Usamaru Furuya (古屋兎丸) is a Japanese manga creator from Tokyo. His production covers a variety of art styles and genres, such as horror, humour, slice-of-life, erotica, sci-fi, always with a personal surrealistic touch. Society oppression and the human condition are common themes in his body of work. Furuya showed an interest in comics making since elementary school. He graduated from Tama Art University, where he had studied sculpture and oil painting. His manga career started in the alternative magazine 'Garo', in which he published a series of one-page comics called Palepoli (1994-1995). He then worked on Short Cuts (1996-1999), a gag manga serialised in the mainstream magazine 'Weekly Young Sunday'. Other short stories from the same period were collected in the books Garden (2000) and Plastic Girl (2000). Over the years Furuya has created work for a number of manga magazines, underground and mainstream. Among his series available in one or more Western languages are: the dystopian The Music of Marie (2000-2001); the surreal horror Lychee Light Club (2005-2006), loosely based on a play by Norimizu Ameya; the post-apocalyptic 51 Ways to Save Her (2006-2007); Genkaku Picasso (2008-2010); No Longer Human (2009-2011), adaptation of a novel by Osamu Dazai; Amane Gymnasium (2017-2020).
WTF!!!!!!!! No ma Ellis mi hai aperto un mondo... . A parte il dettaglio che le prime pagine le ho lette a cazzo e poi mi sono ricordata che i manga hanno un altro senso di lettura e vabbè, ma davvero ho letto e guardato un WOW. Abbiamo dei rimandi, ovviamente, al mondo dei manga che purtroppo non ho colto a pieno per ignoranza mia. Ma la parte sulla sul rinascimento, i cartoni come Doraemon, le immagini religiose. Un tripudio di irriverenza, onanismo, bondage, violenza senza eguali Mannaggi la pupazza che iniziazione.
Palepoli è uno dei manga più geniali e dirompenti che abbia mai letto ed è così all’insegna dell’assurdo che non so nemmeno da dove iniziare a raccontarlo. Partiamo dal presupposto che questo manga non ha niente di convenzionale e che probabilmente non avrete mai letto nulla di simile, o almeno io non l’avevo mai fatto. In Palepoli in ogni pagina troviamo 4 vignette e ognuna corrisponde ad una situazione diversa. Inizialmente i temi trattati sembrano tra i più disparati e senza un senso logico se non quello di sconvolgere il lettore e portarlo a chiedersi “Cosa sto leggendo?”. Poi andando avanti tutto inizia ad avere senso (o quasi) e notiamo che gli stessi personaggi e situazioni simili vengono riproposte di capitolo in capitolo e portate sempre più al limite dell’assurdo, del black humor e del grottesco. Ad unire il tutto ci sono vari temi ricorrenti: la religione e il proselitismo, la morte e soprattutto una critica esplicita alla società giapponese. Troviamo quindi bambini che fin da piccoli sognano di diventare dei grandi salaryman, vediamo alcuni maniaci sessuali che sbirciano sotto le gonne delle studentesse e altri che invece non fanno nulla di concreto ma di cui possiamo comunque osservare i pensieri perversi e sempre più disgustosi, troviamo poi un orsetto killer che si diverte ad uccidere le belle donne ma che è troppo carino per essere incastrato e molte altre situazioni assurde ma mai casuali. I riferimenti qua contenuti sono infiniti: Furuya Usamaru fa un omaggio ai grandi maestri del manga d’autore quali Osamu Tezuka, Suehiro Maruo, Moto Hagio, Hasegawa Machiko e a moltissimi altri così come non mancano i riferimenti a film, canzoni, fatti di cronaca e chi più ne ha più ne metta. Mentirei se dicessi di averti compresi tutti ma per fortuna le note sono venute in mio aiuto. Non mancano poi splendide tavole che riprendono opere d’arte in stile surrealista, rinascimentale, cubista e non solo. Palepoli è enormemente blasfemo, sessualmente esplicito, dissacrante, controverso, satirico e nemmeno di semplice comprensione ma non posso negare di essermene innamorata.
This is probably best enjoyed in small doses, partly because of the dedication to the 4-panel format. There's a bewildering range of approaches, with a number of pieces recalling the work of the Friedman brothers (minus the Americana references). The texts are mostly disjointed and absurd, and not terribly interesting. I'm not sure what to make of the bizarre sex triangle story late in the book, but I stopped reading after that. Some truly impressive technique, but kind of a grind after awhile.
Un'opera decisamente sperimentale e diversa da tutto quello che si possa pensare di aver letto fino ad ora. Mi è piaciuto lo stile e la costruzione generale delle storie "monopagina" ed estremamente dirette e sintetiche.
Sicuramente lontanissimo dal mio prototipo di lettura, anche se bisogna riconoscere il genio assoluto dietro un'opera del genere.
Mi sarebbe piaciuto cogliere molte più referenze dal mondo manga visto che principalmente ogni storia ne presenta una, ma purtroppo essendomi avvicinata a questo mondo da un paio di anni, non mi è possibile conoscere ogni singola opera citata in questo tripudio di storie.
