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La veneziana e altri racconti

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La veneziana comprende una sequenza di racconti scritti in russo da Nabokov, quasi tutti fra il 1923 e il 1925. È questo il periodo che rimane in gran parte da scoprire della sua opera (fino a tempi molto recenti quattro di questi racconti, incluso La veneziana, erano inediti anche in russo, mentre tutti lo sono per l’Italia). Qui Nabokov si mostra già maturo e gioca su mutevoli scenari: la Russia perduta, l’Inghilterra degli studi universitari, la Svizzera di brevi vacanze sulla neve, la Germania, nuova patria casuale e non amata. Ciascuno di questi scenari, che poi rimarranno inevitabili nella geografia mentale di Nabokov, è una sfida per una divorante vocazione narrativa, per una scrittura che sonda con felice stupore le sue latenti possibilità, i suoi molteplici toni e registri. Il giovane letterato russo in esilio sfodera le sue armi senza tremori o esitazioni: ha già individuato il nemico, e alle scontate ma sempre pericolose manovre del «realismo» oppone la gioiosa e massiccia offensiva di un iridato linguaggio ricco di accostamenti imprevisti, fulminee diversioni spazio-temporali, una già smaliziata strategia dell’illusione e del trompe-l’oeil. Così le minime cose dell’anima e del mondo vengono trionfalmente sottratte alla tirannia del tempo e ricomposte in un nuovo arabesco, in una nuova armonia dove nulla è brutto, casuale. Plumbeo e tremendo se guardato con l’austero e presuntuoso pince-nez dell’«obiettività», il reale rivela suoni e colori prodigiosi a chi lo osserva attraverso il diafano cristallo magico del gioco, dell’ironia, della pietà, dell’amore, della creazione artistica.

212 pages, Paperback

First published January 1, 1924

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About the author

Vladimir Nabokov

892 books15k followers
Vladimir Nabokov (Russian: Владимир Набоков) was a writer defined by a life of forced movement and extraordinary linguistic transformation. Born into a wealthy, liberal aristocratic family in St. Petersburg, Russia, he grew up trilingual, speaking Russian, English, and French in a household that nurtured his intellectual curiosities, including a lifelong passion for butterflies. This seemingly idyllic, privileged existence was abruptly shattered by the Bolshevik Revolution, which forced the family into permanent exile in 1919. This early, profound experience of displacement and the loss of a homeland became a central, enduring theme in his subsequent work, fueling his exploration of memory, nostalgia, and the irretrievable past.
The first phase of his literary life began in Europe, primarily in Berlin, where he established himself as a leading voice among the Russian émigré community under the pseudonym "Vladimir Sirin". During this prolific period, he penned nine novels in his native tongue, showcasing a precocious talent for intricate plotting and character study. Works like The Defense explored obsession through the extended metaphor of chess, while Invitation to a Beheading served as a potent, surreal critique of totalitarian absurdity. In 1925, he married Véra Slonim, an intellectual force in her own right, who would become his indispensable partner, editor, translator, and lifelong anchor.
The escalating shadow of Nazism necessitated another, urgent relocation in 1940, this time to the United States. It was here that Nabokov undertook an extraordinary linguistic metamorphosis, making the challenging yet resolute shift from Russian to English as his primary language of expression. He became a U.S. citizen in 1945, solidifying his new life in North America. To support his family, he took on academic positions, first founding the Russian department at Wellesley College, and later serving as a highly regarded professor of Russian and European literature at Cornell University from 1948 to 1959.
During this academic tenure, he also dedicated significant time to his other great passion: lepidoptery. He worked as an unpaid curator of butterflies at Harvard University's Museum of Comparative Zoology. His scientific work was far from amateurish; he developed novel taxonomic methods and a groundbreaking, highly debated theory on the migration patterns and phylogeny of the Polyommatus blue butterflies, a hypothesis that modern DNA analysis confirmed decades later.
Nabokov achieved widespread international fame and financial independence with the publication of Lolita in 1955, a novel that was initially met with controversy and censorship battles due to its provocative subject matter concerning a middle-aged literature professor and his obsession with a twelve-year-old girl. The novel's critical and commercial success finally allowed him to leave teaching and academia behind. In 1959, he and Véra moved permanently to the quiet luxury of the Montreux Palace Hotel in Switzerland, where he focused solely on writing, translating his earlier Russian works into meticulous English, and studying local butterflies.
His later English novels, such as Pale Fire (1962), a complex, postmodern narrative structured around a 999-line poem and its delusional commentator, cemented his reputation as a master stylist and a technical genius. His literary style is characterized by intricate wordplay, a profound use of allusion, structural complexity, and an insistence on the artist's total, almost tyrannical, control over their created world. Nabokov often expressed disdain for what he termed "topical trash" and the simplistic interpretations of Freudian psychoanalysis, preferring instead to focus on the power of individual consciousness, the mechanics of memory, and the intricate, often deceptive, interplay between art and perceived "reality". His unique body of work, straddling multiple cultures and languages, continues to

