Jump to ratings and reviews
Rate this book

Acciaio

Rate this book
Nei casermoni di via Stalingrado a Piombino avere quattordici anni è difficile. E se tuo padre è un buono a nulla o si spezza la schiena nelle acciaierie che danno pane e disperazione a mezza città, il massimo che puoi desiderare è una serata al pattinodromo, o avere un fratello che comandi il branco, o trovare il tuo nome scritto su una panchina. Lo sanno bene Anna e Francesca, amiche inseparabili che tra quelle case popolari si sono trovate e scelte. Quando il corpo adolescente inizia a cambiare, a esplodere sotto i vestiti, in un posto così non hai alternative: o ti nascondi e resti tagliata fuori, oppure sbatti in faccia agli altri la tua bellezza, la usi con violenza e speri che ti aiuti a essere qualcuno. Loro ci provano, convinte che per sopravvivere basti lottare, ma la vita è feroce e non si piega, scorre immobile senza vie d'uscita. Poi un giorno arriva l'amore, però arriva male, le poche certezze vanno in frantumi e anche l'amicizia invincibile tra Anna e Francesca si incrina, sanguina, comincia a far male. Silvia Avallone racconta un'Italia in cerca d'identità e di voce, apre uno squarcio su un'inedita periferia operaia nel tempo in cui, si dice, la classe operaia non esiste più.

358 pages, Hardcover

First published January 1, 2010

189 people are currently reading
3955 people want to read

About the author

Silvia Avallone

18 books370 followers

Ratings & Reviews

What do you think?
Rate this book

Friends & Following

Create a free account to discover what your friends think of this book!

Community Reviews

5 stars
2,184 (20%)
4 stars
4,024 (37%)
3 stars
3,062 (28%)
2 stars
1,104 (10%)
1 star
374 (3%)
Displaying 1 - 30 of 742 reviews
Profile Image for Dolceluna ♡.
1,261 reviews153 followers
November 1, 2017
Non mi interessano i giudizi (e i pregiudizi) di chi l’ha bollato come il solito best seller provincialotto all’italiana, perché non ha trovato fra le pagine Proust o Dostoevskij.
Non mi interessa nemmeno quanto ha venduto, non conosco le cifre, non conosco l’autrice, non conosco nemmeno le sue opere successive.
L’ho letto come qualunque altro libro, indipendentemente dall’azione di marketing o meno che la casa editrice possa aver fatto, e che in nessun modo inficia il mio gusto su quanto ho letto.
E, guardando il mio gusto, “Acciaio” di Sivia Avallone ha tutto ciò che io adoro in un romanzo.
Innanzitutto, è triste.
Triste come solo la quotidianità, in certi luoghi e in certi tempi, i nostri, sa essere.
E’ crudo, grigio, realistico fino alla disperazione. In breve, ci trovi quello che nella vita è, e non solo in certi paesini di provincia dell’Italia del Sud (dove si potrebbe pensare, inizialmente, che il romanzo è ambientato), ma ovunque nel nostro belpaese fatto di tanti contrasti e di tante difficoltà, da Nord a Sud.
E infatti siamo a Piombino, nel quartiere dell’immensa via Stalingrado. I rumori familiari che escono dalla finestre dei casermoni, i bambini che giocano a palla nei cortili, le porte che sbattono, gli schiaffi in faccia, l’urlo di una donna che risuona lungo la rampa delle scale, il cibo in tavola, la polvere sulla strada, il sole accecante sulle masse di cemento, le panchine con i nomi dei ragazzini incisi. E lei, l’immensa acciaieria Lucchini, la vera protagonista del romanzo, nella quale alcuni dei personaggi sputano sangue e sudore per portarsi a casa uno stipendio sicuro, uno stipendio da operaio. Sullo sfondo, il mare dell’Elba, bella, selvaggia, quasi irraggiungibile.
Tutto è descritto con un’abilità tale da rendere il romanzo un piccolo umile capolavoro di neorealismo dei giorni nostri. Del tipo che qualcuno, fra cinquant’anni lo potrebbe vedere in bianco e nero e commentare ambienti, atmosfere e azioni all’apparenza ataviche, in realtà così vere e così concrete per il periodo messo in scena, così come noi osserviamo e commentiamo pellicole di cinquant’anni, sessant’anni fa. Ma loro siamo noi, nel nostro paese, nelle nostre città.
E poi ci sono loro due, le nostre protagoniste, Anna e Francesca, due ragazzine di 14 anni che, secondo me, se vai in un quartiere operaio di Piombino dei giorni nostri, beh, le trovi davvero. E la loro storia, che ci parla di un’infanzia che cresce, di un’amicizia apparentemente tradita, della scoperta dell’amore, della disgregazione di una famiglia e che poi sfocia nel dramma, perché siamo pur sempre lì, nei casermoni di via Stalingrado e nell’acciaieria Lucchini, che di certo non regalano la felicità.
In questo microcosmo le nostre protagoniste, animali braccati dal destino con cui nascono, paiono non avere speranze. Si trovano, crescono, si allontanano, com’è normale nella vita di tutti i giorni e alla loro età, e alla fine si ritrovano, ma nel frattempo hanno vissuto esperienze che le hanno cambiate per sempre.
E infine, c’è lo stile dell’autrice, un dolce pugno nello stomaco capace di accostare elementi tanto diversi fra loro (mi ha ricordato alla lunga quello di Margaret Mazzantini, seppur più acerbo e meno complesso di quello che troviamo, ad esempio, in “Splendore”), perfetto per descrivere quel senso di immortalità tipico degli adolescenti in quel momento in cui, il loro corpo e il loro spirito, cambiano. Ma perfetto per descrivere anche quel senso di frustrazione derivato dalla violenza e dall’abbandono, altri temi che qui emergono prepotentemente.
In conclusione, col cavolo che qui ci troviamo di fronte a un romanzo banalotto e superficiale. Ci sarebbe tanto materiale da poterlo studiare, analizzare e commentare. E che barba e che noia i soliti commenti di chi non sa andare oltre, per poi magari bersi e apprezzare ogni boiata che arriva dall’America. Ma va beh, ognuno ha i suoi pareri. E io, “Acciaio”, voglio premiarlo.

