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La favola pitagorica: Luoghi italiani

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Difficile, per un viaggiatore come Manganelli, irrimediabilmente diffidente nei confronti di monumenti, musei («Un museo nasconde una macchinazione, una prepotenza, una frode») e città ‘belle’, e attratto piuttosto dai mondi periferici, dalle forme «distratte o schive», dall’immagine che «partecipa dell’errore», fare i conti con l’Italia. E tanto più con una «cooperativa di capolavori» come Firenze, in apparenza atemporale, depotenziata, esorcizzata, non più leggibile come allegoria del mondo. Vincendo tenaci resistenze, Manganelli ha finito per affrontare Firenze nel 1982. E i reportages frutto di quel viaggio sono un ammaliante Baedeker, di cui non potrà fare a meno chiunque abbia deciso di rinnovare quell’esperimento e affrontare a sua volta la più intima e straniera delle città italiane. Perché grazie a Manganelli non vedrà i monumenti di Firenze, ma li leggerà, decifrerà l’occulta rete di rimandi che li lega, ricomporrà un misterioso disegno. E scoprirà che tali monumenti sono i contendenti di una arcana «rissa geometrica», in cui ad esempio il Battistero, edificio-diamante narcissico, irrelato e inamabile, si contrappone minacciosamente all’architettura d’aria e di danza di Santa Maria del Fiore, San Lorenzo e Santa Croce.Ma Firenze è solo uno dei nuclei di questo viaggio, che tocca, oltre alla Toscana, l’Emilia, le Marche e il Sud, in particolare l’Abruzzo, «grande produttore di silenzio», dove – ci rivela Manganelli – i monumenti stanno incastonati come gigantesche pietre di un torrente ormai asciutto e immobile, e il Parco Nazionale è un témenos, documento di una vita perduta, appartata e scostante. Questi reportages italiani, per la prima volta radunati in volume, apparvero originariamente su varie testate fra il 1971 e il 1989.

214 pages, Paperback

First published January 1, 2005

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About the author

Giorgio Manganelli

149 books89 followers
Giorgio Manganelli was an Italian journalist, avant-garde writer, translator and literary critic. A native of Milan, he was one of the leaders of the avant-garde literary movement in Italy in the 1960s, Gruppo 63. He was a baroque and expressionist writer. Manganelli translated Edgar Allan Poe's complete stories and authors like T. S. Eliot, Henry James, Eric Ambler, O. Henry, Ezra Pound, Robert Louis Stevenson, Byron's Manfred and others into Italian. He published an experimental work of fiction, Hilarotragoedia, in 1964, at the time he was a member of the avant-garde Gruppo 63.

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Displaying 1 - 5 of 5 reviews
Profile Image for soulAdmitted.
290 reviews70 followers
April 12, 2018
"Credo che per tutti coloro che la frequentano senza esserci nati Firenze sia una città problema. Forse gli indigeni sono mitridatizzati; ma per gli altri è una città impossibile. Non è un luogo verosimile: la densità, l'intensità dei luoghi la fanno una città intossicata dai capolavori; irrespirabile. Quegli stranieri che danno di matto sotto la cupola del Brunelleschi sono esseri sani, normali, ragionevoli, e di successo nella vita; non sono nevrotici; la nevrosi è Firenze. Come accade, la nevrosi è cosa lussuosa, ardua, colta e cavillosa; non è da tutti; Firenze è un caso di nevrosi cui nessun analista oserebbe metter mano; una nevrosi riuscita".

"E Firenze è lontana, figuratevi che è in Italia. A Calandrino che vuol sapere quante miglia sia lontana la terra di Bengodi, Maso risponde: 'Haccene più di millanta, che tutta notte canta'. Appunto".

"Ora sono a Roma, borgo tardoetrusco, sito alla periferia di Volterra".
Profile Image for Maurizio Manco.
Author 7 books131 followers
October 1, 2017
"Ogni viaggio è il più bel viaggio del mondo. Non fanno il viaggio né la lunghezza né la durata, né le così dette meraviglie, i capolavori che ci può accadere di vedere. Il viaggio è fatto in primo luogo di se stesso. È uno spazio longilineo, dentro il quale, come in una fessura del pianeta, cadono immagini, profili, parole, suoni, monumenti e fili d'erba. Si possono fare diecimila miglia senza per questo aver viaggiato; si può fare una passeggiata, e la passeggiata può diventare quella fessura, essere viaggio. Non viaggiavano gli emigranti ottocenteschi, che pure mutavan di cielo, né viaggiano i turisti in gregge, che una guida incattivita riempie di capolavori. Viaggiare è operazione o solitaria o di sparuta e congeniale compagnia; ed è lasciarsi cadere nel fondo di quella magica fessura che ci porta da un luogo all'altro." (Viatico, p. 11)
Profile Image for Matteo B..
24 reviews
October 18, 2025
Amo Manganelli, ma detesto la geografia.
I nomi delle catene montuose, dei fiumi e pure delle città non mi dicono nulla e spesso questo libro sembra un esercizio di stile più che un commento sentito (e romantico) alla storia dei luoghi italiani.

La postfazione non aiuta, anzi, peggiora inesorabilmente la mia valutazione.
Profile Image for Andrea.
1,135 reviews55 followers
March 21, 2021
Il viaggiatore letterato, frammenti di scrittura godibilissima e intelligente.
Profile Image for pierlapo quimby.
501 reviews28 followers
May 23, 2012
E qui vorrei cogliere una qualità che continuamente viene incontro al viaggiatore in Abruzzo; ed è il senso della coerenza temporale, la durezza, come pietra, del tempo antico, il luogo che non muta più. I monumenti abruzzesi stanno nella loro sede come pietre che un torrente abbia deposto lungo la sua corsa, per poi deviare; ora il greto dei secoli è asciutto, è immobile, è una pura immagine; e la pietra, il monumento sta nel centro, forma chiusa, qualcosa come un gigantesco inimitabile cristallo, una solidità dissimile da qualunque altra solidità; solidità è una parola astratta, e una qualità astratta fascia le pietre, i cristalli giganteschi d'Abruzzo.
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