Il vento dell'odio

by Roberto Cotroneo

Un romanzo a due voci ambientato negli anni di piombo, ma anche un ritratto impietoso di un Paese che i conti con la propria storia non li ha voluti ancora fare. E' questa la quinta del nuovo romanzo del giornalista e saggista Roberto Cotroneo.

283 pages, Hardcover

First published January 1, 2008

About the author

Sono nato ad Alessandria il 10 maggio 1961, dopo gli studi di filosofia e pianoforte ho iniziato giovanissimo la carriera giornalistica. Prima sull’Europeo e poi dal 1987, chiamato da Giovanni Valentini alla redazione del settimanale L’Espresso, giornale dove ho lavorato per 16 anni. Dal 1993 al 2001, sotto la direzione di Claudio Rinaldi, sono il responsabile delle pagine culturali e per più di un decennio uno dei critici letterari del settimanale. Sono stato editorialista di Panorama e dell’Unità. Tra il 1988 e 1989, con lo pseudonimo di Mamurio Lancillotto ho scritto stroncature letterarie per l’inserto culturale del Sole 24 Ore. Ho condotto per alcuni anni la Mezzanotte di Radio Due, e nel 2010 il programma sul cinema indipendente de La7: La 25ª Ora. Dirigo la Scuola Superiore di Giornalismo della Luiss di Roma, e i master creativi della Luiss (Luiss Writing School, Master of Art, Master of Music). Ho una rubrica settimanale su Sette del Corriere della Sera, “Blowin’ in the Web”, e pubblico recensioni sul Messaggero. Vivo a Roma e ho due figli.

Reviews

[Frabe · Rating 2 out of 5]

Un libro che fa riflettere, certo, sugli anni di piombo, o "anni di sangue", come li chiama più esplicitamente Cotroneo; fa capire - specie a chi non li ha vissuti - quanto odio muoveva i protagonisti, palesi ed occulti, e come, dopo l'odio e il sangue, sia rimasta comunque viva in questo nostro paese "la fiaccola del fascismo eterno", con troppi poteri nelle mani di pochi, dentro lo stato e fuori. Ma fa riflettere come fosse un saggio, questo libro: perché la storia narrata - la trama, intendo - non emoziona, e lo stile narrativo ancora meno.

[Eddy64 · Rating 3 out of 5]

Romanzo sugli anni di piombo che mescola a una vicenda inventata fatti e personaggi reali di quel sanguinoso periodo. La storia è raccontata a capitoli alternati attraverso i monologhi dei due protagonisti, Giulia e Cristiano. La prima è stata una fiancheggiatrice del terrorismo rosso, fungendo da corriere tra l’Italia e Parigi; il secondo ha partecipato a rapine e delitti, sparando e uccidendo in prima persona. Entrambi sono sfuggiti alla legge grazie alla protezione dei rispettivi padri, nonostante il classico rapporto conflittuale: il padre di Cristiano era un consulente dei servizi che ha usato il figlio come infiltrato a sua insaputa, quello di Giulia era in realtà un collaboratore dei servizi dell’est Europa. Sono passati molti anni dal periodo della lotta armata e Cristiano vive sotto falso nome in Argentina mentre Giulia ha sposato un intellettuale noto nei salotti televisivi e politici romani; la prima parte è tutta a posteriori a rievocare e cercare motivazioni di un periodo ormai chiuso. Un manoscritto spedito da Giulia a Cristiano in Argentina provoca una serie di reazioni a catena, muovendo le acque in questo thriller politico piuttosto lento e a tratti cervellotico. Per par condicio spuntano poi i documenti custoditi dal padre di Giulia su uno dei casi più eclatanti del terrorismo. Parigi è ancora rifugio e crocevia di nostalgici burattini e fantomatici burattinai che in nome di alte strategie e ideali superiori hanno condizionato e manovrato lotta armata e stragismo: servizi segreti e “barbe finte”, poteri occulti, CIA, KGB…. con la sensazione che burattini e burattinai finiscano per coincidere, pedine di un ingranaggio tentacolare. L’autore forse voleva scrivere un saggio sugli anni di piombo, ne è uscito questo sorta di romanzo a tema, che ha un suo fascino oscuro, con troppi misteri ovviamente irrisolti e una certa pesantezza di fondo. Un intrigo per lettori complottisti alla ricerca di verità alternative. Tre stelle non di più.

[Giulia · Rating 3 out of 5]

Questa è la storia, vera, di Cristiano Costantini, militante delle brigate rosse, e Giulia Moresco, fiancheggiatrice. Io non ne sapevo niente, e questo libro è stato uno dei miei tentativi di colmare quel buco culturale sulla storia recente. La prima metà del libro mi è sembrata frammentaria e un po' confusionaria, non capivo dove volesse arrivare e nemmeno quanto fosse romanzo, quanto cronaca. La seconda, invece, l'ho trovata brillante. A partire dal memoriale trovato da Giulia nel tramezzo della sua nuova casa, tutto prende una vena un po' più misteriosa e al tempo stesso più concreta. Gli ultimi capitoli sono bellissimi. Forse perché non è facile entrare in argomenti come questi, forse perché mi serviva tempo per capire davvero di cosa stessimo parlando: di una trama di sotterfugi accordi segreti, di vite nascoste e parallele, di violenza velata di normalità. Sicuramente apre tante porte, e mi ha fatto venire voglia di leggerne ancora.

[Natalia Pì · Rating 3 out of 5]

Un libro nero, cupo, che parla degli anni di piombo - o degli anni di sangue, per dirla con l'autore. A me è piaciuto, perché sono interessata al tema, l'ho letto molto rapidamente.
Il motivo per cui gli dò solo tre stelle è che a tratti è fumoso, e a tratti si dilunga un po'. Credo che almeno in parte l'essere fumoso fosse una cosa voluta, perché fumosa è anche la conoscenza che a posteriori abbiamo di quegli anni. Non male, meglio di quanto mi aspettassi, considerata la quantità di critiche negative che avevo letto prima di leggerlo io stessa.