Profile Image for Callie S..
309 reviews95 followers
July 11, 2012
Acciaio è un'opera che mi è difficile commentare, perché è profondamente antipatica nel suo essere pretenziosa e ingenua, documentaria e falsaria, onesta e ruffiana insieme.
In tutta sincerità vorrei prendere le distanze da chi ha massacrato libro e autrice - a mio avviso non sempre a proposito - almeno quanto mi sento lontana da chi ha candidato questo romanzo al Premio Strega (benché dopo l'inqualificabile emodramma di Paolo Giordano sia rassegnata al peggio).
Acciaio è un quantomeno improbabile pasticcio di Zola in salsa Moccia: descrizioni paesistiche talora potenti contro personaggi di carta velina; valutazioni da Bignami di sociologia versus uno stile che, per quanto piatto, si lascia leggere con discreto piacere.
A mio avviso Silvia Avallone ha le potenzialità della narratrice di rango, ma non arriva a svilupparle in pagine che - sul serio - viene da chiedersi quanto interesse avrebbero suscitato se non supportate da una grandissima casa editrice.
Cosa mi è piaciuto? Molto più di quel che potrebbe lasciar intendere quanto ho scritto sinora.
Le macchine, ad esempio.
Quando si lancia nella descrizione del rapporto carne-macchina all'interno delle acciaierie, la prosa vola: è neo-naturalista, vibrante, bellissima.
Cosa non mi è piaciuto? La sociologia spicciola alla Cioè sulle adolescenti di oggi; l'appiattimento del femminile sull'o secchiona o velina; il dramma sociale tirato per i capelli; la trascuratezza linguistica (parliamo dei toscani dei cantieri più duri d'Italia e mai una bestemmiuccia?); un bieco menefreghismo per la verosimiglianza (gente pestata che l'indomani va al mare in bikini e nessuno nota nulla, per intenderci).
Non ho mai chiesto alla letteratura di essere fedele al reale, ma credo che un buon romanzo debba essere interpretazione: in Acciaio, per contro, mi pare che l'autrice abbia riciclato luoghi comuni e topoi da fiction di Rai Uno. Troppo poco, insomma, per ambizioni da Strega.
Profile Image for charta.
306 reviews5 followers
July 13, 2012
Pre-commento breve:
ottimo, sotto il profilo del marchetting.
Artisticamente parlando, un vero pacco.
*******
Prendete un McCarthy d'annata, trituratelo e prendetene a caso qualche brano; aggiungeteci un quarto di Moccia, uno spruzzo di Faletti, una goccia, ed una sola, del Bukowski turpiloque, un'ombra di Agus (Milena) per dare sapore locale et voilà, il Romanzo italiano dell'ultimo decennio è servito.
Mots grosses disseminano a casaccio le pagine, i personaggi sembrano tolti di peso dall'operetta, il tragico si alterna al comico per poi passare nello stolido senza sfumature o plausibilità.
L'ambientazione vuole essere pregnante, invece risulta solo grottescamente ripetitiva, patetico il ricorso saltuario a neologismi di conio freschissimo (l'autrice ha forse pretese gaddiane), che aumentano, invece, la sensazione di trovarsi davanti a un patchwork di pessima fattura.
Atroce il finale: dopo un dramma grandguignolesco che avrebbe atterrato chiunque, le due eroine, bellissime e impavide, coroneranno il sogno delle loro esistenze.
"Cuori selvaggi" era più verosimile.
Profile Image for Crysalis.
52 reviews13 followers
August 5, 2012
La dimostrazione che per vincere dei premi non bisogna manco leggere quel che si è scritto.

Pagina 220: "[Alessio] Non poteva davvero immaginare che tra pochi mesi l'ennesimo suo collega sarebbe morto e lui avrebbe agitato la bandiera della FIOM contro di lei che stava ormai, a tutti gli effetti, dall'altra parte".
A pagina 338 è Alessio a morire, e tutti i suoi colleghi a scioperare contro di "Lei".

Ora ditemi com'è possibile che un'opera - già di per sè scialba, piatta, vuota, banale, trita e ritrita, dove l'unica manco tanto innovazione è che per una volta le due amike dall'amicizia profondissimissima sono lesbiche - che contiene un'errore/orrore simile sia arrivata finalista al premio Strega e abbia vinto il Campiello Opera Prima.
Ma cos'è, sto libro non l'ha letto/riletto nessuno? Manco l'autrice dopo aver buttato la prima bozza si vede. E non l'editore, il correttore di bozze, i giudici dei vari premi, i lettori, chi più ne ha più ne metta. Probabilmente neanche quelli che hanno scritto le migliaia di lettere di raccomandazione profumanti di soldi.
Questo mi fa rabbia. Perchè è l'evidenza di come la letteratura ormai non ha più bisogno di nulla: a stento si nutre di parole, scritte ormai spesso e volentieri da persone che le conoscono e le sanno utilizzare veramente poco, ma ormai la storia è del tutto superflua, e la coerenza, pochi lettori hanno abbastanza memoria per ricordare cos'hanno letto 200 pagine prima.
Più che tutti i diari di puttanelle, di tredicenni in crisi depressive, più che tutti i romanzi senza filo logico che stanno spopolando per ora, per me, la morte della letteratura lo rappresenta questo libro.
Amen.

