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Dicta and Contradicta

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"A woman is more than just her exterior. The lingerie is also important."
 
"The mission of the press is to spread culture while destroying the attention span."
 
"Art serves to rinse out our eyes."
Uniquely combining humor with profundity and venom with compassion, Dicta and Contradicta is a bonanza of scandalous wit from Vienna's answer to Oscar Wilde.
 
From the decadent turn of the century to the Third Reich, the acerbic satirist Karl Kraus was one of the most famous–and feared–intellectuals in Europe. Through the polemical and satirical magazine Die Fackel (The torch), which he founded in 1899, Kraus launched wicked but unrelentingly witty attacks on literary and media corruption, sexual repression and militarism, and the social hypocrisy of fin-de-siècle Vienna.
 
Kraus's barbed aphorisms were an essential part of his running commentary on Viennese culture. These miniature gems, as sharp as diamonds, demonstrate Kraus's highly cultivated wit and his unerring eye for human weakness, flaccidity, and hypocrisy. Kraus shies away from nothing; the salient issues of the day are lined up side by side, as before a firing squad, with such perennial concerns as sexuality, religion, politics, art, war, and literature. By turns antagonistic, pacifistic, realistic, and maddeningly misogynistic, Kraus's aphorisms provide the sting that precedes healing.
 
For Dicta and Contradicta, originally published in 1909 (with the title Spruche und Widerspruche) and revised in 1923, Kraus selected nearly 1,000 of the scathing aphorisms that had appeared in Die Fackel. In this new translation, Jonathan McVity masterfully renders Kraus's multilayered meanings, preserving the clever wordplay of the German in readable colloquial English. He also provides an introductory essay on Kraus's life and milieu and annotations that clarify many of Kraus's literary and sociohistorical allusions.
 

208 pages, Hardcover

First published January 1, 1909

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328 people want to read

About the author

Karl Kraus

384 books128 followers
Karl Kraus was an Austrian writer and journalist, known as a satirist, essayist, aphorist, playwright and poet. He is considered the first major European satirist since Jonathan Swift. He directed his satire to the press, German culture, and German and Austrian politics.

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Displaying 1 - 20 of 20 reviews
Profile Image for S©aP.
407 reviews72 followers
April 29, 2013
Si perde un po' per strada, questo volume. Ma vale. Il prorompere della I GM, fatalmente, condiziona le riflessioni, verso la fine. I pensieri diventano più estesi, sofferti, necessariamente circostanziati alla realtà sociopolitica austriaca e tedesca. I riferimenti ai personaggi dell'epoca (spesso a noi sconosciuti) allontanano il lettore odierno dall'immediata condivisione. E la scoppiettante dinamica iniziale della raccolta viene un po' meno.
Ma i primi due terzi della lettura sono sorprendenti, divertentissimi (per chi ama il genere), ricchi di un sarcasmo fulminante, spesso acido, che toglie il fiato. Eccellenti. Rapidi. Ci si trova al cospetto di un intelletto acutissimo, di una vis polemica seconda a nessuno, di un'arguzia scintillante. Distacco cinico e paradosso. Agilità d'analisi e coraggio. Al tempo stesso, si resta ammirati per il meticoloso lavoro di sintesi concettuale e semantica, che produce frasi icastiche, esplosive, di impagabile diletto, costitutive di un minimalismo formale, estetico e letterario, che prenderà sempre più piede, a partire dalla prima metà del '900. Non sorprende sapere che negli anni '60, in Italia, la RAI trasmettesse una breve e seguitissima rubrica televisiva nella quale si leggeva e commentava un aforisma al giorno, di Karl Kraus. Né è difficile riconoscere nel polemista Boemo (che visse e operò a Vienna) l'autentico ispiratore di giornalisti e scrittori italiani quali Longanesi e/o Flaiano. Come sempre (come a me piace, sempre) è opportuna un'attenta contestualizzazione dei concetti e dell'autore. La forza dirompente di alcuni aforismi può - altrimenti - suscitare inutile sdegno, dopo un secolo di storia e di conquiste sociali. Ciò detto, è divertentissimo collaudare la valenza universale di certe intuizioni, applicandole ai fatti contemporanei...

«Vae victoribus

«Il segreto dell'agitatore è di rendersi stupido quanto i suoi ascoltatori, in modo che questi credano di essere intelligenti quanto lui

«L'ortodossia della ragione instupidisce l'umanità più di qualunque religione

Grande lettura, di questi tempi.

