Dai microfoni di Radio Aut, con l'arma tagliente della satira, poche settimane prima del suo assassinio Peppino Impastato attacca ancora una volta i mafiosi di Cinisi, e in particolare il terribile boss Tano Badalamenti. Come nel film "I cento Passi" e ora a fumetti, dalle reazioni degli abitanti di Cinisi e dalle testimonianze inedite di amici e parenti, ecco il ritratto del giovane Peppino: amico sincero in prima linea nella lotta alla mafia, fonte di ispirazione continua ed esempio di impegno civile per i più giovani, figlio coraggioso che ha rinunciato al retaggio mafioso della famiglia, seccatura da levare di mezzo il prima possibile, nell'interesse dei mafiosi e dei politici locali.
Marco Rizzo (Erice, 24 ottobre 1983) è un fumettista e giornalista italiano.
Nella sua carriera ha collaborato con varie testate tra cui L'Isola possibile, Il Giornale di Sicilia, Fumo di china, e con l'agenzia di stampa ANSA. È il fondatore del portale Comicus.it e, assieme a Sergio Algozzino, della rivista antologica sperimentale Mono, edita da Tunué. Come sceneggiatore di fumetti la sua produzione spazia dai racconti brevi di vario genere (noir, fantascienza, supereroico e sociale) ai romanzi a fumetti, ma si è particolarmente distinto all'interno del nuovo filone "giornalismo a disegni" (graphic journalism).
Ha collaborato come editor e traduttore per Edizioni BD e Magic Press e dal 2010 svolge quel ruolo per Panini Comics. Dal dicembre 2010 scrive inoltre per L'Unità, per cui tiene il blog Mumble Mumble, su fumetti e attualità.
Lunga è la notte e senza tempo. Il cielo gonfio di pioggia non consente agli occhi di vedere le stelle. Non sarà il gelido vento a riportare la luce, nè il canto del gallo, nè il pianto di un bimbo. Troppo lunga è la notte, senza tempo, infinita.
Questa poesia l’ha scritta Peppino Impastato, un giovane ragazzo siciliano che nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978 viene assassinato a soli trent’anni con una carica di tritolo lungo la ferrovia Palermo-Trapani per aver denunciato speculazioni e affari. Un giovane ragazzo pieno di vita, di cultura e di amore. Una vita spezzata a causa delle parole dette, parole sempre vere che spesso non piacevano agli “altri”. La sua storia è stata raccontata nel film I cento passi di Marco Tullio Giordana e anche in questo libro. In realtà questo libro non è solo una graphic novel… è anche tanto altro. Innanzitutto è una storia-documento perché si mette in evidenza la sua biografia, la cronistoria, le interviste al fratello (Giovanni Impastato), e all’amico di sempre (Salvo Vitale) e viene spiegata anche la storia relativa al film dedicato proprio a Peppino Impastato. Essendo siciliana, conoscevo già questa triste storia perché a scuola è una ricorrenza importante, insieme al tema relativo alla m4afia. Un tema forte ed importante che sin da piccoli occorre conoscere per vedere in faccia la realtà, del prima e del dopo. Tante persone hanno perso la vita per questo motivo. Uno dei tanti è proprio Peppino Impastato. Ma come sapete la lista è davvero molto molto lunga. Leggere questo graphic novel e le varie interviste mi ha reso ancora più consapevole di questa storia. Così lontana, ma così vicina, dal punto di vista temporale, a noi, a me.
Beati i martiri della Libertà, perché di essi è la vera immortalità.🌺
Un ottimo libro a fumetti che ricostruisce la drammatica vicenda di Peppino Impastato (1948-1978), un vero eroe del nostro tempo che, seppur a costo della propria vita, non si piegò allo strapotere mafioso. Mi commuovo sempre quando leggo o sento parlare di Peppino Impastato. La sua è una storia di onore e coraggio autentici che, a dispetto di ciò che gli fecero, lo consacrano all'immortalità per davvero. Un profondo inchino anche al coraggio di sua madre Felicia che s'è battuta sino all'ultimo dei suoi giorni per avere giustizia.
"La mafia è una montagna di merda", così pure tutti i collusi a vario titolo!
Una storia, un vita, molte vite, che mi hanno sempre accompagnato in tutta la mia vita. Ed io tutt'ora conto 100 passi sempre. Ma oggi, a Peppino, gli dedico questa, Summertime di Janis Joblin.
