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Poemas escogidos

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"Nella vita e nell'arte la Cvetaeva aspirò sempre, impetuosamente, avidamente, quasi rapacemente, alla finezza e alla e nell'inseguirle si spinse molto in avanti, sorpassò tutti. Oltre al poco che ci è noto, essa ha scritto una quantità di cose che da noi sono ancora opere immense, tempestose... La loro pubblicazione segnerà un grande trionfo e una rivoluzione per la nostra poesia che, inaspettatamente, si arricchirà di un dono tardivo straordinario." Così scriveva, nel 1956, Boris Pasternak, preconizzando per la sua sfortunata amica grandi, e tardivi, riconoscimenti. Oggi la Cvetaeva è unanimemente considerata una delle più alte voci della poesia del secolo scorso.

232 pages, Paperback

First published January 1, 1992

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About the author

Marina Tsvetaeva

571 books577 followers
Марина Цветаева
Marina Ivanovna Tsvetaeva was born in Moscow. Her father, Ivan Tsvetaev, was a professor of art history and the founder of the Museum of Fine Arts. Her mother Mariya, née Meyn, was a talented concert pianist. The family travelled a great deal and Tsvetaeva attended schools in Switzerland, Germany, and at the Sorbonne, Paris. Tsvetaeva started to write verse in her early childhood. She made her debut as a poet at the age of 18 with the collection Evening Album, a tribute to her childhood.

In 1912 Tsvetaeva married Sergei Efron, they had two daughters and one son. Magic Lantern showed her technical mastery and was followed in 1913 by a selection of poems from her first collections. Tsvetaeva's affair with the poet and opera librettist Sofiia Parnok inspired her cycle of poems called Girlfriend. Parnok's career stopped in the late 1920s when she was no longer allowed to publish. The poems composed between 1917 and 1921 appeared in 1957 under the title The Demesne of the Swans. Inspired by her relationship with Konstantin Rodzevich, an ex-Red Army officer she wrote Poem of the Mountain and Poem of the End.

After 1917 Revolution Tsvetaeva was trapped in Moscow for five years. During the famine one of her own daughters died of starvation. Tsvetaeva's poetry reveals her growing interest in folk song and the techniques of the major symbolist and poets, such as Aleksander Blok and Anna Akhmatova. In 1922 Tsvetaeva emigrated with her family to Berlin, where she rejoined her husband, and then to Prague. This was a highly productive period in her life - she published five collections of verse and a number of narrative poems, plays, and essays.

During her years in Paris Tsvetaeva wrote two parts of the planned dramatic trilogy. The last collection published during her lifetime, After Russia, appeared in 1928. Its print, 100 numbered copies, were sold by special subscription. In Paris the family lived in poverty, the income came almost entirely from Tsvetaeva's writings. When her husband started to work for the Soviet security service, the Russian community of Paris turned against Tsvetaeva. Her limited publishing ways for poetry were blocked and she turned to prose. In 1937 appeared MOY PUSHKIN, one of Tsvetaeva's best prose works. To earn extra income, she also produced short stories, memoirs and critical articles.

In exile Tsvetaeva felt more and more isolated. Friendless and almost destitute she returned to the Soviet Union in 1938, where her son and husband already lived. Next year her husband was executed and her daughter was sent to a labor camp. Tsvetaeva was officially ostracized and unable to publish. After the USSR was invaded by German Army in 1941, Tsvetaeva was evacuated to the small provincial town of Elabuga with her son. In despair, she hanged herself ten days later on August 31, 1941.

source: http://www.poemhunter.com/marina-ivan...

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3 (2%)
Displaying 1 - 8 of 8 reviews
Profile Image for Ajeje Brazov.
950 reviews
December 27, 2024
Autrice, la Cvetaeva, molto interessante già prima di leggere questo libro, che racchiude diverse poesie. Diverse sia per lunghezza che per tematiche, che vanno dall'amore, dalla scioccante scoperta della follia delle guerre, dall'anticonvenzionalismo e molto molto altro. La scrittura è davvero molto particolare, molto ricca di rimandi sia ad altri autori che storici che autobiografici.
Il problema, mio, è che mi ritrovo a leggerne alcune con un coinvolgimento tale da leggere con una frenesia esagerata ed altre, totalmente fuori dal testo, come se i versi passassero e non lasciassero la scia, come dei fantasmi. Ma so che questi fantasmi sono lì ad attendere che la lettura si faccia più appassionata, magari ad una prossima lettura. Perchè, Cvetaeva, questa non sarà il nostro l'ultimo incontro. Alla prossima... presto!

Elogio ai ricchi

E con ciò, prevenuto in anticipo
che fra me e te ci sono – miglia!
Che io mi annovero fra gli stracci,
che è onesto il mio posto nel mondo:

sotto le ruote di tutti gli eccessi –
tavola di mostri, di storpi, di gobbi…
E con ciò – dal tetto del campanile
dichiaro: amo i ricchi!

Per la radice loro, putrida e precaria,
che dalla culla coltiva una piaga,
per quell’imbarazzata abitudine:
fuori dalla tasca e daccapo in tasca.