(Ps: due stellette anzichè una, perchè è uno spreco. Il libro poteva avere spunti interessanti che l'autrice ha tranquillamente buttato nel cesso. forse credeva di colpire, in realtà ha solo deluso. Due stellette per Lisa e Donata, che non hanno alcun motivo di essere in quelle due pagine, ma sono indubbiamente più vive e corpose delle trecento pagine dedicate a Anna e Francesca.)
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for Elena.
124 reviews1,140 followers
October 15, 2018
Este libro fue un recomendación de alguien cercano a mi, así que iba completamente a ciegas cuando lo empecé. Y ha sido una sorpresa gratísima.
Ambientado a finales de los 90 principios del 2000 en Piombino (Italia) en un barrio de clase obrera que trabaja en las fábricas de acero, la historia sigue a Francesca y a Anna, dos amigas íntimas que se encuentran descubriendo qué significa entrar en la adolescencia.
A través de ellas y sus familiares y amigos (que también están muy bien trabajados), la autora nos presenta su día a día, con situaciones de precariedad debido a su clase social, de abuso, adicciones y de prejuicios en una época moderna.
Es una de esas historias donde he sufrido por los personajes y he querido que todo les fuera bien aunque ¿cómo cambiar en una historia toda una clase social para aspirar a que todos tengan un final feliz?
Como primera obra de la autora me ha parecido muy sólida, me ha tenido enganchada a sus páginas y la verdad es que me ha dejado bastante poso.
Profile Image for Amy.
139 reviews4 followers
April 12, 2013
The description of this book led me to believe I’d be reading about a pair of girls growing up in an Italian tenement, figuring out their way as adolescents, wishing to rise above their current situation and I thought it would be politically-charged to boot. It seemed like a recipe for a great read.

So why do I walk away feeling disappointed and a little disgusting?

I wasn’t expecting to read page after page about the sexual exploits of two 13 year-old girls (one with a 23 year-old). The book tried so hard to be edgy through its sex, abuse, death, and scandals but the execution was greatly lacking. It was far more disturbing than thought-provoking. Many of the events simply occur without rhyme or reason and I’m left feeling like there is no redemption, just a book trying to expose the life of the Italian working-class poor and yet falling far short.
Profile Image for Jacopo.
23 reviews5 followers
November 26, 2010
1- avevo paura a finire questo libro per non dover scrivere un commento..
come dite?
non sono obbligato?
evvai.
no dai, magari il mio commento può convincere qualcuno a leggerlo. dalle stelline direi che è palese che mi è piaciuto un sacco. tecnicamente è una figata: non ci son troppe descrizioni che annoiano e i dialoghi vanno via filanti come una mozzarella. ovviamente il linguaggio è quello che è visto che stiamo parlando di 14enni..
però ehmm, non so bene cosa dire, mi ha toccato nel profondo questo libro.
basta la smetto, tanto non ne cavo un koala dall'albero.

2- Acciaio è triste. parecchio triste. come al solito la gente dà pareri discordanti, c'è chi lo ama e chi lo odia, a me sta piacendo molto, sembra un po' una telenovela ma è talmente realistico che fa quasi male leggerlo. sembrano cose brutte da dire di un libro ma io le vedo come pregi. inoltre ci sono molti personaggi le cui storie si inrecciano e mi sembra ben gestita la cosa, che di questi tempi in un libro la trovi raramente una cosa del genere, a meno che non sia un libro scritto da colossi tipo king e follet o la zia Isabel.
nella sue ingenuità è toccante, romantico, triste, stronzo, prepotente, cattivo, ingenuo (appunto), è anche un po' pietoso, se gliene dai la possibilità smuove per bene i sentimenti.
poi i gusti son gusti. io te lo consiglio, male che vada hai letto un libro che non ti è piaciuto.
la trama della quarta di copertina lo fa sembrare un po' un romanzetto così, ma secondo me vale molto.
Profile Image for Kuszma.
2,849 reviews285 followers
April 30, 2024
Anti-szocreál. Irodalmi cáfolat Marxhoz. Mert ugye miről szól a szocreál regény? A munkás méltóságáról. Arról, hogy tudja, hol van a helye a világban, és büszkén vállalja, hogy ő a melós, a társadalom dobogó szíve. Itt azonban pont az ellenkezőjét látjuk - hogy a melós az utolsó. A globális iparpolitika kilopta alóla a gyártósorokat, és kiszervezte valahová keletre, ahol egy vizes zsömléért elvégzik a munkát. Aki maradt, az pontosan tudja, hogy felesleges ember, és előbb-utóbb neki is kitelik az ideje. Azért nyúzza a gépet, izzad, belélegzi a kokszport, mi mást tehetne. Este hazaesik, leveri a dühét a családon, aztán beájul a tévé elé. Állandóan forr benne a méreg a méltatlan viszonyok, a rohadó környezet miatt, hogy élete kilátástalan - és ettől a méregtől észre sem veszi, hogy legalábbis részben maga teszi kilátástalanná az életet. Mert borzalmas döntéseket hoz. Ami nem is csoda: senki nem tanította meg jó döntéseket hozni. Minden, amit tud, egy másik világban releváns információ, az új globalizált létezésben inkább csak rugalmatlanná teszi, és megnehezíti az alkalmazkodást. De ami a legnagyobb tragédia: a rossz döntésekre való hajlamot aztán átörökítik a gyermekeikre. Mert nincs más, amit adhatnának nekik - csak a hibáikat.

