Natalia ha diciassette anni, studia al liceo, è una ragazza graziosa, con una vita normale. Ma il dolore bussa alla sua porta: il padre, un medico di Lugano, muore d'infarto e lei, per affrontare il lutto, si rifugia con la madre nella loro casa di Corvesco, tra le montagne del Canton Ticino. E lì un delitto sconvolge il suo già difficile equilibrio. Natalia, di colpo, smette di parlare. I suoi ricordi sono confusi, forse ha visto qualcosa, ma non riesce a esprimersi: lo shock le ha chiuso la bocca. Suo padre ha lasciato in giro delle carte che nascondono un mistero inquietante, e nel paese cresce la tensione. Natalia ha paura, non sa più di chi fidarsi, fugge. Ma poi fa uno strano incontro. Il caso vuole che a Corvesco abiti anche Elia Contini, il protagonista dei precedenti romanzi di Andrea Fazioli. Il fatto che abbia smesso di fare il poliziotto privato e si arrabatti in un giornale di provincia non toglie nulla alla sua curiosità e alla sua vocazione a tuffarsi nei guai. Così, suo malgrado, Contini si trova alle prese con un nuovo enigma: cosa faceva Natalia nel bosco, da chi si sentiva minacciata? Attorno all'ex detective e alla ragazza che tace si muovono personaggi soltanto in apparenza irreprensibili: poliziotti, medici, avvocati. E nella geografia circoscritta del Canton Ticino che si succedono i colpi di scena di una storia il cui sottile filo d'ironia non cancella i risvolti drammatici. E dove il silenzio della paura diventa la paura del silenzio.
Andrea Fazioli (Bellinzona,1978) è uno scrittore, giornalista, docente e drammaturgo svizzero di lingua italiana. Nel 1998 ha vinto il Premio internazionale Chiara giovani. Nel 2004 si è laureato in Lingua e letteratura italiana e francese all’Università di Zurigo, con una tesi su Mario Luzi. Ha pubblicato diversi romanzi, tra i quali: Chi muore si rivede (Dadò, 2005), L’uomo senza casa (Guanda, 2008, vincitore premio Stresa e finalista premio Comisso), Come rapinare una banca svizzera (Guanda, 2009), La sparizione (Guanda, 2010), L'arte del fallimento (Guanda, 2016) e Gli svizzeri muoiono felici (2018). È stato cronista per un quotidiano ticinese, il «Giornale del popolo». Attualmente lavora come giornalista alla RSI (Radiotelevisione svizzera) e come insegnante.
Questo libro ha un’ambientazione incantevole: Cupa Dormiglione, una specie di città invisibile calviniana, casa di tipi fiabeschi e originali. La trama è felicemente disordinata, la lingua è un po’ nebulosa ma efficace (anche se, a volte, la grammatica si ribella). Tuttavia, forse, Cupa Dormiglione si poteva fondare diversamente: su periodi larghi e mutevoli, al posto delle frasi brevi e leggere che la costituiscono.
Guvums no grāmatu apmaiņas galdiņa. Paņēmu un iesāku, jo kaut kā vajadzēja īsināt laiku. Un man patīk Šveices kalnu ainavas. Autors lieliski uzbūra mazo ciematiņu ainavas, tāpat arī atbilstošs gastronomiskais piesitiens, kas nereti tiešām lika mutē saskriet siekalām. Sākotnēji grūti saprast sižetu, to, kā savstarpēji saistīti visi daudzie tēli. Atšķirībā no ainavām, uzburt galvā varoņu tēlus bija izaicinoši, un sākumā tas nevedās. Ik pa brīdim kļuva garlaicīgi, bet tad atkal notika kaut kas aizraujošs, un bija azarts lasīt tālāk.
Varbūt nedaudz samudžināts, nedaudz arī pārspīlēts detektīvstāsts, tomēr beigu beigās man patika. 4*
Non avevo grandi ricordi della prima lettura. Di sicuro la versione audiolibro lascia il segno con la sua lettura ma la storia non sempre tiene il ritmo. Non è un giallo in cui si deve scoprire il colpevole in quanto è abbastanza chiaro al lettore abbastanza presto, quello che prende è la narrazione che a tratti non basta a reggere il ritmo della storia. Non completamente soddisfacente.