Una graphic-novel che in poche pagine cerca di abbracciare la storia di questo personaggio-simbolo della lotta alla mafia. Suddiviso in due parti; la prima vede appunto la sequenza dei disegni e nella seconda, attraverso dei brevi paragrafi datati, vi è una digressione sulla sua vita, un trafiletto a titolo informativo e due interviste ai suoi cari. Eppure, anche se ben riuscita, vi sono alcuni "vuoti" circa le tappe fondamentali che hanno segnato questa fugace, ma significativa esistenza... Pertanto consiglio di associare alla lettura di questo fumetto anche la visione della trasposizione cinematografica dal titolo: "I cento passi".
Dopo "Salvezza" in cui hanno documentato e descritto le Ong e le avventure della Sea Watch, i due autori o illustratori raccontano la storia di Peppino Impastato, figura chiave della lotta alla mafia. Questa graphic novel presenta gli ultimi tragici eventi che hanno portato alla sua morte avvenuta tra l'8-9 maggio 1978, quando aveva appena 30 anni ed è stato assassinato a Cinisi, in provincia di Palermo. Quello che si evince è la passione, la determinazione che lo animava, la sua voglia di combattere e fare giustizia. Una graphic novel che si arricchisce anche di due interviste: una realizzata a Giovanni, il fratello e l'altra a un suo amico e collega della radio. Sono indizi superficiali, frammentari che non raccontano fino in fondo la sua figura e non riescono a rendergli omaggio, come davvero merita.
Le edizioni Beccogiallo sono una scoperta che ho fatto girando tra gli scaffali delle biblioteche milanesi. Sono volumi curati, con buoni disegni e introduzioni o postfazioni che riassumono e contestualizzano la vicenda narrata, quasi sempre un fatto di cronaca o di storia italiana contemporanea. Secondo me sono ottimi libri da far leggere nelle scuole, medie e superiori, anche perché insegnano molto pur occupando il tempo di un normale fumetto.
In questo caso si tratta di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia per aver parlato troppe volte e troppo a lungo delle brutture locali. Era il 1978 e non so se si usasse già la parola attivista, ma Peppino si dava da fare per migliorare il proprio paese. La vicenda è banale: avendo pestato i piedi a gente più grande di lui si ritrova ammazzato, come tanti altri. Quello che cambia è che Peppino diventa un martire e un simbolo della lotta alla mafia, attuale anche a 40 anni di distanza.
Mi piace molto il modo in cui le graphic novel avvicinino a storie importanti in modo soft, senza buttare troppa carne al fuoco e cercando di introdurre dei personaggi a tutto tondo. Come in questo caso è stato fatto con Peppino Impastato. Molto utile la lista delle fonti con cui approfondire l'argomento, alla fine del libro.
3.5/5 Avrei preferito forse una narrazione un po' più lunga ma, come scritto anche nella seconda parte, capisco la scelta degli autori. È il primo libro della collana che leggo, l'ho scoperta da poco e spero di recuperare altri titoli.
Ho già letto un fumetto di questo duo ma il problema è lo stesso: non rendono bene la storia del personaggio che vogliono ricordare e secondo me non rende giustizia a ciò che queste persone hanno fatto.
