Le père Noël est mort, mais hors de question que l'empire du jouet Klauss Inc. disparaisse avec lui. Le sort de milliers de lutins et les rêves d'au moins autant d'enfants en dépendent. Sans oublier les juteux bénéfices dégagés chaque année. Pour autant, la succession n'est pas de tout repos. Les temps ont changé et la féérie a été remplacée par une recherche de rentabilité à tout prix qui suscite les protestations d'une main-d'oeuvre bradée. Dans ce conte de Noël plus que décalé, Zerocalcare pointe la dimension avant tout commerciale prise par cette grande fête de fin d'année et dévoile les coulisses peu glorieuses de ce qui est censé faire la magie de Noël.
Zerocalcare sul finire del 2011 ha quasi 28 anni e per un sacco di tempo ha fatto soprattutto fumettacci sulle fanzine fotocopiate e locandine per concerti punk hardcore. Oltre ad un numero sterminato di autoproduzioni nel circuito dei centri sociali, ha collaborato anche con il quotidiano "Liberazione" (pagina delle illustrazioni, ormai chiusa), il settimanale "Carta" (chiuso), i mensili "XL" di Repubblica (spazio Italian underground, chiuso) e "Canemucco" (chiuso) e la divisione online della DC comics, Zuda.com (chiusa). Tra le collaborazioni che non è riuscito a far chiudere c’è il settimanale "Internazionale", l’annuale antologia del fumetto indipendente "Sherwood Comix", la "Smemoranda" e frescafresca pure la rivista "Mamma!".
Alla fine del 2011 ha dato alle stampe il suo primo libro, “La profezia dell’armadillo”, autoprodotto sì, ma da Makkox.
A ottobre 2012 è uscito il secondo, “Un polpo alla gola“, edito da Bao Publishing.
Una favola di Natale in chiave thriller documentaristico, a metà tra Il Canto di Natale e una critica sociale che va da un omicidio al Polo Nord alle condizioni di lavoro delle miniere di carbone in Sardegna.
Molto diverso l'approccio alla storia di Zerocalcare rispetto al solito, più crudo, a tratti anche a tinte fosche, anche se l'umorismo resta sempre quello (con picchi altissimi). Davvero splendidi i colori di Alberto Madrigal.
Lettura natalizia squisitamente per adulti, molto veloce, con il pregio di saper parlare di argomenti seri e forti ma in modo surreale e "favoloso".
Una critica pungente in poche pagine. Riferimenti alla storia e alla politica italiana nello stile tipico di Zerocalcare. In audiolibro rende anche meglio.
Avevo comprato A babbo morto un paio di mesi fa, prefissandomi di aspettare fino a Natale e leggerlo sganasciandomi dalle risate... invece tra critica sociale, denuncia ed humour nero, mi ha fatto venire un gran magone.
Un vero e proprio colpo basso mascherato da racconto natalizio che, tra un m@vv@ff@n€u£o ed un m@£1mor¥@€€1¥u@, volevo quasi buttare per terra l'albero in salone...
Peccato per la brevità, a voler pensar male può sembrare quasi un volume incompleto raffazzonato a tempo di record dalla Bao per far quattrini sulla scia dello splendido Scheletri, anche se probabilmente non è così.
Una stellina in più perchè a Natale siamo tutti più buoni.
Quasi tutti.["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>
Zerocalcare al suo meglio, tra ironia e cronaca con un occhio critico al futuro. Mi fa quasi impressione ridere delle sue tavole ogni tanto, tipo spaccarsi dalle risate guardando Schindler's list....
