Dalla nascita del sionismo alla guerra del 1948 e alla creazione dello stato di Israele; dalla resistenza dei palestinesi alla loro trasformazione in rifugiati e alla creazione dell'Olp; dalla guerra del 1967 agli accordi di Oslo e ancora alle scelte del governo Sharon: ripercorrendo i momenti cruciali del conflitto israelo-palestinese, Alain Gresh ci aiuta a comprendere una sanguinosa vicenda che dura ormai da un secolo e ha provocato la morte di migliaia di israeliani e di palestinesi. Un libro che rifiuta la solidarietà astratta con uno dei due contendenti - anche se non nasconde la simpatia per la «causa palestinese» - e abbraccia la tesi che nessuno dei due è investito da una «missione superiore», nessuno è buono, giusto, migliore per natura o per qualche grazia divina o immanente.
Alain Gresh est un journaliste français né en 1948 en Égypte.
Sa mère est une Russe de confession juive. Son père naturel est Henri Curiel (1914-1978), militant communiste et internationaliste, assassiné à Paris. Son père adoptif est un copte égyptien.
Il publie plusieurs livres sur le Proche-Orient, dont notamment L'islam en questions en 2000 avec Tariq Ramadan.
Alain Gresh était jusqu'en décembre 2005 rédacteur en chef du mensuel Le Monde diplomatique. Depuis janvier 2008, il en est le directeur adjoint.
Ben scritto, segue il percorso cronologico anche se non mancano pagine di riflessioni su tematiche importanti e raramente approfondire. Forse in alcune parti l’oggettività sembra vacillare ma globalmente è un libro che consiglierei di leggere se, come me, volete conoscere i dettagli del conflitto israelo-palestinese.
I started this book with high expectations, I really wanted to know the truth and understand the big misconceptions about this theme from a neutral narrator. What I found is quite disappointing: the author is not only biased, but he expresses some harsh considerations about who is clear to be his enemy. The historic facts are not presented in a linear way, and are not well explained: they are all blended together, causing a great confusion to the reader. Maybe the book was addressed to a more expert kind of reader than I am. Trying to understand this complex reality starting from this book is not recommended. With hindsight, I should have read something different.
Un manuale necessario per capire la storia del conflitto tra Israele e Palestina, tornato attualissimo nei suoi giorni drammatici che stiamo vivendo. Scritto da un giornalista esperto della questione mediorientale, madre ebrea russa padre egiziano, laico e vicino alla causa palestinese ma riesce a ribadire le ragioni della storia, perché nessuno in questa vicenda è buono e dalla parte del vero. La Shoah da una parte e la Nakba dall'altra, forse non sempre è possibile restare indifferenti ai propri carnefici. Corredato di cartine e cronistoria. Si ferma al 2003, ma le ragioni del conflitto sono analizzate con chiarezza.
Tirando falhas tremendas no capítulo 5, como a ridicularização sem argumentos e caricaturização religiosa de revisionistas do "holocausto" judeu, o resto do livro é uma análise perspicaz e historicamente objectiva dos crimes de Israel cometidos sobre o povo palestiniano ao longo destes últimos 120 anos.