"Peppino Impastato. Un giullare contro la mafia" è un volume della collana Misteri d'Italia a fumetti, edito da Becco Giallo nel 2018. Si struttura in due parti: la graphic novel, realizzata da Lelio Bonaccorso, e una cronistoria, a cura del giornalista e scrittore siciliano Marco Rizzo, che prende avvio dalla nascita del protagonista e fornisce informazioni anche sugli anni successivi alla sua morte, relative al processo, ai depistaggi, alla tardiva ammissione che questo sia stato un omicidio di mafia. "La storia di un eroe naturale, quella di Peppino Impastato. Una storia che mescola nostalgia e sentimento, in cui emerge il conflitto tra figlio e padre, individuo e ambiente, obbedienza passiva e rivolta vitale. La rivolta di Peppino, contro i mafiosi e i politici collusi con Cosa Nostra, nasce e si sviluppa negli anni Settanta nel paese siciliano di Cinisi, accanto all'aeroporto che è stato poi intitolato a Falcone e Borsellino". Peppino Impastato nacque a Cinisi nel 1948 all'interno di una famiglia legata alla mafia da rapporti di parentela, ma egli, già in adolescenza, mostrò di mal tollerare l'ambiente malavitoso e iniziò, attraverso la stampa e la satira radiofonica, l'opposizione e la diffusione delle proprie idee comuniste. La graphic novel si sofferma proprio a raccontare i fatti salienti dell'ultimo anno di vita di questo eroe contemporaneo, quando la critica nei confronti dei boss e dei loro traffici divenne feroce e fu considerata, pertanto, così pericolosa da dover intervenire immediatamente per porre un punto fermo. "Quando Peppino viene ucciso ha trent'anni. Lo assassinano in modo atroce, piazzandogli sul petto - dopo averlo sistemato sulle rotaie della ferrovia - una carica di tritolo. Fece rumore, l'esplosione. Un grande fragore ruppe il silenzio, la notte dell'8 maggio 1978. Eppure nessuno volle sentire: Cinisi, già famosa per aver dato i natali a Badalamenti, rimase impassibile, con i suoi uomini d'onore dislocati nei punti strategici del paese a sorvegliare lo svolgimento delle indagini, non senza ostentare un ghigno di soddisfazione". Le immagini delle vignette consentono al lettore un'immediata immersione nella vita di Peppino Impastato. Sono tutte realizzate con toni chiari, con il color seppia a far da sfondo, da cui spicca quasi sempre un colore più acceso sul quale l'occhio del lettore è obbligato a fermarsi per individuare un particolare importante, una data, un riferimento storico, un'ideologia. Nelle ultime tavole, in cui è illustrata la tragica fine dell'uomo, tutto diventa più scuro e cupo. I tratti dei volti sono essenziali, ma risultano comunque eloquenti ed espressivi, fanno eccezione quelli di Peppino e Felicia Impastato, completi fin nei minimi dettagli. "Nonostante i decenni trascorsi, a leggerla oggi la storia di Peppino non sembra quella sul passato siciliano. Perché non molto, da allora è cambiato: la mafia è sempre lì e comanda, la sinistra continua a scindersi, dividersi, combattersi. Forse ci sono meno ribelli, oppure esistono molti ribelli a parole, e pochi fatti". Ed è per questo che bisogna continuare a raccontare la vita e la resistenza di uomini e donne umili e coraggiosi, affinché non si dimentichi il loro sacrificio. E una graphic novel può rivelarsi un mezzo perfetto, perché è adatta ai lettori forti, ma anche a chi non lo è, ma soprattutto ai giovani che stanno crescendo in un periodo buio, dove la parola "oblio" diventa sempre più una regola pericolosa.
É stata una lettura molto esaustiva e completa ,che da prova della passione della autore per questa storia italiana e per il mondo. L'ombra della guerra fredda era sempre in agguato e sempre la mafia che controllato tutto ciò che può causando danni che tuttora fanno. Giuseppe “Peppino” Impastato nato in una famiglia di mafiosi e a soli 17 anni si allontana dea quel mondo e si schiera contro di loro con conseguente motivo. Le tavole fanno vedere immagini di vita normali e quando l'autore ci vuol far vedere una scena cruenta, cioè il pestaggio e il ritrovamento dei resti umani trovati dal macchinista del treno, te li sbattere in faccia senza tanti complimenti per far vedere al lettore che il problema della mafia non è risolto anzi... Mi è piaciuto molto la struttura della storia senza farti vedere tutta la storia ma solo i punti essenziale, si comincia con l'aula di tribunale ad Assisi e si finisce sempre nello stesso modo. Mentre leggevo questa Graphic Novel nel mio pensiero risuonava la canzone dei Modena City Ranbler “ cento passi” e al monologo del film che vede Peppino e suo fratello parlare. Molto interessante le interviste. Do un 10 sia alla struttura della storia e disegno
Prima di aver letto questo libro io di Peppino Impastato non sapevo nulla, adesso penso di essere informata a riguardo. Il libro non solo racconta la sua storia di lotta contro la mafia in forma di graphic-novel ma è completo di due interviste, una al fratello e una al collega e una cronologia dalla sua nascita a i vari passaggi del caso sul suo omicidio. L'unica critica che ritengo comunque importante fare è che mi aspettavo di trovare tutto il libro sotto forma di fumetto che invece copre questo spazio in 77 pagine su 130 e il racconto completo con cronologia e interviste dà informazioni spesso ripetitive e che possono stancare
(ITA) l'autore, nelle ultime pagine, spiega che dover fare un fumetto quando esiste un film come I cento passi, sia difficile, e che volesse un po' distaccarsi da quella narrazione e dire cose diverse... ma meh, non so quanto sia riuscita come tattica. Non conosco il mondo dell'editoria quindi parlo da ignorante, ma davvero per un personaggio come Peppino impastato non era possibile trovare i fondi per più pagine e più scene (poi magari descritte in fondo a parole o ancora tagliate dalla sceneggiatura come scritto da Rizzo)? beh che poi mi lamento perché penso potesse essere un po' meglio ma bello 🧡
La storia di Peppino Impastato la conosco da quando a 15 anni vidi per la prima volta il film "I cento passi" di Marco Tullio Giordana. Questo fumetto ripercorrere, per forza di cose, la stessa storia, ma non ricalca il film, mostra un Peppino diverso e, soprattutto, mostra il dopo-Peppino, con la condanna di Gaetano Badalamenti (arrivata solo nel 2002). Interessantissima anche la parte successiva al fumetto, in cui vengono svelato i passaggi di produzione e dove sono presenti anche le interviste a Giuseppe Impastato (fratello di Peppino) e a Salvo Vitale.
