Scrittore e psicologo italiano. Nel 2003 il suo primo romanzo, Io no, è diventato un film omonimo, diretto da Simona Izzo e Ricky Tognazzi.
Nel 2005 è stato finalista del Premio Bancarella, vinto poi da Gianrico Carofiglio e nel 2009 ha vinto il premio Selezione Bancarella con il libro 7 Uomini d'oro.
La risposta alla domanda espressa dal titolo è la seguente: “Mi aspetto che tu non mi chieda che cosa mi aspetto da te”.
Tommaso Perez è un fisico che ha passato la vita a scrutare il cielo e a guardare le stelle cercando di carpirne il segreto. Ma ora è emiplegico, in seguito a un ictus, e il suo sguardo non si sposta di molto dal fissare la solita crepa sul soffitto. Costretto su una sedia a rotelle, ospite suo malgrado in una casa di riposo, descrive con cinica amarezza la situazione. La sua vita è finita. La sua famiglia è scomparsa da tempo. Ogni motivo di gioia è dissolto. Tommaso pratica un astioso distacco dagli altri esseri umani con cui è costretto a venire in contatto e non risparmia a nessuno i suoi acidissimi “vaffanculo”. La vita sembra essere ridotta a un silenzioso dolente soliloquio.
E invece non è così. Anche in un contesto squallido e deprimente, dominato da una sostanziale reciproca indifferenza, la vecchiaia non guarda soltanto dalla parte della fine. Finché il cuore continua a pulsare sangue nelle vene gli esseri umani hanno bisogno delle stesse cose. E anche allo stanco Tommaso la vita riserva ancora qualche sorpresa.
Bellissima l’epigrafe iniziale scelta da Licalzi: “Tutto in natura ha un’essenza lirica, un destino tragico, un’esistenza comica.” (G.Santayana) Questo libro mescola con equilibrio tutti e tre gli ingredienti.
Questo libro tratta la vita in maniera ironica e cinica, attraverso l'anziano personaggio che racconta la propria vita. Come la vecchiaia lo abbia consumato, quasi annullato direi, finché non incontra la donna che sarà l'ultimo amore della sua vita. Quell'amore che, a quell'età, ti permette di trovare la pace adatta per lasciare questo mondo. Questa storia ci fa capire come il divenire vecchi cambi radicalmente la vita di una persona, il che, direte voi, si sa già. Vi dirò, avete ragione, ma qualcuno di noi ha mai pensato a come ci si possa sentire vedendo la propria vita dipendere da qualcun altro, da altre mani? Quando, magari, fino ad un paio di mesi prima uno andava ancora a spaccarsi la schiena nei campi. Come una persona, la più intelligente e nobile al mondo, nel momento in cui invecchia o subisce qualcosa, debba sentirsi dire di essere scemo?
Mi è piaciuto, ha lasciato in me qualcosa e mi ha fatto riflettere su molte cose.
Pirmas sakinys: Dabar, kai esu jau senas, pavargęs ir vienišas, atsigręžus atgal atrodo, tarsi mano gyvenimas būtų kažkieno kito gyvenimas.
Knygų klube pasidalinus mintimis apie romaną paaiškėjo, kad visiems skaičiusiems jis patiko, tačiau niekas jo nerekomenduotų. Jaunimui neverta, nes neaktualu. Solidaus amžiaus skaitytojų kai kurios scenos neįtikina, o kai kurios yra per drastiškos. Na, ir šiaip senti – liūdna. O vyresnio amžiaus asmenims, turintiems senyvus tėvus, kurių prižiūrėjimo klausimus tenka spręsti, knyga sukeltų dar daugiau sumaišties.
Autorius dirbo senelių namuose, todėl istorijos nėra išgalvotos – tą patvirtino ir tie, kuriems teko susidurti su senelių namais Lietuvoje.
Knygoje yra švelnumo, humoro, tačiau per daug klausimų, į kuriuos neradau atsakymo (). Be to, pritrūko meistrystės, kad tiesiog galėčiau mėgautis tekstu, ir visiškai nereikėjo trečiosios dalies (). Bet 160 p. neprailgo: lyg koks geras ir nebrangus daiktas, tačiau nesugalvoji, kur galėtum panaudoti buityje arba kam pasiūlyti ar nupirkti.
