"La via del male", caso unico nella lunga carriera di Grazia Deledda, conobbe ben quattro redazioni a stampa. Il libro fu pubblicato per la prima volta nel 1896 da Speirani a Torino; nel corso del 1906 la Gazzetta del Popolo di Torino lo pubblicò in appendice con il titolo "Il servo"; nello stesso anno di nuovo con il titolo "La via del male" il romanzo uscì di volume nella Biblioteca Romantica della Nuova antologia di Roma; infine, nel 1916, presso l'editore Treves di Milano, se ne ebbe una nuova ed ultima versione. Il testo, dunque, è rimasto in lavorazione per più di vent'anni, essendo passato attraverso una massiccia attività correttoria. In questo romanzo, che incontrò il favore di Luigi Capuana, l'autrice, suggestionata dal verismo, abbandonò le imitazioni degli autori romantici a favore di un'elaborazione maggiormente aderente alla realtà, con descrizioni di situazione concrete in cui far muovere personaggi più autentici. Ne "La via del male", comparvero gli elementi tipici della produzione della Deledda: gli uomini, abitatori della sua "misteriosa" Sardegna, primitivi e taciturni, in ascolto solo delle voci della natura, chiusi nelle loro credenze e tradizioni, in lotta contro un destino avverso che li piega o li costringe a ripiegare in se stessi, che, agitati da passioni violente, guidati dall'amore, vissuto come esperienza passionale, o dall'odio, sono indotti al peccato, ma poi travagliati dal senso di colpa che li condurrà ad espiare.
Grazia Maria Cosima Damiana Deledda was an Italian writer who received the Nobel Prize for Literature in 1926 "for her idealistically inspired writings which with plastic clarity picture the life on her native island [i.e. Sardinia] and with depth and sympathy deal with human problems in general". She was the first Italian woman to receive the prize, and only the second woman in general after Selma Lagerlöf was awarded hers in 1909.
همچنان به راه خود ادامه میداد. در زیر آن آسمان لکهدار و اسرارآمیز، از بیراهههایی میگذشت که گاه تاریک و گاه با نور ماه روشن میشد. قلب او نیز با چنان نوری روشن شده بود، نوری خفیف که گاه به کلی خاموش میشد. و در مقابلش آن راه اسرارآمیز و بیانتها گسترده شده بود: راه خطا. . اولین کتابی که از گراتزیا دلددا خوندم کتاب وسوسه بود و خیلی پسندیدم. این کتاب نسبت به اون خیلی قوی نیست. یک رمان عاشقانه محسوب میشه که میتونه تا چند ساعتی شما رو سرگرم کنه ولی از یه طرف هم قلم گراتزیا تو وصف روابط و مشقاتی که یا عاشق میکشه، زیباست.
Sin dove può spingersi il desiderio umano? Sin dove si può arrivare per ottenere quanto più desideriamo? Si può esser sempre certi di percorrere la via del bene e della giustizia o la nostra indole (forse giustamente) ribelle può, a volte, in taluni casi, condiscendere alla via del male e indurre etica e morale a soggiacere al puro desiderio? Romanzo dalla trama assai semplice, ma ben costruito, soprattutto nel climax delle ultime pagine.
Questo è stato il romanzo d'esordio di Grazia Deledda. Se questo è un esordio, figurarsi gli altri... che ovviamente recupererò al più presto. Sempre più sorpresa dalla letteratura italiana al femminile, gemme nascoste dal silenzio del canone scolastico. Gemme di cui mi impadronirò al più presto.
