di più. I primi capitoli non mi hanno convinto e in generale ho trovato un po' scollegata la storia da un capitolo a un altro. Dopo le prime 100 pagine comunque diventa una storia interessante che spinge a finire il libro.
Sono piacevolmente sorpresa da questa storia!! Mi ha fatto ripensare alla vita; questo libro è scritto bellissimo e ho provato molte sensazioni diverse quando l’ho letto. Un libro semplice con un sacco di significato!
Ein ganz billiges, schwaches Buch voller plumper Kalenderweisheiten, einem Frauen- und Männerbild zum Heulen und diskriminierenden Zeilen (vor allen Dingen auf „Dicke“ hat der Autor es abgesehen). Dieses Buch wurde in Italien ca. 1 Mio mal verkauft?! Was zur Hölle…
Devo ammettere che Fabio Volo non mi piace per niente. Ma siccome questo libro mi è stato regalato, e siccome i pregiudizi a volte sono sbagliati, cominciai a leggerlo. A metà l'ho abbandonato, perché è un pessimo libro. L'italiano utilizzato è davvero di basso livello, lo slang milanese usato durante tutto il libro (e non solo nei dialoghi) è a dir poco irritante. Le storie da pub sono poco interessanti, banali e poco adatte ad un libro. In una parola: SCADENTE. Un libro noioso riguardante il nulla.
Ne ho lette tre pagine ogni giorno di settembre, poi ho fatto fuori il resto domenica mattina, febbricitante, perché non ne potevo più di vederlo; onestamente, è una roba così terribile che ho bisogno di uno scrub al cervello. Ora e sempre, Volo alla gogna.
Pillekönnyű könyv útkeresésról, az első felét kifejezetten élveztem, a végére picit meguntam, ott már mintha rácsodálkozna a főhős önmagára. Inkább a fiatalabb korosztálynak lehet érdekes.
Dieses Buch ist ... für ganz andere Menschen geschrieben. Zumindest halte ich mich für jemanden, der so ganz und gar nicht in die Zielgruppe passt, dass ich den zweiten Stern bei der Beurteilung auch nur deshalb vergebe, weil ich mir vorstellen kann, dass es den einen oder anderen Teenager gibt, der damit durchaus etwas anfängt.
Nachdem ich diesen Roman nun gelesen habe muss ich feststellen, dass ich die Frage nach seinem 'Inhalt' nur mit Mühe beantworten kann. Die Rahmenbedingungen sind klar: Eine Figur stirbt - eine andere muss damit umgehen. Freilich wird sie dabei glücklich und zufrieden, findet Liebe und Erfülltheit - und muss dabei einzig darauf Acht geben nicht im Kitsch zu ertrinken.
Die gepressten Versuche eine Art 'philosophischer Fragestellung mit passender Antwort' zu etablieren sind teilweise vor Allem deshalb eher plump, weil vom Autor gegebenen Antworten nichts weiter als Träumereien sind, gerade dazu geeignet das stereotype Teenager-Mädchen für einige Augenblicke der Realität zu entheben.
Die vermittelte Quintessenz ist: Wenn Dir was nicht passt, fahr einfach weg.
Denn nichts weniger machen die Figuren in diesem Buch. Der Protagonist fährt so mir nichts dir nichts vom heimatlichen Italien davon und findet sofort überall Anstellungen. Er arbeitet einfach als irgendwas. Wird sich schon alles richten, lebt er vor, denn "Planen" und "Nachdenken" ist ohnehin reaktionär.
Ein persönlicher Höhepunkt für mich war, als quasi angedeutet wurde, dass das gemeinsame Kind des Protagonisten und seiner 'Francesca' von selbiger ihm "anvertraut" wurde (intakte Beziehung), während sie sich einfach mal 10 Tage nach Mexiko verdrückt.
Ich halte mich für einen fortschrittlich denkenden Menschen - aber die Botschaften dieses Romans halte ich für bedenklich, versimpelnd und im schlimmsten Fall sogar für schädigend. Denken vor dem Handeln geht vor Abstand zwischen sich und seinen Problemen (vorläufig) vergrößern um darauf zu hoffen, dass sich eh alles von alleine regelt.
