"L'Aforisma - secondo la Merini - è il sogno di una vendetta sottile. L'Aforisma è genio e vendetta e anche una sottile resa alla realtà biblica. Chi fa aforismi muore saturo di memorie e di sogni ma pur sempre non vincente né davanti a Dio né davanti a se stesso né davanti al suo puro demonio." Nel libro è raccolto il meglio di un genere che in questi ultimi anni Alda Merini ha esercitato con entusiasmo e autentica maestria. Arricchiscono il volume i disegni di Alberto Casiraghi, l'amico pittore-editore che ha sollecitato, raccolto e accompagnato con le sue miniedizioni Pulcinoelefante questa nuova verticalissima ispirazione. Una silloge insieme magica e crudele, appassionata e tagliente, ispirata e assoluta di microtesti e in versi, destinati a tenerci compagnia nel tempo.
Alda Merini was a renowned Italian writer and poetess. The President of the Italian Republic, Giorgio Napolitano, called her an "inspired and limpid poetic voice".
Mi hanno fatto mangiare la placenta dei miei libri. ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
La calunnia è un vocabolo sdentato che quando arriva a destinazione mette mandibole di ferro. ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
Ho cominciato a piangere per gioco, e poi ho creduto che fosse il mio destino. ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
Confondere la merda con la cioccolata è un privilegio delle persone estremamente colte.
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O PRIMAVERA NUDA
O primavera nuda coperta di soli fiori. Sanno tutto di te ormai sul Naviglio, solo tua madre aveva la tempesta. Ti copri ormai le mani che hanno sole d’amore, vogliono il tuo mistero: baciar la Poesia. ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
Il mio letto è una zattera che corre verso il divino ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
La nevrosi è qualche cosa di circoscritto al pube. ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
Non cercate di prendere i poeti perché vi scapperanno tra le dita. ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
A Eugenio Montale
I tuoi acini d’oro, i limoni perduti nel grembo di altre donne che ti hanno solo sognato. Capita anche a me, Maestro, di aver fatto l’amore con quelli che non ho mai conosciuto. ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
Gli aforismi sono gli incantesimi della notte ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
La poesia è la peggiore disgrazia che può capitare ad un uomo. ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
Il poeta non dorme mai ma in compenso muore spesso. ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
Se il poeta capisse ciò che scrive sarebbe un perdigiorno. ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
Ci sono giorni che non si staccano dalle pareti. ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
SE LA MORTE FOSSE UN VIVERE QUIETO
Se la morte fosse un vivere quieto un bel lasciarsi andare un’acqua purissima e delicata o delibazione di un ventre io mi sarei già uccisa. Ma poiché la morte è muraglia, dolore, ostinazione violenta io magicamente resisto. Che tu mi copra di insulti, di pedate, di baci, di abbandoni, che tu mi lasci e poi torni senza un perché o senza un variare di senso nel largo delle mie ginocchia a me non importa perché tu mi fai vivere perché mi ripari da quel gorgo di inaudita dolcezza da quel miele tumefatto e impreciso che è la morte di ogni poeta. ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
llumino spesso gli altri ma io rimango sempre al buio. ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
Mi sveglio sempre in forma e mi deformo attraverso gli altri. ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
Chi si colloca al centro del mondo cade sulla propria frontiera. ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
L’imperativo categorico del poeta è di morire prima di cominciare ad esistere. ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
Ho il colon ustionato dai versi. ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
DIARIO, IO TI LANCIO NEL VUOTO
Diario, io ti lancio nel vuoto come una colpa. Nessuno saprà mai l’immane fatica di scrivere nel vento. Oh, il vento che ha asciugato le mie lacrime, basterebbe essere la mia sola scrittura. Ma il vento non sa leggere e io non so più parlare.