Trovo molto bello come siano illustrati alcuni stati d'animo che, quando ci riguardano, risultano inspiegabili e intricati. La Deledda invece li rischiara semplicemente descrivendoli, e tesse una storia di sentimenti eterni e personaggi bellissimi (tziu Nicola Noina ❤️). Esemplari sono alcune delle scene di volta, come l'ultima sequenza di Maria, o l'inquietudine di lei mentre percorre e ripercorre la radura da una capanna all'altra. Personaggio fondamentale è poi Nuoro, con le sue vigne, i broccati, gli aratri, i muri a secco sullo sfondo azzurro dei monti. Al paesaggio sono dedicate parti ampissime, che donano però alla terra vita e respiro. Sa tutto ogni spiga di grano, ogni allodola: hanno visto. Ma non possono raccontare, la loro lingua è quella del vento. Non c'è bene o male nella forza che li muove: ci sono solo angoscia e avido desiderio.
Un breve romanzo ambientato nelle campagne del nuorese e che vede coinvolto Pietro Benu, un umile servo che inizia a lavorare per una famiglia mediamente facoltosa, innamorandosi prima della nipote e poi della figlia del padrone, Maria. La sua vita, più ricca di dolori che di gioie, lo condurrà a vivere diverse esperienze. Non avevo mai letto nulla di Deledda ma posso dire che la sua scrittura mi ha letteralmente rapita e inspiegabilmente inserita nel suo racconto. I personaggi descritti vividamente, sono raccontati a tutto tondo e ci consentono davvero di entrare nella vicenda. Lo consiglio vivamente anche per la sua brevità.
Vorrei ringraziare pubblicamente colui o colei che ha lasciato questo a dir poco splendido romanzo nella bibliocabina di Genova Nervi. Forse lasciato lì, perché non apprezzato? Forse neppure letto? O forse perché un romanzo così DEVE essere divulgato? Racconta la storia d’amore tra Pietro e Maria. Il loro, però, non è un amore come tutti gli altri. Il loro è un amore ardente, proibito, accecato dalla passione, è un amore inaccettabile, è l’amore tra un servo e la sua padrona, è un amore che li porterà sulla via del male. Non si può non restare colpiti dalle magistrali descrizioni dei sentimenti dei personaggi, così come non si può rimanere indifferenti alle descrizioni dei colori, dei suoni, dei profumi della natura di un paese meraviglioso quale è la Sardegna. Voto 5 stelle (su cinque) ⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️
Dopo tantissimi anni leggo nuovamente Grazia Deledda, per essere un libro scritto alle porte del 1900, si legge davvero così bene, una scrittura coinvolgente e soprattutto moderna, descrizioni così particolareggiate da riuscire quasi a vedere una Nuoro di cent'anni fa. Un libro ricco di passioni, disperazioni, vendette e che ci lascia un messaggio importante, dobbiamo esser consapevoli delle nostre azioni, spesso non si può tornare indietro e le conseguenze potrebbero cambiarci la vita definitivamente.
دختر هم چنان به پیترو فکر می کرد . به ان چشم های زیبا و روشن فکر می کرد ، به نگاهی که نگاه هیچ مرد دیگری به پایش نمی رسید و سر خود را می گرداند و با چشمان مشکی و براق فرانچسکو رو به رو می شد که با اشتیاق و غم خیره اش شده بود .آری اکنون رویا به اخر رسیده بود و واقعیت اغاز می .گردید
Pietro Benu è un bel giovane povero, orfano e cresciuto con le zie che si fa assumere come servo dalla ricca famiglia dei Noina. Il padrone Nicola è prodigo e prende subito Pietro in simpatia. Tra l'altro Pietro mostra interesse per la nipote di lui Sabina, nella sua stessa condizione di povertà. Ma tutto cambia quando scopre che la giovane padrona Maria, una ragazza ammirata da tutti per la bellezza, sembra essere gelosa della cugina. Ma Pietro dovrà fare i conti con la sua condizione di servo e con Francesco Rosana, un paesano ricco, intelligente ma brutto che ambisce alla mano di Maria.
