Giusto? Sbagliato? Si dice così? Si scrive così? Una lettura curiosa, utile e concreta sulle norme della nostra lingua, le sue complicazioni e le sue raffinatezze. A scriverla è uno dei più noti grammatici italiani.
Luca Serianni è stato è stato un linguista, filologo e accademico italiano. Ha insegnato Storia della lingua italiana alla Sapienza-Università di Roma. Con il Mulino ha pubblicato «Il primo Ottocento. Dall’età giacobina all’Unità» (1989) e «Il secondo Ottocento. Dall’Unità alla prima guerra mondiale» (1990), nella serie diretta da Francesco Bruni «Storia della lingua italiana». Tra i suoi ultimi libri «Scritti sui banchi. L’italiano a scuola tra alunni e insegnanti» (con G. Benedetti; Carocci, 2009), «L’ora di italiano» (Laterza, nuova ed. 2012) e «Manuale di linguistica italiana» (con G. Antonelli; Bruno Mondadori, 2011). Il 18 luglio 2022 è stato investito da un'automobile a Ostia, non lontano dalla sua abitazione, mentre attraversava sulle strisce pedonali; ricoverato in coma irreversibile presso l'ospedale San Camillo di Roma, è deceduto tre giorni dopo.
Serianni è uno di quegli autori verso cui ho dei pregiudizi (in senso etimologico). Tengo la sua Garzantina sulla grammatica italiana come oracolo per tutte le volte in cui ho dubbi su come si scrive qualcosa in italiano corretto. E nemmeno con questo agile libretto sono stato deluso: anzi! Non spaventatevi dal titolo: di lezioni, qua, non ce ne sono affatto. Piuttosto, Serianni non solo mostra al lettore come la grammatica italiana non sia scolpita nel granito, ma lo accompagna a vedere come e spesso <em>perché</em> le forme si evolvono, facendo confronti con l'italiano dei secoli passati e spesso con altre lingue. Gli esempi, corretti e no, arrivano dalle fonti più disparate: scrittori antichi e contemporanei, temi degli studenti (in genere errati...), articoli di giornale (in genere corretti). Ho scoperto cose per me assolutamente nuove - e anche qualche errore che commettevo - sulla lingua italiana; ad esempio che "provincie" con la i deriva direttamente dalla versione latina, e la regola che ci hanno insegnato a scuola è solo un'utile semplificazione. Il tutto è scritto con un lessico assolutamente irreprensibile e tecnico, eppure comprensibile e anche divertente, forse anche perché Serianni più che normare e bacchettare vuole appunto bene alla nostra lingua; bene addirittura al punto di restare ottimista sul suo uso. Leggetelo, non vi pentirete.
Un libricino che può essere molto utile per togliersi dei dubbi di grammatica, ma anche per farseli venire. Di molti errori neanche ce ne rendiamo conto, questo è un buon testo per acquisire un po' di consapevolezza linguistica. Il linguaggio è spesso tecnico, peró essendo ogni descrizione accompagnata da esempi (qualcosa di raro), e scrivendo Serianni come un dio, il testo risulta piacevole come un romanzo.
È una prima lezione quindi, come tutti i libri della collana, vuole essere una panoramica della materia e allo stesso tempo accoglie qualche piccolo approfondimento. In questo senso, è una buona lettura.
Tutto ciò che ci hanno insegnato a scuola sulla grammatica è un'astrazione, non esiste un "si fa così e basta!" oppure un "è sbagliato e non puoi usarlo mai". Iniziamo a prendere anche la lingua con leggerezza e con meno timore reverenziale e la nostra lingua si scioglierà dai torpori e dai timori inculcati dalle scuole elementari (e anche con meno sdegno verso le parole straniere che talvolta fanno capolino nel nostro scrivere). Refreshing.
Motivo subito il voto: leggendo i titoli dei capitoli mi ero immaginato approfondimenti scientifici molto precisi e invece (errore mio), non ho capito che si trattava più che altro di un volume divulgativo. Ad ogni modo, rispetto ad altri libri di Serianni, ho trovato questo molto confusionario nell’organizzazione dei contenuti.
Molto utile come riferimento per dubbi dell'ultimo momento (uno su tutti: "la maggior parte di" preferisce il verbo al plurale o al singolare? Risposta di Serianni: accettabili entrambi, ma il plurale è meglio), l'ho trovato anche di lettura piacevole e scorrevole.
Questo l'avevo recuperato ancora ai tempi dell'uni. Poi l'avevo messo lì in attesa di tempi migliori. Che sembrano essere arrivati. Bastava avere pazienza... ^__^
Cominciamo specificando una cosa: chi legge questo libro deve avere una buona conoscenza della grammatica e dei termini grammaticali, altrimenti non ne uscirà vivo. Difatti, la sottoscritta - digiuna di grammatica italiana da almeno quindici anni - ha avuto il suo bel daffare per seguire il discorso quando si andava un po' più sul tecnico. Allo stesso tempo, però, lo stile di Serianni è molto semplice e riesce a spiegare concetti anche complicati in maniera molto comprensibile.
Sì, insomma, prima lezione, pensavo fosse qualcosa di un po' più blando e invece si tirano fuori concetti che per una pseudo-linguista come la sottoscritta sono molto interessanti. E mi è piaciuto anche il fatto che le cose venissero spiegate in termini tecnici. Cerco di esprimermi meglio: in molti libri per un pubblico vasto si tende a evitare tutti i termini specialistici perché si ha paura che spaventino il lettore che si è appena avvicinato e, personalmente, spesso la cosa mi dà un po' fastidio perché un termine preciso al posto giusto risolve spesso un sacco di problemi di comprensione. Per capirci, questo è un libro di un italianista per aspiranti italianisti, che devono avere un minimo di conoscenze pregresse.
Mi è anche piaciuto l'atteggiamento che Serianni mantiene nel corso del libro. Lui raramente dice che un uso linguistico è giusto o sbagliato. Leggendo altri libri sul tema della lingua inglese, mi ero trovata davanti ad autori che somigliavano a dei maestri pronti a darti la stecca sulle nocche nel caso si sbagliasse qualcosa. Serianni, dal canto suo, non obbliga il lettore a fare come lui crede sia il modo migliore. Dà invece spiegazioni su come si è arrivati a quel punto e porta esempi per indicare quale potrebbe essere la via da percorrere per un uso più consapevole della lingua. Gli esempi sono moltissimi e tratti per lo più da elaborati scolastici, testi letterari e articoli di giornale.
conciso, preciso, breve e chiaro. si legge come un romanzo, è utilissimo per un rapido ripasso e qualche aggiornamento sulle basi della lingua italiana. (per riscoprirne, nel caso ce ne fosse bisogno, la bellezza e la complessità)
Non esattamente un'introduzione al tema. Piuttosto, una panoramica a volo d'uccello che procede per successivi "atterraggi" di approfondimento. Quindi non proprio una prima lezione, dunque, benché gli argomenti presentati da Serianni siano sempre ricchi di interesse.