Giuseppe Pontiggia was an Italian writer and literary critic.
He was born in Como, and moved to Milan with his family in 1948. In 1959 he graduated from the Università Cattolica in Milan with a thesis on Italo Svevo. After a first unnoticed short story anthology published in 1959, Pontiggia, encouraged by Elio Vittorini, decided to devote himself entirely to writing starting from 1961.
Piccole storie che sembrano tutte uguali da lontano, tutti nascono, quasi tutti amano, tutti muoiono. Una specie di Spoon River italiana, di persone nate nel corso della fine dell'ottocento ai primi trent'anni del novecento. Ma da vicino contano i particolari che si divorano uno dopo l'altro. Argute ironie, Amare analogie. Uomini cos� cos�, come tutti. Se non fosse per il periodo potremmo trovarci anche noi stessi?
uno sguardo ironico e amorevole su noi poveri uomini…..
Pontiggia ha uno stile asciutto, con una punta di ironia leggera che non diventa mai sarcasmo e una grande comprensione per le vicende degli uomini. Non giudica, racconta: ricordate la "pietas" di Enea sulla quale le prof. di italiano ci trituravano le scatole per ore? Beh, basta leggere questo libro e si capisce bene....Una cosa da notare è anche come la guerra, questa vicenda che quasi sempre nelle biografie è un punto di svolta per tutti, in queste vite rimane spesso sullo sfondo e di rado diventa un pietra miliare fondamentale
'Gewone mensen' luidt de Nederlandse vertaling van dit pareltje uit 1993, een verzameling van 18 kortverhalen over evenveel levens van Italianen, afwisselend mannen en vrouwen. Elk verhaal begint met een geboorte en eindigt met het overlijden van de persoon. Wat daartussen ligt is niets meer of minder dan het leven zelf: verwachtingen van ouders tegenover hun kinderen, ontluikende liefdes, hang naar zekerheid, een slecht karakter waarmee men geboren wordt, en affaires ... heel veel affaires, mensen op zoek naar erotiek en lust, balancerend in een leven tussen schone schijn en maatschappelijke conventies. Personages proberen hun afkomst te overstijgen, zitten vol ambitie en weten niet hoe die waar te maken, of ze weten niet hoe ze moeten leven. Een enkeling is gelukkig omdat hij de dag plukt ook al is dat geluk van zeer voorbijgaande aard. "Van het theater des levens heeft niemand een programma" zo zegt de volksmond. Pontiggia heeft met deze roman over het leven dan wel geen programma geschreven, maar een boeiende en unieke inkijk in de hoofden van 18 gekleurde personages is dit boek zeker wel.
Non solo la prosa migliore che possa capitare di leggere. Anche immagini vividissime, antitesi verosimili nelle vite delle persone che a volte sembrano tutt'altro che immaginarie. Viene esplorato il legame tra figli e genitori nei diversi contesti sociali, e gli effetti di questo legame sulle loro vite. Altro tema fondamentale è quello della sorpresa, della vita che a volte riserva il meglio passando da un percorso tortuoso e paradossale, o che volge al peggio nonostante le premesse più propizie.
È il primo libro che leggo di Pontiggia, me lo sono aggiudicato in un asta ebay. Non mi aspettavo questo genere, pensavo si trattasse di racconti storici su personaggi minori. Bene, non è possibile poter dire che si tratti di racconti frutto di fantasia, forse in alcuni dettagli, ma in fin dei conti esiste uno sfondo storico dietro personaggi, o meglio, dietro le vicende che creano i personaggi. Ebbene, se io dovessi sezionare i racconti di questo libro vi troverei un filo conduttore "la vita" che trasforma un uomo comune in personaggio la cui vicenda diventa sempre degna di essere raccontata. È in fin dei conti la tecnica più semplice, se compresa, da applicare alla nostra vita. Noi siamo uomini comuni ai nostri occhi, ma non di fronte a quelli di chi ci guarda dalle varie angolazioni di un arco temporale che ci ha visti vivere, soffrire, emozionarci, amare, odiare e morire. Quindi attori su un palcoscenico allestito con la scenografia del contesto storico, ed ecco a voi un fatto, un evento che può rivelare talvolta la tragicomicità dell'esistenza.
Un libro che non si può leggere frettolosamente, perché carico di nozioni, ironie, depistamenti. La lingua di Pontiggia è magistrale, affilata come una lama ma assolutamente né noiosa né cinica. Come anche l'operazione di raccontare, attraverso le false (?) biografie di uomini e donne comuni la storia, l'umanità, i possibili destini di tutti noi. Uno fra i tanti: "Il prezzo del mondo" (biografia di Lovati Massimo) - una perla. Scovatelo da qualche parte, fatevelo prestare, in qualche maniera leggetelo, e poi vedrete se non acquisterete in tutta fretta il libro.
Anche questo è un libro da leggere con calma, capitolo dopo capitolo. Si può anche interrompere, per poi riprenderlo qualche giorno più tardi. Meglio essere tranquilli, concentrati. Crepuscolare? Certamente non maniera, perché la scrittura (tesa e morbida ad un tempo) gioca con grande serietà lungo il limite che (non) separa la vita dalla finzione, la realtà dalla letteratura.
Fa un effetto strano leggere storie di vita normale racontate come se fossero biografie importanti. Sembrano vite importanti, che hanno aggiunto qualcosa al mondo, come ognuno di noi pensa e spera di fare, e invece, salvo eccezioni rarissime, non riusciamo a lasciare traccia. Allora anche noi, che diamo tanta importanza a quello che facciamo, che abbiamo fatto, e vorremmo (chi non vorrebbe) avere una nostra biografia, scritta con lo stile di quelle dei grandi uomini, anche noi, in realtà non abbiamo che una vita che sembra eccezionale, solo perché è l'unica che abbiamo, ma in realtà si perde nella normalità di tutte le altre vite. Normali. Bello e deprimente.
Tante storie di uomini (e donne) meschini. Incapaci di dare un senso alla loro vita. Incapaci di seguire il loro sogno. Poi alla fine salta fuori quel professore bergamasco che grazie ad'una settimana d'amore inaspettato (e forse insperato) trova il coraggio di tornare indietro e di fare tutto giusto.