Dieses Machwerk empfehle ich Menschen, die das Leben (umgekehrt) viel zu ernst nehmen. Personen mit Kleinkindern und solchen, die keine Lust darauf haben eines Tages zu erwachen und festzustellen, dass das Leben ohne geregelte Verhältnisse dann zur Qual wird, wenn man alt ist, möchte ich davon abraten. Und allen, die ihre Zeit nicht verschwenden wollen. Obwohl auch das manchmal sein muss. ;)
Questo è un libro che fa pensare, che tra i numerosi riferimenti alla sensualità, il mondo corporale e le cose del comune, di ogni giorno, emergono le più profonde domande della vita. Dove andiamo? Cos´è la vita? Qual è il vero senzo della amicizia, della famiglia e dell`amore tra una coppia? Davvero un libro che ti domanda e aspetta la tua risposta. Mi è piaciuto un sacco!!
Recensione completa sul Blog➡️ https://lettricitralestelle.blogspot.... Premetto che è un libro che “non ho scelto di leggere”..mi è arrivato tramite un’iniziativa di scambio libri. Probabilmente altrimenti non avrei mai scelto un libro di quest’autore… così a pelle… anche se devo ammettere che il risultato finale non è stato così tremendo come immaginavo. Il libro racconta principalmente la storia della vita di Michele. Una vita fatta di monotonia e tristi sorrisi, una vita nel posto sbagliato. Fino a quando un evento che sconvolgerà tutta la sua esistenza lo aiuterà a svegliarsi e uscire dal suo bozzolo. È evidente che durante il suo percorso il protagonista subisca una crescita personale notevole, ma boh… l’ho trovato un libro abbastanza piatto e prevedibile, con alcune parti davvero bizzarre e improbabili. Solitamente apprezzo molto le frasi “significative” che gli autori inframezzano qua è la nel libro, com’è questo il caso, mille frasi da sottolineare e ricordare, ma forse anche troppe. In conclusione, penso sia un libro “normale”, senza niente di così spettacolare, ma che si fa leggere volentieri.
A me Fabio Volo è molto simpatico, a differenza dei suoi detrattori, però un paio di cose che lo riguardano mi danno da pensare:
1) la quantità freudianamente preoccupante di riferimenti a cacca e pipì che inserisce nei suoi monologhi radiofonici e
2) il fatto che sia uno dei quattro o cinque scrittori più acquistati e letti d'Italia, ma al contempo i film tratti dai suoi romanzi siano sempre sistematicamente dei flop di pubblico. Come si spiega? Com'è che la folla delle sue fan lo abbandona in blocco appena cambia media espressivo?
Parlando di Un posto nel mondo - poca roba, ma quantomeno ha il dono della scorrevolezza - l'opinione comune è che si tratti di un romanzo sul "coraggio di inseguire i propri sogni", o giù di lì. Che in linea di massima è vero; più nello specifico, tuttavia, alla luce del finale si capisce che al netto delle tonnellate di lirismo pseudopoetico ostentato il sogno del protagonista, e presumo anche dell'autore, è avere una relazione fissa con una donna e magari costruirci anche una famiglia senza essere obbligato a conviverci e a rimanerle fedele. Al che sono costretto a diventare anch'io triviale come da punto 1: Fabio, e grazie al cazzo!
(Per la cronaca, è più o meno la stessa morale di L'amore è eterno finché dura, 2004, ad oggi l'ultimo film valido di Carlo Verdone).
È stato un libro stupendo, scrittura molto semplice, e ,soprattutto, scorrevole. Ho amato come l’autore abbia trattato tematiche abbastanza pesanti in modo molto naturale facendole percepire quasi in modo più leggero. Ammetto che inizialmente non mi abbia molto preso, infatti i primi cinque capitoli mi hanno un po’ annoiato, ma subito dopo questi il libro è stato un turbinio di emozioni che mi hanno tenuta attaccata fino all’ultima pagina.
Prekrasna knjiga koja potiče na razmišljanje o vlastitom životu i smislu življenja, što je ljubav i kako voljeti nekoga. Žao mi je što je samo ova knjiga prevedena na hrvatski, a knjige mu na žalost nisu prevedene ni na engleski. Najtoplija preporuka.
Kütüphanede görüp okumaya bir anda karar verdiğim kitaplardan biri, kitabın adını dahi yeni öğrendim, okurken hiç dikkat etmemişim. Kitabın dışına dikkat etmesem de içine dikkat kesilip, sayfaları merakla çevirerek okudum. İtalyan edebiyatının farklı bir tınısı var sanırım, henüz isimlendiremesem de farklı bir yanı var, ilerleyen zamanlarda bulurum umarım, bu kitapta da onu hissettim ancak açıklamakta acizim.