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Displaying 1 - 14 of 14 reviews
Profile Image for Djali.
156 reviews182 followers
December 23, 2021
Il racconto La veneziana, che dà il titolo al libro, vale l’intera raccolta e meriterebbe di essere pubblicato a sé (magari nella collana Piccola Biblioteca).
Profile Image for Melissa Rogalski.
79 reviews
May 6, 2024
Lolita ist deprimierend, lesenswert und gut geschrieben. Die Venezianerin hingegen ist literarisch super ausserordentlich und durchweg besonders. Man kann keine Logik erwarten, man kann keine Stringenz oder Aufklärung der Handlung erwarten, es gibt scheußliche Enden in denen ich Ihn erwürgen wollte, es gibt verrückte und sonderbare Geschichten, wirklich dämliche Geschichten, aber alle waren lesenswert. Er ist ein Genie!!!
Profile Image for Karenina.
135 reviews105 followers
November 15, 2010
Raccolta di 13 racconti scritti originariamente in russo durante il primo periodo berlinese.
Premesso che di brutto qui dentro non c’è nulla, alcuni sono racconti pubblicati su riviste émigré grondanti nostalgia per la Russia perduta (Lo spirito dei boschi) o giustificato risentimento nei confronti dei rivoluzionari (Si parla russo, Il rasoio); c’è poi quello che dà il titolo alla raccolta, una sorta di ghotic novel molto nabokoviana, i poetici Suoni e La grazia, lo struggente Dei, lo stralunato Il porto, un tocco di sarcasmo con La vendetta e Racconto di Natale, accanto ai meno riusciti Un colpo d’ala, Il drago, La rissa.
Profile Image for Vittorio Ducoli.
580 reviews83 followers
July 26, 2015
Nascita di uno scrittore

