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Racconti agghiaccianti

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Poco noto, se non ai frequentatori abituali del romanzo gotico, Meyrink nei suoi racconti aggiunge all'atmosfera oscura e misteriosa un tocco geniale di razionalismo ironico volteriano con arguti riferimenti alla situazione socio-politica e culturale della sua epoca.
I dieci racconti qui presentati si prestano a più chiavi di lettura e di interpretazione.
Se in La maschera di gesso, L'urna di S.Gingolph, Il segreto del castello di Hathaway, Il gabinetto delle figure di cera e Le piante orribili, l'orrore è fisico e tangibile, in racconti quali Danza macabra, I cervelli o Castroglobina prevalgono l'allucinazione e il delirio e anche la scrittura è resa folle e sconnessa.

98 pages, Paperback

Published January 1, 1993

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About the author

Gustav Meyrink

319 books327 followers
The illegitimate child of a baron and an actress, Meyrinck spent his childhood in Germany, then moving to today's Czech Republic where he lived for 20 years. The city of Prague is present in most of his work along with various religious, occult and fantastic themes. Meyrinck practiced yoga all his life.

Curious facts:

He unsuccessfully tried to commit suicide at the age of 24. His son committed suicide at the same age with success.

Meyrinck founded his own bank but was accused of fraud for which he spent 2 months in prison.

He worked as a translator and translated in German 15 volumes by Charles Dickens while working on his own novels.

Among his most famous works are Der Golem (1914) and Walpurgisnacht (1917).

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Displaying 1 - 7 of 7 reviews
Profile Image for Fabio.
467 reviews56 followers
October 25, 2018
The Great Beyond
Definire "agghiaccianti" questi racconti di Meyrink non è poi così sbagliato. Purtroppo il brivido che si prova non è quello della paura, ma dell'imbarazzo per la freddura poco felice. Nella maggior parte dei casi, infatti, quello che a prima vista pare un racconto esoterico-terror-orrorifico, si rivela essere un tentativo malriuscito di satira - o peggio, di gioco di parole. Prendiamo per esempio I cervelli: inizialmente suscita un moto di tenerezza, con il pensatore e inventore Hiram Witt, in grado di «produrre da cellule animali, sotto l'influsso di un campo magnetico e per mezzo della rotazione meccanica, dei cervelli perfettamente formati - dei cervelli capaci persino di pensare per conto proprio -», il tutto nell'indifferenza più generale: chi ha bisogno, infatti, di cervelli capaci di pensiero autonomo (valido per i paesi di lingua tedesca di inizio '900 come per l'Italia contemporanea)? Che fare della meravigliosa invenzione? Rifornire la cucina di una trattoria, è chiaro! Purtroppo Meyrink abbandona la pista culinaria, che gli sarebbe valsa il plauso di Romero e dei migliori chef da reality, per ricondurre la vicenda in una banale critica all'apparato militare. Peccato.

La maschera di gesso, oltre a essere insipido, è prevedibilissimo nel suo svolgimento; Il segreto del Castello di Hathaway è semplicemente inaccettabile, al pari de Il Bramino. L'anello di Saturno, con la sua critica alle beghine, riesce almeno a strappare un sorriso, e non solo per la prosa peculiare («Il cielo notturno, che ancora premeva pieno di lusinghe la sua tenue pelle di velluto contro la finestra, indietreggiò improvvisamente, e nascose il volto lontano, lassù, nel freddo spazio dietro le stelle»... ancora non ho deciso se è poetico o inutilmente pretenzioso). I restanti racconti non spostano il giudizio: qualche spunto curioso, qualche passaggio splatter-thrash ante litteram, ma in definitiva un piccolo grande spreco di tempo.

