Natalia Ginzburg (née Levi) was an Italian author whose work explored family relationships, politics during and after the Fascist years and World War II, and philosophy. She wrote novels, short stories and essays, for which she received the Strega Prize and Bagutta Prize. Most of her works were also translated into English and published in the United Kingdom and United States. An activist, for a time in the 1930s she belonged to the Italian Communist Party. In 1983 she was elected to Parliament from Rome as an Independent.
Cinque stelle piene ai romanzi brevi (La strada che va in città, È stato così, Valentino, Sagittario, Le voci della sera) e quattro ai racconti ( ma perche' sono quasi tutti basati su matrimoni senza amore?)
Cinque quadretti naïf, pastosi, caldi, tenui. Il dardeggiare malinconico di un focolare, una prosa autunnale che avvolge ed intenerisce, e a volte nasconde tra le sue pieghe il pungiglione acuminato di un nero insetto.
La strada che va in città ✰✰✰✰ Il romanzo breve d'esordio della giovane Natalia (pubblicato nel 1942) anticipa molti dei temi del suo ben più corposo Tutti i nostri ieri (1957). La ribellione giovanile, lo scandalo della maternità pre-matrimoniale, l'unione forzata che trova col tempo la dignità - se non di un amore - di una reciproca accettazione affettiva. Delia si scontra con il giudizio di una società profondamente moralista, dai brucianti schiaffi e gelidi silenzi paterni alle taglienti commiserazioni di un mondo femminile ancora rintanato e recluso. Il personaggio della zia contadina che la ospita durante la gestazione è straordinario; nella maschia rudezza dei suoi tratti "pasoliniani", questa donna rappresenta una moltitudine di matriarche del '900 imbevute di perbenismo, leste nel pettegolezzo eppure fervide genuflettenti davanti al prete, al dottore e alla "gente di città". Già dall'opera prima traspare l'immenso talento della Ginzburg, una scrittura semplicemente deliziosa. O deliziosamente semplice, a dir si voglia. E' stato così ✰✰✰✰ Tutto inizia con un colpo di pistola, come nel più classico dei noir. La narrazione della Ginzburg avvolge nelle sue spire, carica di dolore e inaspettatamente soffocante. Altro che melodramma all'italiana, qui assistiamo alla caduta nel pozzo più scuro e profondo; le relazioni umane pulsano come le fitte di un dente malato, la disperante comunicazione tra marito e moglie si confina nel riquadro di un foglio da disegno, in scenate occasionali, dialoghi troncati, lunghissimi silenzi. I rituali freddi di un matrimonio compiuto solo per "vigilare" sull'altro, una gestualità anaffettiva che non si scalda nemmeno davanti ad una nascita. Nemmeno davanti alla più tragica ed inaccettabile tra le morti. Un racconto cupo che implode e lascia inevitabilmente una traccia di amarezza nel lettore. Valentino ✰✰✰✰✰ La perfezione in trenta pagine. L'arma letale della Ginzburg, affilata come rasoio, viene estratta nel finale; solo nelle ultime pagine emerge la struttura solidissima di una storia che inizialmente pareva un po' scombinata, divampa il segreto, la sorpresa che questa straordinaria scrittrice ha preparato per il lettore, dipanando la matassa con mano paziente ed attenta. Valentino è un romanzo breve che dovrebbe fare scuola; la cura minuziosa dei personaggi, la briglia trattenuta fino al momento opportuno, vigilando sui dettagli che possono tradire in qualsiasi momento il "progetto" dell'autore, la prosa fluida, le immagini che aspirano ad una tridimensionalità metafisica. Tutto questo, la divina Natalia, lo fa in trenta povere pagine. Sagittario ✰✰✰✰✰ E' il romanzo breve che piacque meno alla stessa autrice. Eppure, io lo trovo meraviglioso; come per "Valentino", gioca un ruolo preponderante l'effetto sorpresa. Il finale è una secchiata d'acqua in faccia, un "via le maschere" che accomuna il lettore all'esperienza vissuta dalla protagonista. La letteratura come esperienza; accanto a questo congegno oliato e rodato da questa eccezionale scrittrice, si unisca lo spessore dei personaggi (mai "di corredo", secondari) dotati di una personalità che si prefigura minimale solo nel tratto, semplice e levigato, ma dei quali si coglie appieno la straordinaria vivezza, l'animo e la psicologia umanamente reali. Le voci della sera ✰✰✰✰✰ Il più corale e polifonico tra questi romanzi brevi, come appunto quelle voci della sera attorno alla tavola, la conversazione che svicola ogni tanto verso il pettegolezzo, le chiacchiere tra parenti ed amici, i dialoghi serrati degli amanti. Malinconico, molto realista, come al solito la voce narrante è la più dimessa ma la più acuta, alter ego di questa magnifica scrittrice italiana.