È uno dei primi romanzi di Grazia Deledda, che mostra una straordinaria capacità di scavare nell'animo umano, come testimonia l'accurata analisi psicologica dei personaggi. La vicenda è ambientata nella sua terra d'origine, Nuoro, e l'autrice ne dà un'accurata descrizione, rendendo anche il paesaggio sardo protagonista del suo racconto, contestualizzandolo e lasciando trasparire colori, suoni, profumi di una terra che le appartiene, anche nella padronanza di saperla rendere reale su carta. La trama è ben articolata e intreccia alla perfezione i due punti di vista dei protagonisti, con i loro tormenti, le loro paure, le loro ansie d'amore, aggiungendo anche una terza voce, benché più marginale, ma incisiva nel susseguirsi degli eventi. Il tema è passionale, una classica storia d'amore tra persone di differente condizione economica e, quindi clandestina e disonorevole per la famiglia, in un'epoca in cui pettegolezzi e maldicenze erano all'ordine del giorno. Grazia Deledda delinea al meglio le pene d'amore dei personaggi, oltre a darne una descrizione fisica accurata. Molto bello il contrasto che emerge tra la padrona che considera peccaminosa e disonesta la relazione con il suo servo e quella stessa padrona che diventa serva dell'amore e della passione per lui. La scrittura, seppur datata, risulta semplice e scorrevole, da far dimenticare il fatto che il libro fu scritto più di cent'anni fa. Nella storia si ritrovano anche parole in dialetto, tradizioni ancestrali, legate a pratiche della terra sarda, soprattutto per quanto riguarda i riti (matrimoni, funerali) oltre al retaggio religioso di una giustizia divina che non mancherà mai di punire chi in questa vita sceglie la via del male. Una lettura che mi è piaciuta, d'altra parte ho proprio un debole per Grazia Deledda ed il suo stile.
راه خطا پسر جوانی به نام پیترو در جستجوی کار نزد خانواده ثروتمندی رفته و به عنوان مستخدم آنها مشغول به کار میشود. پس از سپری شدن مدتی کوتاه، او به تنها دختر خانواده دل میبندد و بدینسان ماجرای داستان شکل میگیرد. ریتم و ضربآهنگ داستان بسیار کند بوده و حرف خاصی برای گفتن ندارد در مورد نویسنده گراتزیا کوزیما دلددا (۱۸۷۱ – ۱۹۳۶) دومین زن نویسنده و تنها زن ایتالیایی است که در سال ۱۹۲۶ برنده جایزه نوبل ادبیات شده است. او نویسندهای پر کار بود و تقریباً هر سال، یک رمان منتشر میکرد. «دلددا» نویسنده رمانهای راه خطا، بر لبه پرتگاه، کبوترها و بازها، حریق در باغ زیتون، خاکستر، راز مرد گوشهگیر، چشمهای سیمونه، وسوسه، رقص گردنبند و ... میباشد در مورد مترجم و ترجمه کتاب آقای بهمن فرزانه (۱۳۱۷ – ۱۳۹۲) جزو مشهورترین، معتبرترین و متبحرترین مترجمین ماست. او ترجمه کتابهای «صد سال تنهائی» گابریل گارسیا مارکز، «از طرف او» نوشته آلبادسس پدس و بیش از پنجاه ترجمه دیگر را در کارنامه خود دارد. او علاوه بر رمان «راه خطا» سایر نوشتههای «دلددا» را نیز مستقیماً از زبان ایتالیایی به زبان فارسی ترجمه کرده است. اما ترجمه رمان «راه خطا» در پارهای جاها به دستانداز میافتد. به عنوان مثال در صفحه ۱۵۳ تنها در یک پاراگراف سه بار کلمه «اغلب» را به کار برده است: آن دو هفته سپری شد. فرانچسکو اغلب به خانه آنها میآمد، اغلب با عمو نیکولا به گردش میرفت و اغلب از خیابان آنها عبور میکرد. حسابی عاشق شده بود آقای فرزانه در مورد این کتاب گفتهاند که گراتزیا دلدا «راه خطا» را در سال ۱۸۹۸ نوشت و نام آن را «نوكر» گذاشت. بعد از یكی دو سال نام آن را به «رام نشدنی» تغییر داد و بعد از مدتی نام «راه خطا» را برای آن انتخاب کرد و در سال ۱۹۱۶برای اولین بار آن را چاپ كرد. من هم از روی همین نسخه آن را ترجمه كردهام
Una storia d'amore passionale e travagliata che porta entrambi gli innamorati su una inevitabile via del male. Un mondo contadino descritto con lucida concretezza, attraverso dettagli di luce e colori. Un mondo in cui tutto è natura, anche gli esseri umani. Questo romanzo è di fine Ottocento ma, a parte qualche termine arcaico, potrebbe trovare tranquillamente una collocazione anche ai giorni nostri. Brava Grazia Deledda!
