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The Swedish Cavalier

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A thief and a nobleman, both down on their luck, cross paths on a bitter winter’s day in 1701. One, known locally as "The Fowl-Filcher,” is fleeing the gallows; the other, the callow Christian von Tornefeld, has escaped execution to fight for his Swedish king. Neither will reach his destination. Sent with a message to secure aid for von Tornefeld, the thief falls in love with his companion’s secret fiancée. He resolves to win her love for himself, and through a clever stratagem, exchanges his fate for the other man’s. Risking everything to attain the woman and station of his dreams, he becomes the Swedish cavalier, staying one step ahead of exposure. Later, he sacrifices everything so that is daughter won’t learn of his secret past.

In this book he considered his masterpiece, Leo Perutz has created a picaresque world of barons and brigands, swashbuckling dragoons and spurned lovers, gentleman farmers and masked robbers, and lucky parchments, magic spells, and mystical visions. Part adventure, part historical novel of war-ravaged Europe, The Sweddish Cavalier is also a moral tale of deceit, betrayal, and redemption.

192 pages, Paperback

First published January 1, 1936

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About the author

Leo Perutz

36 books136 followers
Leopold Perutz was an Austrian novelist and mathematician.

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Displaying 1 - 30 of 118 reviews
Profile Image for Cosimo.
443 reviews
February 28, 2016
Il patto di due amici

E' bello pensare che Il cavaliere svedese di Leo Perutz sia una di quelle storie che rendono felice e irripetibile la nostra esperienza di lettori, un libro animato da mistero, avventura e fiaba che entra nelle stanze dell'immaginazione aprendo numerose e molteplici porte, fino a un attimo prima nascoste e invisibili. E' la letteratura classica, che dentro il lettore aumenta la vita. Il protagonista del racconto è un ladro vagabondo soprannominato Acchiappagalli; si innamora di una fanciulla preziosa e celestiale e da quel momento mette in gioco ogni sua risorsa per diventare oggetto del suo amore e renderla felice e contenta, al di là delle attese. Non è una storia di demoni e diavoli, ma di eroi estremamente umani. Perutz con il sovrannaturale gioca, evocandolo e neutralizzandolo nell'illusione e nel fantastico puro, che è la sua dimensione più sincera. Siamo nel Settecento in Slesia, dove giunge l'eco di guerre di conquista tra la Svezia e i Moscoviti e soldati dragoni e briganti e reietti manigoldi partecipano ad un'epica esistenza che li conduce alla gloria, alla ricchezza e all'onore e dove un oscuro vescovo sfrutta i poveri in una diabolica ferriera. Gli ingredienti di un racconto classico ci sono tutti: lo scambio di persona, il tema del doppio, le coincidenze, la finzione e l'inganno, la nobiltà e l'astuzia, intrigo e romanticismo, la fuga dalla morte, il barone malvagio, l'usuraio, la fanciulla vittima degli avidi, la banda di predatori di ricchezze clericali, i compari, un eroe che ha deciso di opporsi a quelle forze che gli erano sempre state ostili e trovare così la propria meritata fortuna, ad ogni costo, dietro un arcano segreto. Così si trasforma impegnandosi da misero e disperato delinquente in nobile ufficiale e gentiluomo, tenutario generoso, marito devoto e padre onorevole e affettuoso. Evolve a spese del malcapitato vero giovane di alto lignaggio, Christian Von Tornefeld, sprovveduto disertore e compagno di promesse di infanzia dell'innocente e pura Maria Agneta, che però si innamora del romantico e valoroso avventuriero impostore, rendendolo autentico. La divisione della narrazione in quattro parti riproduce e rispecchia il percorso di formazione dell'eroe: il ladro, il predatore di Dio, il cavaliere svedese, il senza nome. ”E' il mio libro migliore”, assicurava lo scrittore ceco di questo testo che ebbe una vicenda editoriale poco fortunata, proprio mentre il suo autore ebreo era costretto all'esilio a Tel Aviv. Quindi il racconto di Perutz (grande erudito nella Mitteleuropa di Praga e Vienna) vuole mettere in luce la possibilità del riscatto, sempre a portata di personalità, intelligenza e tempra all'altezza, di una volontà che non arretri di fronte a maligni nemici e insormontabili difficoltà, che sia disobbediente singolarità. Ma c'è il tormento interiore, il peso della colpa per il tradimento, la necessità di restituire la verità al disgraziato fraterno compagno e l'amore alle persone care. Coscienza e rimorso cercano perdono, pentimento vuole espiazione. Per sentirsi uomini e vivi bisogna liberarsi del passato. Ecco quindi avverarsi la molteplicità del destino individuale in un contesto di crisi storica, la complessità del romanzesco che diviene via d'uscita dall'inesorabile trascendente, verso un ordine onirico. E' il singolo che mette con la sua abilità e il suo buon senso la forza del caso a proprio vantaggio e per il bene altrui, trasformando una radice negativa in un albero di eventualità sempre fruttuoso e benefico. L'incontro con l'altro non produce un conflitto che annichilisce ma una nuova situazione di reciprocità etica nella quale dialogare e creare un equilibrio armonioso; la storia non è indagata con la sola ragione, ma insieme con gli strumenti del sogno. Contrasto tra logica e irrazionale per disorientare il reale, ma soprattutto, coinvolgere e affascinare come in un sortilegio, in una malinconica commedia e drammatica favola da ascoltare a occhi chiusi.
Profile Image for Dagio_maya .
1,107 reviews350 followers
April 14, 2021
“... sapeva che all’inferno non poteva esservi peggior diavolo di quello che ciascun uomo è per il proprio simile.”

