Melania G. Mazzucco was born in Rome in 1966. She earned a degree in Italian literature from the University of Rome "La Sapienza" and a degree in cinema from the Experimental Center for Cinematography. In addition to her four novels, she has written award-winning works for the cinema, theater, and radio. Vita was awarded the 2003 Strega Prize, Italy's leading literary award.
Dedicato agli amanti di Venezia. Di Tintoretto. Dell'arte e della passione.
Non fatevi ingannare dal titolo quando vedete questo libro in libreria: non lo direste mai, ma si tratta di una citazione di Sylvia Plath. E racconta della vita di quello che fu l'ultimo dei grandi pittori del Rinascimento italiano, Jacomo Robusti, conosciuto come Tintoretto. Della sua rocambolesca vita familiare, del suo rapporto tormentato con l'arte, e del suo amore smisurato per la figlia illegittima, Marietta, detta anche Tintoretta.
Tintoretto, ormai giunto ai suoi ultimi giorni, si racconta in una lunga lettera a Dio, una lettera di accuse, e di pentimenti, di memorie e di rimorsi. Di riga in riga si scopre del rapporto tormentato con i figli, sette in tutto, alcuni dediti alla sua arte come lui in un duro apprendistato, le ragazze rinchiuse in convento perché non perdano l'onore e non pesino sulle economie della famiglia, l'amato Dominico, il ribelle Zuane, il nullafacente Marco. Ma su tutti, sopra tutti, Marietta, nata fuori dal matrimonio, fonte di pensieri peccaminosi, contrari alla natura paterna, ombra e riflesso del padre, anch'essa pittrice e donna straordinariamente moderna. E poi Venezia, venerata patria, la peste che la colpì, e le sue contraddizioni.
L'arte intesa come espressione che non si asserve ai ricchi, ma che rende immortali senza discriminazioni puttane e nobildonne, barcaioli e nobili, puri e meno puri. L'arte che avviluppa e toglie il sonno, l'aspirazione a superare Tiziano, maestro indiscusso, che penetra in tutte le chiese e in tutte le case di Venezia.
E' una scrittrice furba, Melania Mazzucco, perché ad uno stile non particolarmente definito sa accompagnare i soggetti e le trame perfette, che non lasciano liberi di scegliere: una volta entrati nella storia, è indispensabile arrivare sino alla fine, in una bulimia di pagine e parole.
Se vi dicessi chi è l'angelo, e cosa significa aspettarlo, e cosa c'entri Sylvia Plath in tutto questo, vi toglierei il gusto della lettura, e invece vi lascio a scoprirlo da soli, per gustare tutto il libro, tutte le memorie di questo superbo e presuntuoso artista che ha inorgoglito l'Italia per i secoli a venire.
L'amore smisurato per la pittura e per Marietta, figlia illegittima. L'amore di lei per il padre e per la pittura. Marietta che si rivolge al padre dicendo: "Io non sono niente senza di te". Lui che le insegna a dipingere al buio perché la verità e la bellezza non si copiano ma si trovano dentro di sé. Per Marietta sarà sognare con il pennello”. È un amore immenso quello di Jacomo per la figlia Marietta, la sua scintilla, la Tintoretta. La scintilla che insegnerà qualcosa di grande e importante al padre e maestro. E Attorno la Venezia rinascimentale, con i suoi intrighi, la sua storia, la sua gente e i suoi odori. E la peste che passa e lascia dietro di sé morte e dolore. La vita e la morte che si mescolano con gli odori dei colori e dell'acqua salmastra. Ci siamo anche noi lì, seduti in un angolo buio, ad ascoltare le parole che Jacomo rivolge a Dio in questi ultimi giorni di vita. Un libro notevole, sicuramente da leggere, ma senza fretta. Nato da un lavoro di ricerca che è durato 10 anni e ha dato vita, oltre a questo, a "Jacomo Tintoretto e i suoi figli", meravigliosa biografia sul pittore.