Peccato. Forse in un futuro, quando il mio bagaglio si sarà arricchito, lo risfoglierò apprezzandolo decisamente di più.
Semplicemente geniale: il maestro Usamaru Furuya riesce a mischiare tanti, forse infiniti elementi su numerosi livelli, come gli stili di disegno -da quelli di stampo fumettistico fino a quelli pittorici (ci sono riferimenti al surrealismo, a Botticelli e a Picasso)-, i giochi di parole, la rottura della quarta parete, i generi scelti che abbracciano il macabro e il satirico.
Un autore imperdibile che con quattro vignette per pagina riesce a sprigionare un multiverso.
A tal proposito: il manga in questione non ha una trama vera e propria, ogni pagina contiene una storia brevissima, tendenzialmente autoconclusiva. I personaggi ritornano e alcune storie sono collegate tra loro in modo comico e talvolta grottesco.
I temi trattati nel corso dell’opera sono forti ed espliciti: violenza su donne e bambini, morte, religione, blasfemia, perversioni… la lista degli orrori umani è lunga e Furuya riesce a raccontarceli nel suo particolarissimo modo.
Unica pecca: molte brillanti trovate narrative, riferimenti e giochi di parole si perdono con la traduzione italiana per l’ovvio problema di enorme differenza linguistica col giapponese. All’interno del fumetto vengono citati manga, trasmissioni e personaggi tipici della cultura pop nipponica che un lettore italiano (o non giapponese) potrebbe facilmente non conoscere.
L’edizione della coconino è ben fatta: la doppia copertina con decorazioni in oro è a dir poco meravigliosa. Un bel manga da collezione!
"Palepoli" è un manga che si compone di brevi vignette autonome, senza un filo narrativo comune. Il titolo si traduce letteralmente con "antica città" dal greco "Παλαιόπολη", un termine che fonde "palaios " (παλαιός), che significa "antico", con "polis " (πόλις), che sta per "città". Questa scelta riflette la natura atemporale e universale delle fugaci storie qui raccontate. Ne consegue un volume intenzionalmente disturbante e provocatorio - zeppo di riferimenti al mondo dei manga, della religione, dell'arte e del cinema - che mette in discussione le convenzioni e, sebbene possa apparire frammentaria, mostra al lettore un quadro inedito della classe media giapponese offrendo, pertanto, una prospettiva visionaria senza precedenti, anche se dispersiva. La dimensione sperimentale domina e, malgrado alcune tavole siano pregnanti, altre si rivelano davvero difficili da interpretare. Usumaru Furuya fa dell'ermetismo il suo stendardo, tuttavia, per i miei gusti, questo approccio è troppo marcato. Nonostante la mia familiarità con le opere precedenti del celebre mangaka (quali "Lo squalificato", "Happiness", "Tokyo Magnitude 8"), a causa della sua indecifrabilità questa lettura non ha soddisfatto in pieno le mie aspettative.
Uno Shintaro Kago (paragone assolutamente da non prendere troppo sul serio) in formato yonkoma, ancora più dissacrante ma allo stesso tempo più sensato. Il quantitativo di influenze e di citazioni da qualsiasi cosa è sbalorditivo, e trovarle è una caccia assai gradita. Non male!
Assurdo e fantastico, peccato che così tanto venga perso nella traduzione. Tantissimi riferimenti alla cultura pop giapponese anni 80/90 praticamente impossibili da cogliere per un esterno, ma ciò non diminuisce la bellezza di questo volume. Assolutamente geniale
Si passa dall’ insopportabilmente crudo al sublime/poetico e al dissacrante. Penso che per capirlo completamente serva una conoscenza del mondo dei manga e della cultura giapponese che io non ho. Aldilà di questo, l’ho trovato veramente interessante
A very large series of one page 4 panel comics that get fairly repetitive after a while, some bits are more funny/disturbing than others, but after a while the overall tone of them doesn't really vary enough. I think if they were all read in isolation rather than crammed together then they likely work better, though that can be the issue with any collection is that by ramming it all together it loses the original intent. And maybe it's just the way of things now that we tend to read things too fast, whereas when this was made you'd actually buy it on paperback, keep it on a shelf, and keep going back to it.
Palepoli is a collection of four panel comics that verges into surreal territory. While there is a lot of variety many of the characters and plots carry over into multiple comic strips, converging and blending together the further you get. The art was shockingly good, displaying a range of styles from silly cartoons to highly detailed pieces.
The comics are darkly comedic and filled with obscene content and at times disturbing punchlines. The quality of the humor I think could be hit or miss, it will definitely offend some, gross out others, but it was also at times laugh out loud funny. Some of my favorite recurring characters were Takashi, the hapless child, and the questionably helpful Goddess of the Lake. There were a few that went over my head, even as a reader who has been consuming Japanese media for decades. The humor dabbles with the type of highly exaggerated chaos that can commonly be found on variety shows.
Given the content, only a fraction of the comics were ever translated and published in English. It’s not a manga you want to binge through else it will feel repetitive, but it was an okay time waster. I’m glad to have read more of Usamaru Furuya’s work, though this is definitely not a work that I’d rush back to ever re-read.