Il conflitto tra Israele e Palestina non è uguale a nessun altro. Alain Gresh ripercorre le tappe cruciali di questa guerra, lunga più di un secolo e che causa, ancora oggi, la morte di migliaia di israeliani e palestinesi. La <> (del 2 novembre 1917) firmata dal ministro degli Esteri dell'impero britannico Arthur James Balfour, sancisce l'instaurazione in Palestina di un focolare nazionale per il popolo ebraico, senza arrecare nessun danno ai diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche esistenti in Palestina. Tuttavia, la Gran Bretagna, persegue un altro fine decisamente più strategico: il controllo del Vicino Oriente. Il termine 𝑠𝑖𝑜𝑛𝑖𝑠𝑚𝑜 indica un movimento che rivendica la <> e il suo <> nella terra di Palestina. Gli accordi Sykes- Picot (Mark Sykes e George Picot, due alti funzionari, uno britannico e uno francese) vengono firmati nel 1916 da Londra e Parigi, definendo sia le linee di divisione che le zone di influenza nel Vicino Oriente. Il canale di Suez rappresenta, per gli inglesi, la linea vitale tra le Indie. La Gran Bretagna, potenza dominante, ambisce a mantenere il suo controllo su una regione strategica per via del suo ruolo economico, militare e per il suo petrolio. L'Inghilterra, fino al 1939, incoraggia l'insediamento degli ebrei in Palestina, senza alcuna limitazione. La 𝑔𝑖𝑢𝑑𝑒𝑜𝑓𝑜𝑏𝑖𝑎 si diffonde con il tempo. Gli ebrei, in Europa e fino all'XI secolo, vivono tranquillamente. A partire dalle crociate, gli ebrei non possono più esercitare certe professioni. E, dal 1492, gli ebrei vengono espulsi dalla penisola iberica. Il XIX secolo inventa le <> e nasce l'antisemitismo, termine del 1873. Theodore Herzl (1860-1904), giovane giornalista, nel 1896, pubblica 𝐿𝑜 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑒𝑏𝑟𝑒𝑖, per esprimere la sua totale indignazione verso l'antisemitismo. Herzl sostiene che gli ebrei formino un popolo e abbiano, per questa ragione, bisogno di uno stato. Israele nascerà il 15 maggio del 1948.
Me pareció un excelente libro para poder completar toda la información que tenía a día de hoy sobre el conflicto que ataca el pueblo palestino. No buscaba una lectura imparcial, tampoco pretendía encontrarla en este tipo de textos y es claramente lo que me encontré. Quizás está mal decir esto, pero quería reforzar los conocimientos que tenía desde mi propio punto de vista ya preestablecido, para lecturas imparciales ya ha habido tiempo.
Livro trás um excelente resumo histórico, muito bem resumido, mas que te anima a buscar as fontes citadas e se aprofundar em cada uma das fontes, sejam de pensadores judeus israelenses ou de árabes palestinos. Mais queixume livro de história, é um livro de reflexão. Como alguém envolvido pessoalmente no conflito, estas poucas páginas me fizeram refletir se é possível chegar a um termo entre os dois povos.
Premessa: conoscevo davvero per sommi capi la faccenda che affonda le sue radici sin dai tempi biblici. I due fratellastri che si odiano da subito. Uno figlio della schiava- Agar- l’altro della moglie legittima - Sara. Sara genererà Isacco e questi Giacobbe, Giacobbe ebbe dodici figli e da questo momento Dio decise che da quei 12 figli ne avrebbe tratto una nazione. Israele (e le sue 12 tribù). Essendo il libro degli Ebrei è ovvio che la Bibbia incorpora un bias non piccolo. Il libro che ho letto, Israele, Palestina- la verità su un conflitto, sfiora appena questa storia, quella biblica, partendo ben prima della seconda guerra mondiale per arrivare alla seconda guerra quando gli ebrei subiscono la nota vicenda nazista. La questione però non si liquida con la Shoa quando molti ebrei decisero di tornare nella Terra Promessa. L’autore ripercorre i momenti in cui le due popolazioni sono venute a contatto ciascuno con le proprie esigenze . Lascio al lettore che desidera affrontare questo tema la ricerca in questo libretto, o in altri, la possibilità di accrescere la propria conoscenza sulla materia. Ecco le domande: Cosa ha originato il conflitto? Cosa lo ha inasprito? Quali sono state le ragioni degli Ebrei specialmente dopo la seconda guerra mondiale? Quali sono state le risoluzioni del consiglio di sicurezza dell’Onu per risolvere la questione? Chi non ha rispettato i patti? Quali incontri internazionali sono stati fatti nel corso degli anni per risolvere il conflitto? Quali sono i territori occupati? Ecc ecc Pensare che il libro ha più di venti anni e ancora all’epoca si sperava nella soluzione del conflitto da lì a pochi anni. Questo libro merita una edizione aggiornata visti gli ultimi eventi drammatici. Se esistono esperti o appassionati di storia nel gruppo potrebbero consigliare altri libri sul tema? Per quanto l’autore tende a ‘parteggiare’ per una parte dei contendenti - pur dando a entrambi e con pesi diversi colpe assortite- credo che la cronistoria che ho letto sia incontrovertibile. Gli eventi sono datati e noti. Consigli di sicurezza, trattative, incontri e tavole rotonde tra Stati che hanno provato a dipanare la matassa.