Son tre stelline, ma due e mezzo sarebbe il giusto. Le biografie romanzate mi piacciono molto. Era la premessa all'acquisto. Jacopo Robusti qui é soprattutto rappresentato come padre prima che come artista rivale di Tiziano, e di figli ne ha avuti 8! oltre a Marietta la figlia illeggittima e amatissima. Ma tale amore "particolare" al limite del morboso prende troppo spazio nell'economia del romanzo per i miei gusti. Sono invece ottime le pagine che offrono una cifra interpretativa alle opere di Tintoretto, e direi magnifiche quelle che ci riportano diritti alla Venezia del '500: odori, rumori, colori, usi e costumi, ti par di esserci. La tela, per usare una metafora pittorica, risulta un po' troppo carica di colori, troppi strati, troppi personaggi, troppe pagine. Qualche taglio gli avrebbe giovato.
Una narrazione in prima persona, autobiografica. Tintoretto racconta la sua vita, e lo fa dal letto di morte, con una passione quasi delirante. Sicuramente un racconto non lineare. Un racconto che è come una confessione, perché Tintoretto si rivolge al suo Creatore, parlando delle opere che gli ha dedicato e della sua pittura, ma soprattutto dell'amore per i suoi figli, molti dei quali gli vengono strappati via prima del tempo, per le sue figlie legittime, tutte chiuse fin da giovanissime in convento ma, principalmente, per la sua primogenita, l'illegittima Marietta, anche lei pittrice e musicista, che cercò di ricalcare le orme del padre, malgrado le difficoltà di essere pittrice e donna. Il rapporto tra Jacomo e Marietta è strettissimo, morboso al punto da sfiorare l'incesto, ed è la storia d'amore che predomina la vita di Tintoretto più del suo rapporto con la moglie Faustina, che rimane sullo sfondo pur avendogli dato sette figli.
Volevo generare, con la virtù e non col seme, un mondo di luce e di figure, dare loro una vita non effimera - e non doverle crescere ogni giorno, sfamarle, curarle, angosciarmi per loro. Vedevo mio padre. Le preoccupazioni per i figli lo avevano prima incatenato e poi annientato. Non riconoscevo in quell'uomo, costretto a stentare come un cane, a sobbarcarsi viaggi pericolosi in cambio di una stabilità economica sempre minacciata - un uomo spento, precocemente invecchiato, grigio in viso - l'affarista intraprendente con cui ero cresciuto. Non era quello il mio destino.
Tutti gli scolari possono imparare a dipingere dal vero, e devono farlo, ma poi la verità e la bellezza devono ritrovarla dentro di sé. Perché l'arte non imita la natura, ma la crea. La verità e la bellezza non sono nelle cose, non sono nel mondo, ma nel profondo di noi, in quella parte nascosta che non sarà mai conosciuta, ma che deve essere liberata. Dipingere, dipingere davvero, e non per compiacere un cliente né per guadagnarsi la paga, è come sognare. Tutto è simile al mondo là fuori, quasi identico, e però non lo è. Solo in quello slittamento c'è la verità e la bellezza e il senso di ogni ricerca e rappresentazione. Devi arrivare a sognare ciò che ricordi. Questo significa creare. A quel punto la matita, il pennello, gli occhi - tutto diventa secondario. E per dimostrarle ciò che intendevo, soffiai sul lume e lo studio cadde nell'oscurità.
Chi ama l'arte e si perde nelle grandi figure e artisti che hanno emozionato con le loro opere e quadri, non può assolutamente perdere la lettura di questo romanzo della Mazzucco. La scrittrice racconta con uno stile barocco e indossa i panni di Jacopo Robusti, conosciuto come il Tintoretto facendoci entrare nella sua vita, la sua storia e i luoghi in cui è ambientato. Melania Mazzucco traccia il profilo di questo artista, pittore, partendo dalla sua gioventù, il suo amore per la pittura. Entriamo in contatto con un uomo anticonformista e sicuro di sé, della sua pittura e della sua arte. Un pittore, ma anche e soprattutto un padre che manifesta tutto il suo amore verso Marietta, la figlia prediletta, a cui insegna i trucchi del mestiere. "La lunga attesa dell'angelo" è arte nell'arte, condensata da bellezza, una discesa nella meraviglia artistica a cui Venezia fa da sfondo con il suo incredibile fascino e magia.