Nyers regény, nyers emberekkel. Avallone figuráit nem könnyű szeretni: hangosak, erőszakosak, lételemük a felelőtlenség és a durvaság. Nem érzünk irántuk szimpátiát - ugyanakkor mégis akarjuk, hogy diadalt arassanak a predesztináción. Hogy sikerüljön jobbnak lenniük, mint amilyen a világuk. Tulajdonképpen ez Avallone bravúrja: azzal kelti fel az együttérzést, hogy közel hozza azt, amit jobb szeretnénk távol tartani.
Profile Image for Emilia De Robertis.
33 reviews7 followers
January 31, 2025
Il futuro non è un tempo,
è un egoismo.

É un libro che racconta molto senza andare a fondo nelle cose.
Profile Image for Sandra.
963 reviews333 followers
December 31, 2014
Silvia Avallone scrive bene. Tuttavia una scrittura ben strutturata, con toni a volte lirici che si alternano con momenti anche eccessivamente realistici, non è elemento sufficiente perché si sia davanti a un bel libro. A me questo romanzo non è piaciuto.
Non ha assunto alcun rilievo ai miei occhi e alla mia sensibilità di lettrice nessuno dei protagonisti di questa storia, non mi sono affezionata a nessuno, non a Francesca e Anna, due quattordicenni alle prese con la voglia di crescere e di evadere dai tristi casermoni di viale Stalingrado a Piombino, da cui si guarda l’Elba da un lato e dall’altro gli stabilimenti delle acciaierie Lucchini ex Ilva, non ho sentito simpatia per nessuno dei tanti protagonisti di una realtà squallida di periferia, abitata da personaggi stereotipi: i bulli del quartiere che si incontrano al bar a giocare a flipper per ammazzare il tempo, i giovani operai delle acciaierie che nel fine settimana si sballano con droghe che offrono un momentaneo distacco dalla desolante realtà, famiglie all’apparenza tranquille che nascondono disagi emotivi e difficoltà di rapporti personali, insomma non sono riuscita a vedere in tutto il libro una figura che non uscisse dai soliti clichè della narrativa contemporanea, che sembra superficialmente destinata agli adolescenti, sul genere Moccia per intenderci.
Anche i temi che la scrittrice vuole trattare sono tanti, e così facendo non ne approfondisce alcuno, rimane in superficie, confezionando un romanzo che non so se possa incontrare i gusti dei giovanissimi lettori, di sicuro non ha incontrato i miei. Si parla di problemi adolescenziali, di amicizia –sfiorando appena il tema del lesbismo-, della difficoltà di crescere, della violenza in famiglia perpetrata dietro le porte chiuse in silenzio, della droga, della sicurezza sui luoghi di lavoro e la tutela limitata dei lavoratori. Tratta di tutto questo e altro, senza tanta convinzione.
Sarà per la prossima volta, è solo la sua opera prima.
Profile Image for Malacorda.
598 reviews289 followers
August 9, 2017
Certamente non si tratta di una lettura impegnativa, e il degrado delle periferie l’ho trovato descritto meglio altrove; ma i personaggi, le situazioni e l’intreccio che man mano viene delineandosi, sono meno banali di quanto possono apparire inizialmente, quindi vale comunque la pena di portare a termine la lettura.
Profile Image for Iwan.
240 reviews81 followers
July 2, 2022
Laat je niet afschrikken door de 3-en-een-halve ster voor dit boek van staal; een meesterwerk als je het mij vraagt.

Sylvia Avallone beschrijft in de ontwikkelingsroman Staal een ruige en rommelige wereld waarin twee hartsvriendinnen op- en uit elkaar groeien. Dat het boek zo levensecht overkomt komt waarschijnlijk doordat de auteur daadwerkelijk in Piombino (het IJmuiden van Italië) is opgegroeid.
Profile Image for Smartinella.
44 reviews45 followers
March 17, 2015
Non ci siamo.

Temi seri e profondi buttati lì a casaccio, trattati superficialmente e senza cognizione di causa nel vano tentativo di rendere interessante una storiella mediocre. Ho letto fanfictions scritte meglio.
Ho passato l'intero libro a chiedermi quando sarebbe cominciata la vera storia, ad aspettare un colpo di scena o un guizzo di originalità. Arrivata alla fine, la mia reazione è stata più o meno simile ad un enorme embè?
I personaggi di Moccia sono caratterizzati meglio (beh... quasi) e i Pokemon hanno più spessore psicologico delle due protagoniste di questo romanzetto.
Non mi soffermo neanche ad elencare gli orrori grammaticali e lo strafalcione di Alessio, tanto sono già stati ampiamente trattati in altre recensioni.

Dovrei smetterla di comprare best-sellers pluripremiati.
O forse sono io che non riesco a cogliere la genialità.
Profile Image for sinepudore.
315 reviews10 followers
August 4, 2021
Era tutto un cuore e un polmone che stavano andando a puttane. Era un istante impossible da vivere e da sostenere. Anche per lei.
#quote
Profile Image for Rosalba.
249 reviews32 followers
June 18, 2012
"La realtà esige. La realtà vince comunque, qualsiasi cosa fai o pensi."


