Tomàs è una persona come tante. E, come tante, crede poco in se stesso, subisce la vita ed è convinto di non possedere gli strumenti per cambiarla. Ma una sera si ritrova proiettato in un luogo sconosciuto che riaccende in lui quella scintilla di curiosità che langue in ogni essere umano. Incomincia così un viaggio simbolico che, attraverso una serie di incontri e di prove avventurose, lo condurrà alla scoperta del proprio talento e alla realizzazione dell' prima dentro di sé e poi con gli altri. Con questa favola moderna che offre un messaggio e un massaggio di speranza, Massimo Gramellini si propone di rispondere alle domande che ci ossessionano fin dall'infanzia. Quale sia il senso del dolore. Se esista, e chi sia davvero, l'anima gemella. E in che modo la nostra vita di ogni giorno sia trasformabile dai sogni.
Nato a Torino da una famiglia originaria della Romagna, all'età di nove anni perde tragicamente la madre Giuseppina che, malata di cancro, si suicida buttandosi dalla finestra di casa. Verrà a conoscenza dei dettagli dell'episodio, attraverso una persona vicina alla famiglia, solo nel 2010, dopo la pubblicazione del suo romanzo "L'ultima riga delle favole". Dopo la laurea in giurisprudenza, nell'autunno del 1985 incomincia a collaborare con la redazione torinese del Corriere dello Sport-Stadio. Un anno dopo viene assunto come praticante nella redazione sportiva del quotidiano milanese Il Giorno, dove racconta il primo scudetto del Milan di Silvio Berlusconi e i principali tornei di tennis del mondo. Nel dicembre 1988 si trasferisce alla redazione romana de La Stampa, con frequenti trasferte a Napoli per seguire le attività sportive e non di Maradona. Continua a scrivere di sport fino ai Mondiali del 1990, durante i quali un suo articolo su Gianluca Vialli provoca il silenzio-stampa della Nazionale. L'anno seguente passa dal calcio alla politica, diventando corrispondente da Montecitorio. Da lì racconta la stagione di Mani pulite e la nascita della cosiddetta Seconda Repubblica. Nell'estate del 1993 è inviato di guerra nella Sarajevo sotto assedio. Nel 1998 torna a Milano per dirigere Specchio, il settimanale de La Stampa, dove dirige tra l'altro una rubrica di posta sentimentale, Cuori allo Specchio. L'anno successivo è di nuovo a Roma e dal 12 ottobre 1999 incomincia a scrivere sulla prima pagina de La Stampa, in taglio basso, il Buongiorno: un corsivo di ventidue righe a commento di uno dei fatti della giornata. La rubrica, negli anni, si impone come un cult. Nell'ottobre 2005 lascia Roma e ritorna a Torino per assumere la vicedirezione de La Stampa. Collabora con la trasmissione televisiva Che tempo che fa di Rai Tre, dove ogni sabato sera commenta con Fabio Fazio le sette notizie più importanti della settimana. Ha pubblicato alcuni saggi che trattano della società e della politica italiana, un almanacco sui 150 anni della storia d'Italia (con Carlo Fruttero) e due serie di racconti sulla sua squadra del cuore, il Toro. Il 29 aprile 2010 è uscito il suo primo romanzo, L'ultima riga delle favole, una favola esoterica sull’amore che in Italia ha venduto oltre 250 mila copie ed è stata tradotta in vari Paesi. Il primo marzo 2012 è uscito il suo secondo romanzo, Fai bei sogni, che in meno di due mesi ha già venduto 500mila copie.
Nella vita di ogni buon lettore che si rispetti, per quanto bravo a selezionare le sue letture, ci si imbatte almeno una volta all'anno (se va bene, una volta ogni due) in un libro come questo. Prendete frasi di Khalil Gibran, Paulo Coelho, Fabio Volo, Scientology e così via, mischiatele con un pizzico di zen et voila! Gramellini a "Che tempo che fa" mi piace parecchio, ma bisogna smetterla di credere che il nome faccia lo scrittore. Questo libro è una cagata pazzesca! Ammetto di essere una cinica al massimo livello, ma se davvero volete leggere qualcosa di "spirituale" o che vi aiuti a guardarvi dentro, leggete Tiziano Terzani! Più o meno dice le stesse cose, senza però trasformarle in frasi da Baci Perugina, anzi! Gramellini purtroppo riesce nell'intento di trasformare qualcosa di profondo in un' accozzaglia di "credi in te stesso e l'universo ti ripagherà". Per il mio cinismo cronico, la cosa non ha molto senso. L'universo si basa sull'equilibrio e l'equilibrio sta proprio nel far convivere bene e male, buono e cattivo, mediocrità con eccellenza. Non tutti siamo eccellenti, la maggior parte di noi è mediocre. Io vorrei essere una rockstar. Non credo lo diventerò mai e non credo che, se proprio penso intensamente e positivamente al mio desiderio, ci diventerò comunque. Potrei credere che la felicità stia nell'accettare che non tutti sono predestinati a diventare come John Lennon (che poi, dato la fine che ha fatto non so quanto sia un male). Ma questa storia delle terme dell'anima (seppure originale, devo concederglielo) francamente non sta nè in cielo nè in terra. Attento a quello che desideri, potrebbe avverarsi!
