Chi è Florian Chevalier e perché ha bruciato la casa del sindaco di Val Salice? Questo si domanda il giornalista Rubino Traverso, intenzionato a scoprirne di più e sorpreso che nessuno voglia raccontare nulla. Quando, proseguendo le ricerche, inizia a ricevere disegni bizzarri e strani messaggi intimidatori, capisce la verità non deve venire a galla. Che cosa nascondono gli abitanti di Val Salice? In un agosto spazzato dal vento, Rubino scoprirà a poco a poco che perfino un piccolo paese sperduto fra i monti liguri ha i suoi scheletri nell’armadio. E dovrà a tutti i costi scoprire quali. Cosa sei disposto a perdere pur di conoscere la verità?
Prima di tutto ringrazio l'autrice per la copia digitale che mi ha gentilmente inviato.
Nell'agosto del 2000, Rubino Traverso e la sua famiglia si trasferiscono dalla città a Val Salice - nell'entroterra ligure. Il motivo è legato principalmente a problemi sul lavoro riscontrati dalla moglie, ma nemmeno il lavoro di Rubino va a gonfie vele: se non trova presto un articolo interessante di cui scrivere per conto del suo giornale, la sua rubrica è praticamente già cancellata.
Fermatosi nella farmacia del paese limitrofo, la donna al bancone gli accenna ad un incendio avvenuto vent'anni prima in cui tale Florian Chevalier avrebbe dato fuoco alla casa del sindaco - uccidendo lui, la moglie e il figlio. Tutti dicono che fosse pazzo come sua madre, ma è davvero quello il motivo per cui lo ha fatto? Oppure c'è qualcos'altro dietro?
Rubino rimane incuriosito dalla storia, ma in paese sbatte contro un muro di silenzio e viene accolto con sguardi sospettosi. Perché nessuno ne vuole parlare? Perché tutti gli dicono di stare alla larga dalla storia? Cosa non vogliono che venga alla luce?
Presto Rubino inizia a ricevere disegni e filastrocche inquietanti, tutte firmate a nome dell'Usignolo. Che sia davvero Florian Chevalier a minacciarlo? Nonostante alcune incertezze le minacce non fanno desistere Rubino, ma sarà disposto a pagare il prezzo della sua ricerca?
Dopo un inizio forse un po' lento, questa storia a tinte a tratti horror ha saputo davvero coinvolgermi - specialmente nella seconda metà. Rubino è un uomo come tanti, un giornalista che ripensa con nostalgia a quelli che chiama i Tempi Felici con la moglie Rossana e la figlia Stella - quelle istantanee di vita così perfette che chissà come si sono perse, lasciando i rapporti tra loro a volte troppo tesi e con una comunicazione non sempre ottimale.
È Val Salice stesso ad incutere timore, con i suoi cambi repentini di tempo e con i suoi abitanti che diffidano della gente nuova e che tengono i loro scheletri ben sepolti. A Val Salice c'è più di quello che incontrano gli occhi e Rubino lo scoprirà a caro prezzo grazie a persone che non sono quello che sembrano e altre che si rivelano invece un aiuto inaspettato - in questo senso, togliendo la componente fantascientifica che qui non si applica, mi ha ricordato molto Wayward Pines di Blake Crouch.
A circa metà della storia, l'autrice ha fatto una scelta che reputo davvero coraggiosa: forse una piccola parte di me se l'aspettava, ma quella più grande non poteva credere a quello che stava leggendo. La determinazione di Rubino ad andare in fondo alla storia diventa sempre più forte e da quel momento in poi iniziano le prime vere scoperte e i primi veri colpi di scena. L'epilogo poi colpisce come una mattonata.
Scritto in maniera impeccabile, Io sono l'usignolo nasconde segreti e crudeltà e alla fine mi è rimasto solo un interrogativo - quello riguardo la sorte di un certo personaggio, ma visto come sono poi andati i fatti posso averne un'idea. L'autrice ha saputo intessere una storia che, per quanto alcuni dei suoi personaggi risultino sospettabili e viscidi, non è mai così prevedibile da esclamare "ah, lo sapevo!" - anzi, sono rimasta sorpresa più di una volta. E il finale è qualcosa a cui penserete per qualche tempo.
Il giornalista Rubino Traverso rischia di perdere il posto di lavoro: deve trovare assolutamente un articolo memorabile per accontentare il suo capo. Così, dopo essersi trasferito con la famiglia a Val Salice, comincia ad indagare su un vecchio incendio che distrusse una casa ed uccise 3 persone. Da quel momento però comincerà a subire minacce, ad incontrare compaesani omertosi ed a ritrovarsi misteriosi messaggi a casa. Cos'è che vogliono nascondere gli abitanti del paese? O meglio: chi vogliono nascondere?
La storia è decisamente ben scritta, e lo stile narrativo non perde appiglio dall'inizio alla fine: alcuni punti sono magari troppo allungati e portano il lettore a chiedersi "a cosa mi serve saperlo", ma poi si arriva qualche capitolo dopo a dirsi "ecco, ora so perchè prima mi aveva raccontato che .. ". Ottimo lo stile e la parte linguistica (grammaticale e lessicale), e sebbene sia un romanzo autoprodotto non presenta nessun refuso e nessun errore: questo a significare che, se si sa scrivere correttamente, lo si sa fare anche senza una casa editrice alle spalle. Promosso!
