Chiara ha 35 anni e una disastrosa situazione sentimentale. Vive a Milano con sua sorella Sara, sempre in lotta con il mondo. Ha una madre che le tiene in ostaggio con i suoi attacchi di panico e un pittoresco padre che vive a Cuba, che le ha mollate da piccole dopo averle sfrattate. Con questi presupposti non c’è da stupirsi che l’autostima di Chiara sia sotto terra: non crede neanche più di meritare un amore vero. Per questo accetta di iniziare una relazione clandestina col suo capo, che come da copione giura e spergiura di lasciare la moglie... Chiara è ironica, positiva, cerca sempre di perdonare le prepotenze altrui, ma non sa affermare il suo sacrosanto diritto all’amore e finisce puntualmente per fare da zerbino a uomini egoisti e superficiali. Destinatario dei suoi sfoghi è il dottor Folli, il suo analista, a cui ogni settimana racconta un capitolo della sua disastrata vita amorosa, dalle elementari in poi. Il dottore l’aiuterà a recuperare l’autostima, riaprendo ferite mai rimarginate e affrontando nuove battaglie.
Federica Bosco è scrittrice e sceneggiatrice. Appassionata di yoga e convinta sostenitrice dell’alimentazione vegan a cui sottopone parenti e amici, ultimamente sta anche imparando a fare il pane («Con i tempi che corrono è bene avere un mestiere in mano!»). Potete leggere di lei nel suo blog all’indirizzo www.federicabosco.com. Con la Newton Compton ha pubblicato Mi piaci da morire, L’amore non fa per me e L’amore mi perseguita, tre romanzi con Monica come protagonista, e Cercasi amore disperatamente: tutti hanno avuto un grande successo di pubblico e di critica, in Italia e all’estero. È anche autrice di uno spassosissimo manuale di sopravvivenza per giovani donne: 101 modi per riconoscere il tuo principe azzurro (senza dover baciare tutti i rospi).
In certi punti sfiora la soglia del melodrammone, perchè si intrecciano talmente tante vicende, spesso tristi o poco edificanti, che ci si chiede se è veramente la Bosco a scrivere. Però devo dire che scorre bene, la protagonista è molto simpatica e tremendamente umana e le sue vicende riescono ad appassionare fino alla fine, abbastanza scontata ma non del tutto.
È la solita Federica Bosco che mescola ingredienti come famiglia,amore amicizie e scrive una storia ironica un po' strappalacrime dal lieto fine Una lettura leggera senza particolare pathos gradevole nel suo genere è una garanzia
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Stupendo, mi ha fatto morire dal ridere, è la prima volta che leggo questi tipi di libri, devo dire che in alcuni punti mi sono ritrovata, anche se la mia vita non è sfortunata come quella della protagonista, comunque penso di prendere anche altri libri di questa autrice, questo libro l'ho divorato in pochi giorni. Lo consiglio se si vuole qualcosa di leggero e veloce.
Chiara, 35 anni segretaria in uno studio di avvocati nonchè amante del suo capo da due anni e mezzo. Decide di andare da uno psicoterapeuta per cercare di dare un senso alla sua strana, complicata e disperata vita sentimentale e familiare.
In certe parti questo libro ga davvero ridere. L'autrice ha una scrittura semplice che arriva dritta al punto.
Mi dispiace, ma leggerlo è stato un obbligo, un compito del corso di italiano. Tuttavia nos posso negare che è un libro divertente e di lettura fáciles, sopratutto per uno studente.
"Mi fermo sulla porta, mi volto e chiedo: «Dottor Folli... posso darle del tu?» Mi guarda e fa un grande sorriso. «Per adesso se lo scordi»"
A UNOBRAVO NON PIACE QUESTO ELEMENTO
Ormai penso di poter accettare con serenità che il genere chick lit mi piaccia finché rimane nei limiti della verosimiglianza, mentre quando non solo li attraversa ma li demolisce completamente come nei libri della cara Federica la mia pazienza viene meno. Ergo, "S.O.S. Amore" non è il libro fatto per me, ma non solo: non lo consiglierei ad un gran numero di categorie umane, come chi soffre di attacchi di panico, le vittime di stalking, l'ordine degli avvocati e quello degli psicologi, le persone queer, ma anche le donne e gli uomini etero cis, per il semplice motivo che potreste sentivi più o meno offesi dal contenuto di questo esilarante romanzo.