Due stelle, con grande generosità, perché mi fornisce una scusa per consigliare il clamoroso Myles Kennedy solista https://www.youtube.com/watch?v=Qh_L6...
Profile Image for Vittorio Ducoli.
580 reviews83 followers
June 27, 2015
Quando la realtà è un incubo gli incubi si fanno realtà

Recensisco questo volume insieme a Il cardinale Napellus (Mondadori, Oscar, 1989) perché entrambi contengono racconti di questo autore, e possono essere letti insieme, data la unitarietà delle tematiche trattate. Meyrink si dedica infatti alla scrittura di racconti nei primi anni del '900, subito dopo la conversione da banchiere a scrittore: quasi tutti i suoi racconti sono antecedenti alla stesura dei suoi cinque romanzi (tra i quali il più famoso è senza dubbio Il Golem, del 1915): questi due volumi ce ne presentano una selezione, e ci permettono di addentrarci nella conoscenza di una delle più singolari figure di intellettuale della Mitteleuropa a cavallo della prima guerra mondiale.
Meyrink è considerato autore esoterico per eccellenza, e le pagine di introduzione dei due piccoli volumi (quella del volume di Mondadori scritta da Jorge Luis Borges) vanno nel senso dell'esaltazione dell'elemento magico, irrazionale della sua scrittura, dell'influsso che su di essa ebbero le letture cabalistiche e le filosofie orientali . La lettura attenta di questi tredici racconti ci permette di affermare che se la magia, la presenza di forze oscure che determinano il nostro destino individuale e collettivo, il fantastico sono la cifra espressiva patente della produzione letteraria di Meyrink, tuttavia non si tratta di una cifra scelta dall'autore di per sé, ma di uno strumento espressivo attraverso il quale Meyrink si confronta con un'epoca, l'inizio del '900, e con una società, quella di area germanica, nei quali gli spettri dell'autoritarismo e del militarismo, l'alienazione delle coscienze derivante dalla organizzazione fordista della produzione e l'imperscrutabilità del potere erano elementi vivi e presenti con cui fare i conti ogni giorno, e che Meyrink sottopone a una critica tanto più corrosiva proprio in quanto traslata su un piano apparentemente alieno: in questo senso non è un caso, a mio avviso, che i suoi racconti fossero pubblicati su un periodico satirico di Monaco dell'epoca, il Simplicissimus, a testimonianza dell'intento ultimo della sua scrittura. Questi tredici racconti, ed in particolare alcuni di quelli raccolti nel volume edito da Newton, secondo me ci consegnano quindi un Meyrink molto diverso dallo scrittore esoterico e magico tanto caro alla destra che ha avuto l'indubbio merito di riscoprirlo, un Meyrink che – fatte salve le dovute differenze anche di valore letterario è vicino – e non solo per i luoghi frequentati – al coevo Franz Kafka (mi piace pensare che i due si siano incontrati mentre passeggiavano tra i vicoli di Malá Strana alla ricerca delle atmosfere per le loro storie allucinate).
Dei due volumi Il cardinale Napellus è forse il meno interessante, perché propone tre soli racconti e perché tale selezione, curata da Borges, è volta a mettere in evidenza l'aspetto fantastico delle storie di Meyrink. Tuttavia due racconti, il primo e l'ultimo, ci introducono in atmosfere di grande suggestione e scopertamente metaforiche rispetto alla tragicità dell'epoca in cui furono scritte.
Ne J.H. Obereit visita la regione dei Succhiatempo Meyrink affronta infatti la questione dell'esistenza umana come attesa e speranza dell'avvenire, che uccide la capacità di vivere nel presente, che ci succhia il tempo che abbiamo a disposizione. J.H. Obereit decide quindi di rifiutare ogni attesa ed ogni speranza, e così diventa come legno, a tutto insensibile, che lo si accarezzi o lo si faccia a pezzi, lo si getti nel fuoco o nell'acqua. Questo rifiuto della speranza è il motore che gli permette di vivere, anzi che lo rende immortale, perché, come dice, io sono, e solo ora io vivo. E' una visione letteralmente disperata, quella che emerge da queste pagine, figlia come detto della piena coscienza dell'assurdità e della tragicità del tempo in cui l'autore si trova a vivere, rispetto al quale nessuna speranza è lecita, in cui ciò che chiamiamo vita... è solo la sala d'attesa della morte. La vivida descrizione del viaggio di Obereit nel paese dei Succhiatempo, delle creature che incontra, compreso il doppio di sé stesso, è degna di un maestro dell'orrore e testimonia una profonda frequentazione delle tematiche psicanalitiche che del resto informano l'intero racconto.
