Einen glücklichen Sommer verbringen die Inuit-Großmutter Ninioq und ihr Lieblingsenkel Manik auf einer kleinen, unbewohnten Insel vor der Küste Grönlands. Sie trocknen den reichen Fang des Frühjahrs, und während der hellen Nächte vertreiben sie sich die Zeit mit Geschichtenerzählen. Unter der Anleitung der weisen Ninioq macht Manik die ersten Schritte auf seinem Werdegang als tüchtiger Fänger. Als der Herbst kommt, freuen sich die beiden auf die Heimkehr in die Siedlung. Aber die Boote, die sie zurückholen sollten, bleiben aus. Ninioq hält immer wieder vergeblich Ausschau. Was wäre, wenn sie den unbarmherzigen arktischen Winter alleine überstehen müssten? Was, wenn sie gar die letzten Menschen auf dieser Welt wären?
Den danske forfatter Jørn Riel (f. 1931) debuterede med romantrilogien "Mine fædres hus" (1970-72), men havde inden da rejst rundt i det meste af verden, blandt andet i forbindelse med forskellige erhverv. Jørn Riel var en del af Lauge Koch-ekspeditionenen (1951-53) og var efterfølgende udstationeret i Grønland i 10 år. Imellem 1964-71 arbejdede han hernæst som FN-observatør, før han omlagde sin karrierevej og blev forfatter. Riel har både udgivet store romaner såvel som små novellesamlinger, og i 2010 blev Jørn Riel tildelt Det Danske Akademis Store Pris, der udover hædersbevisningen består af 300.000 kroner.
una vecchia inuit, ninioq, si ritrova sola con il nipotino manik in un isolotto sperduto- in cui sembra che li abbiano dimenticati. la natura potentissima e crudele, le difficoltà quotidiane e la lotta per la sopravvivenza, i ricordi e le speranze. e, lontani eppure fin troppo presenti, gli uomini bianchi pronti a devastare un equilibrio che sembrava eterno- più pericolosi dell'inverno, dei lupi e degli orsi. bellissimo.
Il libro migliore che abbia letto, finora, per i Mondiali di Lettura 2018. Una vicenda avvincente sospesa tra il mito e l'antropologia, tra la leggenda e la storia. A tratti ho avuto la spiacevole sensazione che l'autore indulgesse nel mito del buon selvaggio, idealizzando gli Inuit, e, allo stesso modo, non mancano alcune esagerazioni narrative, tuttavia il racconto è intenso e coinvolgente e in più di un'occasione mi sono chiesta come sia possibile che questo libro non sia diventato un Best seller o non ne sia stato tratto un film. Davvero, sono grata ai Mondiali di Lettura che mi stanno dando l'occasione di avvicinarmi ad autori per me insoliti e a Viviana che mi ha consigliato questa lettura, così come pure "Leggere Lolita a Teheran".
Hm. Truth be told I read the shortened version by Readers Digest I had on my shelf for too many years. Did not enjoy the book too much as it was too slow. I think the longer version would have pleased me more, my feeling is that the interesting interior storylines have maybe been cut out or shortened too much to make sense in a whole. So, not for me, but maybe it´s the version and not the book´s fault.
"Paura della morte non ne aveva. Sarebbe giunta come una liberazione, il cambiamento lungamente atteso di una vita di cui non faceva più parte. Era della vita, invece, che aveva paura. Perché la vita era diventata vuoto e solitudine e timore per l'avvenire." J. Riel, Prima di domani, Milano 2009, p. 146
Ein intensives Buch mit schmerzhaftem Ende. Zu Beginn ein bisschen zu episch doch dann sehr interessant. Sprachlich direkt und zum Thema und Setting passend. Ein spannender Einblick in das Leben der Inuit. Das Nachwort gibt Aufschluss, wie es zur Idee für diese Geschichte gekommen ist. Sehr lesenswert!
Un libro che trasporta nel freddo della Groenlandia, la storia di una donna e di un bambino Inuit. In particolar modo mi ha colpito l'accuratezza nella descrizione del loro stile di vita, e della loro quotidianità, che viene mantenuta anche nel riportare il linguaggio usato dai protagonisti quando si riferiscono a loro stessi.
Bellissimo apologo di vita inuit, che prende spunto da una vicenda personale dell'autore, esploratore in Groenlandia. Non si può dire di più per non togliere gusto a questa breve e intensissima lettura, caldamente consigliata.
Completamente diverso da ogni altro libro Un testo diverso ma un po' anacronistico che ci descrive un mondo a noi sconosciuto. Non sono d'accordo sul finale. Da qui le tre stelle.