Ho letto molti pareri negativi su questo libro e ne ho rimandata la lettura per questo motivo. Invece ora sono contenta di averlo letto e lo trovo un gran bel libro, uno spaccato di vita reale. Ambientato nella periferia di Piombino, intorno al polo industriale della ex Ilva. Una periferia come ce ne sono tante, intorno alle vecchie grandi fabbriche, che oggi stanno morendo, con i suoi casermoni di cemento, in cui brulicano vite insoddisfatte, dove si lotta per sbarcare il lunario e non si riesce mai, dove nascono amicizie forti e ossessive a cui ci si aggrappa per dimenticare una realtà familiare squallida e violenta, dove ci si fa di coca o anfetamina per affrontare le giornate di lavoro duro e pericoloso, dove l'isola d'Elba, a un'ora di traghetto, può diventare un miraggio e ci si accontenta di spiagge sporche e maleodoranti. Una realtà che esiste eccome, inutile fasciarsi gli occhi e fingere che non ci sia, c'è anche di peggio. Anche il finale così criticato perché buttato lì, io invece l'ho trovato bello. Un'amicizia che si ricompone non è mai un brutto finale.
Profile Image for JR_❤️_books.
139 reviews6 followers
April 2, 2017
Avrebbe potuto essere un libro fantastico. Lo stile della Avallone mi e’ piaciuto da impazzire. Crudo, diretto, schietto. Un modo di scrivere che avevo trovato soltanto in alcuni autori britannici, finora.
Ma?
C’e’ un ma, ovviamente, o non avrei finito col mollargli una valutazione complessiva di 2 su 5.
Gli errori grammaticali e ortografici, tanto per cominciare. Non parlo di refusi, parlo proprio di errori. Grossolani, facilmente eliminabili con una sana, seconda rilettura (la signora lo avra’ mai riletto, dopo averlo buttato giu’ la prima volta?) tanto dell’autrice quanto dei revisori. Apparentemente la Avallone ha voluto far parlare su carta i suoi personaggi cosi’ come essi avrebbero parlato se fossero stati in carne ed ossa. Lo accetto. Ma, mi chiedo, questo discorso andra’ applicato anche alla narrazione indiretta? Perche’ anche li’, esattamente come accade nei dialoghi, di sviste ce ne sono un po’ troppe. Alla lunga, diventano irritanti. Ed e’ facile, a quel punto, sentirsi presi in giro.
Seconda nota negativa, sempre relativa alla lingua: il gergo. I personaggi parlano come mangiano, ed essendo la Lucchini una fabbrica che si sviluppa su dieci chilometri quadri di terreno essa raccoglie gente da ogni dove, quindi i dialetti cambiano, si mescolano, si plasmano formando un parlato variegato e multiculturale. Che dire, pero’, delle parole simil-dialettali infilate in mezzo al discorso indiretto?
Ultima, e forse piu’ grave, nota negativa (con spoiler): l’incongruenza sulla morte di Alessio.
Quando ho letto la frase, riferita ad Alessio, “Non poteva davvero immaginare che tra pochi mesi l’ennesimo suo collega sarebbe morto e lui avrebbe agitato la bandiera della FIOM contro di lei che stava ormai, a tutti gli effetti, dall’altra parte”, al di la’ del pensare “avrebbe agitato la bandiera della FIOM contro di lei VIRGOLA, che ormai stava, a tutti gli effetti, dall’altra parte”, ho creduto che a restarci secco sarebbe stato un Cristiano, un Mattia o qualche altro personaggio secondario poco contemplato e poco ricordato. Avrei voluto vedere la mia faccia quando, invece, ho scoperto che a restarci secco era stato proprio Alessio. Sono dovuta andare a documentarmi in Internet per capire se ero io ad aver capito male. E invece no. E’ proprio cosi’. La Avallone ha toppato e i revisori si sono aggregati egregiamente nel mantenere lo strafalcione.
Una seconda rilettura. Tanto sarebbe bastato all’autrice per mettere a posto un orrore del genere. In fondo, signora A., la sua trama non e’ cosi’ complessa. Non ci sono intrecci che fanno schizzare il cervello tanto a chi scrive quanto a chi legge, suvvia!
Niente da fare. Lei lo ha lasciato li’. E noi, al leggerlo, non possiamo che liquidarlo con un “vabbe’” e con una scrollata di spalle.
L’idea era buona ma, come hanno scritto in molti, l’autrice l’ha presa e l’ha buttata nel cesso senza nemmeno tirare l’acqua. Dopodiche’ essa e’ stata ripescata dall’editore e messa sullo scaffale cosi’ com’era, fregandosene di refusi, errori, orrori e discrepanze varie.
Perche’?

La scena si apre sul paesaggio arido dei casermoni di via Stalingrado, Piombino. Negli appartamenti, incastrati gli uni sugli altri, gli operai della Lucchini, l’acciaieria che garantisce il pane a centinaia di famiglie, le vite e le tragedie dei singoli si intecciano, si sfiorano, camminano insieme, si separano. Lo sporco, il caldo estivo soffocante e l’odore del cemento e’ qualcosa che la Avallone ci fa percepire mediante il mero utilizzo delle parole. Lo stile crudo e schietto rende alla perfezione la brutalita’ della vita condotta da quelle persone.
Nel mezzo di questa realta’ cruda e ruvida spiccano le figure, alquanto improbabili, di Francesca e Anna. Due amiche per la pelle, inseparabili, cresciute insieme sotto i porticati di via Stalingrado.
Francesca e Anna non hanno dei genitori modello da cui trarre esempio. La loro crescita avviene influenzandosi a vicenda, prendendo insieme scelte e strade giuste e sbagliate. Poi Francesca e Anna si separano, Anna si butta su una storia vuota con Mattia, un amico di suo fratello Alessio, e Francesca decide di darsi alla prostituzione in uno dei locali piu’ squallidi della zona – perche’? Questo non ci e’ dato saperlo. Lo fa e basta. Cosi’, senza motivo.
Il lieto fine c’e', a dispetto della morte – con strafalcione di cui sopra – di Alessio. Anna e Francesca si ritrovano, tutte e due piu’ consumate del tappo di una biro a fine anno scolastico, ma felici.
Evviva!
E noi? Che cosa rimane a noi, a parte un libro in cui una storia con un potenziale fantastico e’ stata, per l’appunto, buttata nel cesso dalle scelte senza senso delle due protagoniste, dalla loro amicizia alquanto improbabile, gonfiata e spinta all’estremo, e dall’altrettanto improbabile epilogo buonista?
Perche’, signora Avallone, perche’?
Un mese. Tanto le sarebbe bastato per intraprendere una revisione e rimettere a posto tutto quanto.