La biografia romanzata del Tintoretto, scritta con arte e passione. Se non possiamo esprimerci sulla bellezza di una vita possiamo però farlo sul modo in cui viene raccontata : in questo caso la visione del tutto interiorizzata dell’esistenza del pittore ci trascina in un lungo e intricato viaggio che, anche se oggettivamente immaginario, non perde nulla del suo assoluto fascino. Bella esperienza.
Provo molta gratitudine nei confronti dell’amica che mi ha consigliato questo romanzo perché, quasi sicuramente, non credo l’avrei altrimenti mai letto.
Innanzitutto il romanzo storico non è proprio la mia tazza di tè, ho sempre paura di imbattermi nella lettura di libri tipo I leoni di Sicilia, e poi ho una predilezione per le storie tutte inventate o che appaiono come tali. Provo inoltre un senso di respingimento verso tutta la narrativa che propone rivisitazioni di un personaggio per renderlo più attraente o più politically correct.
Ma con questo romanzo di Melania G. Mazzucco ho dovuto decisamente ricredermi. Non fatevi irretire dal titolo (peraltro tratto da una poesia di Sylvia Plath) che pare un po’ da romanzo rosa, qui abbiamo un io narrante potentissimo, inaffidabile, profondo, personaggi caratterizzati alla perfezione, dialoghi verosimili e niente affatto tediosi, la descrizione di una città, la Venezia del 1500, che fa venir voglia di tornare indietro nel tempo e poterla vivere.
Ciò che ho preferito sono sicuramente le riflessioni di Tintoretto sulla spiritualità, sulla famiglia, sulla paternità, sull’essere umano, sull’arte (soprattutto queste ultime: impregnate di un lirismo e di una poeticità mai banali, mai stucchevoli).
Diceva Munari che il problema basilare, per lo sviluppo della fantasia, è l’aumento della conoscenza, per permettere un maggior numero di relazioni possibili tra un maggior numero di dati; e in questo romanzo si sentono davvero le fondamenta solide della conoscenza storica dell’autrice che hanno fatto da base allo sviluppo di una trama fulgente. Questo però non sarebbe bastato a farlo diventare il prezioso libro che è, infatti, forse ancor di più, ciò che lo caratterizza come tale è lo stile di Mazzucco, unito a una grandissima abilità di tenere alta la tensione narrativa.
Insomma una piacevole sorpresa, credo che leggerò presto altro di questa autrice.
tre stelle non rendono giustizia alla mole di lavoro che c’è dietro questo romanzo, è vero. ma se dovessi consigliarlo mi sentirei di avvisare che in alcuni punti la narrazione - forse inevitabilmente - sembra indugiare e quindi l’attenzione del lettore viene messa in pericolo. a metà romanzo ho dato segni di impazienza. in compenso, alcune scene di azione sono molto efficaci. insomma, forse senza un quinto del libro la lettura sarebbe potuta essere più scorrevole.
Otra maravilla de novela de mazzucco en esta ocasión recreando la vida de tintoretto y que sirve a la escritora para narrar de forma brillante la vida de los venecianos en el esplendor del renacimiento. En españa está publicada por anagrama con el título "la larga espera del angel"
Probabile che io mi renda impopolare, ma alla terza pagina stavo per addormentarmi. Non sono solita abbandonare le letture, ma se, arrivata a pagina 30, massimo 40, è ancora così barboso, penso che non andrò oltre.
Per gli amici Italiani di Goodreads: volete leggere un autore che scrive in un Italiano fenomenale? Leggete Melania Mazzucco. Questo è il suo romanzo che preferisco.
Certe volte mi sembrava davvero di vedere i quadri del Tintoretto: la Mazzucco �� stata bravissima a rendere la luce della Venezia cinquecentesca con le parole.
Romanzo eccezionale basato sugli studi condotti dalla scrittrice sul Tintoretto. Mentre si ripercorrono i passi del pittore sembra di essere al suo fianco in una passeggiata non solo nella sua vita ma nella Venezia cinquecentesca. Lo stile di scrittura e la continua sensazione di sbirciare all'interno della vita passata del pittore invogliano la lettura che è tutta d'un fiato.