Dünyada Bir Yer, "hayatın anlamı" kitapları gibi fakat yazar kitabı tamamen bu eksende tutmayarak daha samimi bir hava vermiş. Baş karakter ve anlatıcı olan Michele ve onun hayatta kendine yer edinebilmesini okuyoruz, kitabın ilk ağızdan olması karakterle özdeşleşip, olayları anlamaya yardımcı olmuş. Kitabın dili de çok hafif, satırlar müthiş bir kayganlığa sahip, okurken yormuyor ve sizi kitapta tutuyor. Genel olarak iyi bir kurgusu vardı, yazar karakterin geçirdiği aşamaları iyi bir kurguyla sunuyor ve kitabın sondan başlaması da yerinde bir hamle olmuş. Ancak kitap ilk başlarda yakaladığı tempoyu zamanla kaybediyor ve yazar kısa tutması gereken sonuç bölümünü gelişmeyle birleştirip fazla uzatıyor, ki bu da kitabın büyüsünü bozmuş bence. Bazı şeyleri okura bıraksa da mesajı verip bitirse daha iyi olabilirdi diye düşünüyorum.
Dürüst ol, sakın bana aynı şeyleri yapmaktan, her zaman aynı yerlere gidip aynı insanları görmekten sıkılmadığını söyleme. Hiç içinden hayatın çok daha fazla anlam yüklü olduğu geçmiyor mu?
Kitapta işlenen "hayatta yerini bulma ve kendini tanıma" fikri kendine yetersiz bir yansıma bulmuş gibiydi, yazar daha geniş bir çerçeveden bakmalıydı bence. Yazar hayatın anlamından çok insan ilişkileri üzerine doğruyu bulmak gibi kısıtlı bir alan ile kendini sınırlamış tabii bu sınırlandırma kitaba da yansımış. Yazar kitabı otuzlu yaşlarda yazmış yanılmıyorsam, bunun da etkisi olabilir, biraz daha hayat tecrübesi daha iyi bir bakış açısı sağlayabilirdi.
Bu saçma sapan gezegene önemli bir şeyler yapmak için geldiğime dair bir his var içimde, ama ne olduğunu anlayamıyorum... Sen nasıl anlaşılır bu şey, biliyor musun? Beh... Hayatımı çöpe atıyor gibiyim.
Dünyada Bir Yer genel olarak güzel bir kitap, okurken sıkmıyor ve içinde bolca güzel cümle var. Karakterlerin baştaki toyluğu ve bunun yansıtılma biçimi gayet başarılı olsa da sona doğru yazarın aynı başarıyı gösteremediğini düşünüyorum, yine de okumaya değer bir kitap bence.
Hayallerine gerçekten onlarla karşılaşmak istediğini göstermelisin ki, onlarda zorlanmadan sana uzanan yolda tek başlarına yürüyebilsinler. Hayallerin bizim yürekli olduğumuzu bilmeye ihtiyaçları vardır.
Son olarak eklemek istiyorum ki, kitabın çevirisi genel anlamda kötü olmasa da bazı yerlerde çok aceleye getirilmiş gibiydi, keşke daha çok emek verilseydi.
Hiçbir şeyim yoktu, mobilyam bile. Ama kendimi dopdolu hissediyordum, içim dayalı döşeliydi.
No, no, no! Di cosa stiamo parlando, me lo spiegate per favore? Cos'è questa roba, questo "romanzo"? Cos'è questa pesantezza in delle frasi e dei periodi che, paradossalmente, sono da prima elementare? Ho sempre avuto remore nell'iniziare a leggere qualcosa di Volo. Io e i suoi libri, ad una prima occhiata fugace, ci respingevamo a vicenda, riluttanti e schifati. Io non capivo lui e lui non capiva me. Il coraggio che ho avuto nel farmi avanti è più che encomiabile, e non starò qui a spiegarvi dove l'abbia potuto trovare: lo ignoro pure io. Mi sono addentrato in un universo parallelo al mio (sì, perché non credo ci incontreremo mai) in una storia che di per sé non ha nulla di male. Se la presentate in un vassoio, insipida così com'è, può darsi che qualcuno faccia pure lo sforzo per afferrare le clips e assaggiarne un po'. E fino a qui siamo d'accordo. Poi, però, man mano che proseguivo nella lettura, si faceva strada sempre più un retrogusto stucchevole e poco invitante: era lui, il condimento, lui che, tra frasi fatte, situazioni banali e personaggi che-io-boh-non-capirò-mai, dava al piatto un sapore che Dio ce ne scampi! Qualche buono spunto qua e là e qualche risata, lo devo ammettere, ma nulla di più. Vi consiglio caldamente di passare oltre, troverete di certo qualche altro piatto più gustoso e raffinato a dei prezzi anche più bassi. Nel vastissimo menù letterario, non fermatevi alla prima pagina: là ci stanno tanti bestseller preconfezionati che potete benissimo evitare!