Un libro di memorie scritto da una nobildonna, nativa della Slesia che oltre a dare un’interessante testimonianza storica racconta curiosi episodi della propria vita che riguardano suo padre chiamato «il cavaliere svedese».
Questo l’espediente narrativo da cui prende l’avvio la storia:

” Racconteremo qui la storia di quel «cavaliere svedese».
È la storia di due uomini. Essi s’incontrarono in un gelido giorno d’inverno al principio dell’anno 1701 nel fienile d’un contadino e strinsero amicizia. E poi proseguirono insieme per la strada maestra che da Oppeln, attraverso la campagna slesiana ammantata di neve, menava laggiù in Polonia.”


L’incontro tra due uomini è fortuito.
Entrambi scappano: il primo è un ladro e fugge dalla forca; il secondo, invece, è un disertore.
Uomini profondamente differenti, non solo per estrazione sociale – un vagabondo ed un Signore- ma anche per temperamento, si ritrovano a condividere tozzi di pane secco e il freddo implacabile di chi si ritrova senza un tetto sopra la testa.

Un'avventura avvolta nella magica presenza degli spiriti ed affidata alle superstizioni contadine i cui scongiuri smettono di essere rituali primitivi e si trasformano in strumenti concreti ed efficaci.

E’ curioso che parallelamente stessi leggendo “I tre moschettieri”.
Qui le cosiddette guardie regie sono il Male tanto che il loro comandante è detto «il barone del malefizio», lì sono eroi belli e simpatici col sole che li bacia in fronte.
Qui c’è una scrittura superba, lì c’è l’intrigo ma non si può affermare che Dumas padre scrivesse con la punta fine…

Chiuso il libro ho sentito un brivido…


«Fa’ attenzione e drizza le orecchie, voglio raccontarti una cosa» bisbigliò il ladro. «Tutte le cose che vedi su questa terra appartengono a Dio. L’oro e l’argento ch’è in casa dei preti appartiene a Dio – e suo resta, anche se lo teniamo noi nei nostri sacchi. Io penso che sia un’opera buona far circolare tra la gente quel tesoro inoperoso. Ma se invece è un peccato come dici, allora lo sai bene anche tu: come non puoi fare una giubba, senza usare ago e forbici e non puoi costruire una casa senza impiegar muratori e carpentieri, così non puoi neanche procurarti dei giorni buoni senza commettere qualche peccato».
Profile Image for Amaranta.
588 reviews261 followers
January 14, 2019
Chi è il cavaliere svedese, il valoroso Christian von Tornefeld?
Un doppio, uno scambio di identità, un gioco con la morte, che un ladro lesto e arguto vuol vincere a tutti i costi. In palio l’amore di una donna e una vita perfetta, lui che sempre nella vita non ha fatto altro che penare.
La prima sensazione che si prova è curiosità, poi divertimento a seguire e vien voglia di seguire quel ladro furbetto che un po’ si redime con il suo comportamento.
Ma il destino beffardo è dietro l’angolo. E ci sono cose che non si possono nascondere per sempre.
Il ladro, che resta sempre e solo ladro nel libro, accetta con onore il suo destino, ed è forse questo a renderlo un vero cavaliere agli occhi del lettore.
Perutz ancora una volta regala una magia..
Chi corre nella notte
tra cornacchie e corvi a frotte
senza spostarsi d’una mattonella?
E gira forte forte
al piffero della Morte...



Profile Image for Savasandir .
273 reviews
December 14, 2021
Un delizioso romanzo, che ho trovato perfetto per il periodo dicembrino: inizia con una foresta immersa nella neve e due giovani, morti di fame e di freddo, che la devono attraversare; e leggere la loro storia sotto una vera ed abbondante nevicata ha certo contribuito a farmi vivere totalmente l'atmosfera del libro, aumentando l'appagamento prodotto dalla lettura.
Il tono è quello dei racconti del folklore antichi, pieni di avventure e prodigi, ed alla fine della storia tutti i fili della trama trovano il loro posto, con quella perfezione narrativa che appartiene solo alle fiabe, quelle più belle.
Vorrei dire di più, sulla storia, sui personaggi, sui portenti, ma temo rovinerei il piacere della scoperta a chi volesse leggere questo meraviglioso romanzo, in grado di rinfocolare il piacere assoluto per la lettura anche a chi non è rimasta che la cenere.
Profile Image for Ema.
268 reviews791 followers
April 29, 2013
The book blurb reads: Mathematician and writer, Leopold Perutz (1882-1957) could have remained known only for the algebraic equation which is named after him, if Borges hadn't rediscovered his books, bringing to the public attention the eleven novels that Perutz wrote in the interwar period.
He was named a picaresque Kafka and his works were admired by writers like Borges, Italo Calvino, Ian Fleming and Graham Greene, but nowadays his novels seem to be more popular in Europe than in the US.

The Swedish Cavalier, Perutz' best known book, is a strange mixture of historical fiction, parable, fantasy and mystery. I had the feeling that I was reading a medieval tale, although the setting is the XVIII century Silesia (historical region of Central Europe located mostly in Poland, with smaller parts in the Czech Republic and Germany). The atmosphere is engrossing, the reality is intertwined with myths and popular beliefs, to a point where one can't tell the difference between them.

The novel begins with a seemingly true fact, the memoirs of Maria Christine von Tornefeld. She recounts the strange disappearance of her father, who was killed on the battlefield, but whom she had seen at her window after he was buried. Before his departure to the battle, she - a mere six year old - had sewn a satchel with soil and salt inside his tunic, so that his father would always be bound to return to her.

Starting from this 'historical' fact, Perutz creates an amazing story of identity theft and deceit, a puzzle where all the pieces fit smoothly together. Two fleeing men cross their paths one winter: a thief (known as Fowl-Filcher) who is hiding from authorities and Christian von Tornefeld, a knight who has deserted the army. What follows is a foul deed made with good intentions, which triggers a switch in the destinies of the two men.