È un regalo di Natale. Arriva a poche settimane dalla nuova uscita "Scheletri", cosa molto insolita per Zerocalcare, e come un regalo inaspettato va preso. Alla fine di un anno faticoso, in prospettiva delle feste che faticose (e spesso fastidiose) sono a prescindere, è un piccolo pensiero gentile. Un po' raffazzonato, sbrigativo ma pieno di affetto. Zerocalcare è un po' quell'amico che arriva il giorno della Vigilia tutto trafelato con un sacchetto di biscotti "homemade" e bruciacchiati. Gli si vuole bene a prescindere. Alla fine, queste sono una serie di vignette legate sì da un tema, ma non abbastanza da creare una narrazione. Divertenti, a tratti geniali, ma un po' senza capo, né - soprattutto - coda. Eppure, credo che anche in questo libricino che tiene compagnia al massimo per quindici minuti, emerga l'intelligenza di Zerocalcare. Il suo occhio arguto, la sua capacità di buttare su carta il peggior cinismo e comunque di strapparti un sorriso. E sì, fa satira. E sì, racconta un mondo che va in modo sempre più strano e una generazione che lo guarda perplesso senza sapere cosa fare. È un fenomeno strano, Zerocalcare. Paradossalmente funziona perché non dovrebbe funzionare e perché nel "non funzionare" comunica e va a segno. Quindi? Quindi questo non è il miglior Calcare di sempre, ma è comunque un piccolo gioiellino per fan e collezionisti. d Da sfogliare con le odiose canzoncine di Natale in sottofondo, mentre i parenti stanno per suonare alla porta.
Non sto capendo perché questo fumetto sia stato particolarmente criticato, a me non sembra tanto diverso dal lavoro tipico di Zerocalcare. Forse i più si aspettavano una storia di Natale carina, coccolosa e pucciosa? Può essere. Pure io mi aspettavo, ok, non carineria e pucciosità, ma qualcosa di più leggerino sì e invece no, col c*azzo proprio. Diciamo che Babbo Natale e i folletti e le renne e pure le Befane sono una scusa per fare una critica sociale (e cosa c’è di diverso da quello che fa di solito Zerocalcare?): sfruttamento dei lavoratori, le proteste dei manifestanti che vogliono condizioni migliori, la polizia che abusa del proprio potere, multinazionali che prendono il sopravvento… E ok, non c’è davvero la storia che tiene incollato tutto e che poi ti porta al collegamento focale, ma chissene. Magari non è una delle migliori opere dell’autore, ma io mi sono goduta pure questo fumetto. Certo che poi più che voglia di festeggiare il Natale c’avevo un magone e una tristezza che manco lo zucchero di dieci Pandori poteva risollevarmi il morale. Ma questi sono dettagli.
Una storia natalizia... atipica, si potrebbe dire. Quantomeno.
Prendendo spunto da tematiche festive come Babbo Natale, i folletti, il polo nord, la consegna dei regali, la Befana, ma anche il topino dei denti e il coniglio pasquale, passa con agilità alla critica sociale: sfruttamento dei lavoratori, abusi della polizia, scontri con i manifestanti, terrorismo, i tempi che cambiano, le multinazionali, il razzismo... ti ritrovi a ridere quasi tuo malgrado in determinate scene, o leggendo le note di Calcare, e te ne senti un poco in colpa.
Il tutto senza una vera struttura a "storia", senza una trama organica... ogni tanto un paio di pagine di fumetti, più spesso un'immagine in stile natalizio a tutta pagina seguita da una pagina di breve didascalia che la spiega (e a volte, in calce, abbiamo la nota del professor Calcare). Un formato abbastanza atipico ma che funziona bene in questo caso.
Zerocalcare è immerso nel nostro tempo come pochi. Forse verrà un giorno in cui gli darò meno di 5 stelline, ma non è questo il giorno. La metafora natalizia per raccontare i soprusi della polizia, il razzismo, le bugie, lo sfruttamento dei lavoratori... G E N I A L E. Tutto reso fantastico dalle voci di Neri Marcorè e Caterina Guzzanti ovviamente.
Corto e veloce da leggere. Dietro una storia semplice e nota viene costruito un mondo che rispecchia tanti problemi della società odierna (violenza gratuita, razzismo e tanto altro). Alla fine, non è un testo per ridere e divertirsi, anzi ...
Con un racconto "natalizio" (di Natale ci sono solo i personaggi) Zerocalcare denuncia alcuni fatti e avvenimenti della nostra società... Una storia che ci invita a riflettere..
Geniale. Zerocalcare ancora una volta non delude; attraverso una storia di Natale (inizia con la morte di Babbo Natale) racconta la nostra società. Una fiaba che tutti gli adulti dovrebbero leggere: amara e schietta, ma che amerai per la sua veridicità.
Dopo il mirabile "Scheletri" questa qui sembra un'operazione che spinge al limite della decenza. Qualche vignetta, illustrazioni, una storia puntellata di "fun-facts" per rimpolparla. Ascoltato anche la versione audiolibro con le splendide interpretazioni di Neri Marcoré e Caterina Guzzanti. Dimenticabile.