Devi arrivare a sognare ciò che ricordi. Questo significa creare” . La lunga attesa dell’angelo ci racconta di Venezia e di una figura particolare: quella di Tintoretto. Pittore che è arrivato al successo piuttosto tardi, chiamato così in quanto suo padre era tintore, a tratti non capito dai suoi contemporanei. Il libro si struttura in 15 giornate, le sue ultime, in cui in preda alla febbre il pittore si racconta. Parla della sua vita, dei suoi quadri, di Venezia, della storia. E della sua famiglia. Ci parla della moglie, dei figli, e in particolare di Marietta, la sua Marietta. La sua scintilla, come la chiama lui. In questo libro affascinante, crudo quanto delicato, -una poesia fatta di colori e parole, una lunga confessione-la Mazzucco ci accompagna a riscoprire la vita di questo artista e delle figure che l’hanno costellata, incluse quelle che restano sempre nascoste e di cui, forse, troppo spesso ci dimentichiamo. Anni di ricerca portano a un’attenzione posta a ogni dettaglio, a ogni parola a ogni rapporto che viene scoperto e riscoperto ancora e ancora all’interno del libro, fino a un finale che lascia gli occhi pieni della sua immagine. . Personalmente mi sono innamorata di questo romanzo, l’ho letto per un esame e l’ho letteralmente divorato in due giorni. Mi è piaciuto tantissimo e ve lo raccomando caldamente, anche per riscoprire questo artista di cui personalmente sapevo ben poco. La prosa è meravigliosa e io mi sono sentita coinvolta nelle vicende fino alla fine.
Con "La lunga attesa dell'angelo" Melania Mazzucco si conferma scrittrice di razza, capace come pochi di ricreare un ambiente, un mondo con rara maestria. Il romanzo è strutturato come un'ultima confessione a Dio del celebre pittore Tintoretto che sul letto di morte rivive gli episodi più significativi della sua vita ma soprattutto il suo amore per la figlia illegittima Marietta. Proprio questo sentimento, così ambiguo, è il filo rosso che lega tutti i ricordi di Jacomo e che svela la sua personalità così sanguigna e robusta, come il suo cognome. Scritto con una particolare attenzione ad ogni frase e ad ogni parola questo libro è anche un altro tassello del mosaico che la Mazzucco sta designendo sul tema del rapporto Figli-genitori. Sottotraccia a questa sua ultima fatica giace il tema della sottomissione di Marietta e poi degli altri figli alla prepotente volontà del genitore che si dimostra "una montagna troppo alta da scalare". La "Tintoretta" raggiunta una certa fama come ritrattista e richiesta dalle corti dei maggiori sovrani europei viene infatti indotta a rinunciare dal padre-padrone e piano piano si spegne per la mancata libertà. Sorte simile avranno i fratelli schiacciati dal nome e dal destino di essere figli di un tale personaggio. Questo è un libro da leggere con calma per assaporarne ogni riga e oserei dire "da delibare". Con questo suo nuovo successo Melania Mazzucco si propone come autrice di grande sensibilità e modernità. Brava!
Il protagonista del libro non è solo Jacopo Robusti, conosciuto come Tintoretto, ma, secondo me, il rapporto tenero, solidissimo, esclusivo tra il pittore e la sua amatissima scintilla, la figlia Marietta. A contorno di questo rapporto, a volte quasi morboso, la vita e le opere di Tintoretto, che ormai è giunto alla fine della sua vita e con salti temporali e divagazioni più o meno lunghe, tenta, in prima persona e con un colloquio diretto con Dio, di tracciare un bilancio. Viene così dipinto un grande quadro dove emergono le figure della moglie, un'edera umanissima e mai vacillante, e degli altri numerosi figli, amati ma mai apprezzati e vicini come Marietta. Un libro che ha saputo far emergere dall'oblio e ridare luce e vita a un'artista dimenticata e sconosciuta, forse perché così anche voluto dal padre: Marietta Tintoretta. Melania Mazzucco è brava in questo genere di operazioni, perché probabilmente sa lavorare bene come ricercatrice: ha pazienza e non si lascia scoraggiare dalle difficoltà, come per i libri su Plautilla Briccia (L'architettatrice) e Annemarie Schwarzenbach (Lei così amata)