La trama all'apparenza è non solo innocua, ma anche incoraggiante: la nostra protagonista nonché narratrice è la trentacinquenne milanese Chiara, che comincia una serie di sedute di psicoterapia per risolvere i suoi problemi relazionali, in particolare la sua palese dipendenza emotiva a causa della quale si trova circondata da persone irrispettose e pronte ad approfittarsi di lei. Nella sua continua ricerca di approvazione, Chiara inizia però a mentire al suo terapeuta e si ostina a non seguirne i consigli, peggiorando ulteriormente la sua vita personale.
Con un atteggiamento simile Chiara non poteva sperare di entrare nelle mie grazie, ma la situazione è ben peggiore! sia lei sia il resto dei personaggi sembrano dei laureati in geologia che al contempo sostengano con convinzione il terrapiattismo: in buona sostanza, tutti loro capiscono benissimo quale sia la cosa giusta da fare, ma per ragioni imperscrutabili non la fanno mai. Per questo motivo mi trovo costretta a bocciare un po' tutto il piattissimo e prevedibile cast; perfino il dottor Folli -il terapeuta dal twist più scontato di un bikini a dicembre- non si salva perché a dispetto dei consigli condivisibili dati alla protagonista il suo approccio è l'antitesi della professionalità. Sono arrivata a sperare che si rivelasse un truffatore in stile Striscia la notizia per poter dare una giustificazione al suo comportamento.
E se la protagonista è così ricca di patetismo e povera di interessi personali, come poteva la sua storia essere intrigante? In questa narrazione tutto avviene per puro caso, in base allo scazzo estemporaneo di uno dei personaggi oppure con il preciso intento di ricreare una scena pescata a caso da una qualunque commedia romantica. Inoltre l'autrice non si prende neppure la briga di rileggere quanto ha scritto prima, incappando così in più di una contraddizione. Trattandosi di un romance, mi aspettavo che almeno l'aspetto sentimentale fosse affrontato con cura, invece ci troviamo di fronte a relazioni nate dal nulla che -nel momento in cui rischiano di naufragare- vengono salvate dal semplice trascorrere del tempo: nel giro di un paio di settimane la parte offesa dimentica per magia ogni torto subito.
Lo stile di Bosco non pare aver subito migliorie e, nonostante io possa capire il desiderio di non prendesi troppo sul serio adottando un lessico semplice e diretto, la leggerezza non è un lasciapassare per i refusi. Mi riferisco in particolare ad un utilizzo arbitrario della punteggiatura e della consecutio temporum tali da farmi pensare seriamente che nessun editor abbia messo mano al romanzo prima di mandarlo in stampa. La superficialità della prosa e del contenuto che caratterizza l'ottanta per cento del testo cozza poi terribilmente con la svolta pseudo-seria delle ultime venti pagine; mi è sembrata fuori luogo come una ballerina in tutù ad un concerto rock.
Di positivo c'è la scorrevolezza del testo che, per merito soprattutto dei suoi lunghi e numerosi dialoghi, permette di sciropparsi in poco tempo una quantità abnorme di scempiaggini con un atteggiamento bulimico simile a quello del binge watching. Per questo ho deciso di essere leggermente più generosa nella valutazione, anche perché in confronto con "Cercasi amore disperatamente" per lo meno questo romanzo è onesto verso i suoi lettori e non promette una storia per poi fornire una completamente diversa.