Il libro ripercorre le tappe della situazione israelo-palestinese, dal 1947 fino al 2002 più i meno, sottolineando l’immobilità delle nazioni europee ed i sensi di colpa del mondo nei confronti del popolo ebraico. Bisogna avere una minima conoscenza delle situazioni, dei conflitti, della politica dei paesi del medio oriente per riuscire a comprendere appieno e destreggiarsi tra nomi e citazioni in questo libro (in qualche occasione un po’ trascurati) ma credo sia molto chiaro e l’analisi che traccia è degna di riflessione per un tema che, alla luce degli ultimi 3 mesi, risulta essere ancora più complicato ma non manca di condannare le atrocità compiute.
l'unica "pecca" di questo saggio è che è uscito nel 2002, quindi manca di tutta la storia contemporanea (e ormai si parla di , vent'anni). Però è ottimo per comprendere le ragioni di un conflitto che pare infinito e di cui noi occidentali abbiamo molte cole, perché l'origine sta nelle logiche coloniali di fine '800/inizio '900.
Si cerca di proporre un quadro che esuli dalle logiche di giusto/sbagliato, buoni/cattivi. La realtà viene affrontata in tutta la sua complessità, pur in poche pagine.
Un grande testo per iniziare un approccio a questa tematica importantissima.
Scelto perché sapevo poco o niente di quello che sta dietro il conflitto israelo-palestinese e da brava ex secchiona volevo capirci di più. Alain Gresh è molto bravo a spiegare cosa porta due popoli a farsi guerra spiegandone le ragioni politiche, sociali e storiche ma anche umane. La linea del tempo e l’ordine cronologico aiutano a mettere bene a fuoco la questione. Il saggio si ferma al 2010 e più volte mi sono chiesta come sarebbe stata raccontata questa parte di storia più recente, tragica e attuale.
Dans cet ouvrage, Alain Gresh nous livre une analyse factuelle de l'occupation de la Palestine, ce qui l'a précédée et les conséquences de celle-ci jusqu'à aujourd'hui. Elle retrace de nombreuses années d'histoire à travers une écriture simple et compréhensible.
Je retiendrai surtout cette phrase de l'avant-propos : "Mais ce sont les Palestiniens qui ont payé le prix d'un crime qu'ils n'ont pas commis, et pour lequel ils n'ont à assumer aucune responsabilité."
[Cartaceo] 4.25 Buono per chi come me era a zero sulla storia di questo tremendo conflitto, anche se forse per alcune persone più esperte potrebbe essere poco dettagliato e troppo di "panoramica". Personalmente l'ho apprezzato e l'ho trovato scorrevole, chiaro e diretto (biased anti-colonialismo, io ho gradito, ma magari altri persone no)
Breve saggio storico. Un punto mi ha colpito e riassume bene la questione. «Riconoscere che i Palestinesi siano stati espulsi vuol dire riconoscere che hanno diritto, come ogni vittima, a riparazioni morali e materiali. Per Israele e per la sua opinione pubblica vuol dire accettare di rinunciare allo statuto di vittima unica.»
Molto chiaro e approfondito fino agli anni '50, tra il 1950 e il 2003 invece si perde un po' e descrive questi anni in maniera estremamente sintetica. Tutto sommato non male per iniziare, la scrittura è molto scorrevole e si legge in brevissimo tempo.
Libro chiaro e approfondito fino agli anni '50, poi descrive le altre decadi, fino al 2003, in maniera estremamente sintetica. Per chi vuole affrontare il tema non è male, la scrittura è molto scorrevole e si legge in brevissimo tempo.
Un testo che riesce a fornire sinteticamente un quadro d'insieme delle origini del conflitto, anche se dal punto di vista (di parte) dell'autore. Un libro che si fa leggere velocemente
Datato perché ha ormai vent'anni, ma piuttosto utile a farsi un'idea delle premesse storiche; forse un tantino sintetico nel coprire gli anni '50-80. Palestina libera.