Il terzo racconto, I quattro fratelli della luna. Un documento è un vero e proprio atto d'accusa nei confronti di un progresso tecnologico che sta portando al dominio delle macchine sull'uomo e che condurrà inevitabilmente alla catastrofe della prima guerra mondiale. L'atmosfera esoterica, apocalittica e notturna del racconto non ne maschera, anzi ne esalta a mio avviso il contenuto di lucida denuncia di una società in cui poteri oscuri manipolano le coscienze per le proprie inconfessabili e imperscrutabili finalità.
Paradossalmente il racconto che dà il titolo al volume è quello più di genere, più banale ma forse ciò non è un paradosso, considerando il taglio interpretativo dato dal curatore ai racconti di Meyrink.
I Racconti agghiaccianti editi da Newton ci offrono maggiori sfaccettature della narrativa di Meyrink. Sono infatti presentati anche alcuni racconti nei quali la critica sociale è espressa attraverso l'arma della satira graffiante e grondante ironia: su tutti I cervelli, meraviglioso apologo della stupidità della gretta mentalità tedesca di inizio novecento (solo?) nel quale compare questa frase: a che cosa potrebbero servire, nei paesi di lingua tedesca, dei cervelli che pensano per conto loro?. Anche in altri racconti, quali I segreti del castello di Hataway, Castroglobina e L'anello di Saturno prevale l'accento sarcastico e satirico. In Castroglobina in particolare è preso di mira il militarismo tedesco, ed il racconto assume toni quasi espressionisti.
Ne Il Bramino la satira alla incapacità dell'organizzazione sociale di percepire la realtà, ammantata com'è di autoreferenzialità e ritualità, raggiunge una vetta sublime: il contrasto tra il tono volutamente ampolloso del racconto, la complicazione delle procedure e la semplicità della situazione e della soluzione finale ne fanno un pezzo comico irresistibile.
Di tutt'altro tono è Le piante orribili, dove si torna alle visioni apocalittiche e disperanti rispetto ad una società sempre più disumanizzata: è il racconto che a mio avviso avvicina più Meyrink a Kafka, sia per l'ambientazione praghese, sia per una inquietante analogia con alcune atmosfere de Il processo, pur se supportate da stili di scrittura affatto diversi.
Il volume raccoglie anche alcuni racconti che definirei minori, per essere, analogamente al citato Il cardinale Napellus, più legati al genere che ad una sua interpretazione originale.
L'autore de Il Golem ci si offre dunque, tramite questi racconti, in una prospettiva diversa, che sarebbe sicuramente interessante approfondire anche attraverso la lettura degli altri, numerosi racconti da lui scritti: purtroppo questo piacere ci è negato da un'editoria che non ha ancora trovato la voglia e il coraggio di proporci una edizione integrale di questo piccolo, grande autore.
Profile Image for Andrea Pighin.
Author 6 books14 followers
June 7, 2021
Mi limiterò a citare tre racconti di questa importante edizione dei testi di Meyrink, così poco conosciuti in Italia.
'Il gabinetto delle figure di cera' prende spunto dalle Wunderkammer, ambienti sviluppatisi a partire dal Cinquecento, in cui erano conservate le meraviglie della natura, in particolare le sue stranezze. Il lettore è portato all'interno di una sorta di museo delle cere, i cui protagonisti sono statue di persone malformate nei modi più terribili. Il fatto è che più ci si addentra, più si scopre il segreto celato tra le "maschere" di cera e le persone reali.