Amore, morte, orgoglio sociale nella Sardegna di fine ottocento, magistralmente descritta nel suo carattere, nelle sue trdizioni e nei suoi costumi. Una storia tutto sommato semplicissima che il linguaggio preciso, freschissimo, della Deledda permette di "vedere". Primo libro di questa scrittrice per me, una vera scoperta.
Lettura abbastanza scorrevole che si addice appunto alla nobel nuorese. Trattasi di un amore contrastato che genera distruzione e sofferenza, dove vige la distinzione tra classi sociali e gerarchia familiare unitamente alla relazione di fedeltà tra servo e padrone.
Per la scrittura pittoresca della Deledda, per la storia che tiene incollati alle pagine, per conoscere le nostre origini e per confermare il merito (ancora una volta) ad un premio nobel tutto al femminile.
Grazia sa scrivere. Il suo é un linguaggio che proietta, sono immagini, sono scene cinematografiche di una Sardegna di piú di un secolo fá, prima della omologazione televisiva ke ha reso il mondo uniforme e monotono. Una Sardegna che oscilla tra Cattolicesimo e Dei precristiani, tra vestiti in pelli di capra, pastori e differenze di classe. Capuana definí bene questo lavoro con 'verismo romantico' anzi passionale, a volte sensuale, con un amore che diventa desiderio rabbia dolore ira vendetta. Grazia Deledda riesce a farci sentire queste passioni, sentiamo i pensieri e i moti interiori dei protagonisti, di Maria Pietro e anche Sabina, e questa invidia questa gelosia cosí tipica delle Isole del Sud. Una vera scoperta, sto già ordinando Canne al Vento perché non si può mai giudicare con una sola opera.
Il mio primo, e sicuramente non ultimo, incontro con questa grandissima scrittrice mi ha lasciato davvero soddisfatto. La trama del libro è piuttosto semplice se vogliamo, ma la penna di Grazia Deledda riesce a trasformarla in qualcosa di diverso. Ciò che ho davvero apprezzato è stata la capacità di passare dalla descrizione di paesaggi selvaggi ma idilliaci a quella delle passioni più oscure dei suoi personaggi, riuscendo al contempo a rendere un'immagine molto vivida della sua Sardegna. Cinque stelle meritatissime e aspettative altrettanto stellari per i suoi romanzi più celebri.
Grazia Deledda in questo romanzo d’amore ci racconta come la disperazione- al pari dell’amore- si viva in coppia. Scorrevolissimo nonostante la sua età.