Non do stelline stavolta, è stata una lettura così bislacca che non so farmi un'idea precisa.. mi è piaciuta? Sì. Ha lasciato il segno? Non direi. Ho letto di meglio di Zerocalcare? Decisamente sì. Di favola natalizia c'è ben poco.. Questa volta Zerocalcare non si risparmia sulla critica sociale. Come al solito si ride, ma ti fermi anche a riflettere.
Se proprio dovete fare dei figli, almeno dite loro la verità.
Zero Calcare ci fa sorridere con la sua parodia cinica del Natale e come sempre ci fa riflettere. I fatti che ci racconta sono avvenimenti reali del nostro passato e del nostro presente, una storia fatta di paure, violenze e discriminazione. "Perché se Babbo Natale muore anche il Natale muore".
Dimentichiamoci qualsiasi storia natalizia che conosciamo. Questo è un libro innovativo, innovativo da far paura. Primo approccio a ZeroCalacare e mi chiedo "perchè non l'ho mai letto prima?" Davvero complimenti, adesso corro a recuperare gli altri suoi titoli.
mi aspettavo qualcosa che mi facesse ridere a crepapelle, di certo non così tanta critica sociale (che ci fa sempre piacere). sono contenta di averlo letto ora e non nel periodo natalizio, non so come avrei potuto reagire. nonostante sia molto diretto in quello che vuole dire, simpatico e molto attuale, è anche troppo corto. un peccato, davvero. alla fine della storia ero “ma come” “quindi?”
3.5, arrotondato a 4 perché Zerocalcare è comunque sempre Zerocalcare. L'idea di base è geniale, ma mi sarebbe piaciuto che le storie fossero un po' più connesse, o quantomeno che ci fosse un qualche tipo di conclusione.
Zerocalcare disegna un po' di tavole di denuncia senza una vera e propria finalità, la Bao fiuta il colpaccio ed ecco "il libro di Natale di Zerocalcare", che, a poche settimane dall'uscita di Scheletri, va a rafforzare l'egemonia dell'autore e della sua casa editrice nel panorama del fumetto italiano. Non che ci sia niente di sbagliato eh, anzi a me pare chiaro che con le vagonate di quattrini che fanno con questo autore poi si possono prendere eventuali rischi di pubblicare esordienti, fumettisti di nicchia e cose così. E per tornare al libro in questione è molto bello, con quel qualcosa in più che hanno le opere di ZC quando si fa militante e racconta di argomenti che ha a cuore. Certo è che è molto breve e NON è un libro di Natale nell'accezione che un pubblico non particolarmente attento potrebbe aver inteso.
Una satira pungente che "velatamente" richiama alla cronaca e alla politica italiana oltre che a mali che affliggono il nostro tempo. L'avevo preso per sorridere e lo fa, ma mette anche il magone per la triste realtà che dipinge. Piacere di conoscerti Zerocalcare!
Non ho mai letto nulla di Zerocalcare, e ho voluto iniziare con questa nuovissima uscita che si addice al periodo!
Zerocalcare è famoso per la sua forte critica sociale, e queste 80 pagine sono impregnate di riferimenti e denunce. Tratta delle condizioni dei lavoratori, la corruzione, il degrado di certi personaggi.
E voi direte, tutto questo in così poche pagine? Ebbene sì, all’autore bastano poche battute, delle tavole in bianco e nero, e dei personaggi ben caratterizzati, per poter far arrivare forte e chiaro il suo messaggio.
Il titolo geniale mi ha completamente tratta in inganno: mi aspettavo di gustare un bastoncino di zucchero e mi sono trovata in bocca una caramella molto, molto amara.
Metafora ironica (ma neanche tanto) che richiama l'attenzione su verità sgrdevoli, che adombra una visione del mondo talmente cupa da oscurare qualsiasi intento comico, ammesso che ci fosse.
Morale: ouch.
Finale un po' abbozzato, belli sempre i disegni.
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Ci sono tutte le schifezze nascoste sotto il tappeto negli ultimi dieci anni e più della nostra storia. Sublimate dai personaggi più innocui della nostra fantasia.