I would say that, if you can find this novel, you should definitely read it! I know I've enjoyed it quite a lot.
Profile Image for zumurruddu.
139 reviews151 followers
August 2, 2017
Questo romanzo è stata una piacevolissima sorpresa, eppure mi sento un po’ a corto di idee se mi chiedo perché esattamente mi è piaciuto. Cosa dire oltre al fatto che è stata una lettura piacevolissima, coinvolgente e commovente?
Come mai mi è risultata così piacevole?
Beh è scritto benissimo, in effetti. Scrittura nitida, avvolgente e suggestiva. L’ambientazione storica è resa in modo accurato, senza pedanterie, ma senza sbavature.
C’è un elemento fantastico che si fonde con la storia con una leggerezza tale che quasi “non si sente”.
La trama, intricata ma mai cervellotica, è un congegno perfetto che funziona come un orologio svizzero. Leggo che Perutz era un matematico e un giocatore di scacchi. Questo non fa che aumentare la mia stima per questo autore, e inoltre non ho potuto fare a meno di pensare che un congegno così bel oliato doveva essere stato per forza costruito da una mente portata al pensiero logico e analitico…
Ma non è ancora tutto. No, non è solo per questo che è un bellissimo romanzo.

Il cavaliere svedese è un anima tormentata (ah! come mi piacciono le anime tormentate…); capace del più vile tradimento come dell’amore più puro.
Tradisce il compagno, che aveva avuto fiducia in lui, per conquistare la donna amata, la ricchezza, una vita rispettabile… ma vive tormentato dal senso di colpa, il cuore lacerato, spaccato a metà tra il rimorso da un lato, e l’amore per la famiglia e l’onesto lavoro, dall’altro; e del suo amore filiale non si può dire altro se non che strappa il cuore.
Come giudicarlo?
Bel rompicapo che ci è stato proposto...
Profile Image for LaCitty.
1,039 reviews185 followers
August 31, 2021
Bellissimo romanzo.
Inizialmente mi ha un po' spiazzata la cornice della storia e le prime pagine, non riuscivo a capire che tipo di storia volesse raccontare Perutz, poi, pian piano, sono entrata nella trama e non sono più riuscita a staccarmi.
Lo ritengo una sorta di "romanzo di formazione" perché il protagonista, ma forse sarebbe più corretto dire i due protagonisti intraprendono un percorso di crescita personale a partire da background opposti e vivendo esperienze completamente diverse. Gli spiriti ci mettono lo zampino e il vero peccato è appropriarsi di una identità che non è la propria, ma le strade che percorrono i due alla fine li portano a realizzare se stessi. Il finale è delicato e commovente con la mano del caso che agisce per l'ennesima volta.
Un gran romanzo
Profile Image for Ubik 2.0.
1,073 reviews294 followers
May 22, 2022
Acchiappagalli (ladro, predatore di Dio, cavaliere svedese, senzanome)

Appena terminato “Il cavaliere svedese” e accingendomi come al solito a buttar giù un commentino, scopro che mi è più difficile del previsto comprendere e descrivere i motivi per cui la lettura di questo romanzo, il primo che leggo di questo autore, mi ha catturato e si è rivelata particolarmente piacevole.

Il racconto si pone in apparenza come un erede della narrativa picaresca e la trama mi ha rammentato “Il ritorno di Martin Guerre” o altre storie ambientate nei secoli in cui, a fronte della ricchissima iconografia di cui usufruivano re e nobili e della meticolosità documentale dei loro scrivani, l’identità della gente comune poteva invece risultare alquanto aleatoria e non così improbabili gli scambi di persona, fortuiti o perseguiti.

Ma più che nell’intreccio degli avvenimenti, mi pare che il fascino sottile di questo romanzo risieda nella nitidezza dello stile (forse anche perché si è un po’ saturi della frammentarietà postmodernista…), nell’appagamento che lo scorrere fluido della narrazione produce nel lettore e nella ricostruzione che ricrea con notevole verosimiglianza villaggi e locande, boschi e fattorie, colorati e vividi come se ci trovassimo all’interno di un dipinto fiammingo.

A questo proposito mi riemerge uno dei dubbi che hanno attraversato le mie riflessioni post-lettura e cioè i motivi per cui Perutz sia spesso definito un “maestro del fantastico” mentre a me, almeno in questo primo approccio, è sembrato che questo aspetto rappresenti una quota minoritaria della sua variegata tavolozza che verte piuttosto sull’avventura ben ambientata in luoghi e tempi descritti e articolati con la meticolosa accuratezza dell’artigiano.

Ovviamente in un romanzo il tasto dell’avventuroso ha insita in sé anche una componente di fantastico, frutto della (fervida) immaginazione ed inventiva dell’autore, che tuttavia in “Il cavaliere svedese” mi pare ben lontana (per fortuna) dagli stereotipi del “fantasy”.

Ma forse si tratta di inutili distinzioni e, in definitiva, è bene lasciare da parte i tentativi di dissezionare il romanzo per identificarne gli ingredienti, abbandonarsi al flusso evocativo del racconto e seguire il destino dei personaggi nella sua imprevedibilità, perché, come dichiara uno di essi, “…non siamo altro che una palla nelle mani della volubile fortuna, che ci lancia in alto per farci ancor più duramente ricadere”
Profile Image for Xenja.
695 reviews98 followers
December 16, 2021
Meravigliosa favola settecentesca di ardite, poetiche e rocambolesche avventure. È il più nordico tra i romanzi di Perutz, l’ambientazione è quasi baltica, e infatti ricorda la Saga di Gösta Berling di Selma Lagerlöf: slitte scampanellanti, foreste di pini alpestri, bufere di neve, betulle, boccali di birra, l’infuriare del vento sulle brughiere, lino, avena e luppolo, talleri, fiorini e kreuzer. E poi arrosti sfrigolanti sullo spiedo, giacigli di paglia, scodelle di zuppa calda, lanterne, salsicce, briganti, moschettieri, cavalieri, dragoni, mercanti di cavalli, impiccati che penzolano dalla forca, una vergine incantevole e la ragazza dei banditi, vescovi crudeli, scorrerie, locande, talismani, crocifissi, angeli e diavoli, e re Carlo di Svezia all’eterna guerra contro i russi.
Un sogno terribile.
Un mulino abbandonato dove il diavolo in persona assiste a un patto scellerato, e guida verso il proprio destino il gentiluomo e il ladrone che hanno scambiato la propria identità.
E guida la storia verso un’impeccabile, magistrale conclusione.