Dopo 50 pagine il responso è: rivisitazione moderna di Siddharta, condita con aforismi stile Fabio Volo e lessico new age alla Baricco. Devo valutare se continuare il libro e dunque sprecare il mio tempo, oppure no.
Ho provato ad apprezzarlo in ogni modo ma senza successo. Ho persino pensato di abbandonarlo, ma ho proseguito con la speranza che tutto prima o poi avrebbe avuto un senso. È melenso e scontato. È proprio uno di quei rari casi in cui so di aver sprecato tempo. Non capisco proprio come si faccia a pubblicare un libro così.
Accipicchia! Gramellini sa scrivere (e l'avevamo capito anche prima), ma questo libro e' un'accozzaglia di sentimenti e pensieri molto confusi! Allegorie incerte, aggettivoni complicati che vanno bene per riempire le pagine, ma non esprimono un vero significato. Non sono riuscita a finirlo e mi dispiace.
Avendo letto prima il suo ultimo romanzo "Fai bei sogni", mi aspettavo un libro altrettanto piacevole e scorrevole. Invece è una storia dal ritmo lento (specie all'inizio) che richiede al lettore uno sforzo per interpretare le varie perle di saggezza che vengono snocciolate nel corso degli eventi (le quali ho trovato talvolta scontate e presentate come "verità universale").
Gramellì volevi scrivere un libro motivazionale/spirituale sotto forma di romanzo? Furbacchione ammettilo. Cambierei lo scaffale del libro. Decisamente lo metterei in psicologia.
Il protagonista è Thomas, un uomo che ha sprecato l'intera esistenza. Non ha mai colto le occasioni che la vita gli ha concesso e soprattutto è allergico all'amore. Non riesce mai ad impegnarsi e ogni volta che prova gli scappa lo starnuto.
Con queste premesse vedremo il nostro caro protagonista finire in un luogo surreale dove, guidato da bizzarri maestri, compirà un viaggio spirituale alla riscoperta dell'amore. Sì, perché il tema centrale è l'amore. Con continui riferimenti si decanta la forza di questo sentimento.
Ammetto che la prima parte mi è piaciuta. Ridondante la seconda.
Un libro che vorrebbe scuotere con la sua semplicità e che ottiene tale risultato solo a metà. Si ripete troppo, girando macchinosamente intorno allo stesso concetto. In questo caso il detto latino "repetita iuvant" non vale. Così, se la prima volta rimango piacevolmente colpito, con il secondo colpo provo fastidio.
Mi premeva fare un piccolo riferimento alle freddure del direttore. Quelle sì che mi sono davvero piaciute. Il colmo della gallina è una ciliegina sulla torta.
Concludo con un piccolo consiglio: a mare, in montagna o semplicemente in vacanza potete leggerlo, non vi dispiacerà.
"Per sapere se un sogno è giusto bisogna prima rinnegarlo, affinché la vita te lo restituisca per sempre con una rivelazione improvvisa"
Sono un po' delusa. Delusa perché mi aspettavo qualcosa di totalmente diverso, e perché anche nel suo genere, questo libro mi sembra davvero confuso e abbozzato. Intendiamoci, non ho niente contro la new age, ho apprezzato La profezia di Celestino, presi a piccole dosi mi piacciono anche autori come Bambaren e Coelho...però che dire, mentre leggevo questo libro (che, appunto, non mi aspettavo essere un romanzo new age) facevo veramente fatica, sia a seguire la storia, che ad assimilare i concetti "spirituali", che erano davvero troppi e troppo concentrati, per poterli davvero interiorizzare. Quindi alla fine cosa resta? Qualche bella frase d'effetto, che comunque ho sottolineato, perché qualcosa di interessante qui e là saltava agli occhi, e un grande senso di confusione. E ripeto: peccato. Perché da uno come Gramellini mi sarei aspettata di più.
Sarebbe qualcosina di più delle 3 stelline, ma non me la sento di dargli le 4 stelline piene...