Credo che pochi autori meglio di Natalia Ginzburg siano riusciti a interpretare in modo così autentico l'anima novecentesca della cultura italiana. I cinque romanzi sono ambientati nel primo dopoguerra, in un paese che assapora con fatica la fine della società rurale e si avvia in modo incerto verso l'industrializzazione. È questo il motivo per cui molti dei personaggi di queste storie vivono in un perenne stato d'inquietudine. Forse non riescono a stare al passo con una Storia che pare correre troppo veloce e che non concede loro abbastanza tempo per adeguarsi.
Ciascuno di questi romanzi esprime con profonda chiarezza un incredibile senso di realtà. Natalia Ginzburg scrive, parla, racconta di donne. Dedica a loro storie irrequiete, tristi e solenni, legate da un filo emozionale di cui anche il lettore si sente partecipe. Così avviene un cambiamento, dentro di noi, che sfogliamo queste pagine per un'ultima volta, sapendo che porteremo in grembo il ricordo di quel che è stato di questi poveri ma preziosi personaggi.
L'autrice rende la semplicità così magneticamente interessante da non ricadere mai nella miseria della banalità. Leggendo Ginzburg ho pianto, ho ragionato, ho pensato con serenità e passione. Ogni pagina mi sembrava un segreto da raggiungere e scoprire per non esserne più crudelmente rimossa.
"La felicità sembra sempre niente, è come l'acqua, e si capisce solo quando è perduta." "E anche il male, il male che noi facciamo, è così, sembra niente, sembra una sciocchezza, acqua fresca, mentre lo facciamo. Se no allora la gente non lo farebbe, starebbe più attenta."
Ciò che collega Cinque romanzi brevi e i 4 racconti è l'inettitudine, l'apatia dei personaggi che sembrano non riuscire ad assaporare la vita e lasciarsi scuotere. Sono donne incatenate ad una società che le vuole spose, madri, brave massaie e uomini che non si sentono all'altezza del ruolo machista e virile che devono sostenere. Ginzburg con la sua scrittura scarna e schietta spoglia la trama e delega tutto ai suoi personaggi con cui, inevitabilmente, il lettore empatizza.
"Gli ho detto: - Dimmi la verità, -, e ha detto: - Quale verità, - e disegnava in fretta qualcosa nel suo taccuino e m'ha mostrato cos'era, un treno lungo lungo con una grossa nuvola di fumo nero e lui che si sporgeva dal finestrino e salutava col fazzoletto. Gli ho sparato negli occhi."
Natalia Ginzburg è stata una sorpresa, e continua a sorprendere a ogni pagina.
"Io volevo morire per un uomo, ma poi anche per tante altre cose, perché dovevo del denaro a mia madre, e perché la portinaia della pensione puzzava, e perché l'estate era calda, avvampante, nella città piena di ricordi e di strade, e perché pensavo che così com'ero non potevo giovare a nessuno".
Le voci della sera troneggia sul resto rei racconti della raccolta, 50 pagine che fungono da lente di ingrandimento sugli intrecci sofferenti delle vite di due famiglie.