In molte recensioni viene menzionata la mancanza di spessore dei personaggi, piatti come la carta su cui si muovono. Io credo che, nel caso di Acciaio, i personaggi li fa l’ambiente che li circonda. Basta focalizzare il posto in cui vivono e lavorano per capire che persone sono. Non e’ vero che l’autrice non ha reso bene lo squallore dei casermoni in cui sono costretti ad abitare e della fabbrica putrida in cui sono costretti a lavorare. A mio avviso lo ha fatto anche troppo bene ed e’ proprio li’ che sta tutta la crudezza del romanzo, una crudezza con cui lo stile si sposa alla perfezione.

Avrebbe potuto essere un libro fantastico, un testo da 5 stelle su 5. Se solo l’autrice avesse rimesso a posto tutto quanto…
Author 20 books33 followers
August 2, 2015
Non sono neanche riuscita a finirlo. Allora, comincio col dire che, come sempre, ho preso il libro in biblioteca e non mi aspettavo che fosse un romanzo premiato a un importante concorso letterario (l'ho scoperto solo ieri, leggendo alcune delle recensioni qui su Goodreads). Si tratta di un'opera prima di un'autrice della mia stessa eta', classe 1984, quindi giovane ma non giovanissima. Se si fosse trattato di un romanzo autopubblicato, senza alcuna pretesa, un'opera prima frutto di un faticoso lavoro di editing e rilettura accompagnata all'umilta' di una scrittrice giovane ed esordiente probabilmente sarei stata piu' clemente (anche se credo che non avrei finito comunque il libro), ma quando ho saputo che la scrittrice ha pagato fior di Euro oppure ha avuto le conoscenze giuste per vincere dei premi, ottenere una campagna pubblicitaria di tutto rispetto e in generale arricchire il libro di prodotti collaterali per spingere i lettori a comprarlo quando la qualita' dell'opera non si avvicina neanche a quanto viene promesso be' mi fa bocciare il lavoro sotto tutti gli effetti.
Il romanzo e' ambientato a Piombino, in Toscana; io sono toscana anche se a Piombino ci sono andata solo una volta per prendere il traghetto per la famosa isola d'elba cui si accenna cosi' tanto spesso nel libro. Non so se esista davvero via Stalingrado ne' come vi si viva, ma so che avrebbe potuto essere un bello scenario in cui ambientare la storia, solo che invece non funziona. E' stato piacevole trovare caratteristiche toscane e anche qualche modo di dire dei miei posti, ma per il resto il libro fa acqua da tutte le parti: le protagoniste sono due amiche del cuore di quasi 14 anni Anna la mora e Francesca la bionda e la cosa che mi ha irritato di piu' e' come tutto ruoti intorno al sesso in questo libro, tutti i maschi sono arrapati, le protagoniste capiscono che i loro corpi si stanno sviluppando, si spogliano, si toccano, si mostrano, vanno al mare mezze nude, lasciano aperte le fnestre mentre sono nude per essere viste, vanno coi ragazzi... ma il cervello invece non si sta sviluppando? Temi come la violenza sulle donne e sui minori sono trattati con lo sstesso spessore con cui vengono descritte le tette delle due protagoniste. Sono arrivata all'inizio della seconda parte in cui si scopre che le due sono lesbiche, o comunquet Francesca e' attratta dall'altra. Le sscene sono ripetitive, una storia senza spessore e senza senso, che di sicuro non giustifica tutto il successo del libro. Non so come va a finire e non me ne importa niente, gli unici personaggi che ho apprezzato sono Lisa e Donata e secondo me la scrittrice avrebbe dovuto dedicare loro un romanzo, lasciando perdere Anna e Francesca (che modelli sono per el ragazzine?) ma in realta' penso che non sarebbe stata capace di trattare la malattia di Donata e tutto quello che vi ruota intorno con la sensibilita', l'intelligenza e il talento necessari a non scrivere un romanzo tipo "colpa delle stelle" solo su un'altra malattia. Sconsigliatissimo e bocciato.
Profile Image for Mosco.
449 reviews44 followers
August 6, 2017
Questa ragazzina qui, oltre alla storia, che non viene salvata nemmeno dall'ambientazione popolare/industriale, scrive in modo indecente. Una donna con "i nervi a fior di pelle", fortemente incazzata col marito che si è giocato la paga a poker, non è "contrita"! Che, Treccani conferma, significa "Profondamente addolorato e pentito di una colpa o di un fallo commesso" e non inferocito, inviperito etc etc come pare sia la signora in oggetto.
"La luce bianca convertiva la terra, e il ferro, e l'aria irrespirabile, in placenta. Dovevi stringere gli occhi a fessura per non farti male." In placenta? (pag.53) e a apgina 71: "dove i rumori del mondo diventano placenta" Ancora? "Massi era lì. Anna lo sentiva avvicinarsi, respirare. E un terrore tranquillo s'irradiava attraverso le arterie, penetrava in ogni capillare, le intorbidiva gli occhi." Ganzo il terrore tranquillo. E ha vinto il Campiello Opera Prima, il premio Flaiano e il premio Fregene, il premio Città di Penne, e ha rischiato di vincere lo Strega. Non so se andrò avanti o se lo mollo qui. Cosa sta succedendo alla letteratura italiana? O cosa sta succedendo a me? Trovo Malvaldi senza spessore. Vitali, mollato senza gran rimpianti. Erri de Luca mi pare retorico e aulico; sorvoliamo su Volo e Moccia, Mastroccola indisponente, francesca melandri, passabile ma non molto di più; Cacucci, bene basta che non scriva romanzi. I Wu Ming se la tirano come fossero LA LETTERATURA ma han scritto un libro, Q. (e non erano nemmeno Wu Ming :D). Il resto è prescindibile. Guccini - De Michele, han clonato pari pari pagine intere da un romanzo all'altro, ma i miei soldi non erano clonati, erano veri tutte le volte e mi hanno profondamente irritata. Anche Umberto Eco, bisogna continuare al osannarlo ma sta diventando una pizza, diciamolo. Stefano Benni, ottimo nei racconti molto meno nei romanzi. Chi ho letto, di italiani, ultimamente? Mauro Corona, non è uno scrittore ma un grande scultore: se ne rendesse conto saremmo tutti più felici (ma di scultura mica si campa!); Carlo Grande, piccolissimo. Con Daria Bignardi non ce l'ho fatta! Mollata lì in fretta, non sopporto quel modo di scrivere a frasi brevissime, soggetto predicato complemento e mica sempre tutti tre. Flusso di coscienza? IMO incapacità di scrivere meglio. No, nemmeno Sebastiano Vassalli! La Chimera è furbetto e illeggibile. Sangue e suolo è pieno di pregiudizi, poco onesto, scritto col paraocchi. Carofiglio, si vabbe'! Piacevole. Anche bravo, a volte. Ma dove diavolo sono i successori di Calvino, Levi, Piovene, Rigoni Stern, Gadda, Pasolini, Bellonci, Bufalino, Meneghello, Manganelli eccetera eccetera? Anche Tabucchi, pace all'anima sua, se n'è andato. Michele Mari, Gianni Celati, Camilleri e? uhmmmm uhmmmm.... uhmmmm.... Chissà come mai sto leggendo quasi solo stranieri.
Profile Image for Avery Liz Holland.
287 reviews47 followers
August 5, 2016
Disarmonico e inconcludente