“I poeti sanno/ quando devono/ smettere di scrivere”: si chiude con queste parole di grande saggezza il libro dal titolo Aforismi e magie dell'indimenticabile Alda Merini, tra le massime voci poetiche italiane del secolo scorso, e non solo. Pubblicato da Rizzoli in prima edizione nel 1999 (precedendo così di dieci anni la scomparsa dell'autrice), esso raccoglie non soltanto testi poetici veri e propri, alcuni in modo particolare di notevole bellezza e profondità, ma soprattutto una nutrita serie di aforismi – “il meglio” sottolinea Benedetta Centovalli, all'epoca alla direzione letteraria della casa editrice lombarda – comparsi a partire dall'inizio degli anni Novanta per lo più in diverse edizioni fuori commercio e in tiratura assai limitata; si trattava delle numerosissime plaquette edite pressoché artigianalmente da Pulcinoelefante, minuscola realtà editoriale con sede a Osnago (in provincia di Lecco) a cui nel 1982 aveva dato vita Alberto Casiraghi, classe 1952, scrittore e illustratore. Non a caso, la raccolta in questione è impreziosita proprio dai disegni di quest'ultimo, che la stessa Merini considerava “uno dei più originali pastellisti del Novecento”. Un connubio artistico e umano, il loro, assai fecondo che ha creato oltre cinquecento piccole preziose pubblicazioni, addirittura esposte in mostra al Castello Sforzesco di Milano in anni passati. La lettura di questi aforismi, riportati a mo' di versi, è molto piacevole e scorrevole, sebbene tanti fra essi invitino spesso a soffermarvisi più a lungo e a riflettere. Come afferma la Centovalli nella sua nota introduttiva, quella della Merini, anche stavolta, si rivela una scrittura capace di “imprigionare in una breve frase tutta l'armonia o tutto il disincanto del mondo.” Una scrittura, a seconda dei casi, intrisa pure di ammirabili ironia e senso dell'umorismo che sembrano scandagliare e prendere in giro la vita, a dispetto delle amarezze, disillusioni e torti che essa immancabilmente non ci risparmia. Un buon numero di scritti è riservato alla Poesia e ai poeti, un altro all'amore, pure con qualche nota erotica, così come non vengono dimenticati follia e malattia in generale, Dio e la religione, tempo e morte attraversando le stagioni dell'esistenza. Tra i tantissimi che ho apprezzato, cito i seguenti:
“Ho il colon ustionato dai versi.”
“Io amo ciò che non si dice.”
“La casa della Poesia non avrà mai porte.”
“Non cercate di prendere i poeti perché vi scapperanno tra le dita.”
“Anche la follia merita i suoi applausi.”
“Lo sconforto non tiene mai conto del firmamento.”
“Non esiste né un principio né una verità: l'unica cosa che può fare l'uomo è di sopravvivere all'universo.”
“È un filosofo puro il poeta, che va sulle montagne a cogliere l'ultima stella.”
Consiglio a tutti di farsi dono di questa lettura, un doveroso omaggio alla Poetessa dei Navigli.
An interesting collection of some short poetic sayings by Alda Merini, the Italian poet who was also a candidate for the Nobel Prize in 2001.
Here is her take on missing out Nobel:
"Rifiuterò sempre il premio Nobel perchè in Svezia fa freddo.°
The book is collection of such short sayings in which the issues of women, the woman as writer, God, Love. Death, Madness (Alda Merini was a patient in a mental asylum for more than five years) dominate.
Here are some examples:
1. "Ho cominciato a piangere per gioco, e poi ho creduto che fosse il mio destino."
2. "Si impara a vivere quando si impara a morire. La rabbia mi fa bene. Chi tace spaventa."
3. "Ogni cavallo ha il suo modello di battaglia."
4. "La morte è grande giocattolo di Dio."
Interesting reflections, well captured in few words.
La pistola che ho puntato alla tempia si chiama Poesia. (...) La casa della Poesia non avrà mai porte. (...) Il poeta non dorme mai ma in compenso muore spesso. (...) Ogniuno é amico della sua patologia. (...) Alda Merini è stanca di ripetere che è pazza.
Me lo regaló mi tía y fue una primera toma de contacto con la poesía italiana ideal!! No soy muy de poesía breve y me gusta más la poesía más ¿artículada?, puede ser. Pero entre aforismos quizás prescindibles, vi en Alda Merini la figura de una mujer que trasciende su época, un ingenio que te da la inteligencia y el sufrimiento, sobre todo en los poemas algo más largos que tiene la antología, que son una belleza. Sólo puedo decir: rip alda merini you would have loved gloria fuertes.