When I started to read this book I was a little prejudicial since I'm not very fond in showman's books. Anyway, for a reason or an other I ended up reading it. And it was surprising. I wouldn't have thought that I'd like this book so much and the thought that this one could be so deep never crossed my mind. But it is deep, indeed. For sure this book won't change the literature course, but we can say that it is something worth to read. Like every book that challenges with pain and loss it's quite hard to read it without being caught, and I wouldn't say that I "enjoyed" it. I loved it. Volo tried to show the human nature with simply words and he succeded. There is no attempt to be a poet or whatever, it's just a ironic look on life from the eyes of the main character. The emotions are so well told that I wonder if "Michele" is a portrait of the author himself. Anyway, this book has good spots about life and self-help and I think that it could be really helpful for everybody to take a look on it.
Minden ugyanarról szól mostanában. Azt mondják létezik valami kollektív tudat, amiben minden gondolat és okosság benne van a világon és én biztos vagyok benne, hogy Fabioval mi azonos szinten, de még egy fakkban is vagyunk, mert ebből a kollektívből nekünk ugyanazok a gondolatok szivárognak át a tudatunkba, csak ő sokkal jobban át tudja adni őket.
Aki tudni akarja, hogy milyen naaaagy és világmegváltó gondolatok fordultak már meg a fejemben, meg hogy mikkel értek egyet a nagybetűs élettel kapcsolatban, az olvassa el ezt a könyvet, meg az összes Volot.
A vége felé, meg a közepén itt-ott kicsit érzelgősre sikerült ez a könyv, de nem a gyerek témában, mint vártam, hanem az életszeretettel és az élet megélésével kapcsolatban. De nem bántam, érzelgős lettem, mertem az lenni. Mert az egyik legfontosabb dolog az életben szerintünk (Fabio és énszerintem) a bátorság, úgyhogy gyerünk, csináljátok meg, amit már ezer éve szerettetek volna, ne törődjetek senkivel, ne keressetek kifogást, merjetek élni! Eat (or fuck) the world - as you like it! :P
Adoro come Fabio Volo riesca a farci vedere la realtà da altre angolazioni, sottolineando le cose che davvero contano e spesso dando origini ad interessanti spunti di riflessione con uno stile semplice alla portata di tutti. Ma in questo caso mi è parso che si sia spinto un po' troppo oltre, che sotto certi aspetti la storia di Michele e Francesca abbia quasi sfiorato l'assurdità. Tuttavia, oltre al lato riflessivo che è quello preponderante, ho trovato la trama in sè molto bella, in parte drammatica, ma capace di suscitare intense emozioni dando molta più sostanza all'intero libro.
Piu' leggo Volo e piu' mi ci ritrovo in molte sue esperienze. Chi non vorrebbe vivere certe storie, semplici nella loro complessita'? Questa crisi d'identita'che attanaglia la nostra generazione, quella cresciuta con il boom economico degli anni 80 ... Questo libro mi ha arricchito, mi ha posto delle domande su questioni intime ed interiori che spesse volte ci rifiutiamo inconsciamente di porci
A három könyve, amiket eddig olvastam tőle, ez tetszett a legjobban. Valószínűleg azért, mert olyan témát és kérdéseket feszeget, melyek már régóta engem is foglalkoztatnak. Mi az életünk célja, és hogy tudunk változtatni. Igaz, hogy ugyanezek a mondatok és gondolatok köszönnek vissza a pszichológiai önsegítő könyvekben is, csak ez egy történetbe van ágyazva.
-Ho imparato que il contrario dell'amore non è l'odio. L'odio è assenza d'amore, così come il buio è assenza di luce. L'opposto dell'amore è la paura. -La felicità non è fare tutto ciò che si vuole, ma è volere tutto ciò che si fa. -Amo le labbra. Le amo perché sono costrette a non toccarsi se vogliono dire "ti odio" e obligate a unirsi se vogliono dire "ti amo".
Psicologia spiccia, da giornali divulgativi, una storia prevedibile, anche nel finale. Il racconto di un are che vuole essere eccezionela e modello per tutti, mentre tutte le storie d'amore vere sono dei piccoli miracoli e segni del destino. Libro pretenzioso
Well I really loved this book there isn't a book of Fabio Volo that I didn't like .The writing style of this author always puts mein deep thoughts .it made me realize that we should enjoy life like there is no tomorrow
Purtroppo ho letto questo libro ai tempi del liceo! (2006/2007) anche se scorrevole la trama è patetica come le scelte familiari dei personaggi! Sconsigliato