P. S. Man knygą parekomendavo (bet atsargiai) bibliotekininkė. Tačiau kodėl – nebepamenu.
Non so perché, ma mi aspettavo un libro diverso e questo ha probabilmente condizionato il mio giudizio. Di Licalzi avevo letto L'ultima settimana di settembre, che mi era piaciuto molto per la sua originalità ed ironia. Cosa ti aspetti da me? è probabilmente altrettanto originale e la sua lettura è fluida e piacevole, ma l'ho anche trovato molto meno "stimolante".
Ši knyga man tapo tikru paguodą ir šilumą suteikiančiu draugu. Nuostabus romanas, leidžiantis į ateitį (senatvę) pažvelgti iš žmogiškosios prizmės, persmelktos realybe ir vis dar atrandamais stebuklais. Labai patiko autoriaus filosofinės-egzistencinės mintys, gražus ,,netobulų" ir ,,tobulų" žmonių apibūdinimas bei aprašomos temos, svarbios ir raminančios net ir jauno žmogaus širdį.
Un libro che ti fa riflettere, drammatico, realistico e poetico al contempo, cosparso di ironia, devo dire che mi sono commossa in un paio di punti. E' proprio vero che l'amore muove il mondo!
Forse è quasi un quattro stelle ma, come sempre, il voto dipende anche dalla predisposizione del lettore nel momento della lettura e nel periodo storico in generale. Questo vale soprattutto per questo romanzo che vede protagonista il burbero professor Tommaso Perez, ottuagenario che vive in una casa di riposo (le ormai tristemente famose RSA) dopo aver subito un danno permanente a causa di un ictus. Non può muovere la parte sinistra del corpo e utilizza una carrozzina per spostarsi aiutato da altri ospiti dell'istituto che sono diventati la sua famiglia, dalle operatrici e dall'amico fisioterapista. Per circa i due terzi del libro Tommaso scrive in prima persona raccontando come pensieri sparsi la sua vita e dipingendo se stesso e la sua vita in modo molto negativo. Nell'ultima parte interviene una voce narrante esterna che descrive anche altri aspetti non così negativi del professore. Si nota il segno che ha lasciato negli altri, l'affetto e l'ammirazione che gli riservano nonostante il suo carattere chiuso e scorbutico che cerca di allontanare gli altri il più possibile. Il capitolo più bello è il 14, dove sono racchiusi amore, amicizia e il lavoro che fa sentire vivi. Il libro è pieno di colpi di scena e fa ridere e piangere allo stesso modo anche se le risate lasciano sempre un retrogusto amaro. Un libro che probabilmente non avrei mai scelto in autonomia in base ai miei gusti ma che ho ricevuto in regalo e tutto sommato sono stata felice di leggere.
Un libro pieno di cinismo e disincanto nella prima parte, più dolce nella seconda. Il tema della vecchiaia e della decadenza è crudo e ci spaventa proprio perché è qualcosa che tocca ogni essere umano da vicino.
4 stelle e non 5, perchè la terza parte, quella finale, è sottotono rispetto alle prime due, assolutamente magistrali. Il tema della vecchiaia viene affrontato senza tabu e quello dell'amore fra vecchi senza smancerie. ne deriva un romanzo in cui si ride (tanto) si piange (tanto), ci si arrabbia (tanto) e ci si intenerisce, sempre di più. E Licalzi si conferma scrittore di razza
Tommaso Perez, brillante fisico nucleare, eterno scapolo, è ormai costretto a passare la sua anzianità in una casa di riposo, su una sedia a rotelle dove manda perennemente a quel paese infermiere e dottori, tanto che si è guadagnato il nomignolo di "Mister Vaffanculo". Questo appellativo è motivo di orgoglio per lui dato che finalmente ha capito che alla sua età può dire ciò che davvero gli passa per la testa senza pensare alle conseguenze, anche se questo significa spesso sfociare in cattiveria gratuita; una magra consolazione per un uomo che in gioventù è stato fin troppo autonomo e che adesso si trova a dover chiedere aiuto per fare una qualsiasi azione quotidiana. A fargli compagnia una combriccola di altri signori, ognuno con una storia diversa alle spalle, con i quali Tommaso ha creato un legame, non si direbbe di amicizia, ma quantomeno di rispetto reciproco. Tra le tante pazienti femminili della casa di cura Tomasso scorge ad un tratto Elena e se ne innamora all'istante: una donna che ha gli occhi sognanti da bambina, e che come lui si è concessa il privilegio della sincerità ma in modo sicuramente diverso da lui. Chi glielo doveva dire a Tommaso che alla sua veneranda età avrebbe trovato finalmente l'amore della sua vita? E sarà proprio Elena che pian piano farà breccia nella corazza in cui lui si è rifugiato per anni, rivoluzionando il suo mondo che da bianco e nero qual era, ha abbracciato finalmente una miriade di sfumature e di colori.