“Chi mai è da invidiare, a questo mondo!” disse il Brabantino. “Se ripenso ai bizzarri casi della mia vita, quelli trascorsi e quelli presenti, mi rendo conto di quanto sia vana ed effimera qualsiasi gioia. Tutto finisce infatti, così come finisce la luce dopo aver raggiato il suo tempo, e noi non siamo altro che una palla nella mani della volubile fortuna, che ci lancia in alto per farci ancor più duramente ricadere.”
Profile Image for Marco Simeoni.
Author 3 books87 followers
December 2, 2022
Non si sarebbe spaventato neppure vedendo il Maligno in persona, poiché sapeva che all'inferno non poteva esseri peggior diavolo di quello che ciascun uomo è per il proprio simile.


Stemma svedese 1700


Quando un libro mi spiazza cerco sempre informazioni sulle mani che l'hanno concepito.
Leo Perutz è stato un grande scacchista. Anticipare e prevedere le mosse sono doti straordinarie anche per uno scrittore.
Non so in quale punto del romanzo abbia subito scacco e mentirei se affermassi che sin dalle prime pagine sono stato irretito.
Eppure... man mano che proseguivo nella lettura, sentivo una promessa tacita di meraviglia.

Quattro parti, tutte ambiente nella Germania del nord del 1700:

§1)IL LADRO

"La fortuna d’un soldato, ricordalo, è come il grano seminato nel campicello sabbioso d’un pover’uomo. Non vuol prosperare."

"«Nessun affare è valido, se prima non ci si è bevuto sopra un bicchiere d’acquavite. Qui sulla terra s’usa così, non so come s’usi all’inferno»"

§2)IL PREDATORE DI DIO

"«Il reverendissimo signore non dovrebbe esser così severo coi peccatori» osservò il capitano. «Ciascuno ha bisogno dell’altro. Se non vi fossero né peccato né peccatori, infatti, chi bramerebbe più d’avere un curato?»"

"«Tu parli troppo. Te l’ho sempre detto: le chiacchiere della bocca le sconta il collo»."

§3)IL CAVALIERE SVEDESE

"A volte però, quando il cavaliere svedese cavalcava per i campi e a destra e a sinistra vedeva stendersi la terra che gli apparteneva, ecco che un’ombra gli passava sull’animo ed egli avvertiva come il soffio d’un gelido vento notturno;"

"«E che cosa ci vai a fare alla guerra?» s’informò Maria Christine.
«A guadagnar danari e beni» fu la risposta del Collotorto. «Il mio borsellino vuoto mi pesa. Se lo riempio ben bene, lo porto più facilmente».
«La mamma piange» riferì la bambina. «La mamma dice che molti ci restano, alla guerra, e non ritornano più a casa».
«Da questo puoi capire che la guerra è una cosa buona» osservò il Collotorto. «Se fosse una cosa cattiva, infatti, tutti se ne tornerebbero subito a casa»."

§4) IL SENZANOME

"Il cavaliere svedese si drizzò con un gesto brusco. Trasse di tasca l’arcanum e lo buttò sul tavolo innanzi a sé.
«Strano come tu ti sia mutato» disse, rivolgendosi alla bibbia di Gustavo Adolfo."

"«L’affare è concluso? Allora dovete berci su un bicchiere, perché sia valido»"


Gustavo Adolfo

Due citazioni a paragrafo come due sono gli scacchisti e due sono gli amici su cui ruota l'intera vicenda. I destini intrecciati riguardano un ladro soprannominato l'Acchiappagalli e il nobile Christian von Tornefeld. Il primo è esperto di vita e sotterfugi il secondo d'ideali e onore. Questo almeno credevo leggendone il loro primo incontro.
Uso non a caso il termine "ruota" pensando alla mola del mugnaio che sfarina quanto è stato precedentemente posto sotto di essa, perché quanto si produce è dato da quanto si è raccolto.
E poi ci sono i pezzi della scacchiera: il Vescovo e la sua ferriera; il Collotorto; il Brabantino; il Mammola; Fraginepro; la Rossa Lies; il Barone del malefizio; il Pifferaio; l’Ibis Nero; il Barbagianni; il Rosolaccio, il Mugnaio morto, personaggi o macchiette limitati nei loro gesti singoli ma coralmente dirompenti per il destino dei due protagonisti.
Scherzo con la finzione in quanto penso sia il miglior omaggio a questo romanzo che sfaccetta le diverse facce dell'amore: sia esso coniugale, filiale o nazionale.
Se noi fossimo tutti Regine, pur riuscendoci a muovere a ritroso nella scacchiera, non potremmo riportare indietro i pezzi perduti perché, nel bene o nel male, alla fine la partita finisce e i conti si saldano.


