Roma, 17 febbraio 1600: Giordano Bruno viene arso vivo su un rogo per disposizione dell'Inquisizione. L'autore ricostruisce le vicende di un uomo che divenne il simbolo della libertà spirituale. In queste pagine rivivono gli anni della sua formazione, l'ordinazione a frate domenicano, i dubbi e le passioni, le dispute filosofiche, l'esoterismo, l'arte della memoria, i viaggi attaverso l'Europa per sfuggire ai tentacoli della Santa Inquisizione, poi l'interminabile processo, il carcere, la tortura e infine la morte.
"Me han dado papel, exactamente 300 hojas, una pluma, tinta y arenilla. ¿Por qué? Llevo ocho años pidiéndoselo. Hoy es Navidad. Pero eso no es ninguna razón para ellos. Dentro de siete días empieza un siglo nuevo. Evidentemente han decretado mi muerte y esos 300 folios constituyen mi cena de despedida. ... Unos fuegos artificiales chinos no alumbrarían para ellos con suficiente claridad el nuevo siglo; necesitan la luz de mi hoguera, para demostrarse a sí mismos y a todo el mundo que no se da una nueva era ni se dará jamás".
"Da molto tempo ormai non so più cos'è la morte, cosa l'odio. [...] Mi hanno solo messo in gabbia come un uccello, al quale non si fanno mancare né cure, né cibo, né acqua. Ma se a un uccello si impedisce di volare, deperisce, e io cos'altro ero se non la volontà di volare nell'infinità degli spazi? Solo per questo motivo ero un pericolo."
Eugen Drewermann è stato un sacerdote cattolico che nel 2005 ha lasciato la Chiesa dopo una polemica dottrinale che lo ha portato alla riduzione allo stato laicale. Nel 2008 ha scritto questa biografia romanzata, sottoforma di autobiografia di fantasia, di Giordano Bruno. Sembra sospetto l'accostamento tra la sua parabola discendente di studioso e teologo e quella del monaco-filosofo di Nola. Sembra... e lo è. Anzi, mi spingo oltre: sorge il dubbio (forte) che non abbia scritto di Giordano Bruno ma di se stesso. Tale dubbio mi nasce dal fatto che tutto il libro, scritto come un memorandum che Bruno avrebbe steso nell'ultima settimana del 1599, poche settimane prima di essere messo al rogo a Campo de' Fiori, è infarcito di questioni dottrinali e dialoghi infiniti con l'Inquisizione. È Bruno che si sta difendendo o Drewermann che si sta giustificando? Ma, al di là di questa questione, il libro è terribilmente noioso. Non è il primo, sicuramente, che parte dall'idea di una confessione che esplori una vita dalla fine, tentando di spiegare da vecchi e moribondi ciò che non si comprendeva pienamente da giovani (indagare le cause a partire dalle conseguenze è sempre più semplice). Ma una biografia che si rispetti deve contenere fatti, e qui, nelle oltre 300 pagine del libro, ce ne sono veramente pochi. Eppure la vita di Bruno è stata movimentata, avventurosa quasi. Insomma, Drewermann ha usato Bruno per i suoi scopi, forse per i suoi sensi di colpa, forse per i suoi attacchi. Ma Giordano Bruno questo non lo merita proprio.
i sogni sono una forma diversa del pensare Cos' è la verità senza la vita? Non mi piace imparare qualcosa che non amo Ogni cosa è il riflesso dell' universo. E' solo in quanto è parte del tutto. Male volgare o meschino e' solo cio' che si sottrae al circolo
Cos'altro è la magia se non il tentativo di creare una corrispondenza fra desiderio e realtà grazie ad adeguate rappresenta zioni che si tratta di attuare? Far bollire il sale nel pungente vapore del decotto, o allungare centimetro dopo centimetro le gallerie combattendo contro la durezza granitica della grovacca, tutto questo non è stregoneria bensì una ammirevole mistura di fantasia e applicazione, una magia in cui la prospettiva di un utile e della ricchezza è andata di pari passo a un'enorme tenacia e pazienza.
Io tuttavia non voglio «salvarmi» l'anima, la voglio preservare
Sono assolutamente convinto che un uomo può scrutare l'abisso di quell'insensatezza abitualmente definita < nascendo il pensier, muore il desio