Roma, 46 d.C. Appena tornato nell'Urbe dopo un viaggio nelle Gallie, Publio Aurelio Stazio si trova coinvolto nei festeggiamenti dei Saturnalia, una sorta di rito carnevalesco dell'antichità durante il quale i ruoli sociali si invertono: gli schiavi si trasformano in padroni e i padroni in schiavi. Un'occasione dissacrante, liberatoria, soprattutto giorni di sfrenata allegria per tutti. O quasi tutti. Non sono molto allegre, infatti, le vittime di un assassino che, approfittando della confusione e dei mascheramenti, ha messo a punto una serie di omicidi apparentemente scollegati. Ci vorrà il fiuto di Aurelio per cogliere il filo sottile che unisce tra loro le vittime e giungere così al colpevole. Non prima di aver affrontato quella che è forse l'indagine più pericolosa della sua carriera
Καλοκαίρι σημαίνει αστυνομικά, κι αυτό ήταν ένα αξιοπρεπέστατο βιβλίο και πέρασα καλά διαβάζοντάς το. Έχω μια αδυναμία στα ιστορικά μυθιστορήματα και δεν έχω ασχοληθεί πολύ με τη Ρώμη, οπότε ήταν ιδιαίτερα ενδιαφέρον να διαβάζω για τη Ρωμαϊκή κοινωνία μέσα από το βιβλίο και την πλοκή του - η οποία έχει πολλές ομοιότητες με τη δική μας και κάποια σημεία αντανακλούν τη σημερινή εποχή με πικρή ειρωνεία. Πολιτική και διαφθορά, θρησκεία, ταξικές διαφορές, δεισιδαιμονίες, ξενοφοβία, σεξισμός, κ.ο.κ.
Το συγκεκριμένο βιβλίο είναι περίπου στη μέση της σειράς βιβλίων με πρωταγωνιστή τον Πόπλιο Αυρήλιο Στάτιο κι αυτό μου δημιούργησε κάποιες μικρές δυσκολίες. Παρότι δεν είναι απαραίτητη η ανάγνωση των προηγούμενων βιβλίων για να παρακολουθήσει κανείς την πλοκή, ο πρωταγωνιστής και οι ήρωες που εμφανίζονται και στα άλλα βιβλία έχουν ήδη σχηματισμένες επαφές και πολλές φορές δεν μπορούσα να επενδύσω συναισθηματικά σε αυτές τις σχέσεις γιατί θεωρούνται δεδομένες. Επίσης βρίσκουμε τον Πόπλιο Αυρήλιο Στάτιο ώριμο και ήδη σχηματισμένο χαρακτήρα, με αναφορές στις παλιότερες περιπέτειές του που αν τις είχα διαβάσει θα είχα καλύτερη κατανόηση των κινήτρων του κι όχι μόνο επειδή μου το λέει η συγγραφέας. Η πλοκή εδώ είναι αρκετά περιπλεγμένη και δυσνόητη, λίγο σαν σαπουνόπερα, αλλά η γραφή είναι έξυπνη και τα σχόλια της συγγραφέα ιδιαίτερα εύστοχα, έτσι που η γενική εμπειρία της ανάγνωσης ήταν απολαυστική.
3.5⭐⭐⭐ Un'altra splendida indagine piena di intrighi e colpi di scena! Storia che ti permette di camminare tra i templi, i palazzi e le strade dell'antica Roma.. è una cosa che amo profondamente di questa serie! E non dimentichiamo i favolosi battibecchi tra Castore e il senatore Publio Aurelio che danno pepe a tutta la storia! Li adoro💖
La sola cosa che ricordavo di questa avventura erano le prodezze della nostra Pomponia, tutto il resto è leggermente riaffiorato verso la fine, ma solo a sprazzi. Ormai i siparietti sono prevedibili. Castore che minaccia di andarsene, Publio Aurelio che minaccia di lasciare il suo posto in Senato, la bella sedotta, i vari cattivi con diverse agende che complicano le cose, ma che non impediscono al nostro eroe di risolvere tutto con arguzia e notevole fortuna. L'accuratezza storica e la familiarità con i vari personaggi non rendono noiosa la lettura, forse a tratti prevedibile, ma la soluzione del giallo non è mai così evidente da risultare noiosa.
Un libro delizioso, degno prosecutore della serie. Consigliato agli amanti delle trame complesse da giallo classico, dove tutti i tasselli tornano a posto nelle ultime pagine. L'intreccio in sé risulta peraltro secondario rispetto alle suggestioni dell'ambientazione e allo spassoso teatrino dei personaggi. Come nei volumi precedenti, non mancano le minacce di diserzione e i furti di abiti del segretario Castore, le comiche apparizioni della garrula matrona Pomponia, le sortite di Aurelio nei lupanari della Suburra e le sue fornicazioni con le donne più belle dell'Urbe. Se alcune di queste scenette risultano ormai un po' cliché, sono sempre sostenute da una scrittura colta, istrionica e frizzante, che ti fa divorare 300 pagine sempre col sorriso sulle labbra.
Publio Aurelio è sempre una garanzia. Sono gli unici gialli che riesco a leggere e divorare in due giorni. Sarà l'antica Roma, sarà l'accuratezza con la quale vengono descritti luoghi, usanze, costumi dell'epoca, sarà il fascino indiscutibile del protagonista... oppure il mix di tutte queste cose. In questo libro, un Augure viene trovato morto la notte dei Saturnalia e il suo testamento indica come unico erede un bambino disconosciuto alla nascita. Publio Aurelio, come esecutore testamentario, ha il dovere di ritrovarlo, ma a remargli contro ci sono diverse famiglie influenti imparentate con il defunto, mentre la prima sacerdotessa delle vestali ha tutto l'interesse perché l'indagine vada a buon fine. Ottimo intreccio con colpo di scena finale, l'ideale per una lettura leggera e appassionante.
Non mi è piaciuto tanto... Confusionario, con una trama poco ispirata, colpi di scena poco credibili e personaggi non molto interessanti, tranne Porzio Commiano. Peccato, mi sembrava proprio che Cui prodest fosse migliore, ma forse è passato troppo tempo da quando l'ho letto...