PS: Una menzione d'onore merita il saggio che introduce il volume. Spocchioso; offensivo, per eccesso di protervia; supponente; sommamente irritante; assolutamente inutile; indecente. In una parola: volgare. In (ben) 57 pagine di vaniloquio, il signor Calasso sfoggia ogni recesso del proprio accademismo accamedico, come il più smaccato dei parvenus della cultura. Non illustra. Non spiega. Non introduce alla lettura. Non stimola una conoscenza ulteriore. Non suggerisce spunti, né punti vista. In compenso si arrampica in arabeschi lessico-semantici di arditezza barocca, derubando il lettore di tempo prezioso ed energie. Defrauda l'autore della ribalta per un tempo... enorme, se rapportato alla qualità intrinseca della prova.
Nessun mio tentativo può, in ogni caso, rendere l'idea di ciò che affermo, meglio di un esempio:
«... la tarda mimesi della rupture, coniugata al risveglio delle masse, converge soprattutto in picnic di normaliens, non è più che un omaggio da beghine agli eroi della transgression. In un mondo gnostico abitato da agnostici non c'è gesto che garantisca di trasgredire, e nulla è più triste di una comunità di illuminati che vive nel rimpianto dell'ultimo familiare peccato».

L'errore, diceva Benedetto Croce nel suo Breviario di Estetica, si condanna sempre «... ex ore suo».
Profile Image for Vittorio Ducoli.
579 reviews82 followers
November 16, 2014
Quando l'epoca levò la mano contro di sé, quella mano era la sua

Il titolo di questa recensione non è mio, ma di Bertolt Brecht, e secondo me riassume magnificamente (e come poteva essere altrimenti, vista la fonte?) il ruolo e la funzione intellettuale che Karl Kraus ha esercitato a Vienna negli anni che vanno dalla fine dell'800 alla prima guerra mondiale e sino al 1936, anno della morte.
E' questo il periodo in cui Kraus pubblica i 922 numeri (20.000 pagine, traggo da wikipedia) di Die Fackel, la rivista che si scaglierà – armata dello straordinario linguaggio del suo redattore unico - contro l'impero, il liberalismo, il filisteismo borghese, il militarismo, il giornalismo asservito e ignorante, la morale corrente, ma anche contro la socialdemocrazia e gli pseudorivoluzionari in realtà totalmente funzionali alla conservazione della società borghese.
Kraus è noto soprattutto nel nostro paese per Gli ultimi giorni dell'umanità, il dramma-monstre sulla prima guerra mondiale che secondo lo stesso autore non sarebbe rappresentabile a causa della sua mole (nella premessa Kraus dice: La messa in scena di questo dramma, la cui mole occuperebbe, secondo misure terrestri, circa dieci serate, è concepita per un teatro di Marte. I frequentatori dei teatri di questo mondo non saprebbero reggervi) ma che nel nostro paese ha visto una mirabile rappresentazione, per la regia di Luca Ronconi (chi altri?), nel lontano 1990, al Lingotto di Torino quando era ancora una fabbrica abbandonata.
Se Gli ultimi giorni dell'umanità è un testo grandioso, che ci svela tutta l'assurdità della guerra, la sua stupidità e nel contempo la sua estrema lucidità in termini di necessità data l'organizzazione sociale ed economica (dirà Kraus al proposito che funzione della guerra è trasformare aree di smercio in campi di battaglia, perché questi a loro volta divengano aree di smercio) è con questi Detti e Contraddetti che ci viene svelato l'insieme del pensiero di Kraus, il suo essere coscienza critica (la definizione è sicuramente riduttiva e sicuramente Kraus non l'avrebbe amata, visto il suo essere altra cosa rispetto a tutto ciò che lo circonda) di un mondo prima in decomposizione, e che dopo la grande catastrofe cerca di riorganizzarsi in un modo, se possibile, ancora più foriero di tragedia.
In Detti e Contraddetti il pensiero di Karl Kraus ci viene presentato attraverso la forma letteraria che più amava, che più si addiceva alle stilettate che intendeva inferire al suo tempo ed al linguaggio inadeguato che tale tempo utilizzava: l'aforisma. Il volume ci presenta tre diverse raccolte di aforismi krausiani, originariamente pubblicati via via sulla Fackel : Detti e Contraddetti, pubblicata nel 1909, Pro domo et mundo (1912) e Di notte, del 1918. Kraus si rivela ovviamente un maestro dell'aforisma, collocandosi in una tradizione che annovera tra gli altri autori da lui molto ammirati, quali Nietzsche e Wilde. Ciascuna delle tre raccolte è suddivisa per argomenti, che spaziano dalle donne alla morale, dal giornalismo a Vienna, dall'Arte alla società.
Molti sono composti da brevi frasi, autentici gioielli che in poche parole, al riparo dall'apparenza del paradosso, aprono un mondo di satira e di riflessione, costruiti con una proprietà di linguaggio che era una delle vere ossessioni dell'autore. In altri casi ci troviamo di fronte a pensieri più ampi e articolati, lunghi anche alcune pagine, nei quali si perde senza dubbio il colpo di frusta ma che permettono a Kraus di trasmetterci dei piccoli saggi del suo pensiero. Alcuni esempi tratti da Detti e Contraddetti, secondo me la raccolta più godibile.
Per essere perfetta le mancava solo un difetto;
L'astinenza si vendica sempre. Nell'uno produce pustole, nell'altro leggi sul sesso;
Lo scandalo comincia quando la polizia vi mette fine;
Bellezza appassisce, perché virtù resiste;
Il superuomo è un ideale prematuro, che presuppone l'uomo;
Ma dove troverò mai il tempo per non leggere tante cose?
Non ci si può fidare di uno snob. Se loda un'opera, può darsi anche che sia buona.