Quante emozioni questo graphic novel, soprattutto nella parte che mostra la morte di Peppino: ero sull'orlo del pianto e a fatica ho trattenuto le lacrime. Dovrebbe essere letto da tutti i giovani che guardano a pseudo uomini fascisti come Salvini o simili come icone o altre idiozie varie. LEGGETELO, LEGGETELO, LEGGETELO!
Una lettura DOVUTA! Un fumetto raccontato in un ottimo stile. Con i bio comics si rischia spesso di essere pedissequi e noiosi, non questa volta. Interessante anche l’apparato documentario alla fine.
Può essere utile a chi non sa nulla (o quasi) di Peppino Impastato, oltre che essere importante come perpetuazione di un atto di denuncia contro la mafia. Dal momento che ancora oggi ci sono atti di provocazione contro la sua memoria da parte di persone legate a un circolo mafioso, è importante di conseguenza che si parli di lui, che si diffonda la sua storia a chi ancora non la conosce. Per chi conosce la vicenda di Peppino Impastato almeno un po', nei suoi snodi principali, forse leggere questo libro non costituirà un gran additivo. Se devo valutarla come opera artistica, ammetto che al confronto con il film I cento passi di Marco Tullio Giordana impallidisce. Il film dice tutte le cose, e anche di più, del libro e lo fa molta con maggiore potenza espressiva. Questo libro è un collage di più parti: per una buona metà si tratta di un fumetto che racconta in maniera molto frammentaria e parziale la storia di Impastato, ma lo fa volutamente, in quanto ciò che omette viene compensato dalla seconda parte, che riassume con una precisa datazione la sua vita, aggiungendo un articolo informativo e due interviste ai suoi cari. Non scende nel dettaglio rispetto a nulla, purtroppo, e credo che anche la personalità di Peppino nella sua vera essenza venga ridotta ad un "sentito dire" da parte degli altri. Un esempio concreto: è stata solo accennata e non riportata l'atto di accusa satirica contro "Mafiopoli", ovvero il suo paese, Cinisi, che alla radio Aut è stata trasmessa con il titolo di "Cretina Commedia", dove difatti molti spunti da Dante vengono rielaborati. Là non solo esce il suo talento, ma anche la sua personalità agguerrita e allo stesso tempo irriverente, intelligente, colta, ma mai snob, anzi, molto comunicativa. Nel film è stata dedicata una scena a questa cosa, e dà un grande impatto, mentre purtroppo nel libro viene tagliata. Anche i rapporti con i suoi purtroppo vengono soltanto accennati, e ne traspare di più dall'intervista con il fratello di Peppino, specialmente sulla figura della madre, che da tutto il resto. Dal film invece questi escono benissimo: la figura della madre, il rapporto con il padre e anche quello con il fratello, oltre che dare un ritratto efficace della personalità di Impastato. Ecco perché mi sento di consigliare la visione di I cento passi, che prende tutti gli elementi trattati o soltanto accennati di questo libro, e li porta efficacacemente sullo schermo e con una soluzione più compatta di quella adottata qui. D'altronde è lo stesso libro a consigliarne la visione, oltre che dare una utilissima bibliografia sulle opere dedicate a lui. Detto questo, è un libro molto carino di sostegno alla vicenda di Impastato e per questo non si merita meno di 3 stelle.