Questo volume Adelphi ci offre la possibilità di scoprire la produzione letteraria del giovane Nabokov. Infatti contiene tredici racconti, scritti tra il 1920 e il 1928, ovvero quando l'autore non è ancora trentenne. Alcuni dei racconti vennero pubblicati su riviste dell'emigrazione russa edite a Berlino, mentre altri restarono inediti. Nabokov, infatti, figlio di un noto politico russo, lasciò la Russia con la famiglia dopo la guerra civile (il padre si era schierato con i Bianchi), dapprima in Gran Bretagna, quindi a Berlino e poi ancora a Parigi.
A differenza dei grandi romanzi della maturità (tra cui Lolita), scritti in inglese, questi racconti furono scritti in russo, lingua che Nabokov utilizzò per le sue opere sino alla fine degli anni '30.
Anche per questo si tratta indubbiamente di un Nabokov molto diverso dallo scrittore americano del secondo dopoguerra, oserei dire di un Nabokov minore. In alcuni racconti, in particolare nei primi due (Lo spirito dei boschi e Suoni, che sono anche le prime prove letterarie dell'autore) affiora a mio avviso una certa ingenuità sia tematica sia stilistica. Entrambi i brevi racconti, pur molto diversi tra di loro, sono intrisi dalla nostalgia per la Russia perduta: nel primo uno Spirito dei boschi viene a trovare lo scrittore nella sua stanza solitaria, e gli narra che anche lui è dovuto scappare dalla Russia, perché i boschi sono stati tagliati o bruciati, e la violenza regna nella grande patria. Il secondo, dai toni più idilliaci, prende lo spunto dal racconto di una relazione amorosa che sta per finire per descrivere l'atmosfera sospesa del settembre 1914, gli ultimi giorni di un mondo cui Nabokov si ricollega nostalgicamente e che verrà inesorabilmente spazzato via dalla guerra e dalla Rivoluzione. E' veramente un Nabokov alle prime armi, dai toni lirici, intimistici e come detto a volte ingenui, nel quale compare tuttavia uno dei temi ricorrenti della sua produzione letteraria giovanile: il senso di vuoto dato dalla condizione di espatriato e dalla coscienza dell'impossibilità del ritorno alla situazione (e agli agi) perduti.
L'atmosfera cambia bruscamente con il successivo racconto: Si parla russo. Emerge qui esplicitamente per la prima volta nella prosa di Nabokov il suo viscerale anticomunismo, il suo considerare, da buon nobile che ha subito con la Rivoluzione la perdita di tutto ciò che aveva, i bolscevichi dei rozzi usurpatori. Il racconto, un quasi noir, è comunque, al di là della connotazione ideologica, molto godibile, ed anche la prosa di Nabokov, più essenziale, meno ispirata a modelli tardoromantici, contribuisce alla qualità del breve racconto.
Un colpo d'ala è un racconto piuttosto lungo, nel quale l'atmosfera fatua di una stazione turistica svizzera (Zermatt) agli albori dello sci, frequentatada vacui personaggi, viene sommersa dall'improvvisa irruzione del dramma, sotto forma di un evento che va al di là della comprensione umana. E' forse il racconto che ho apprezzato di più, perché lo scintillio della prosa di Nabokov, che qui emerge già appieno, ci narra, con accenti quasi kafkiani, del freddo distacco dell'autore da una superficialità esistenziale con cui aveva probabilmente dovuto fare i conti. E' un racconto che, sia pure con i suoi limiti strutturali, ci descrive un mondo che per Nabokov probabilmente era altrettanto insopportabile quanto la Russia sovietica.
I toni lirici e più fortemente intimistici riaffiorano nel breve Gli dei,dove tuttavia la fantasia Nabokoviana trova piena espressione nella storia nella storia che contiene. Il successivo racconto, La vendetta, è poco più di un piccolo noir, anche se magistralmente scritto e carico di una sottile ambiguità.
Ne La grazia un piccolo, marginale episodio di cui è testimone il narratore ci dà la possibilità di gustare la fredda atmosfera della Berlino nella quale Nabokov vive in quegli anni, e nella quale non si riconosce: in questo senso è quasi un'anticipazione del romanzo autobiografico Il dono, scritto oltre dieci anni dopo. Le atmosfere cittadine, questa volta di Marsiglia, predominano anche nel successivo Il porto, mescolate ancora una volta alla nostalgia per la terra russa e al senso di perdita d'identità da cui era affetta l'emigrazione. In questi brevi racconti Nabokov scatta delle fotografie di città, nelle quali troviamo anche attimi della vita di qualche personaggio, che vengono fissati per quello che sono in quell'istante, senza che questo ci porti in nessun passato o verso nessun avvenire. Sono squarci che, nella loro brevità, sanno comunque restituirci un mondo intero, e in questo sta la maestria di Nabokov.
Il racconto che dà il nome al volume è il più lungo, ma secondo me non il più significativo. Compare, tramite il rapporto tra Frank e il padre, il tema del contrasto tra l'artista e la vita pratica, ma tutto il racconto è pervaso, a mio avviso, da un ché di artificioso e bozzettistico: i personaggi sono quasi caricaturali, nella loro netta caratterizzazione, ed anche lo spunto dell'opera d'arte che condiziona il sentire dei personaggi e ne cambia la vita non è affatto nuovo in letteratura (si pensi al Ritratto di Dorian Gray, tanto per fare un esempio).