Gli aforismi krausiani svelano anche le sue contraddizioni, quelle di uno scrittore di cui a volte si ha l'impressione che l'egocentrismo, il gusto della satira e della battuta sferzante oltrepassino il suo stesso pensiero. Lo si nota maggiormente nelle sezioni dedicate alla donna, nelle quali accanto ad aforismi e pensieri da cui traspare la piena coscienza che l'eros femminile è un potente strumento di liberazione dai tabù sociali convivono momenti che rasentano un bieco maschilismo, sempre però all'insegna di un gusto e di un linguaggio raffinatissimo:
Nulla è più insondabile della superficialità della donna;
La donna è coinvolta sessualmente in tutti gli affari della vita. A volte persino nell'amore;
Bisogna distinguere tra donne colpose e dolose;
Con le donne monologo volentieri. Ma il dialogo con me stesso è più stimolante
;
e, su tutti lo splendido:
Certo, non conta soltanto l'aspetto esteriore di una donna. Anche i dessous sono importanti.
Del resto, lo stesso Kraus ci avverte che Un aforisma non ha bisogno di esser vero, ma deve scavalcare la verità. Con un passo solo deve saltarla e anche, più oltre, che L'aforisma non coincide mai con la verità; o è una mezza verità o una verità e mezzo..
Il volume, molto curato come è nello stile Adelphi (soprattutto degli Adelphi del XX secolo) è preceduto da un ponderoso saggio di Roberto Calasso, nel quale, in oltre cinquanta impegnative pagine, ci si addentra nel mondo anche interiore di Kraus, nei presupposti di pensiero dei suoi scritti, nella complessa relazione che ha intrattenuto con l'intellettualità viennese dei suoi tempi (celebre la sua avversione a Hugo von Hofmannsthal, considerato un nostalgico dell'orpello e della decorazione) nell'influsso che la sua opera ha avuto su pensatori come Benjamin e Adorno e su scrittori come Canetti. Per la verità l'analisi di Calasso secondo me tende a mettere troppo in evidenza gli aspetti archetipici dell'opera di Kraus, tralasciando la forza dirompente della sua critica sociale e politica. E' vero che si tratta di uno scrittore anche contraddittorio, che non può essere catalogato, ma è altrettanto vero che la sua radicale critica del militarismo, della società liberale e dei suoi miti, della morale e della religione come strumenti di oppressione delle coscienze costituiscono a mio avviso una base concreta di interpretazione dei suoi scritti, forse più del rapporto tra origine e fine che sta particolarmente a cuore a Calasso.
Profile Image for Memed Koz.
268 reviews12 followers
August 22, 2024
Okunmayı yine 20 yılı aşkın süredir evde bekleyen kitaplardan biriydi. Avusturyalı yazar, kendi dönemindeki kimi olayları ve kavramları, hiciv dolu yaklaşımla ele almış, özdeyişler yazmış. Kitabi bitirdikten sonra yaşam hikayesine göz attım; ortaya koyduğu sıradışı bakış ve kullandığı sıradışı dil yüzünden biraz yalnızlaştırılmış. Sıradışı dil, Türkçe’ye çevirmeyi zorlaştıran bir kitap olmuş sanırım ki, kitapta her sözün orijinal dilde (Almanca) yazılı hali de yer alıyor. Dili bilen oraya da bakabilirmiş.
Sözkonusu tespitleri bir kaç gruba ayırabilirim; o gün için yeni ama bugün için güncelliğini yitirmiş, bugün için bile güncel ve hatta memleketimize bile uyarlanabilecek türde olanlar ve bugün için bile cüretkar kısa görüşler.
Kadın, erkek, sanat, sanatçı, basın, iktidar/güç gibi konuları içeriyor.
18 reviews3 followers
December 10, 2018
Brilliant in so many ways...word artistry that is not self-satisfied but utterly disordering deeply held conventions and beliefs, particularly the one that words are supposed to "express" something or an idea. Kraus is exposing the many shades of laughter, the complicity between market liberalism, social consvervatism and the press and warfare. He's relentlessly fighting the verbal violence and destruction of fantasy as practiced by the news fabric of journalism, be it their phrases, their immoral exaggeration of adjectives, their treatment of violence, putting into question their legitimacy, their role in society.