Battaglia di Poltava


P.S: Per chi non l'avesse ancora fatto, si legga "Il cavaliere svedese" dall'introduzione. Conoscerete la vera Maria Christine, nata von Tornefeld, vedova von Rantzau e coniugata in seconde nozze col regio consigliere di Stato e ambasciatore straordinario di Danimarca Reinhold Michael von Blohme, altri non è che la Musa di Perutz
Profile Image for Ale.
47 reviews7 followers
January 4, 2019
Non avrei potuto cominciare l'anno con una lettura migliore di questa. In questo romanzo c'è l'avventura, il mistero, la guerra, il fantastico, il tormento, il rimorso, i crimini più orribili e l'amore più puro. Non si riesce a smettere di leggere, di seguire le avventure di quest'uomo, del suo destino inevitabile a cui si avvicina poco a poco (costruzione magistrale della storia, direi), guardandolo in faccia e rischiando ogni volta di più pur di non rinunciare alla vita e all'identità che sente sue, lui che ne ha cambiate cosi`tante. Palpitante, ecco, mi viene da dire una lettura palpitante; è il primo romanzo che leggo di Perutz, autore che ho scoperto proprio qui su Goodreads (grazie!), e non vedo l'ora di leggerne un altro.
Profile Image for Ila.
160 reviews34 followers
April 8, 2023
This is definitely one of the great books I've read so far. It's a pity Perutz isn't widely known, at least in most Asian countries, because his masterful skill in narrating a story that is quasi-fiction, quasi-fairytale, and quasi-reality had me breathless quite a few times.

Maria Christine von Tornefeld's father leaves her to join the Swedish troops. However, he often meets her in the dead of the night. One day, her mother informs her that her father died three weeks ago and
will never return. Maria Christine refuses to believe this since she only meet him two days back. This apparently true incident in a noblewoman's diary forms the basis of Perutz's fantastical tale.

Silesia has always been a strange land. Ravaged by the Thirty Years' War nearly half a century back, survival can be grim here; poverty, crime, and lawlessness abound. Perutz uses medieval superstition creatively. The miller and the judgement scene comprising three angels were genuinely terrifying yet fascinating. Considering everything going on at the time, you realize that this could have genuinely happened then.

Perutz also exposes the hypocrisy of the nobility and the ruling classes. The nameless thief, whose name we never find out, is a flawed yet believable protagonist.

“Those are votive offerings from our gracious lord,” he wailed. “Surely you wouldn’t lay hands on them! His lord-ship presented them to God, not man.”

“Not so,” the masked man retorted calmly. “Only such part of his wealth as he gives to the poor is given to God. Everything else he gives to the world, and I am taking my share of it.”

“But robbing a church is as grave a sin as any,” the priest cried. “Return those sacred objects, or you condemn yourself to the uttermost depths of hell for all eternity.”

“You should be less severe with sinners, reverend sir,” said the masked man. “We all have need of one another. If there were no sinners and no sin, what use would anyone have for a parish priest?”


Colour me impressed with the above dialogue.

Maria Christine, the little girl, was adorable and her relationship with the thief was one of the highlights of the book.

I am glad to have discovered a new author and eagerly wish to read more of his work soon.
Profile Image for Josef Del Processo.
48 reviews41 followers
August 7, 2017
MA QUANTO E' BRAVO LEO

ancora una volta la Mitteleuropa, con le sue atmosfere magiche e sulfuree, i suoi tremolanti lumi, i suoi maleodori di vetustà, le sue inquietudini e i suoi misteri terrifici, il suo odore di terra e di brume fumanti, la sua colpa atavica, le sue esigenze di espiazione, il suo anelito di redenzione, sbaraglia la concorrenza e indica la via
Profile Image for Siti.
406 reviews165 followers
September 20, 2025
Perché fatico sempre con l'elemento fantastico. Lettura tutto sommato gradevole.
Profile Image for Teresa.
1,492 reviews
January 17, 2016
Depois de terminar O Cavaleiro Sueco, embora tenha gostado muito, não sabia o que dizer sobre ele.
Entretanto, comecei a ler Perfumes de Philippe Claudel e encontrei esta frase no aroma Bafio :
" Sem dúvida é lá, nesta biblioteca carregada de anos, no profundo do silêncio, entre as caras ausentes dos meus camaradas e os seus corpos entediados, inebriado pelo bafio - pois que é esse o nome do odor dos velhos livros - que eu entro num país, o da ficção e dos seus mil caminhos, que jamais abandonei desde então. Eu sou como os livros. Eu estou nos livros. É o lugar onde habito, leitor e artesão, e que melhor me define."
Curiosa, fui procurar o que lia Claudel e, numa entrevista a um jornal espanhol, ele sugere sete livros que - para além da obra de Borges - considera imprescindíveis:

1. El caballero sueco
Leo Perutz
2. Una tumba sin nombre
Juan Carlos Onetti
3. Viaje al fin de la noche
Celine
4. Los mares del Sur
Manuel Vázquez Montalbán
5. Un año sobre el altiplano
Emilio Lussu
6. American Psycho
Bret Easton Ellis
7. Un dique contra el Pacífico
Marguerite Duras

...e encontrei uma razão para o meu bloqueio: O Cavaleiro Sueco, com um último toque mágico, apagou todas as palavras da minha mente para que fosse Philippe Claudel a recomendá-lo e não, apenas, eu...
Profile Image for Stela.
1,073 reviews437 followers
November 2, 2022
Interesant roman, Călărețul suedez al lui Leo Perutz, mi-a plăcut mai ales felul în care este mînuit fantasticul, în care uneori narațiunea plonjează cu un aer extrem de satisfăcut (apariția morarului de pe moșia episcopului, de pildă), iar alteori se îndepărtează de el cu sfîntă indignare, oferind explicații cît se poate de prozaice unor întîmplări care păreau inexplicabile – ca de exemplu, vizitele nocturne ale tatălui, în jurul cărora a fost construit romanul, dacă este să ne luăm după Cuvîntul înainte care oferă de altfel un genial punct de plecare narativ: naratorul vorbește acolo despre memoriile fascinante ale unei distinse doamne din secolul al XVII-lea, Maria Christina, născută von Tornefeld, care i-ar fi cunoscut pe Crébillon și pe Voltaire și care ar fi scris o interesantă Frescă expresivă și însuflețită a vieții mele. Acolo ar fi dat el peste o întîmplare din copilărie pe care autoarea a consemnat-o tocmai pentru că n-a putut-o niciodată uita: pe cînd avea vreo șase-șapte ani, tatăl ei a plecat să lupte în oastea regelui Suediei, dar noapte de noapte, așa cum promisese, venea și petrecea cîteva minute împreună cu ea. Vizitele au încetat odată cu moartea lui pe cîmpul de luptă, care se afla de altminteri la mare depărtare de casă.