Per la silenziosissima preghiera delle loro labbra,
eseguita come una gridata ingiunzione.
E perché non li fanno entrare in paradiso
e perché essi non si guardano negli occhi.

Per i loro segreti – sempre per “espresso”!
Per le loro passioni – sempre con i fattorini!
Per le notti che gli vengono imposte
(E baciano e bevono per forza!)

e perché, fra inventari, tedio,
dorature, sbadigli, ovatta,
proprio me, sfrontata, non comprano –
confermo dunque: amo i ricchi!

E ancora, nonostante le facce sbarbate,
la sazietà, le bevute (strizzo l’occhio – e spendo!)
per un certo – improvviso – loro avvilirsi,
per una certa loro occhiata cagnesca

dubitosa…
– Non farò da cardine agli zeri?
Non è balorda la bilancia?
E perché fra tutti i reietti
non c’è simile orfanezza al mondo!

C’è quella favola cattiva:
come i cammelli attraversarono un ago.
…Per lo sguardo loro, stupito a morte,
che chiede scusa di una malattia,
come di una bancarotta… “Presterei…
Sarei lieto… Ma…”
Per quel sommesso, dalle labbra serrate:
“Ho fatto il conto sui carati, sono stato un fratello…”
Io lo giuro: amo i ricchi!

30 settembre 1922
Profile Image for Nixi92.
311 reviews77 followers
February 5, 2020
Ho inciso le vene: inarrestabilmente,
irreparabilmente zampilla la vita.
Avvicinate scodelle e piatti!
Ogni piatto sarà - troppo basso,
la scodella - piatta.
Traboccando - e intorno -
giù nella nera terra a nutrire i giunchi.
Senza ritorno, inarrestabilmente,
irreparabilmente, zampilla il verso.


Bellissima raccolta oscura, che rispecchia la triste vita dell'autrice. Memorabili le poesie anti-ideologie e antipolitiche (non solo la Russia, anche la Germania non è per niente risparmiata dalle sue critiche taglienti: fantastica la rielaborazione del pifferaio di Hamelin).
Profile Image for Virginia Barchi.
79 reviews4 followers
January 15, 2023
Delicata e puntuale, la poesia di Cvetaeva è tagliente e penetrante a tratti, suscita e trascina. Un regalo gradito
Profile Image for Eleonora.
89 reviews40 followers
February 28, 2021
Grazie Marina,
per avermi aiutata senza neanche saperlo. 🤍
Profile Image for Padmin.
991 reviews57 followers
August 29, 2017
Cammini, a me somigliante,
gli occhi puntando in basso.
Io li ho abbassati – anche!
Passante, fermati!

Leggi – di ranuncoli
e di papaveri colto un mazzetto
– che io mi chiamavo Marina
e quanti anni avevo.

Non credere che qui sia – una tomba,
che io ti apparirò minacciando…
A me stessa troppo piaceva
ridere quando non si può!

E il sangue affluiva alla pelle,
e i miei riccioli s’arrotolavano…
Anch’io esistevo, passante!
Passante, fermati!

Strappa uno stelo selvatico per te
e una bacca – subito dopo.
Niente è più grosso e più dolce
d’una fragola di cimitero.

Solo non stare così tetro,
la testa chinata sul petto.
Con leggerezza pensami,
con leggerezza dimenticami.

Come t’investe il raggio di sole!
Sei tutto in un polverìo dorato…
E che almeno però non ti turbi
la mia voce di sottoterra.
Profile Image for Ania Marci.
343 reviews12 followers
October 21, 2020
Non sei tu - non sei tu- non sei tu - non sei tu.
Checché ci cantino i preti,
che la morte è la vita e la vita è la morte -
Dio è troppo Dio, il verme è troppo verme.
In cadavere e in spettro - non sei divisibile!
Non ti daremo per il fumo
dei turiboli
per i fiori
delle tombe.
E se in qualche posto tu sei,
è - in noi.
——————
Un assaggio meraviglioso di questa poetessa, considerata una delle voci più alte della poesia del nostro secolo; infatti, oggi, la Cvetaeva risplende accanto ai nomi di Majakovskij, di Pasternak e dell’Achmatova. Questa raccolta unisce poesie scelte che vanno dal 1913 al 1941, anno in cui si tolse la vita. Parlano di guerra, di dolore, del lutto, ma troviamo anche critica sociale e politica, amore, passione e sono il riflesso della vita complessa e tormentata dell’autrice. È stato un viaggio intenso, a tratti in salita (lo ammetto), ma è valso ogni tumulto del cuore. ❤️
Nel 1956, Boris Pasternak si espresse sulle poesie della Cvetaeva ancora inedite in questi termini: “Opere immense, tempestose...la loro pubblicazione segnerà un grande trionfo e una rivoluzione per la nostra poesia che, inaspettatamente, si arricchirà di un dono tardivo straordinario”. Lungimirante Pasternak!
8 reviews
June 11, 2025
Belle poesie, risultano difficili da comprendere se non si conoscono appieno i personaggi storici e politici di cui si tratta. Complessivamente è una buona raccolta.
Displaying 1 - 8 of 8 reviews

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