"Nessuno può sfuggire a questa relazione. Siamo tutti figli di qualcuno, nonostante ci sia chi a sua volta si rifiuta di essere padre. Pertanto, il titolo di queste tre storie, riguarda ogni potenziale lettore. Ogni racconto, per breve o lungo che sia, è pieno di padri e figli o di figli e padri. Ma credo, e da questo nasce il titolo generico del volume, che le storie che qui si raccontano si basino soprattutto sulle caratteristiche, normali o subnormali, che talvolta presentano le relazioni tra padri e figli. In Ne ho fatto un uomo, il padre padrone e patriarca cerca di guidare il destino del figlio; in Da tetti e terrazze è il figlio a proteggere il padre. La relazione madre-figlia in Cercasi Sherazade è quasi comica". (Manuel Vázquez Montalbán)
Manuel Vázquez Montalbán was a prolific Spanish writer: journalist, novelist, poet, essayist, anthologue, prologist, humourist, critic, as well as a gastronome and a FC Barcelona supporter.
He studied Philosophy at Universidad Autònoma de Barcelona and was also a member of the Unified Socialist Party of Catalonia. For many years, he contributed columns and articles to the Madrid-based daily newspaper El País.
He died in Bangkok, Thailand, while returning to his home country from a speaking tour of Australia. His last book, La aznaridad, was published posthumously.
La guerra civile spagnola e la dittatura franchista come un passato che ritorna sempre presente, anche se non è sempre chiaro quanto sia effettivamente lontano dai fatti narrati. Una Barcelona e una Spagna che stanno cambiando rapidamente, nella fisionomia o anche solo nella toponomastica, soprattutto a causa dell’incontro-scontro con lo straniero, e sotto quasi tutti gli aspetti in peggio, o almeno in maniera disordinata quanto irreversibile. Manuel Vázquez Montalbán ci porta per mano, o meglio ci strattona, tra le ramblas di questo cambiamento, fotografato in presa diretta, teatro delle indagini del detective Pepe Carvallho, sagace, malinconico, famelico e all’occorrenza spregiudicato, un po’ come la sua Barcellona. Tra i vari personaggi, ruotano intorno a Carvallho (o forse è lui che ruota intorno a loro?) tre imprescindibili satelliti: lo strampalato aiutante Biscuter, lo squattrinato lustrascarpe Bromuro e la misteriosa prostituta Charo. Montalbán si dimostra tra l’altro maestro delle sequenze dialogiche, con lunghe trafile di botta e risposta senza interferenze del narratore, sufficienti per se stesse, e grazie alla loro efficacia, a restituire al lettore intere scene anche determinati nello sviluppo delle tre storie. Al centro di queste un padre morto, una figlia scomparsa e un figlio ammazzato, rispettivamente legati nel rapporto genitoriale a un figlio padre di suo padre, una madre sui generis che vuole a tutti i costi riabbracciare sua figlia, e un padre padrone presenza ingombrante e deleteria per quel figlio che porta il suo stesso nome…
Uno stile seducente, che richiede giusto il tempo di poche battute per essere digerito, ma che poi tiene incollati fino all’ultima pagina.
Aquest sí que m'ha agradat: tres històries de misèries ben narrades que es llegeixen de seguida. No hi ha lloc per a explicar receptes, ni fer viatges ni tan sols per encendre la llar de foc.
Dal momento che ho preso in mano il primo episodio della saga di Pepe Carvalho è stata attrazione fatale. Anche questo capitolo non si smentisce, grazie alla penna felice di Vazquez Montalban, che ammanta di poesia le investigazioni del suo personaggio. Veramente un peccato che ci abbia lasciato così presto. L’auspicio, purtroppo non avverabile, è che Carvalho continuasse il suo sporco lavoro da “annusapatte” per sempre.
Tre belle storie raccontate da uno scrittore che ha nelle mani una splendida capacità di descrivere situazioni e esporre argomenti di spunto per riflessioni. In questo caso le storie consentono di riflettere sul comportamento e l'educazione che certi genitori fanno ai propri figli. Bello!