"Diario, io ti lancio nel vuoto come una colpa Nessuno sapra mai l'immane fatica di scrivere nel vento, Oh, il vento che ha asciugato le mie lacrime basterebbe essere la mia sola scrittura. Ma il vento non sa leggere e io non so piu parlare."
"Se la morte fosse un vivere quieto un bel lasciarsi andare un'`acqua purissima e delicata o delibazione di un ventre io mi sarei gia uccisa. Ma poiché la morte muraglia, dolore, ostinazione violenta io magicamente resisto. Che tu mi copra di insulti, di pedate, di baci, di abbandoni, che tu mi lasci e poi torni senza un perché o senza un variare di senso nel largo delle mie ginocchia a me non importa perché tu mi fai vivere perche mi ripari da quel gorgo di inaudita dolcezza da quel miele tumefatto e impreciso che è la morte di ogni poeta."
O Andro andiamo in guerra tu e io, abbiamo armi profonde che altri han dimenticato. Guerrieri che hanno perso le guerre per fate bianche e dorate sottili come gli spilli. Ma io e te con ronzini di sguardi abbiamo vinto la guerra dei mille ponti.
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È stato uno dei miei primi approcci alle raccolte di poesie e il suo stile di scrittura mi spiazza. Ci sono alcune frasi, composizioni di quattro parole, dipinte improvvisamente sulle pagine come se fossero verità che risiedono dentro di te ma che non sapevi di avere. Sono stata ammaliata dall’enigmaticità insinuata in una studiata coesione di poche parole semplici.
La mente della Merini era un insieme di sensibilità e magia, a tratti velata da attimi che noi esseri umani chiamiamo follia, ma in realtà le sue parole di folle hanno solo l’intensità, la bellezza di ciò che lasciano nei nostri cuori. Non amo particolarmente gli aforismi, ma devo ammettere che in questo libro ci sono delle vere e proprie magie, come queste ad esempio:
“Il dolore non è altro che la sorpresa di non conoscerci.” “Anche la follia merita i suoi applausi.” “Il più bel teatro da guardare è il proprio destino.” “Il grande premio dell’uomo è la sua vita.”
Accompagnati naturalmente da qualche verso…:
“Diario, io ti lancio nel vuoto come una colpa. Nessuno saprà mai l’immane fatica di scrivere nel vento. Oh, il vento che ha asciugato le mie lacrime, basterebbe essere la mia sola scrittura. Ma il vento non sa leggere e io non so più parlare."
Ci ha lasciato doni incancellabili e la sua anima continua e continuerà a tenerci compagnia nel tempo.
gosto muito do que aparece aqui e do caráter aforístico dos poemas da merini. tem uns aforismas que parecem poderiam ter se tornado poemas bem interessantes, mas que funcionam em sua brevidade também. mais pro final ela faz algumas críticas às editoras que, segundo andrea gialoretto comentou comigo ano passado, sugaram dela tudo o que puderam, e ainda assim ela morreu bem pobre. as ilustrações são bonitas.
“La superficialità mi inquieta ma il profondo mi uccide”
È così che Alda Merini mi ha trasmesso la sua irrequietudine, a volte nascosta tra umore e bizzarra ma fine volgarità, a volte costringendoci a guardarla direttamente in faccia.
Questa raccolta ha dimostrato ancora una volta la capacità della poetessa di avvicinarsi al lettore senza spegnere la propria geniale unicità e presentando il dolore e la gioia che solo essere scrittore può donare.
“Diario, io ti lancio nel vuoto come una colpa. Nessuno saprà mai l’immane fatica di scrivere nel vento.”
Una bella raccolta di aforismi e poesie, della grande Alda Merini, con piacevoli illustrazioni a pastello dell'amico pittore Alberto Casiraghi La Merini fa riflettere su cose che a prima vista sembrano banali, rivelandosi invece come qualcosa di molto importante. Frasi corte e affilate, non avevo mai letto niente di suo, poesie e pensieri che rivelano un momento triste della vita di questa poetessa. Decisamente fuori dalla mia confort zone, ma bello e consigliato.
“Il grado di libertà di un uomo si misura dall’intensità dei suoi sogni.” “Il prodigio della morte è l’arte di sapere attendere in eterno.” “Non cercate di prendere i poeti perché vi scapperanno tra le dita.” “Il principio attivo di ogni creatura umana è la sua solitudine.”