Il drago è un racconto secondo me splendido, per la grande ironia che lo pervade, anche se a ben vedere pure qui non mancano gli ascendenti wildeiani (penso a Il fantasma di Canterville) nel tema del drago che uscendo dalla sua caverna deve fare i conti con un gretto mondo borghese. E' forse il racconto nel quale Nabokov si allontana di più dall'intimismo che ne caratterizza l'opera giovanile per entrare, sia pure sporadicamente, nel mondo della satira sociale, venata da un coerente pessimismo.
La rissa è un piccolo racconto, nel quale Nabokov fa professione di un estetismo assoluto e quasi paranoico, che trova anche nei movimenti di due persone che si stanno menando la bellezza dell'attimo e del corpo umano.
Con Il rasoio sembra di fare un salto indietro, tanto simile è la situazione a quella de Si parla russo: forse Nabokov pensava di aver trovato un buon filone narrativo, quello dell'immigrato che si può vendicare dei torti subiti dal bolscevismo.
Più complesso è sicuramente l'ultimo brano, Racconto di natale: oggetto degli strali di Nabokov è in questo caso la letteratura della Russia sovietica, il suo realismo che risulta del tutto convenzionale. E' una lettura senza dubbio semplicistica, se si pensa alla ricchezza culturale che caratterizzò la letteratura sovietica negli anni precedenti lo stalinismo, come a mio avviso semplicistici e dettati dall'ascendenza di classe sono il complessivo giudizio di Nabokov sulla rivoluzione e la nostalgia per la felicità perduta che formano l'oggetto di molti dei racconti di questo volume.
Ciò non toglie che La veneziana ci permetta di scoprire la nascita di uno scrittore che nel corso della sua non breve vita avrebbe cambiato pelle e financo la lingua con la quale si esprimeva letterariamente. Alcuni racconti sono sicuramente propagandistici, e avevano a mio avviso lo scopo di rispondere alle aspettative più epidermiche dell'emigrazione berlinese; altri però sono piccoli capolavori, nei quali si può rintracciare l'humus sul quale sarebbe spuntato, decenni dopo, il fantasmagorico tappeto fiorito di Lolita.
Profile Image for Valentina Liviero.
127 reviews36 followers
April 1, 2015
Davvero una bellissima raccolta di racconti inediti dell'autore. Non credevo potesse piacermi così tanto, lo stra-consiglio a tutti.
Tra i miei racconti preferiti ci sono: Suoni, Gli Dèi, La Veneziana, Il Drago.
Profile Image for Gabriel Ávila.
Author 8 books10 followers
January 6, 2018
"La veneciana" es un relato absolutamente sublime acerca de la belleza y la obsesión por ella, la pasión, los arrebatos de locura e incluso la despersonalización por la observación de esa belleza. En un pintoresco grupo de personas de la alta sociedad, un cuadro que muestra una bellísima mujer veneciana desatará un conflicto entre ellas que llevaba tiempo guardado. Una perderá y otra ganará la partida. Y todo estaba en el cuadro desde el principio.
Profile Image for Ayleen Julio.
343 reviews24 followers
April 7, 2018
Así, cuando Nabokov escribe una historia fantástica, pero es muy cool para tomársela en serio porque Nabokov.
Profile Image for Sonia.
277 reviews8 followers
June 5, 2025
Sentii allora la tenerezza del mondo, la profonda grazia di tutto ciò che mi circondava, il dolce legame tra me e tutto l’esistente, - e compresi che la gioia che cercavo in te non solo in te si nascondeva, ma respirava intorno a me in ogni luogo, nei suoni sfreccianti della strada, nell’orlo comicamente sollevato di un gonna, nel metallico e tenero rombo del vento, nelle nubi autunnali gonfie di pioggia. Capii che il mondo non è assolutamente lotta, non è successione di casi rapaci, ma una gioia vibrante, una benefica emozione, un dono che non apprezziamo.” (dal racconto La grazia)
La veneziana raccoglie 13 racconti della produzione giovanile di Nabokov. Lo stile e il genere variano molto da un testo all’altro, ma in quasi tutti si ritrovano i temi cari all’autore, legati alla sua condizione di emigrato.
Tra i miei preferiti:
Lo spirito dei boschi, poetico e intrisi di nostalgia;
Suoni e La grazia, due racconti in cui il protagonista affronta in modo molto diverso la fine di una relazione;
Gli Dei, intenso e struggente;
Rasoio, molto diverso per tono e stile, ma decisamente coinvolgente.
Mi ha convinto meno La veneziana, il racconto che dà il titolo alla raccolta: l’ho trovato un po’ artificioso.
Forse sono di parte perché amo la scrittura sempre splendida questo autore, ma non posso non consigliarvi anche questi racconti.
Profile Image for Gaby.
568 reviews
March 13, 2025
“Sin embargo ¡con qué esplendidez, con qué resplandor se interrumpe de vez en cuando la monotonía del mundo por obra del libro de un genio, un cometa, un crimen, o simplemente una sola noche de insomnio!”

“Simpson tenía especial conciencia de esta monotonía. Le asustaba en cierto modo que hoy, también hoy, la comida siguiera al desayuno y la cena al té de la tarde, con inviolable regularidad. Sólo de pensar que las cosas habrían de continuar así durante toda su vida le entraban deseos de gritar, y quería resistirse y luchar, como alguien que se ha despertado dentro de un ataúd.”

“Igual que la manera de escribir en momentos de reposo, los movimientos de una persona cuando juega nos dicen mucho acerca de ella.”
Profile Image for Annachiara Mezzanini.
5 reviews
February 3, 2025
Mi sono persa nelle evocazioni dell’autore fin dalle prime parole. Un susseguirsi di storie e di dettagli impercettibili, che mi riempiono sempre il cuore.
Suggestivo e malinconico.
Displaying 1 - 14 of 14 reviews

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