Non avevo mai letto nulla di simile. In realtà questo libro sembra più un percorso terapeutico per persone depresse e stufe della vita che un racconto sull'amore. Le lettura non mi entusiasmava, però non potevo fare a meno di continuare a leggere per vedere il passo successivo. Una specie di Odio et Amo tra me e il libro insomma. La struttura sembra quasi "rubata" a Dante: tante vasche, tanti ostacoli da superare, tante possibili redenzioni. Carino sì, ma nulla di più.
Un romanzo fantastico. Nei due sensi: fantasy e bello. Ti prende e non ti lascia. Scritto molto bene, pieno di sensi buoni che scritti in altro modo annoierebbero e qui invece di fanno addirittura riflettere. Un bel arrivo quello di Gramellini nel mondo della letteratura.
Devo dire che ho apprezzato molto questo libro e mi è dispiaciuto vedere tanti commenti negativi. Il tema principale di questo libro è la paura di amare e la conseguente paura di soffrire, ma si trova altresì il consiglio da parte dell'autore di rimettersi in gioco, nonostante tutto. Ho trovato due difetti, che mi hanno fatto dare solo quattro stelline: alcuni capitoli li trovai lenti e mi avevano un po' annoiata, forse un po' troppo cariche di metafore; nonché la struttura del libro che mi ha ricordato un altro autore. In genere lo consiglio.
L'ho trascinato per parecchio tempo in quanto abbastanza noioso. Ottimo stile di scrittura, ma storia pesante e confusionaria. Alcuni concetti si sono utili, ben esposti, ma il resto è una matassa.
Credo che nel momento in cui un autore voglia scrivere un libro moralistico, non debba riempirlo di frasi filosofiche fino alla nausea. Ci sono state delle scene significative veramente ben scritte ed emotivamente forti, ma se si ricolma la narrazione con frasi spirituali/filosofiche ogni 4 righe, credo che la morale stessa perda di significato. Comunque piacevole. 2,5 ✨
Questo è il libro che mi ha dato la passione per la lettura. Molto confusionario e complicato, per una ragazzina di 12 anni, ma bellissimo e profondo nella sua rappresentazione dell'amore e del proprio io.
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Ho avuto questo libro a casa per un anno senza mai leggerlo, ero scettica sia per il titolo, che mi sembrava banale, sia per la copertina che lasciava presagire uno di quegli squallidi romanzetti rosa. Quando però questo Natale mi è stato regalato di nuovo, mi sono detta "vabbè devo provarci" e così ho fatto. Ho capito di aver dato un giudizio superficiale, il libro è tutt'altra cosa dalla copertina. È stato un percorso illuminante, saturo di concetti filosofici facilmente assimilabili grazie al tipo di scrittura scorrevole e accessibile a tutti, il libro in sè è completamente una grande metafora di qualcosa di più alto. Non bisogna giudicarlo per quello che è, perché è logico che Terme del genere non esistono, che tali esperienze non sono vivibili, ma piuttosto per quello che rappresenta. Personalmente, mi ha aperto gli occhi, ho iniziato a vedere la mia vita, le mie relazioni, in modo differente. La liberazione del nostro spirito attraverso la mente si ottiene anche solo leggendo attentamente queste pagine, mettendo in pratica volta per volta i vari insegnamenti che ci vengono dati (io, ad esempio, ho trovato utilissimo quello di togliere il sonoro ai ricordi, e di vederli solo per quelli che sono). C'era il rischio che potesse diventare un libro pesante, e invece è davvero di facile comprensione per tutti, anche se credo che avere delle conoscenze di base di filosofia possa aiutare.
Horrible. The idea behind this novel has a lot of potential, but unfortunately, the book didn't live up to my expectations. What irked me the most was the lovey-dovey bullsh*t: "the 'singular' of mouths is mouth, but the singular of eyes is eyes, because you don't see depth with one. Thus the singular of souls is the unit between a male and a female soul." Excuse me, because I think I just threw up a little.
First of all, one does not need a romantic relationship to be "complete". Yes, it enriches life, but it shouldn't be a necessity for someone to live a succesful, happy and fulfilled life. Being single is not a crime against humanity, nor against your own well-being.
Two, I hated how only "normal" romantic relationships were included in this novel: "We can definitely ONLY find a kindred spirit - our twin spirit* - in a romantic partner from the opposite sex." Friends? "Nah." Gay people? "What are those?"
Thirdly, I hated how the main character was constantly being critiqued for having quite realistic views on life. A little cynical at times, true, but still. Love, life, relationships aren't all rainbows, sunshine and unicorns. Sorry to burst your freakin' bubble. (BTW: the reason why the main character was disillusioned in love, was superficial to start with.)