A dare forma a questo universo, la figura di uno stregone egizio, grazie al quale si passa, a livello stilistico, dalla parte descrittiva alla vera e propria trama. Un personaggio sinistro, che mescola la scienza medica all'arte dell'occulto. E un tema - quello delle figure di cera - destinato ad avere un grande successo letterario e cinematografico, non solo in ambito horror.
'L'anello di Saturno' è invece una incredibile "caccia all'anima", ancora una volta operata da un maestro, che riunisce in sé i tratti del mago e dello scienziato. Questi intende imprigionare in una sfera di vetro l'anima di una donna dispersa nell'universo, di fronte agli sguardi ammaliati dei suoi adepti-studenti. Il tentativo è però gravido di conseguenze, in un climax ascendente che sfocia nell'assurdo, nel non-senso e nella follia.
Infine, 'L'urna di S. Gingolph' è un racconto quasi del tutto descrittivo, a tratti poetico, che fa propria la tradizione della letteratura sepolcrale e la reinterpreta in una chiave originalmente macabra. Il protagonista è un viandante, che si addormenta vicino a un'urna situata tra le rovine di una vallata, e che nel sonno rivive la tragica storia del luogo.
I racconti di Meyrink sono un caposaldo del genere gotico, destinati ad avere una grande influenza tanto nella cultura underground, quanto in quella di massa. L'Autore stesso è una figura circondata da un'aura misteriosa, intrisa del sapere esoterico e occulto.
Profile Image for Martina .
301 reviews1 follower
June 5, 2024
Conosciuto principalmente per "il Golem", Meyrink ha scritto numerosi racconti che rientrano nel genere del fantastico e dell'orrore. In questo piccolo libricino ne sono raccolti 10:
- la maschera di gesso
- i cervelli
- l'urna di S. Gingolph
- Il segreto del castello di Hathaway
- castroglobina
- il bramino
- il gabinetto delle figure di cera
- l'anello di Saturno
- le piante orribili
- danza macabra
Tra esperimenti scientifici che sfociano nell'orrore, leggende popolari e occulto, piante e creature che sembrano avere volontà propria, e statue di cera che sembrano nascondere segreti inquietanti, questi racconti sono un esempio brillante della capacità di Meyrink di tessere storie che affascinano e terrorizzano allo stesso tempo.
Ogni racconto è un viaggio unico e perturbante in grado di lasciare immagini vivide e indelebili nell'immaginazione del lettore.
Profile Image for Simone Carletti .
134 reviews4 followers
January 5, 2019
Le aspettative erano abbastanza alte, il risultato un disastro. Libro insulso che, a eccezione di poche immagini disturbanti, non lascia alcuna scia di sé. Peccato. Dall'autore del Golem pretendo di più!
Profile Image for Alessandro Concas.
90 reviews1 follower
December 4, 2023
Una raccolta avvincente di racconti spettrali - 4 stelle

La raccolta "Racconti Agghiaccianti" di Gustav Meyrink è un'immersione avvincente nel mondo del soprannaturale e dell'inspiegabile. Meyrink, con la sua maestria narrativa, trasporta i lettori in un viaggio oscuro e misterioso attraverso una serie di storie che spaziano dal gotico al surreale.

La forza di Meyrink risiede nella sua capacità di creare un'atmosfera densa e palpabile, avvolgendo il lettore in un alone di suspense sinistra che persiste lungo tutto il libro. I suoi racconti sono intrisi di un senso di inquietudine, e il lettore si trova costantemente sul bordo del proprio sedile, ansioso di scoprire cosa si nasconde dietro l'angolo successivo.

La varietà delle storie è notevole, passando da fantasmi ancestrali a creature di altre dimensioni, ognuna con il potere di gelare il sangue nelle vene. Meyrink dimostra una padronanza nella creazione di personaggi misteriosi e situazioni sovrannaturali, mantenendo sempre una scrittura impeccabile che cattura l'attenzione del lettore.

"Racconti Agghiaccianti" è una lettura eccitante per gli amanti del genere horror e del mistero. Gustav Meyrink offre una panoramica affascinante di mondi oscuri e di terrore.
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