S.O.S. AMORE è uno di quei romanzi che non ti aspetti. Se qualcuno mi chiedesse di definire questo romanzo in due parole, non esiterei un secondo. Una bomba. È una bomba a orologeria con il conto alla rovescia innescato. La voce della protagonista, Chiara, rappresenta la voce di tutte quelle donne che almeno una volta nella vita sono inciampate (e che inciampo!!!) in una relazione amorosa – o meglio identificata come trappola amorosa – con un uomo sposato, magari molto bello e affascinante che ovviamente non farà che ripetere quanto non sia più innamorato della moglie, che non ricorda più perché diamine l’abbia sposata, che non la sopporta più, che non vede l’ora di divorziare da lei per poter stare finalmente con te e blablabla, ma che alla fine, chissà perché, non lascerà mai. Però, nel frattempo, perché non approfittare della tua debolezza e dargli dentro con la classica ragazza ingenua un po’ troppo sensibile che sin da bambina non ha avuto una figura materna o paterna di riferimento, che da sempre è stata circondata di persone che l’hanno trattata come un tappeto e che, crescendo in questo modo, non si rende poi pienamente conto di quel che fa credendo sempre a tutti e che non riesce mai a dire di no a nessuno??! Alzi la mano chi, nel corso della vita, non abbia mai conosciuto una Chiara. Una Chiara che di professione fa la segretaria in un prestigioso studio legale in centro a Milano e che si innamora di uno degli illustri avvocati, Andrea. Dal quale, personalmente, io mi sarei tenuta molto ma molto alla larga. Ma chi sono io per giudicare? E infatti non me la sento proprio di giudicare Chiara. Ognuno di noi nella vita deve sentirsi assolutamente libero di fare determinate scelte anziché delle altre, anche se agli occhi altrui risultano parecchio discutibili. Il problema poi sta nel conviverci.
Príbeh strelenej ženy (lepšie mi to znie v češtine praštenej😊), ktorá o sebe tvrdí, že vždy skončí v rovnakom probléme – len s iným menom.
Chiara – typická Talianka: temperamentná, citlivá, chaotická a naivne oddaná. Roky je milenkou svojho ženatého šéfa a stále verí, že sa kvôli nej rozvedie. Že sa zmení. Že tentoraz to bude iné. Znie ti to povedome?
Na terapeutických sedeniach u Dr. Folliho rozoberá svoje vzťahy – a poviem ti, čo vzťah, to blbec. Magnet na kreténov! 😅 Miestami som sa smiala, že toto niekto môže fakt zažiť, inokedy mi bolo zas ľúto. A priatelia? Tí tiež neboli žiadni spasitelia, skôr ju využívali. A o rodine, tej ani nehovorím, prečítaj si sama, možno v nej uvidíš aj tú svoju.
Práve v tom je tá sila knihy – ukazuje, ako neustále opakujeme tie isté vzorce, ak si neuzdravíme staré rany. Chiarine pravidlá ako si efektívne pokaziť život:
🤭je ženatý, 🤭je tvoj šéf, 🤭nie je tvoj typ = zaručený problém!
Tá ľahkosť a humor robia z knihy realistický príbeh plný ženskej úprimnosti, omylov a túžob. Podľa mňa po svete behá veľa takýchto Chiar – a presne preto ma táto kniha tak chytila a bavila.
Scrittura scorrevole e piacevole. uno di quei libri svuotatesta perfetti per i momenti un po' incasinati. La solita "favola" a lieto fine di una protagonista improbabile e un po' sfigata.. ma con cui ridi e soffri e con la quale ti riconosci sempre un po'. il tutto condito con una ironia di sottofondo che non sta per nulla male. COnsigliato tra un mattone e l'altro.. ma unicamente al lettorato femminile..