*I think I just threw up a little again...
BTW: if nothing else, this book was just really boring.
Si dice che la formula per amare qualcuno è che, in principio, bisogna amare prima se stessi. Eppure com'è possibile che sappiamo di avere in servo la capacità di riempire di attenzioni e gesti chi abbiamo accanto, e quando si tratta di noi stessi, diventa complicato? Allora, è necessario avventurarsi in un viaggio interiore, scoprire le nostre passioni ed i nostri talenti, il coraggio di superare prove e nutrire gentilezza.
E' quello che accade al protagonista Tomàs, proiettato in un luogo sconosciuto o addirittura parallelo, dove finalmente potrà capire come cambiare la sua vita e trovare il modo di sentirsi realizzati dall'amore da nutrire per se stesso e finalmente andare alla ricerca della sua anima gemella. Per capire le sue angosce servirà ripercorrere la sua infanzia per dare senso a tutte quelle domande che da bambini si fanno, rimaste in sospeso e con tanti dubbi... ma la vita è pur sempre imprevedibile e si barcolla tra punti interrogativi, perciò è meglio coglierla così com'è e magari a volte lasciarsi traportare e scoprire dal caso.
Non tutto è rose e fiori e non tutto si conclude con il tassativo "e vissero felici e contenti", perchè la vita va avanti e questo romanzo "𝗟'𝗨𝗹𝘁𝗶𝗺𝗮 𝗥𝗶𝗴𝗮 𝗗𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗙𝗮𝘃𝗼𝗹𝗲" è un carburante in più per viaggiare sí nei sogni, ma fare soprattutto i conti con la realtà ed il dolore, per poter finalmente amare davvero!
" C'era una volta - e c'è ancora - un'anima curiosa che vagava per gli spazi infiniti senza trovare un amore dentro il quale tuffarsi. Stava andando alla deriva negli abissi di un mare di noia quando sentì pulsare qualcosa. Una luce, fatta di musica. E rimase inebetita da tanta bellezza. Disse solo una parola e si tuffò dentro di te. Allora vi siete dimenticati tutto e avete incominciato a vivere. Tu e la tua anima. Per sempre felici e contenti, prometteva l'ultima riga delle favole. Invece siete finiti in una gabbia, e le sue sbarre le ha costruite il dolore. Non riuscite più a stare insieme e neppure a staccarvi. Vi trascinate senza meta sotto il peso dell'infelicità e nei vostri pensieri il futuro assomiglia a un deserto dove la nostalgia prevale sul sogno e il rimpianto sulla speranza. Lettrice o lettore, non ti crucciare. Prima o poi - e più prima che poi - sentirai in sogno una voce di flauto. 'Lei è la tua anima, mica un accidente. Se non te ne innamori, non amerai mai niente.' 'Innamorarmi della mia anima! E come si fa?' 'Ti do un indizio. Ricomincia dall'inizio...' "
Esistono libri che hanno vita a se. Libri che scelgono il momento giusto per farsi leggere. Libri che si rifiutano di essere letti restando, muti in attesa sullo scaffale: aspettano che tu sia pronto. Avevo preso in mano questo libro appena acquistato, ho letto il primo capitolo, forse, e poi l'ho abbandonato, non avevo capito nulla e lo trovavo insopportabile. Poi è passato il tempo, ho avuto modo di leggere il secondo romanzo di Gramellini, ed ora ho ripreso questo. Be' è molto romantico, a volte persino troppo come solo gli innamorati sanno esserlo, sdolcinati fin quasi alla nausea, per chi li osserva con occhio critico dall'esterno. Per leggere questo libro ed apprezzarne gli arzigogoli credo sia necessario essere riusciti a compiere il viaggio che in esso è descritto, altrimenti si rischia di trovarlo terribilmente noioso... a me è successo :-)
Ci sono libri per i quali clicchi il tasto "i'm finished" su goodreads e urli di gioia. E' stato uno strazio. Prima di tutto non capivo se Tomas era in coma o morto o si faceva di alloro come Dante (che rimane comunque un grande). Comunque sia alla fine ho capito che aveva solo perso i sensi e fatto un gran percorso spirituale per ricominciare a credere...nell'anima gemella. cioè, argomento più palese e banale di questo non c'era. Apprezzabile la parte dei traumi infantili ma, in maniera sincera, con tutto quello che è accaduto a questo pover uomo, proprio dell'anima gemella andiamo a parlare?! Mi è sembrato un libro inutile e mi dispiace dirlo ma ci sono libri fuori stampa che meritano di tornare ad essere stampati in milioni di copie.