La lunga attesa dell’angelo è un capolavoro letterario. Melania G. Mazzucco è riuscita a guidarmi nel travaglio di un Tintoretto in fin di vita, che ricompone come meglio riesce gli avvenimenti che lo hanno reso chi era, mostrando a 360 gradi il mondo che lo ha circondato. Emerge da qui il pittore storico e tutte le sue difficoltà nell’affermarsi in quanto tale a Venezia e non solo, l’uomo veneziano della fine del ‘500 che sa che deve sposarsi per essere legato a una buona famiglia, l’amante che si innamora per davvero e che amerà per sempre la sua figlia illecita, ma anche il padre duro e lontano dalla maggior parte dei propri figli che però talvolta ama e perdona. L’autrice ha reso con una capacità ammirevole l’ambiente di Venezia e terraferma, riuscendo a farmi vedere i posti del presente con l’occhio del passato. Ho particolarmente apprezzato anche gli accurati dettagli inseriti sugli eventi storici che hanno toccato Jacomo e la sua famiglia (la peste, la rivoluzione copernicana). Infatti emerge qui che la vita di Tintoretto è anche la vita di tutti i suoi figli, di sua moglie, della sua amata, perché tutti quelli che gli sono stati attorno vengono a conoscersi tramite i ricordi di Jacomo e si caratterizzano nella mente del lettore come se fossero persone care anche a lui. Questo è possibile perché La lunga attesa dell’angelo è scritto in un italiano sublime, ricco e vivo. L’autrice ha qui mostrato un incredibile potere di scrittura, che io ho trovato musicale, incalzante e rasserenante. La storia di Tintoretto diventa la storia di tutti gli uomini, che indipendentemente dal secolo, vivono le stesse emozioni e si pongono le stesse domande. Un applauso a Melania G. Mazzucco per averci lasciato un'opera universale.
Melania Mazzucco è una delle scrittrici italiane più talentuose e piacevoli da leggere, un'autrice di cui ho letto molti libri restando sempre stupita dalla sua capacità narrativa e di ricerca storica. Qui, però, raggiunge a mio parere il più alto livello della sua bravura, forse anche grazie al soggetto che mi interessa in modo particolare. La sua è una maniera intimista e profonda, assolutamente originale, di raccontare un grande pittore rendendolo umano, tangibile, concreto. Venezia alla fine del Cinquecento, l'arte, l'amore, le passioni e la storia: c'è tutto in questo romanzo stupendo che ci restituisce un Tintoretto intenso e poetico. Lo stile della Mazzucco eccelle come sempre e forse più di sempre: la scelta dei termini, la sonorità della lingua, la maestria nelle descrizioni e nella ricerca psicologica dei personaggi, primo fra tutti Jacomo Robusti stesso. Un libro che consiglio non solo per acquisire qualcosa in più a livello di storia e di arte, ma anche per imparare a scrivere ad alti livelli.
Melania Mazzucco si conferma, anche qui, tra le mgliori scrittrici italiane oggi, secondo me. Ti porta dritto dritto nella Venezia dei Dogi, dei grandi artisti dell'epoca, ma anche anni di guerre e pestilenze. Mi ha un po' infastidita l'insistenza eccessiva sul rapporto tra Tintoretto e la figlia, il desiderio al limite dell'incestuso, a fatica represso, frutto suppongo di una sua interpretazione di un legame indubbiamente forte. Libera interpretazione immagino non supportata da fonti.. Per il resto una storia come sempre ben raccontata, approfondendo non solo i due protagonisti, ma l'intera famiglia del pittore a cui, mi pare, ha dedicato un altro libro. Mette una gran voglia di un viaggio a Venezia a contemplare i "Tintoretto" sparsi nei Palazzi e nella Chiese di quella città a cui fu indissolubilmente legato, con una devozione (e un'ambizione) a cui sacrificò molto