Questo romanzo esce in una riedizione contenente tre lavori della Bosco: “Cercasi amore disperatamente”, “S.O.S. Amore” e “101 modi per riconoscere il tuo principe azzurro”. Ho scelto di recensire il secondo proprio perché mi è piaciuto lo stile brillante e un po’ sfortunato della sua protagonista. S.O.S. Amore è un romanzo scoppiettante, divertente e che sì, tiene un po’ sul filo del rasoio. Ci sono stati momenti in cui sono diventata ansiosa pure io e dove cercavo disperatamente un via d’uscita per Chiara. In certi passaggi, infatti, la storia mi è sembrata un tantino esasperata, al limite della cecità. Ma a tutto c’è un ma… aggiungerei anche un forse, un però, un non si sa mai e anche un te l’avevo detto. Chiara si destreggia fra mille casini al limite dell’ordinario ma ordinariamente possibili, solo che a lei capitano tutte insieme, in un’unica soluzione. Ha una specie di “fattura”, che la porta sempre nei luoghi sbagliati nei momenti sbagliati. Ah, ovviamente scegliendo sempre gli uomini sbagliati. Poi si sa, quando si è innamorati ciò che gli altri ci dicono di negativo di quella persona, a noi sembra la cosa migliore del mondo. Così Chiara va avanti a son di “Chi si accontenta gode” ma senza ricordarsi che poi Ligabue aggiungeva un “…così, così…”. (Da interpretare a proprio piacimento.) La storia ha risvolti inaspettati e già a metà del libro, ci si trova ad incuriosirsi non solo delle evoluzioni della vita di Chiara, ma anche di quelle degli altri personaggi le cui vite tutto sommato non sembrano meno incasinate della sua. Chi non ha una sorella che urla, scagli la prima pietra! Chi non ha una madre con le malattie immaginarie, si faccia avanti! Chi non ha un amante posseduto dalla voglia irrefrenabile di fare l’amore su ogni superficie libera, alzi la mano! (In questo caso specifico si tratta di “scopare”, termine atto ad indicare la pulizia delle superfici in cui è possibile stendersi senza rompere nulla, o quasi). Chi non si accorge di avere a fianco l’uomo più speciale del mondo perché troppo occupata a farsi intortare dal Mastro Lindo del sesso, di cui sopra, beh, non sei sola, noi possiamo aiutarti! E Chiara ad un certo punto, nonostante le sedute di psicoterapia con un dottore che “ce ne fossero”, esplode. Si trova succube delle proprie paure, delle proprie bugie a fin di bene e della sua fragilità. E come dimenticarsi allora la regola “dire tutta la verità nient’altro che la verità, lo giuro”, spesso sostituita con la formula meno complicata del “negare sempre e comunque, negare fino alla morte”? Sì, perché mentire sembra essere la miglior scappatoia. Ma dentro la verità grida come un oratore che non sente se stesso. In fin dei conti, tutto torna. La ruota gira e cazzate simili. Il punto è che come Chiara, ci chiediamo quando questa caspita di ruota inizierà a girare a nostro favore, o magari a sganciarsi e finire nel deretano di chi ci ha fatto soffrire. Mentre ce lo chiediamo, però, il tempo passa. Come alla fine cerca di far capire il dottor Folli a Chiara, è meglio essere onesti, dire ciò che si pensa e non compiacere gli altri per aver un po’ d’amore in cambio. L’amore dobbiamo riceverlo a prescindere, non dobbiamo elemosinarlo! Il Baby Folli che ora è dentro la mia testa, è piegato in due dalle risate per la mia recensione! Perciò meglio se concludo. Leggere le imprese di Chiara e della sua troupe, è stato divertente, leggero e a tratti da ansiolitici. Lo dico con il sorriso sulle labbra, eh? Ho finito, vado a chiamare il dottor Folli. Ah, dimenticavo… lei s’innamora, il vero amore esiste, PUNTO.
Federica Bosco è considerata la Sophie Kinsella italiana e secondo me lo è, anche se il titolo se lo merita grazie alla serie di Monica. Questo romanzo invece mi ha stupito, dovrebbe far parte del genere chick-lit, ma conoscendo Chiara, la protagonista, viene lecito domandarsi il perché. Sì, ci sono battute e situazioni tragicomiche ma Chiara è diversa dalle altre protagoniste di questo genere. Chiara rappresenta tutte quelle donne che continuano a giustificare il loro uomo, nonostante le loro corna ormai tocchino vette altissime. Ma non ha il prosciutto sugli occhi solo con lui, ma anche con i propri amici, famigliari, conoscenti e qualunque essere umano presente su questa terra. Le parole preferite di Chiara sono "scusa" e "mi dispiace". È una persona convinta di essere nata per compiacere gli altri, una persona che confonde un favore con il farsi usare manco fosse uno straccio. Interessante il percorso che intraprenderà con il suo psicologo, che la aiuterà a prendere coscienza di sé. Ogni capitolo inizia con una seduta, in cui racconta un episodio (tragico) della sua vita. Non ho ancora capito se ho trovato questo libro più divertente o triste. Qui non si tratta di sfiga, ma di una condizione patologica che si è scelta la protagonista. A un certo punto ti viene voglia di entrare nel libro e dare una scrollata a Chiara e dirle di tirare fuori gli attributi perché veramente non se ne può più. Sì, mi ha innervosito parecchio, però è Chiara potrebbe essere una di noi perché ci sono tante Chiara in questo mondo che non hanno il giusto spazio e vengono messe in un angolo.