Pe marginea acestei „informații” este brodată povestea cu accente fabuloase și gotice în același timp, amestecînd savuros elementele de senzațional și quiproquo-urile cu frînturi realiste (sau mimînd realismul) despre obiceiuri și locuri ale timpului, totul povestit într-un amestec de stil omniscient și stil indirect liber. Iată o mostră (care poate fi considerată totodată o subtilă invitație la lectură 😊 ):

Se întoarse și privirea îi căzu pe moară. Stătea de mulți ani părăsită, cu ușile ferecate și obloanele trase. Morarul murise. Se spunea prin împrejurimi că se spânzurase fiindcă vătaful episcopului îi pusese zălog pe moară, pe măgar și pe sacii cu făină. Însă acum hoțul văzu că aripile morii se învârteau, axa grindeiului uriaș scrâșnea, iar din coșul casei morarului ieșea fum.

Exista o legendă care cutreiera ținutul, și hoțul o știa. Țăranii își șopteau la ureche că morarul cel mort se întorcea o dată pe an din mormânt și deschidea moara timp de o noapte ca să-i poată plăti episcopului câte o centimă din datorie. Însă nu erau decât vorbe în vânt, asta o știa hoțul. Morții nu-și părăseau mormintele, și-apoi acum era zi, nu noapte. Iar dacă aripile se roteau în lumina soarelui de iarnă, asta nu însemna nimic altceva decât că moara avea un nou stăpân.


Romancier dublat de matematician, plecat din Austria cînd aceasta a fost invadată de naziști (care îi vor interzice de altfel cărțile), Leo Perutz, pe nedrept prea puțin cunoscut astăzi, a fost admirat de mari scriitori ca Italo Calvino, Graham Greene și Jorge Luis Borges (cu care a fost și comparat de altfel). poate cea mai potrivită caracterizare a creației sale a fost făcută de Dominique Fernandez, care l-a numit „un Kafka picaresc”.

O lectură poate nu obligatorie, dar absolut savuroasă.
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306 reviews5 followers
January 26, 2013
Pre:
Il tema del furto d'identità secondo canoni magico-realistici mitteleuropei. Ben diverso dal Maelstrom di Cien años de soledad, ma ugualmente irresistibile in senso etimologico.
Passione fredda eppur pulsante che contrasta il cinismo e il vuoto del Talented Mr Ripley, celeberrimo ladro di vite.

Post:
letteratura fantastica mitteleuropea, dicono i più. A me non pare. E' un'opera che, a buon diritto, rifiuta qualsivoglia etichetta. Qui il tragico e il sublime s'intrecciano con il comico.
Forse Perutz, per criticare i tempi suoi, apparentemente secondaria è presente una forte componente sociale, al pari dell'Alessandro nazionale sfuggì la contemporaneità.
La storia è ambientata nel XVIII secolo, il lessico lo rispecchia fedelmente, mantenendo però - complimenti anche alla traduttrice - una vivace freschezza. Brillanti i dialoghi, verosimile l'ambientazione, soprattutto autentica la crescita interiore dei due co-protagonisti, il cavaliere svedese e il ladro di strada. Ogni personaggio, dall'alto all'imo, possiede profondità e spessore, anche il più laido gronda umanità, che non di soli pregi è fatto l'uomo ma anche di bassezze e meschinerie.
Mi è parso di vedere, probabile arzigogolo mio, la rappresentazione dell'Uomo e del suo doppio. Il cavaliere è fatuo, il ladro possiede un'interiore coerenza. Quest'ultima crescerà sempre di più, ma altrettanto farà il primo, conquistando attraverso un'infima esistenza e un brillante riscatto ciò che la culla gli aveva dato per nascita.
Non mi è parso di ravvisare fatalità alcuna, solo l'affermazione del principio che est unusquisque faber ipse fortunae suae, e quasivoglia azione è un ciottolo lanciato in un placido stagno: i cerchi concentrici non mancano mai.
Dispiace solo che la lettura, per quanto centellinata, prima o poi volga al termine.
Davvero un gran bel libro.
Profile Image for Fran.
228 reviews115 followers
March 9, 2017
Ricco intreccio di personaggi e vite, con tante componenti: avventura, forti sentimenti, colpi di scena e un alone di fantastico che permea il tutto.
Profile Image for Thoralf.
35 reviews118 followers
April 27, 2023
Yes, Perutz! Solltest du das lesen, Max: Wenn dich das nicht völlig vom Hocker haut, fress' ich 'nen Besen. So.
214 reviews23 followers
November 25, 2019
Devo dire che avendo letto un paio di Perutz in precedenzsa non mi aspettavo niente di questo tipo. Per quanto, come genere, lontano da quelli che amo, la vicenda è divertente, ben congegnata ed intrigante. I personaggi sono ben tratteggiati e credibili, si respira il profumo delle foreste, ci appaiono vivide davanti agli occhi la povertà, il freddo, la paura. Perutz riesce a raccontare con forza e credibilità un mondo in bilico, dove ogni fortuna può essere all'improvviso rovesciata, dove l'uomo è preda di diavoli più o meno umani e la sopravvivenza non è uno scherzo. Tutto questo però con leggerezza e facilità di racconto.
Per me un bel 7,5 e la conferma di un autore da continuare ad approfondire.
Quasi dimenticavo: Grande nota di merito per la bellissima traduzione di Elisabetta Dell'Anna Ciancia. Gan bel lavoro
Profile Image for Angela.
128 reviews41 followers
October 19, 2025
Ho trovato questo breve romanzo - a cavallo tra il gotico e il realismo magico - molto ben congegnato nelle intenzioni, un po' meno riuscito nella pratica: per due terzi la narrazione si è trascinata senza particolari guizzi, mi sono in effetti parecchio annoiata; il finale ha sicuramente salvato tutto, grazie sia al notevole cambio di ritmo, sia a scelte di trama quasi geniali.