Profile Image for Lucia Mancuso.
7 reviews
July 9, 2013
Questo libro, purtroppo, non mi è piaciuto.
Dico purtroppo, perchè avevo deciso di leggerlo dato che era stato premiato e molto pubblicizzato.
La storia è lineare e tocca anche argomenti piuttosto delicati. Spesso, però, si trovano dialoghi e scene un po' ripetitivi. Ricco, a parer mio, di scene inutili e povero, invece, di risoluzioni di scene importanti.
Ad esempio, Alessio stava con Elena, si lasciano. Dopo quattro anni si riincontrano e dopo vari sguardi e discorsi vani, decidono di andare a pranzo insieme. La fanno lunga non so quanto per andare a pranzo, fatto sta che la scena non ha un minimo valore nella storia dato che si conclude con loro appoggiati ad una balaustra.
Oppure vogliamo parlare delle ultime pagine? In pratica metà della storia si trova lì e in una parte mancante alla fine (giuro che quando sono arrivata all'ultima pagina ho girato quelle dietro per verificare di non averne saltate alcune, dato che tutto sembrava cadesse a caso dal cielo. Mancavano pezzi).
Veniamo a sapere che Francesca fa la lap dancer al Gilda, Cristiano la vede, ma non lo dice a nessuno, Anna pensa che Mattia sia stupido perchè non accetta le lesbiche e lei invece vorrebbe mettersi con Francesca, muore Alessio, Mattia non ci capisce più niente e viene portato via, viene fatto sciopero dagli operai il giorno dopo e, nonostante tutto, Anna (che ricordo essere la sorella del defunto) decide di andare all'Elba con quella che, senza nemmeno una parola, sembra essere tornata la sua migliore amica...
Mah... Mi sa un po' di casino... Possibile che in quella casa muore un figlio e la madre pensa solo a mandare l'altra figlia all'isola d'Elba? Bho... Sono rimasta un po' scioccata... Che poi ci sono una marea di cose in sospeso... Dopo cosa succederà? Francesca continuerà a lavorare al Gilda di nascosto ai suoi? Anna starà sempre con Mattia o si fidanzerà con Francesca? E poi, Sandra e Rosa, voi due donne, madri di queste due puttanelle, è dalla prima pagina che state a dire che volete lasciare il marito e non lo fate! Ma io non lo so! È pieno di eventi lasciati in sospeso, sarò ripetitiva, ma anche il libro lo è.
Scritto male e senza una vera e propria trama. Non capisco cosa c'abbiano trovato di così esaltante le persone che danno voti alti... Mah...
Che poi lasciamo stare il modo in cui è scritto. Penoso.
28 reviews5 followers
January 9, 2011
Una cosa davvero non l'ho capita: perché ambientare il romanzo nel 2001? C'è qualche connessione con l'11 settembre, avvenimento che comunque le protagoniste vivono, nel libro?
La "formazione" di due belle ragazzine sullo sfondo di una Piombino degradata, sformata da un ambiente da dopobomba, oppressa dal mostruoso impianto siderurgico. So che i piombinesi hanno criticato ferocemente questo libro e mi piacerebbe saperne di più...
Le due bellissime, si capisce, sono destinate a qualcosa di diverso dal lavoro in fabbrica, e l'Elba, in lontananza, rappresenta la "parte bella", giusto a due passi dal mostro d'acciaio.
La potranno raggiungere, ma passando attraverso un doloroso purgatorio, entrambe.
Intorno a loro, un campionario di ordinaria umanità in sfacelo: padri violenti e/o assenti, madri distratte e/o rassegnata, fratelli e amici già rassegnati.
Un catalogo di temi ai quali siamo ormai abituati, che appartengono più alla cronaca che alla letteratura e che, forse, messi tutti assieme in un romanzo, risultano forse anche banali.
O forse l'autrice non ha saputo renderli in modo così appassionante.
Può riprovarci, però.