The satire he produces leaves you wondering what it is you are actually laughing at (if there is at all any "about" in his writing), "darkness" and "obscurity" are decisive features of his aphoristic art, which makes it very ironic when people cite him and act as if it was so clear what Kraus's sentence are actually about. They seem more like demonstrations of language's movements. almost erotic, to me, where something like a content is hinted at but often irritatingly missed. There seems to be neither method nor rule to his game. It helps to understand that for Kraus, art - and words in literature, which is his realm, are art like all other art forms - is not there to please or satisfy, to present ideas in beautiful colours, to highlight a feeling or sensation, but more to restore and make you feel the disorder that surrounds you. He presents words in a way that they look "far away" at you, the closer you look at them (how to paraphrase that?). His whole game is not about understanding abstract ideas but presenting the material of literary art in its irritating materiality and making you aware that the air surrounding literature is one of irritation and not knowing exactly. To say it in Krausian terms: So much depends upon the air (in which) words breath, in bad air even Shakespeare's words will croak. What he often does is to take the words used in press and politics and surround them with an air of confusion, thereby giving them air to breath.

Given the fact that journalistic and liberal market speech have even further colonized our daily exposure to language, Kraus seems to grow in relevance with every passing day and every online article by self-declared "experts on the field". Walter Benjamin's essay is also great to get an understanding of the invisible margins of Kraus's endeavours.

Someone like him is desperately missing today, perhaps no one can afford his kind of life anymore. Of course one should not forget the problematic aspects to Kraus. Someone who can confidently stage himself as the judge and saviour of language does not really practice the humbleness which one could take to be the "lesson" of his writing. Generally there remains the feeling that he wants to educate you on something, be it the fact that you should just be quiet about things you don't understand in depth.

