Liberia, Africa occidentale. Kimmie Dou, militare Onu, indaga su un traffico internazionale di armi legato all'esportazione illegale di diamanti. Dopo un lungo appostamento al porto di Monrovia, lui e i suoi uomini individuano un carico sospetto in arrivo dall'Italia. Nessuno poteva immaginare cosa si nascondesse nel ventre di quella nave. Piemonte, Italia. Matteo è un bambino autistico con la passione per l'informatica. La sua malattia lo espone agli scherzi dei compagni di scuola: gli fanno credere che nel campo dove giocano a calcio crescono i computer. In realtà, il campo è una discarica abusiva di rifiuti elettronici. Il caso viene affidato al capitano della Finanza Nicola Einaudi. Quale trama perversa porterà le due indagini a intrecciarsi? Cosa lega i diamanti e le armi agli smaltimenti illegali? L'albero dei microchip è un viaggio nei meandri più oscuri della politica e della criminalità internazionale, un romanzo inchiesta appassionato e incalzante.
Queste edizioni VerdeNero mi piacciono un sacco. Le storie sono avvincenti, e purtroppo, molto realistiche, gli autori sono bravissimi e non mi stancherei di leggerli. Perché non do le 5 stellette... non lo so, forse per "prudenza" ;-)
In Piemonte come in Liberia ci sono bambini che sono ultimi. Matteo detto Microchip, che deve subire il bullismo dei suoi compagni di scuola, e poi Teddy Bear e soci, ex bambini soldato distrutti nel corpo e nell'anima. E c'è il traffico di rifiuti tecnologici inquinanti, che l'occidente produce a velocità vertiginose e poi non vuole smaltire secondo le regole perché costa troppo. Un gioco di buoni e di cattivi, in cui alla fine, come succedee nella realtà, non si sa bene chi vince. Peccato che, come spesso accade con i libri di Carlotto, il confine tra la realtà dei fatti e la fantasia dello scrittore sia del tutto indefinibile.
Questo libricino di denuncia non fa che svolgere egregiamente il suo compito: il lato romanzesco è "solo" di supporto alle storie agghiaccianti di normale ecomafia. Vedere dove (e come) finiscono i nostri rifiuti elettronici (ovvero: nei paesi più poveri del mondo maneggiati dai bambini) non può che far sentire ogni occidentale una vera merda -- almeno finché non esce il nuovo modello di cellulare che devi assolutamente avere.