Profile Image for Illiana.
69 reviews7 followers
July 4, 2017
En välskriven, nästan poetisk bok om två unga flickor och om dem som arbetar med att tillverka stål i de enorma fabrikerna i Piombino.
Språket är vackert men berättelsen är dyster, om människor som tar droger, om män som slår sina fruar och barn, om män och kvinnor som arbetar på stålverket hela livet och om hur unga tjejer är föremål för männens blickar och begär.

Det är drabbande att läsa, som en molande värk som bryter sig fram genom ens skelett när en tar sig framåt genom sidorna. Men ändå så händer det inte så mycket, de befinner sig hela tiden på samma plats och verkar inte utvecklas inom sig själv speciellt nämnvärt. Jag saknar mer händelser, mer karaktärsutveckling och framförallt lite glädje. Det känns som om stackarna i Piombino inte får uppleva speciellt mycket vackert i livet.

Jag kan tänka mig att andra läsare kommer uppskatta den här typen av bok mycket mer än mig. Om en gillar Ferrantes böcker så är det en chans att en även uppskattar 'Stål'.
Profile Image for Martinis.
422 reviews90 followers
March 17, 2024
Con Cuore nero era andata male, ho voluto provare col romanzo d’esordio.
E niente, ho letto una recensione che lo paragonava ad una fiction di Raiuno e trovo di non poter scrivere nulla di meglio a riguardo.
94 reviews1 follower
January 29, 2025
Forse arrivavo da un libro molto bello e particolarmente originale, ma sin dalle prime pagine di questo Acciaio la sensazione è stata di essere piombata in un fotoromanzo di bassa lega.
La storia in breve: la vicenda si svolge a Piombino nel quartiere dove abitano gli operai che lavorano nelle acciaierie, e lo sfondo è quindi quello di un Italia operaia ma dignitosa. Via Stalingrado, questa la zona, è vicina al mare che d’estate viene vissuto e goduto dai giovani di queste famiglie. Di fronte al mare si staglia l’Isola d’Elba, frequentata d’estate da turisti benestanti.
Due ragazzine quattordicenni molto amiche, una bionda e l’altra mora, vivono praticamente in simbiosi. Uno screzio, una mancanza di dialogo e la loro amicizia si tronca all’improvviso anche se le due continueranno a sentire la reciproca mancanza fino alla fine del romanzo. Qui mi fermo, il resto lo lascio a chi vorrà leggerlo.
Si tratta davvero di una storiella, senza approfondimenti e molto scontata, che si svela pagina dopo pagina nella sua ovvietà. Il linguaggio è scolastico senza nemmeno un tentativo di guardare verso l’alto. L’autrice cerca di inserire altri argomenti (la lotta operaia, la violenza sulle donne), ma tutto è abbozzato e lasciato lì senza andare da nessuna parte.
Leggo in copertina che “Acciaio” vuole essere un romanzo di formazione: ecco, non ve l’aspettate, perché queste ragazzine sono e restano quello che sono fino alla fine, e l’autrice sembra essere una di loro, adolescente che ha l’ambizione della scrittura nella quale concentrare i propri amori giovanili e le proprie amicizie.
Un romanzo molto modesto senza nessun approfondimento psicologico, che si legge per intero solo per trovare conferma di quanto si è capito già dalla prima pagina pur nella sofferenza di dover si confrontare con uno stile tanto adolescenziale.
Si tratta di un’opera prima, quasi un tentativo, quindi la scrittrice avrà poi avuto modo di maturare e far crescere creatività e stile. Come tale va presa senza aspettarsi nulla.
Profile Image for Evelina.
619 reviews54 followers
July 18, 2024
This was such a hard read but it was worth it in the end! After the first chapter, I wasn't sure I would continue reading, it made me so uncomfortable and disgusted. The book is very dark and it´s not for every reader. I can't say I like the characters, but they feel authentic. This book shows a different part of Italy, far from the popular tourist spots. This book has a very strong sense of place, both the apartment buildings and the factory feel like characters in the novel.
Profile Image for Beb ✨.
172 reviews55 followers
July 25, 2023
« Perchè, in certi ambienti, per una ragazza, conta solo essere bella. E se sei una sfigata, non fai vita. Se i ragazzi non scrivono sui piloni del cortile il tuo nome e non ti infilano i bigliettini sotto la porta, non sei nessuno. »

Anna e Francesca sono così: belle, desiderate. E loro lo sapevano, per questo si facevano ammirare in ogni luogo, anche quello più nascosto, privato.

Anna e Francesca hanno 13 anni, sono i primi anni del 2000 e stanno sbocciando. A settembre iniziano le superiori e si mostrano donne fatte e sicure, ma in realtà non sanno veramente chi sono. Solo di una cosa hanno certezza: scapperanno da Piombino, andranno in televisione e saranno famose.

Attorno a loro fluiscono tutti i ragazzi, ognuno di diverse generazioni: chi continua ad andare a scuola, ci entra a lavorare nella fabbrica Lucchini, per produrre acciaio. Non ci sono molte speranze, se vieni da Via Stalingrado.

Recensione completa
Displaying 1 - 30 of 742 reviews

Can't find what you're looking for?

Get help and learn more about the design.