Ironico, irriverente, a tratti malinconico, questo romanzo celebra l'anzianità nelle varie sfaccettature perché "finché c'è vita c'è speranza" e non è soltanto un modo di dire. La scrittura dell'autore è cruda, reale, il che rende la storia molto credibile e per niente retorica. Il personaggio di Tommaso non può che stare simpatico al lettore, nonostante il suo brutto caratteraccio e la sua scontrosità. Ho riso, mi sono dispiaciuta, ho riflettuto insieme al protagonista e le pagine sono letteralmente volate. 4 stelle ⭐️⭐️⭐️⭐️
"Ko tu iš manęs tikiesi?" - tai liūdna su sarkazmo pipiriukais pagardinta istorija apie gyvenimą senelių namuose, kai nebelieka nieko, kai esi per silpnas būti savarankiškas ir net paglostyti mylimą moterį - tau per sunku. Kokie gali būti lūkesčiai iš tavęs, kai pats iš savęs jau nieko nebesitiki, tik egzistuoji pilnas pykčio, sarkazmo, slepi po šiais jausmais savo pažeidžiamumą ir neišsipildžiusią svajonę... Bet įvyksta tai, ko nesitiki, tave aplanko brandi meilė, kai sutinki Eleną, tai ne jaunystės susižavėjimas, tai visai kas kita, sunkiai suvokiama, tu vėl atrandi prasmę gyventi... Tai plona, bet turtinga knygutė, pilna emocinių, psichologinių įžvalgų, stiprių, skirtingų charakterių, absurdiškų juokingų situacijų, sarkastiškų juokelių, be veidmainystės ir manipuliacijų, absurdiškų nutikimų ir senatvinio beviltiškumo. Tiesa - atvira, tik tokia ji tikra. Kai esi senas, nebėra prasmės apsimetinėti, rodyti netikrus jausmus: ... "Senatvė turi tą privalumą, jei užmiegi vidury pokalbio, niekas nenustemba. O, jei taip būtų buvę ir jaunystėje, kai sutikdavau kokį be paliovos tauškiantį pusgalvį. Kaip būtų buvę patogu užmigti tam pusgalviui kalbant, staiga, ir pusgalvis būtų priverstas išeiti, tyliai, lyg tai būtų pats natūraliausias dalykas pasaulyje. Tada būčiau pramerkęs vieną akį, įsitikinęs, kad pusgalvis tikrai dingo, ir būčiau išėjęs pats. Kiek nesąmonių būčiau negirdėjęs!"...
È il primo Licalzi che leggo e devo ammettere che mi aspettavo qualcosa di diverso... Questo romanzo sinceramente ha superato ogni mia aspettativa! È di una delicatezza straordinaria, ha saputo farmi ridere e commuovere... Ogni frase è un prezioso spunto di riflessioni sul senso del nostro esistere quotidiano.
... Io credo che la grandezza degli uomini si misuri con la grandezza dei loro sogni e con la loro capacità di realizzarli,ma ci sono sogni così grandi che fanno grande un uomo solo per essere riuscito a pensarli e per avere provato a realizzarli.Lorenzo Licalzi
Un libro molto bello ma anche molto duro che ti mette a confronto con la vecchiaia, la decadenza fisica, la malattia, la solitudine e lo sradicamento dalle abitudini consolidate. Diviso in tre parti, la prima racconta come un ictus costringa il protagonista al ricovero presso una struttura per anziani e ripercorre la sua vita passata, le gioie e i dolori che lo hanno segnato. Una prima parte difficile, quasi spietata, ma che si rivela essere il preludio a qualcosa di molto diverso che prende il via con la conoscenza di Elena, la persona che segnerà per Tommaso una svolta e che caratterizza tutta la seconda parte. La terza è lasciata alla voce di Stefano, il fisioterapista, l’ultimo vero amico di Tommaso ed anche colui che ci racconta l’ultima parte di questa storia. Ben scritto con uno stile fluido e accattivante, si legge e fa riflettere.