Oggi sarà il giorno in cui si gettano i rifiuti che fanno male al cuore.
Opera strana, dalla struttura episodica. Ci sono personaggi ricorrenti, ma ogni storia si conclude in una pagina. Alcune tavole sono brillanti, a partire dalle copertine mute che introducono ogni sessione. Altre sono molto divertenti, e altre ancora efficacemente perturbanti. Alcune altre invece non funzionano molto, tra quelle troppo derivative dalle opere che parodiano a quelle semplicemente invecchiate male.
Lo stile però è sempre sorprendente, cangiante e mimetico. Riesce a essere molto sperimentale in una pagina, per poi imitare lo stile di grandi classici in quella seguente. E questo rende apprezzabili anche quelle tavole talmente distanti dal nostro panorama culturale da essere pressoché incomprensibili (nonostante il buon lavoro di notazione: capire una battuta perché viene spiegata in nota fa perdere l’effetto distruttivo delle parodie).
Fulminante, straordinaria, talmente originale da sfociare nell’unicità, Palepoli è un’opera semplicemente geniale. Furuya è uno dei pochi artisti del manga che domani può svegliarsi e realizzare tutto ciò che vuole: un giallo, un noir, un thriller, uno shojo, una commedia, tutto. Proprio in Palepoli sono raccolte scintille di storie che potrebbero incendiare tutti quanti i lettori. Non lasciatevi sfuggire l’occasione di leggerlo e in seguito anche solo sfogliarlo per godere dei disegni del maestro.
Furuya mastica e distorce il medium fumetto in una lunga serie di storie lisergiche lunghe una pagina e a gabbia fissa, a tratti in sequenza, a tratti intrecciate. Di pagina in pagina cambiano tratto e tratteggio, temi e registro. Fumetto eccezionale, forse non per tutti. Da segnalare i numerosi riferimenti a libri, fiction e personaggi giapponesi che non sono riuscito a indovinare nemmeno con le segnalazioni a margine. Scomodo, ma non guasta la lettura.
Avanguardia pura, è pazzesco quanto riesca a spaziare in 4 vignette, sia con la varietà di stili che con gli argomenti. Fresco ancora oggi a distanza di 25 anni dalla sua prima pubblicazione. Mi ha fatto venir voglia di disegnare.
145×210 ¦ reads ‹-< ¦ A.I.+D.L. 09/2012 ¦ 14€ = eo -›'gold foil' on both sides and spine +5 page short after the 152 proper
Narrative: * I will lead by admitting that he could be very funny- I was at all times aware that I was not understanding all parts of a joke from setting to punch-line from not being within the manga culture geographically. I knew no amount of internet could help enough to 'get the laugh' if I were inclined either since this is one of the most intimately Japanese reads I've found- which I do set myself up for on purpose by choosing non-English editions to best keep from being 'States-censored' in material thematically (thus easier to understand) more so than for the increased variety.
I wish I did not read this. It's too often and deeply gross and even startlingly disturbing, each with too much regularity, without any leveraging quality besides often premium art skill. There is no story besides mini-narratives at four panels per page hiccupping throughout with only occasional mostly unconnected relation to each other. All that unites the whole, for my understanding/sensibilities, are being a SAVAGE DOWNER- that's by a dude at odds with himself in multiple directions!
Visual: **** Of the sparsity that I could read between lines, he had very high expectations of his art, which had him close to being an elite '5startist' on my scale of 'renderability' when this was first released in 2003. He can be both precise AND loose as he deems necessary and even shift aesthetic entirely with an arsenal of looks across a wide spectrum. Though I believe that the latter is his greatest problem- keeping any identity from this disaster.
3.5 I'm not sure, maybe 4? It's the first time I'm reading this artist. This is definitely one of a kind and the more I got into it the more I appreciated it.
Full of sarcasm, subtle (and not) commentary on society, and with unique art. There are a lot of stories, a few go on throughout the whole book others don't last much. Maybe that's why I had to get used to it. It is also full of absurdity and ranges from one theme to the other, ver many themes. Furthermore, it is sexually explicit and not afraid to be desecrating, which I definitely appreciated. Finally, very easy to go through.
Un manga d'autore che ti lega alle pagine. Irriverente, immorale, trasgressivo, ipocrita, blasfemo. Tante piccole vicende raccontate ognuna in poche vignette, che si incatenano fra di loro fino a creare un mondo di nonsense che piace, tanto! Ricco di riferimenti alla storia, al cinema, ad altri manga e racconti, alla religione, ignorando completamente quel politically correct e quel family friendly che ormai hanno invaso le nostre vite. Un humor nero che forse non piacerà a tutti, ma che comunque merita una chance. Geniale
Palepoli goes beyond the framework of standard four panel manga and views its structure in new ways. Form the forum world, what I heard, Usamaru Furuya knew nothing of conventional manga styles and methods when he started Palepoli. As a result, he created something that bore little similarity to other manga. ¯\(°_o)/¯
un'opera folle, ricchissima di riferimenti al mondo giapponese (che aihmè non sempre sono riuscito a cogliere) che si intrecciano in un caleidoscopio di vignette divertenti e provocanti. Furuya sei un grande.