Sono ritornata a leggere una grande scrittrice italiana, che ancora una volta non tradisce le aspettative. Questo romanzo del 1896 è una controversa storia d'amore, ambientata nelle campagne di Nuoro. Protagonista è Pietro, che ottiene lavoro in una casa di contadini e pastori ed a poco a poco si innamora della giovane Maria, figlia del padrone. Inizialmente è sconvolto, finchè non si accorge che anche la bella fanciulla ricambia i suoi sentimenti, seppur in maniera controversa: non può infatti amare un servo. Maria rifiuta diverse proposte di matrimonio, eppure pian piano è costretta a cedere e rassegnarsi a sposare un ricco proprietario terriero. Pietro è lontano, ha portato le pecore al pascolo in montagna e la lontananza aiuta non a dimenticare, ma a rassegnarsi che l'amore tra loro è oltre ogni convenzione. Lui però non è dello stesso avviso e la storia prosegue con intrecci ed evoluzioni inaspettate. Una storia d'amore stravolgente e impossibile, che ricorda vagamente Romeo e Giulietta e storie simili. La campagna è fortissima anche in questo romanzo di Grazia Deledda, che ricrea situazioni campestri, al punto che quasi si sente l'odore del grano uscire dalle pagine. I personaggi sono costruiti e delineati benissimo, immersi nel lavoro, scontrosi e chiusi come i contadini e i montanari sanno essere. Temevo un po' di delusione da questa lettura, invece ammetto che anche questo romanzo mi è piaciuto molto. C'è tanta Sardegna, ma soprattutto tanta campagna, tanta terra, che si ritrova nei personaggi, intensi e passionali, da perfetti uomini e donne di campagna e soprattutto dell' epoca. In perfetto contrasto con la scrittura, che invece è semplice ed efficace, soprattutto non risulta mai antiquata, come ci si aspetterebbe a più di un secolo di distanza. Pian piano vorrei approfondire ancora questa autrice.
Ho amato questo libro in ogni sua pagina. I personaggi sono così veri, così reali.. La Sardegna traspare da ogni parola. Una prigione d'oro che può tranquillamente ambire ad essere il paradiso terrestre. Le danze, i riti, il profumo dell'aria salmastra e dei campi di grano. Chiudo gli occhi e vedo distese di olivastri e asfodeli, sento l'odore del timo, della menta e dell'asparago selvatico sul fuoco. Cara Grazia, mi hai regalato un racconto unico. Questa è la tua, ma so che è anche la mia via del male.
نمیتونم بگم فوق العاده بود،یه جور اعتراف از اتفاقیه که الان به شکل های خیلی مختلف داره توی جامعمون رخ میده!اگر چه توی ایتالیا همچی رخ داده ولی همیشه تقابل ثروت خواهی و اشتیاق عشق توی داستان های روزمره بیان شده.فک میکنم توصیفاتی که دلددا داره مثل یه جور امضای نویسندگی میمونه واسه خودش.قشنگ ترین جای کتاب که دوست داشتم وقتی بود که پترو در تقابل شهوت و عشقه به ظاهر خالصانه قسم خورد اسیبی به ماریا نرسونه.قطعا ارزش خوندن داشت
Romanzo di atmosfere: pascoli, boschi, orti, campi, solitudine, silenzi. E' la parte naturalistica che manifesta l'amore incondizionato di Grazia Deledda per la sua terra. Poi c'è la conoscenza profonda della sua gente, come incisa nella pietra, come forze ctonie ingovernabili tra furori e convenzioni. L'unica cosa che non mi è piaciuta è il titolo. Desunto dal testo, vero, ma troppo moraleggiante e stonato rispetto al magma di passioni della storia.
Nunca entré en el mood del libro, debe ser porque he estado demasiado cansada y me ha costado leer. Quizás no era este el libro para descubrir porqué Deledda ganó el Nobel. No sé si me gustó, más bien me dejó indiferente. El final es interesante, la revelación de la senda del mal y la encrucijada a la que se ve expuesta Maria. Hay monólogos internos que también llaman la atención, pero no lo suficiente para atraparme.
In questo romanzo vengono messi in luce aspetti dell'animo umano la cui esistenza, in quei termini, potremmo rifiutare. Ma sicuramente a un certo punto del libro ci si rende conto che non c'è nulla di esacerbato o inventato: Pietro e Maria potremmo essere tutti noi, senza un'educazione sentimentale. Sentire qualcosa non è in automatico legittimazione.