Accidenti che libro! Bellissimo, emozionante, pieno di sentimenti e di riflessioni sulla vita, mi ha fatto ridere e piangere pensando che ridevo di cose tristi e piangevo di cose belle, dolci!! Una delle frasi del libro: "Io credo che la grandezza degli uomini si misuri con la grandezza dei loro sogni e con la loro capacità di realizzarli, ma ci sono sogni così grandi che fanno grande un uomo solo per essere riuscito a pensarli e per aver provato a realizzarli". ...Sarebbe bello poter arrivare a sognare così in grande!
Non è stato semplice leggere questo libro perché ti immerge nella vecchiaia nuda e cruda, lasciando profonde riflessioni su come sarà e su com'è stato per i nostri nonni. Mi piace pensare che, in tutta quella sofferenza, la vecchiaia porti con sé altre novità: la possibilità di essere irriverenti, di reinnamorarsi, di progettare un futuro non ancora esaurito, di aiutare un giovane che si sta costruendo,... Insomma un bel libro che non mi aspettavo (a proposito di aspettative)! Non 5 stelle solo per questa difficoltà personale immersiva che non me l'ha reso inizialmente scorrevole.
La trama è bella e appassionante, la scrittura coinvolgente, lo stile di Licalzi riconoscibile, forse fin troppo: come ne "L'ultima settimana di settembre" il protagonista è un vecchio cinico e scorbutico che riscopre i sentimenti; inoltre anche l'ultima parte in cui a parlare è Stefano mi ha ricordato troppo la conclusione dell'altro libro. Avrei dato 5 stelle ma l'impressione è che l'autore rimanga sempre più o meno sullo stesso schema cambiando poche variabili.
4,5 Lorenzo Perez ti fa capire che nell’arco di una vita puoi essere moltissime persone, e vivere quindi moltissime vite. Questo libro ritrae la vecchiaia, mostrandone sia gli aspetti negativi, azzarderei deprimenti, ma anche quelli positivi. Soprattutto apre uno spiraglio di speranza, anche gli anziani hanno un futuro, posso fare piani e innamorarsi di nuovo o per la prima volta.
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Davvero molto molto bello questo libro, che fa riscoprire nell’amarezza iniziale le sofferenze dei protagonisti per poi farci vivere la loro speranza. Penso che tutti noi indipendentemente dall’età possiamo rivederci nei protagonisti
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Šilta, ašarų upelius generuojanti istorija apie senolį, dienas leidžiantį senelių namuose. Patiko pasakojimo kampas, ypač trečioje dalyje, bet aišku neprilygsta Nyderlandų metų apdovanojimą gavusiai tos pačios tematikos Hendriko Gruno dienoraščiui “Kol dar gyvas”.
Nuoširdi istorija apie netikėtą mokslininko ir buvusios balerinos meilę senatvėje, abiem leidžiant laiką senelių namuose. Dviejų žmonių santykiai išauga į netikėtą ir brandžią meilę, kuri įrodo, kad jausmai nepavaldūs amžiui. Tai ne tik pasakojimas apie senatvės iššūkius, bet ir apie gyvenimo prasmę, meilę ir humoro svarbą net sunkiausiais momentais. Man ši knyga paliko šiltus jausmus ir priminė, kad niekada nevėlu mylėti ir džiaugtis gyvenimu..
Primo libro letto di Licalzi e devo dire che è stata una bella scoperta. Il volume in questione è bellissimo, letto in meno di un giorno, cosa rarissima per quanto mi riguarda. Lo straconsiglio
Gerai parašyta, bet per banaliai. Pabaigoje pasikeičia perspektyva, neberašo iš pagrindinio veikėjo minčių per jo galima sakyti svarbiausia gyvenimo etapą.