Non penso la mancata sintonia sia imputabile a carenze dell'autore, quanto piuttosto a un mio interesse che, partito alto, è calato per troppo a lungo, cosa di cui mi dispiaccio molto.
Profile Image for SurferRosa.
110 reviews33 followers
November 23, 2015
Fate finta che a un certo punto della vostra vita (siete ancora giovani) veniate a trovarvi al cospetto della più meravigliosa creatura che vi sia mai capitato di ammirare. Voi fareste di tutto per averla/lo, dareste la vostra vita per la sua felicità, ma sapete che non potrà mai essere vostra/ro.
Però...ehi, un momento! Certo l'idea è mostruosa ma... ma se rubate l'identità di qualcun'altro, se vi date alla macchia per qualche anno, periodo che trascorrerete agendo in modo criminale, in cui ruberete, se necessario dovrete perfino uccidere... ecco, se siete in grado di tutto questo allora un giorno potrete tornare da lei/lui con la vostra nuova identità e si stenderanno davanti a voi gli sterminati prati verdi della felicità, una vita insieme, amore vero, bambini.
Ebbene sappiate che questa non è una commedia romantica, che questa non è hollywood, che gli angeli non ci sono ma in compenso c'è il diavolo.
Sappiate che un giorno il destino verrà a portarvi in dono la vostra vecchia identità, quella vera. Avete costruito la vostra fortuna su questo segreto che ora si trasforma nella vostra condanna più tremenda. Siete condannati a non poter rivelare chi siete davvero, per voi ora è finita, state per perdere tutto perchè il destino è venuto a mettervi con le spalle al muro, ma per le persone che amate (che avete amato al posto di qualcun altro?) è meglio conservare il ricordo di chi avete finto di essere che conoscere la verità.
Avete lottato e ottenuto il vostro paradiso personale in terra. Che è durato qualche anno. Quanti? Diciamo nove. Poi addio.
Solo un'ultima cosa, nella vostra fine: una inaspettata preghiera per la vostra anima disfatta da parte di chi di più caro avete mai avuto al mondo.
Beh... dopotutto ne è valsa la pena.
Profile Image for Joselito Honestly and Brilliantly.
755 reviews430 followers
May 10, 2020
The little that I know of the author, Leo Perutz, is that he was a Jew born in Prague; lived in Vienna but fled to Palestine just before the Nazis could get him; was a mathematician with an algebraic notation named after him; a contemporary of Franz Kafka; and that he passed away in 1957 before I was born. Apparently he had written also at the side and when his works were discovered by Jorge Luis Borges his gift as a masterful storyteller was acclaimed by other writers like Ian Fleming, Italo Calvino and Graham Greene.

Leo Perutz considered this novella his best work. I have never read anything else of his apart from this but I wouldn’t have any reason to doubt anyone heaping superlatives upon this gem of literature. For this was my experience which was a very rare one for me: after I’ve finished reading it, it stayed with me FOR MANY MONTHS, my emotions alternating between astonishment that anyone could come up with such a tale and this humbling realization that this wasn’t just a parable but an affirmation of a common article of faith: that everyone will be given what he desires with all his heart, only not in the way he thinks he will receive it.
Profile Image for César.
229 reviews55 followers
October 4, 2016
O Cavaleiro Sueco apanhou-me de surpresa. É um romance a lembrar os livros de aventuras do século XVIII, um libreto de ópera, repleto de personagens clássicos muito tipificados. Mesmo assim, desconcertante, é uma leitura agradabilíssima de um escritor para mim, até agora, desconhecido que me fez lembrar as minhas leituras da adolescência. Mas não nos deixemos enganar, nesta roupagem de apropriação de estilo, este é um livro cheio de subtilezas e um verdadeiro repasto intelectual.
Profile Image for Denis.
Author 5 books31 followers
May 9, 2009
Apparently forgotten in the US, Perutz, who was admired by great writers like Borges or Greene, remains quite popular in Europe. This short novel (The Swedish Cavalier in English) is a fascinating and strange tale which uses the myths of folklore to explore the human condition. It is a historical adventure story that could also have inspired Dumas (at some point one thinks of Monte Cristo), as well as a legend where ghosts, incantations, angels and supernatural conditions mix darkly. Written in the peculiar, and quite enthralling, style of an old story that could have been told from generation to generation, this story of a man who takes another man's place in a world still rooted in medieval superstitions, is a superb, thoughtful metaphor on fate, social classes, religion, human nature - and also a metaphor on the power of a man to create his own destiny as well as his incapacity to change it, even when he tries, and almost succeed, to become who he is not. This apparent contradiction is at the core of the book, and installs a dark fatalism that cloaks the novel in somber tones. It's deceptively simple, as most fairy tales are, and quite heartbreaking. Perutz more than deserves to be read again.
Profile Image for Dvd (#).
512 reviews93 followers
December 10, 2023
09/12/2023 (*****)

Piccolo gioiello di letteratura novecentesca di derivazione, del tutto peculiare, storico-fantastica.
Per quella che è l'ambientazione, ossia la Slesia tedesca a ridosso della frontiera polacca nei primi anni del Settecento, la traduzione arcaicizzante di questa versione Adelphi è perfetta. Non so se voluta e ricercata, o se semplicemente vecchia, ma comunque perfetta per la trama.

