Un frammento di vita vissuta, che ripercorre le tappe di un peregrinare all'ombra di Auschwitz. L'autrice, ebrea, vittima della persecuzione razziale, racconta la sua esperienza.
Il secondo libro di Elisa Springer, nel quale, a differenza del primo che è una vera e propria autobiografia, qui racconta, sotto forma di intervista, la vita durante la prigionia ma anche e soprattutto degli anni seguenti, e dell'importanza di trasmettere il dramma della Shoah ai più giovani. Un testo interessante, forse in alcuni punti un po' ripetitivo del primo. Per chi vuole conoscere l'autrice, consiglio appunto il suo primo libro, e poi un approfondimento con questo secondo.
Questo libro, successivo a Il silenzio dei vivi, è un'intervista in cui la Springer racconta nuovamente le sue vicende da deportata nei campi di sterminio nazisti, arricchiti di alcuni dettagli e delle esperienze vissute girando l'Italia raccontando la sua storia a giovani e meno giovani. Pur restando una testimonianza preziosa di una donna ancor più preziosa, mi è parso meno incisivo del libro precedente, dove l'urgenza di raccontare la propria storia probabilmente aggiungeva quel tocco personale in più.