Arrivano nella Siria del Nord da ogni parte del mondo per contribuire — qui e ora — a quella causa che eternamente si batte per cambiare lo stato di cose presente. Sono i combattenti internazionali delle le milizie popolari divenute celebri in occidente per essere riuscite a opporre all’avanzata dell’Isis una forza in grado di ricacciare la marea nera dello jihadismo ben oltre i confini del Rojava. Nella vita “precedente” erano persone studenti, lavoratori del braccio e del pensiero, precari di un Occidente che affoga nelle sue contraddizioni e giovani che lo stesso Occidente sembra escludere da qualunque ruolo. Al servizio di un’idea — di più, di un’utopia concreta — hanno messo la loro stessa vita, a volta perdendola in battaglia. In questo libro rendono la loro testimonianza. Affinché accanto alle parole fascismo, sessismo, razzismo, sfruttamento senza limiti dei territori e delle risorse naturali, oppressione di classe e assassinio della democrazia reale, costruita e vissuta dal basso, si possa finalmente scrivere «mai più».
“ Avrei voluto scrivere un finale diverso, uno in cui magari strappavamo il villaggio al nemico senza problemi, ma la realtà non è un bel racconto, e in fin dei conti per questa storia un finale ancora non c’è; sulle colline di Afrin si resiste, si vince e si perde, si vive e si muore, ma se la lotta non si spegne vuol dire che la speranza vive ancora “ - Lorenzo “Tekosher” Orsetti, martire italiano caduto combattendo contro la milizia fascista dell’Isis e per la causa della rivoluzione confederale nella Siria del Nord-Est
Un libro scritto e composto dai racconti di alcuni combattenti delle ypg provenienti da tutto il mondo. Ognuno ha lasciato la propria testimonianza, ha raccontato un pezzo di vita di questi volontari che mettono la propria vita a disposizione della lotta per le libertà nel Rojava. Ancora oggi, dopo tanti anni la guerra ai Curdi è ancora un fronte aperto. Un bellissimo libro.
Una raccolta di racconti da parte dei combattenti internazionali partiti per il Rojava. Davvero molto interessante, un resoconto di esperienze umane. Mi sarebbe piaciuto leggerne qualcuno in più.
Raccontare la guerra ma senza soffermarsi eccessivamente sui dettagli tecnici, sullo sfondo storico, sul perché diversi paesi (per perseguire diversi obiettivi) partecipano agli eventi in terra siriana è la premessa di questo libro. Immaginare la guerra non è difficile, perché ognuna nel mondo propone gli stessi risultati: morte, distruzione, povertà, affaticamento, armi, addii. Ciò che si legge in queste pagine ha a che fare con la vita in Rojava, con la quotidianità dei volontari internazionali che hanno raggiunto il Kurdistan per le più disparate ragioni ma con lo stesso intento, contribuire alla rivoluzione, sostenere la diffusione del confederalismo democratico che in Medio Oriente è senza precedenti. La morte stessa non segna la fine del contributo di ognuno, ma la loro seconda esistenza in forma di martiri, destinati a sopravvivere nella memoria perché ricordati ogni giorno dai combattenti ancora sul campo. Chiunque sa che i nemici dall'altra parte sono troppi e troppo forti per credere che le prospettive di liberazione possano concretizzarsi, ma abbandonare ogni tentativo sarebbe una perdita in partenza, non solo per i kurdi, ma per i valori universali e democratici che questa lotta incarna. Molto scorrevole. Poca storia ma tanta consapevolezza su come s'intende attuare il modello che i curdi intendono affermare e di cui ben poco si conosce.