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158 pages, Paperback
First published January 1, 2005
Šuo susirangė ant žemės ir daugiau nekrustelėjo. Atrodė, lyg jį taip pat kažkas būtų tvarkingai sulankstęs, tarsi išlygintus marškinius prieš įdėdamas į stalčių.
Bedantis senis įsisprendė į plyšį sienoje taip, jog rodėsi joje įstrigęs nuo seniausių laikų. Lyg toji skylė būtų buvusi jo skylė, kurią jis užsivilko tarsi drabužį.
Quando Valentina mi ha proposto di leggere questo libro l'ho fatto con la stessa strana sensazione che ti coglie quando stai per conoscere un nuovo pezzo del tuo amore: un misto d'attrazione curiosa che non puoi frenare e di venerazione impaurita.
Leggendo Ascanio, ho visto una Roma che non ho mai visto. Ho conosciuto dei romani che non ho mai conosciuto. Ho sentito il freddo, la puzza di merda, di morto, ho visto l'ex voto, le file de "l'americani" e quelle dei tedeschi.
Restituisco il libro con dispiacere. Ne comprerò una copia solo per me. E per la mia memoria.
"Schiacciare una zanzara sul muro e godersi la macchia rossa di sangue è pure una soddisfazione, perché ti congratuli d'avere ammazzato una bestia che t'ha appena succhiato il sangue. Ma schiacciare centinaia di zanzare sul muro, migliaia di mosche, milioni di pidocchi... significa aver compiuto uno sterminio.
E lo sterminio non è una cosa di poco conto.
Non lo è nemmeno quando a morire sono i pidocchi.
Allo sterminio non ci si abitua."