Il racconto si apre con una introduzione che svela già il succo della trama, anche se - volutamente - la dipinge con tratti ambigui, oscuri, esoterici. C'è una bambina che, nella sua maturità, da donna celebre e colta quale è divenuta - racconta di come rimase orfana di padre in tenera età e di come sebbene sapesse il genitore, ricco possidente slesiano di origine svedese, impegnato a combattere i moscoviti nelle guerre (svedesi, appunto) di Carlo XII, negli stessi mesi lo continuasse a vedere, e incontrare, per breve tempo fuori dalla finestra della propria stanza da letto, solo di notte, e solo un paio di volte la settimana.

Il mistero si dipana in fretta agli occhi del lettore, appena si apre il racconto, che vede due poveracci - uno è un nobile spiantato e senza danari, di origini svedesi, l'altro è un ladro e vagabondo noto come l'Acchiapagalli - fuggire durante il freddo inverno slesiano del 1701 fino a un mulino, dove incontrano un uomo spaventoso, che il ladro riconosce nel vecchio mugnaio del villaggio già morto impiccato (e, che poi avremo conferma, essere realmente trapassato - latore di patti scellerati del Diavolo). Qui il ladro decide di rubare l'identità del ragazzo, per poi fingersi Christian von Tornefeld e reclamare le proprietà di una bella fanciulla, cugina alla lontana del nobile e proprietaria terriera defraudata dei propri beni; nel contempo, vende il vero Christian von Tornefeld al mugnaio, che lo destinerà ai lavori forzati nelle miniere e nei forni fusori di proprietà del vescovo - o del Diavolo? - e poco lontani.

Quello che fu l'Acchiappagalli mette su una banda di grassatori e diventa un rapinatore di chiese,dando luogo alla sua prima metamorfosi e diventando Il predatore di Dio. Fuggito alla caccia del suo nemico (il barone del malefizio, un ufficiale imperiale dei dragoni che ha il compito di arrestare e giustiziare i predoni e i briganti) e divenuto ricco, sfruttando il suo talento e la sua competenza agraria, dopo qualche anno decide di reclamare quanto già vagheggiato in passato: assume l'identità di Christian von Tornefeld, diventando il cavaliere svedese, si sposa con la bella cugina, e lavorando duramente diviene un ricco e rispettato nobile di campagna.

Finché il passato ritorna a rovinargli i piani. Una delle componenti della sua vecchia banda lo tradisce, denunciandolo al Barone; e così al cavaliere svedese non resta che fuggire e andarsene verso oriente, per arruolarsi per davvero nell'esercito di Carlo XII, come aveva promesso al povero Christian von Tornefeld; sulla strada, però, dopo aver ucciso la vecchia amante traditrice e essere stato da lei marchiato in fronte con un ferro arroventato con il simbolo di coloro che sono destinati alla forca, si imbatte nuovamente nel vero cavaliere svedese, appena uscito dall'inferno dei lavori forzati delle miniere, avendo raggiunto i nove anni massimi di contratto.

Qui i due, di fronte al mugnaio morto, si scambiano nuovamente identità, stavolta d'accordo l'uno con l'altro. Mentre Christian von Tornefeld va davvero alla guerra svedese, diventa un soldato eccellente e famosissimo, scalando i ranghi dell'esercito fino al grado di colonnello, per venire poi ucciso durante la battaglia di Poltava, il ladro un tempo conosciuto come l'Acchiappagalli, il Predatore di Dio e poi il cavaliere svedese, diventa semplicemente un Senzanome, costretto al massacrante lavoro servile nelle miniere del vescovo di Slesia.
Morirà poco dopo, nel tentativo di scalare la parete rocciosa che separa la miniera dalla campagna, percorrendo il tragitto che ogni tre notti, rotto dalle fatiche patite di giorno, il poveretto si faceva per andare a trovare la figlioletta alla finestra della propria magione.

Muore mentre alla moglie e alla figlia viene comunicata la morte a Poltava del colonnello Christian von Tornefeld. Nel finale, la bambina prega per l'anima del padre morto lontano, continuando a non capire come facesse a vederlo ogni tre notti alla finestra e pensando che questi non sia affatto morto, dedicando la preghiera al corteo funebre che sta in quel momendo passando in strada e che sta portando un poveraccio morto senza nome nell'inferno del vescovo alla sepoltura, senza nessuno al seguito: nessuno può saperlo, ma per un tremendo scherzo del destino quella è la bara del padre.

Grandissimo romanzo, molto bello e godibie.
Strano che nessuno ci abbia mai messo gli occhi per farne un film: trama e ritmo sono perfetti per farne una sceneggiatura.
Romanzo che come detto fa parte di un genere a sé, sospeso fra storico e fantastico e con continui rimandi all'uno e all'altro mondo. Affascinante nella costruzione e nella narrazione, perfetto nell'uso di una lingua arcaica che richiama esattamente le atmosfere della campagna europea di inizio Settecento: se dovessi pensare a un esempio filmico e visuale di paragone, mi verrebbe immediatamente in mente il Barry Lindon di Kubrik.

Una delle migliori letture del 2023, consigliatissimo.
Profile Image for Andrada Radu.
4 reviews
February 2, 2023
What a wonderful discovery! Leo Perutz deserves the attention of any avid reader in search of quality literature. The novel has it all: a great plot that keeps you glued to it until the end (a bit predictable, it serves you just enough hints to keep you curious), a whimsical main character, some fine humour here and there, and a pinch of magic enough to keep the story alive (magical realism lovers should be delighted).
A 5/5 without a second thought.
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