*** Attenzione: di seguito anticipazioni sulla trama (SPOILER) ***
Libro di piacevole lettura, tratta di un argomento verosimile. Chiara, la protagonista, vive a Milano con la sorella e ha un complicato rapporto con i genitori, da cui derivano i suoi problemi relazionali. Intrecciata una relazione clandestina con il suo capo in cui lei viene schiavizzata in tutti i sensi, la ragazza si rende pian piano conto del mondo che la circonda, ingannatore e falso. Aiutata da un pittoresco analista (il dottor folli, un nome, un programma) e dopo un viaggio in treno, Chiara capisce di meritare di più, si vendica dei torti subiti (le parti più esilaranti del libro) riuscendo persino a sciogliere i nodi della sua vita ottenendo l'Amore e la riconciliazione con i familiari. Con la A maiuscola.
Federica Bosco non è nuova a queste piccole grandi storie d’amore. Chi non ha mai letto la trilogia che vede protagonista Monica con le sue mille peripezie, ha perso qualcosa di veramente bello. Amori e contrasti, il lieto fine che sembra sempre bussare alla nostra porta. E noi che non riusciamo a girare la maniglia per aprire. Forse, con un piccolo sforzo, riusciremmo a gettare il cuore oltre l’ostacolo, forse una svolta ci attende…
Bello e divertente come mi aspettavo da Federica Bosco. Una protagonista improbabile e talmente fragile a livello emotivo da aver voglia di prenderla per le spalle per darle uno scrollone. Una serie di personaggi pittoreschi tra cui spicca lo psicoterapeuta più paziente del mondo... aspettavo ogni volta di iniziare il nuovo capitolo per sentire cosa il Dr. Folli (e sì, anche nei nomi la simpatia della Bosco non si smentisce!) avrebbe detto dei casini creati da Chiara. Scorrevole, ironico, ma in un certo qual modo anche istruttivo. Altro centro messo a segno da questa autrice che adoro.
Niente a che vedere con i libri precedenti, tutti da sbellicarsi dalle risate per l'ironia impeccabile. Questo sembra piu' una fiera delle banalita', dove le battute sono minime e sono state sostituite da un modo pseudo mascherato di dare consigli alla Raffaele Morelli. Peccato... speriamo che il prossimo torni a ricalcare le orme dei vecchi libri, altrimenti come questo ho paura che ce ne siano in giro a migliaia.
A Chiara capitano un po'troppi guai sentimentali. Il libro è ben scritto ma è più didattico che verosimile: l'autrice dipinge una panoramica di imbecilli a cui la povera Chiara inspiegabilmente si sottomette. Dell'ultimo, con l'aiuto del buon dott. Folli, riesce a liberarsi (sempre troppo tardi) e contemporaneamente a recuperare l'autostima. Il ricorso alla battuta ad ogni costo, a mio avviso, banalizza certe situazioni ed è un po'disturbante. Comunque carino.
Le risate che mi sono potuta fare! La Bosco crea sempre questi personaggi al limite dell'assurdo che proprio per questo sento estremamente veri e realistici. La mia estate all'insegna di quest'autrice sta funzionando :D
Carino, divertente, scorrevole e con tante situazioni in cui è facile riconoscersi. Tanti colpi di scena, anche e soprattutto alla fine... Andrò a leggere anche gli altri libri della Bosco:)