Romanzo ben scritto, con una trama scorrevole e fluida. Mi è piaciuta molta l'ambientazione in un piccolo paese, con un contorno di personaggi descritti in maniera realistica e l'atmosfera tipica dei piccoli centri, dove i segreti vengono custoditi con cura dagli abitanti e si trascinano per decenni. Mi hanno anche piacevolmente sorpresa alcuni colpi di scena che proprio non mi aspettavo, come quello che divide a metà la storia.
Il romanzo è ambientato nella nostra Italia, Liguria, in un piccolo paese dal nome Val Salice, dove un giornalista, Rubino Traverso, stanco delle città decide di trasferirsi con la sua famiglia, sua moglie Rossana e sua figlia Stella. Rubino è un uomo semplice, che vive la sua vita come se fosse racchiuso in una fotografia, con la sua Reflex si sente libero, e con le sue foto rivive momenti felice ormai lontani. Come tutti i giornalisti è dotato di una forte curiosità e, nonostante non sia entusiasta del suo trasferimento a Val Salice, la sua vita in qualche modo cambia. In una buia e umida farmacia di paese, viene a conoscenza di un fatto accaduto nel 1979, che a Val Salice tendono ad occultare. Il motivo? Per dimenticare? O per celare verità scomode che è meglio tenere nascoste Come ho già detto, Rubino è un uomo molto semplice, il classico giornalista curioso, che decide di indagare e scoprire la verità sull'incendio nel quale morirono il sindaco e la sua famiglia. Il suo personaggio è veramente particolare, non esagero quando dico che sembra vivere di momenti, di istantanee, racchiuso in una foto tenta di colmare un vuoto che si porta dentro ormai da tempo. Nonostante il suo essere anonimo e semplice, con il suo arrivo, smuove le acque direi "torbide" di un piccolo paese di montagna, dove le persone non amano parlare, tantomeno di quel fatidico incendio.
Questo romanzo, mi ha attratta dal titolo e infine conquistata, una giusta dose di mistero avvolge questo paese, che si plasma perfettamente alla trama. La scelta dell'ambientazione è fondamentale e l'autrice ha scelto il luogo giusto, il paese omertoso, che non parla, che decide di nascondere i suoi scheletri. Rubino mi ha trasportata con sé alla ricerca di indizi, nelle biblioteche, nelle chiese, nei boschi, luoghi dove si racchiude un mistero che chi è vicino a lui tenta di nascondere. "Le labbra della donna si stirarono verso l'altro. «Ne dubito. A Val Salice nascondono bene i segreti.» Non replicai, le rivolsi un saluto e mi avviai all' uscita. La camicia appiccicata alla schiena come una seconda pelle. «Fossi in lei troverei un altro argomento per la sua rubrica.» Mi voltai. La vedova Claretta aveva aperto il Tupperware. Aroma pungente di qualcosa alla griglia. Melanzane, forse. «Mi scusi?» «Trovi un altro argomento per la sua rubrica» ripeté la donna lanciandomi un' occhiata fugace. Prese una forchetta e infilza qualcosa. Scuro, rotondo, grondava olio. La sua bocca si allarga, una galleria pronta a inghiottire macchine. «Sembra che Florian non abbia mai lasciato Val Salice» altra forchettata. «E non ama che certe cose vengano rivangate. » «Ne è sicura? » «Così dicono ». Ma forse è solo un modo per spaventare i curiosi, chi lo sa. La vedova Claretta chiuse il Tupperware con un clock secco che risuona per la farmacia. Il gioco è finito, amico. Game over. «A Val Salice non amano che si aprano gli armadi. Gli scheletri, sa... »" Il Romanzo è ben scritto, semplice scorrevole, con un buon ritmo. I protagonisti come i luoghi sono ben caratterizzati, descrizioni accurate, e per ogni personaggio ha messo in risalto la caratteristica principale che predomina, senza mai scoprire troppo, lasciando sempre il dubbio di chi sia coinvolto o meno. La trama si infittisce, oddio chi sarà il colpevole? La trama ha un folto intreccio di misteri e intrighi, l'autrice ha mescolato bene la caratteristica dominate del Thriller con il dramma familiare e personale del protagonista. E così che tiene il lettore legato pagina dopo pagina e quando sul finale si pensa di aver risolto...boom! Un finale da paura, che ti lascia anche un po' perplessa, ma come? E ora? Consiglio assolutamente questo romanzo agli amanti del genere, vi auguro buona lettura, a presto!!!
È stata la prima opera che ho letto di Emanuela Navone. Mi è sembrato un capolavoro e mi ha spinto a leggere molti degli altri libri dell'autrice. È un libro che ti riesce a mantenerti incollato alle sue pagine. Racconta la storia di un giornalista che si ostina a scoprire chi abbia bruciato la casa del sindaco di un paesino sperduto di montagna. Ben presto si accorgerà non solo che nessuno gli darà una mano, ma addirura riceverà messaggi intimidatori. "Io sono l'usignolo" tiene il suspense fino alla fine. Assolutamente consigliable.
Intrigante dall'inizio alla fine, non smette mai di incuriosire e intrattiene bene. Scrittura scorrevole e di qualità. Alla lunga riesce persino a farti empatizzare con un protagonista che non è proprio uno stinco di santo. E anche I personaggi più secondari hanno il loro perché? Che vuoi di più?