Yet, he remains one of the most inspiring writers I have come across, and although his frame of reference and his language are so German, I do think reading Kraus in any language will be a great, irritating, dis- and remembering experience.
Profile Image for Bere Tarará.
534 reviews34 followers
April 1, 2019
Dos capítulos dedicados a dichos contra las mujeres...
Aún así, reconozco que tiene ideas interesantes y que escribe excelente
Profile Image for Tosh.
Author 14 books777 followers
May 16, 2014
I read "Dicta and Contradicta" right after reading Wittgenstein's aphorisms and comparing the two, I find Wittgenstein more biting and also beautifully written. Reading the essay by Johnathan McVity that is in the back of the book, makes me want to read more of Karl Krauss. But still, I find these collection of aphorisms by Krauss vulgar. But that I believe is due to the age and times of Vienna cultural and political life. He lived in dangerous times, and one can feel that he was spitting at those in power. So in that context, it's a fascinating document of those times.
Profile Image for Ffiamma.
1,319 reviews148 followers
May 15, 2013
guai a quei tempi in cui l'arte non rende malsicura la terra e davanti all'abisso che separa l'artista dall'uomo vengono le vertigini all'artista e non all'uomo!
Profile Image for Marcello.
84 reviews15 followers
August 8, 2021
La mia esperienza di lettura è stata molto particolare.
Le cose sono andate così: mi ero segnato questo libro dopo aver letto numerosi pensieri di Kraus qua e là. Tuttavia, leggere un volume intero di pensieri non è come leggerne uno ogni tanto, soprattutto se il libro li ordina per tema. Soprattutto quelli riguardanti le donne, negli anni 2020, possono risultare piuttosto indigesti se letti uno dopo l'altro.
Per garantirmi un po' di varietà, ho cominciato a saltellare tra le pagine, leggendo solo i pensieri lunghi meno di una pagina. La piacevolezza della lettura è aumentata, tuttavia ogni tanto capitavo su pensieri già letti. Mi sono quindi dotato di matita e ho iniziato a spuntare i pensieri già letti. Verso la fine, ho dovuto prendere un foglio e scriverci le pagine dove ancora c'erano pensieri non letti (questo foglietto mi ha ricordato i foglietti su cui segnavo, decenni fa, i numeri delle figurine Panini che ancora mi mancavano per completare l'album... tuffo nel passato, inaspettato).
Adesso mi mancano ancora da leggere i pensieri più lunghi di una pagina, e sono diversi.
Profile Image for rea.
52 reviews
October 16, 2025
Scrivere come Karl Kraus è impossibile. Forse solo l'Adorno dei Minima Moralia, Wittgenstein nelle sue notazioni mai sistematizzate ci sono andati vicino. Per scrivere come Karl Kraus bisognerebbe essere Karl Kraus. Ma come si può essere Karl Kraus? "Io parlo di me e intendo la cosa. Loro parlano della cosa e intendono se stessi." Siamo troppo impegnati nella performance dell'identità per poter essere un po' più, un po' meno che noi stessi. Al contrario, Kraus fece dell'alterità il suo teatro. Non si può essere Karl Kraus, perché Karl Kraus è già qualcun altro. "Non mi immischio volentieri nelle mie faccende private."
143 reviews1 follower
Read
December 9, 2025
Molti, troppi aforismi spiazzanti, che stimolano ipotesi e suggestioni da tenere in serbo per le grandi occasioni. Il cultore della filosofia vedrà bene, in queste pagine, l'influenza che Kraus ha avuto sullo stile e sulla ricerca dei fondamenti del linguaggio di Wittgenstein.
Profile Image for Maurizio Manco.
Author 7 books131 followers
October 5, 2017
"Perché scrive certa gente? Perché non ha abbastanza carattere per non scrivere." (p. 143)
63 reviews
January 24, 2022
aforismi particolari.
visioni del mondo molto specifiche e sorprendenti.
stile di scrittura ottimo
Profile Image for Stratos.
979 reviews124 followers
January 5, 2025
Ρήσεις και Αντιρρήσεις σπουδαίες και επίκαιρες για κάθε εποχή...
Profile Image for Francisco Javier.
23 reviews
January 29, 2025
Excelente traducción y manejo de uno de los mejores pensadores del siglo XX.
Muchos de sus aforismos son muy profundos
Profile Image for Walter.
116 reviews
April 4, 2009
If you want to give a high school/college graduate a useful graduation gift this spring… this book is it.

Nothing about this book is false. Some of it is wrong and untrue, but not false; thus the contradiction(s): it’s all in the application.
He even implicates himself with his words.

As such, I say: Such is the fate of honesty, it’s always moving, hence the harsh rub from a distance.
152 reviews23 followers
March 9, 2010
Not having any German, I'm forced to rely on reviews by scholars and friends whose work I respect --and they are unanimous in judging this translation so bad as to be worthless. A comparison between the text here and that of earlier translations reveals problems of diction and style as well as serial betrayal by "false friends".

Too bad. We need more Karl Kraus!

Profile Image for Filippo.
21 reviews
January 22, 2017
Too many good quotes to write. I'll pass this time.
Just this one:

-If, after lots of years, one knows from which particular classic drama and from which act a certain quote was taken, school failed. But if someone knows where that quote could fit, then the person is very educated and school didn't failed.
Profile Image for Tim.
493 reviews16 followers
January 1, 2015
Vienna reading. Kraus appeals to me strongly as described by others - pugnacious, arrogant, disagreeable, independent, brilliant - but I didn't enjoy these effortful aphorisms at all. They seem either obscure, obvious or silly mostly. Maybe Franzen or Szasz will change my mind. I hope so.
Profile Image for ehk2.
369 reviews
Read
November 12, 2018
"Dünyada kötülüğün gereksinim duyduğundan daha çok ahmaklık, ahmaklığın yol açtığından daha çok kötülük olması talihsizliktir."
Displaying 1 - 20 of 20 reviews

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