Quando l'amata sposa, la ninfa Euridice, muore per il morso di un serpente, Orfeo sfida con la sua arte le potenze dell'Ade e ottiene di riportarla tra i vivi a patto che, durante il cammino, non si volti a guardarla in viso. Orfeo trasgredisce e si volta, perdendo Euridice per sempre. L'antica leggenda di Orfeo ed Euridice narra la vicenda di una resurrezione impossibile; la conclusione è quindi scontata. Nelle successive rielaborazioni letterarie della storia, però, il punto focale non è più il divieto, bensì il gesto di Orfeo. Perché Orfeo si volge a guardare, nonostante il divieto? Da Virgilio a Bufalino il percorso è segnato da un progressivo disincanto: alla storia d'amore si sovrappone il mito del poeta.
Maria Grazia Ciani è nata a Pola (Istria, ora Croazia), il 21 maggio 1940. Ha lasciato l’Istria con l’esodo del 1945. Ha studiato a Venezia e a Padova, dove si è laureata nel 1962 con Carlo Diano in letteratura greca. Si è diplomata in pianoforte e composizione presso il Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia. Nel 1980 ha vinto la cattedra di prima fascia nel gruppo di letteratura greca, assumendo l’insegnamento di Lingua e civiltà greca e in seguito di Storia della tradizione classica presso l’Università di Padova. Si è occupata soprattutto di epica e di tragedia, e ha studiato la sopravvivenza dei miti letterari e iconografici nelle letterature e nell’arte dell’Occidente.
Il libro della dott.ssa Ciani ha appagato pienamente le mie aspettative e lo consiglio a chiunque voglia "esplorare" le varie versioni del mito di Orfeo ed Euridice. Ovviamente non sono riportate tutte le riscritture esistenti sul mito, sarebbe impossibile: nel testo troverete la versione di Virgilio, Ovidio, Poliziano, la poesia "Orfeo, Euridice, Hermes" di Rilke, "Orfeo" di Jean Cocteau, "L'Inconsolabile" di Cesare Pavese e "Il ritorno di Euridice di Gesualdo Bufalino. Merita davvero.