Melania Mazzucco si conferma, anche qui, tra le mgliori scrittrici italiane oggi, secondo me. Ti porta dritto dritto nella Venezia dei Dogi, dei grandi artisti dell'epoca, ma anche anni di guerre e pestilenze. Mi ha un po' infastidita l'insistenza eccessiva sul rapporto tra Tintoretto e la figlia, il desiderio al limite dell'incestuso, a fatica represso, frutto suppongo di una sua interpretazione di un legame indubbiamente forte. Libera interpretazione immagino non supportata da fonti.. Per il resto una storia come sempre ben raccontata, approfondendo non solo i due protagonisti, ma l'intera famiglia del pittore a cui, mi pare, ha dedicato un altro libro. Mette una gran voglia di un viaggio a Venezia a contemplare i "Tintoretto" sparsi nei Palazzi e nella Chiese di quella città a cui fu indissolubilmente legato, con una devozione (e un'ambizione) a cui sacrificò molto
Seppur riconosca l'enorme lavoro archivistico e di ricosteuzione storica della vita e delle opere di Tintoretto e della figlia Marietta (il cui talento e esistenza è stato negato per secoli), il romanzo non ha creato in me né lasciato particolare entusiasmo. Il romanzo è una lunga confessione sul letto di morte del Tintoretto in cui ripercorre la sua vita e il rapporto con Marietta nella forma di una sorta di flusso di coscienza con flashbacks ma in ordine cronologico. Questa forma narrativa l'ho trovata molto pesante e faticosa: non c'erano dialoghi né parti più storiche che quindi non ne fanno un romanzo storico. L'atmosfera della Venezia dell'epoca e del fervore artistico sono descritti molto bene ma avrei voluto di più. La lunghezza del libro (comunque più di 450 pagine) non è stata a mio avviso gestita nella maniera piu efficace per una lettura piacevole.
Mazzucco si conferma ai miei occhi come una grande scrittrice di arte e di storia. C’è un accuratezza e ricchezza nei suoi testi che scaldano il cuore di un appassionato (nel mio caso di storia e, qui, anche di Venezia). Oltre, una capacità di narrare il lato umano imprevedibile. Del Tintoretto riusciamo ad entrare nella testa per quanto è ampia la descrizione sua, del suo carattere e delle sue emozioni, dei suoi pensieri e dei suoi tormenti. Dei momenti felici e di quelli bui. Allo stesso modo dà luce ai suoi figli anche se, come accade per ogni persona altra da noi, avranno un velo di mistero sopra di loro.
Venezia, la mia città preferita, sempre eterna e uguale a se stessa, ha qui un omaggio formidabile.
Tintoretto agoniza. Quince días de fiebre y malestares digestivos. Quince días sin dormir. El maestro veneciano, que apenas ha salido de su ciudad, se confiesa. Ha sido un artista consumado y un padre fallido. Un rey sol cuyo fuego abrasa a todos los que le rodean. Sobresale la figura de su hija ilegítima, Marietta, llamada la Tintoretta, con la que mantiene un intenso vínculo. Una mujer quizá relevada a un segundo plano por las biografías del pintor y los libros de historia arte, pero acertada y hábilmente rescatada por la autora de esta novela. Un libro que sumerge al lector en la Venecia del siglo XVI; un libro que no he podido parar de leer hasta terminármelo.
La vita di Tintoretto raccontata in un dialogo dell'artista con Dio in punto di morte, in flash back che illuminano soprattutto la figura dell'amata figlia Marietta. Ritornano i temi della libertà, del talento, dell'emulazione artistica, della passione esclusiva e irrazionale, della meschinità, declinati nei vari familiari e personaggi che ruotano intorno all'artista. Una scrittura intensa e un po' artificiosa, che cerca le cupe corde del rimpianto e descrive la biografia del grande artista come un'opera totale.
Leggendo il libro si capisce l'amore dell’autrice per l'arte e di quanto sia preparata e informata . La vita tormentata con luci e ombre di Jacopo Robusti, per tutti Tintoretto. Il libro scritto in prima persona ti accompagna a Venezia nel cinquecento con descrizioni molto particolareggiate. Romanzo molto bello, appassionante e lancinante per il dolore provocato da una passione impossibile da raggiungere ed appagare.
Lei crea personaggi sterminati, di enormi passioni e sofferenze, di vite affamate e affannate. E intorno Venezia nel 1500: la ricchezza, la guerra, la peste, la miseria in cui ha vissuto l'umanità fino all'altroieri, la disumanità del passato. Tintoretto ripensa alla sua vita mentre muore, in attesa del suo angelo, la figlia primogenita ma bastarda, la troppo amata.