Che cosa pensano gli uomini? Anzi, con che cosa pensano? Dopo tutti i diari di tutte le Bridget Jones, ecco Zone rigide. Un punto di vista squisitamente, sfacciatamente maschile sulla vita, l'amore, il sesso. Il sesso, per l'appunto. Alessandro, il protagonista di questo romanzo, è appena stato lasciato dalla fidanzata, e si abbandona a una serie di spericolate avventure erotiche. E fin qui niente di strano. Ma davvero eccezionale è il modo in cui ce le racconta, con un realismo svergognato ed esilarante, che non risparmia goffaggini e poco onorevoli cadute di stile (indimenticabile ad esempio il tentativo di girare un video hard amatoriale con una cassiera dell'Esselunga, o la descrizione della pratica sessuale "estrema" della donna lupo...). Ma l'Alessandro innamorato non può fare a meno di pensare a Viola, a come e perché è finita con lei, al fatto che "la coppia è peggiorativa" e ci si appiattisce sempre verso il peggiore dei due, o a quanto l'ossessione della perfezione possa rovinare un rapporto. Nella vita però non funziona come nei cartoni animati, dove a ogni nuovo episodio si ricomincia da capo senza portarsi dietro le conseguenze degli errori precedenti, e la felicità non è come i calzini: se uno non la trova, non la trova. Fra una partita di calcetto e una discussione sul porno in Rete, fra una serata al pub e una giornata al matrimonio dell'amico "Culo di Burano", la storia riserva una serie di colpi di scena che sembrano sorprendere persino il protagonista.
E’ un libro carino, scorrevole, che si legge in poche ore, con qualche battuta carina e comica ogni tanto. Non lo paragonerei però né a Bridget Jones né a Fabio Volo (come è stato fatto da molti). Non che io adori Fabio Volo e i suoi libri...penso che sia lui che Cattelan siano molto migliori come conduttori radiofonici. “Bè allora cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno, avrai un sacco di tempo libero...” “Già...ma non sono sicuro di volerlo, il tempo libero...” butto lì per strapparle una risata e tranquillizzarla, “tanto non so gestirlo...non lo farei fruttare. Anzi, rischio di fare addirittura delle cazzate...chi ha troppo tempo libero finisce che diventa vegetariano” le dico lanciandole una frecciatina. Oltretutto sapevo bene di cosa stavo parlando. Qualche anno fa Viola aveva iniziato, come spesso accadeva durante una litigata,a sferrare calci contro il muro, … Si ruppe un piede e passò un mese a casa dal lavoro e quindi guadagnò un sacco di tempo libero. Iniziò a trascorrere le sue giornate a letto con la gamba rialzata e il suo computer portatile appoggiato sulle ginocchia, navigando su internet alla ricerca di qualcosa con cui alleviare la fatica dovuta al non aver nulla da fare. Tra la miriade di possibilità disponibili – mi rendo conto potesse andare anche peggio, chessò, avrebbe potuto iscriversi a un corso di doppiatori di film brutti, unirsi a un gruppo di serial killer via mail, o addirittura capire come si usa la carta di credito online- decise di diventare vegetariana, trascinando di conseguenza anche me, con somma gioia di mia madre, nel tunnel di quelli che mangiano cose senza sapore. Iniziammo anche a frequentare vegetariani e a organizzare cene a casa con vegetariani. Io mi sentivo in imbarazzo e trovavo molto scortese invitare qualcuno per cena e piazzargli nel piatto solo un po’ d’erba, ma nessuno pareva deluso, anzi, sembravano tutti piuttosto soddisfatti. Dicevano cose del tipo ‘non potrei mai mangiare niente che in vita avesse gli occhi’ e io tra me e me pensavo che probabilmente era colpa dei cartoni animati che vedevano da bambini, con animali fortemente empatici a cui disegnavano occhi smodatamente enormi. Riuscii a tenere botta per un po’ ma, personalmente, la mia esperienza col vegetarianesimo terminò alla seconda settimana consecutiva in cui non riuscii a dare una parvenza di forma solida alla mia cacca.
Leggendo le prime pagine mi sono fatta delle risate che non mi facevo da mesi. Poi è iniziata la parte profonda. Infine si è giunti a quella tragicomica. Tutto questo leggendo una scrittura fluida, sagace, pulita ed efficacissima. Bravo Alessandro, non me l’aspettavo. Non che i personaggi televisivi non si meritino lo stesso plauso degli scrittori, ma va be’. Questo testo è cosparso di perle di saggezza più o meno valide, ma comunque utili. Un bel finale, assieme a un’analisi personale profonda e intima, priva di vezzi, accompagna il lettore fino all’ultima pagina. Merita davvero.
Un libro che avrei voluto leggere da tempo e che si è dimostrato una vera delusione per la frivolezza e la volgarità dei fatti narrati. Un punto di vista prettamente maschilista e adolescenziale con una trama debole e inconsistente.
Una lettura semplicemente inutile. Mi avevano detto che vi avrei trovato il trionfo del maschilismo, i pensieri di un misogino dichiarato che non nasconde il suo puro rancore e disprezzo verso le donne. Se io non ci ho visto tutto questo maschilismo, ma solo ragionevoli critiche nel confronti di certi elementi del genere femminile, forse la colpa è mia. Ma in ogni caso, si tratta di una lettura inutile. Filosofia spicciola, morale da quattro soldi, etica da mondo di veline, metafore sessuali da terza media, idiozia, infantilismo e chi più ne ha più ne metta, fanno di questo libro il trionfo della stupidità. Peccato, visto che Cattelan mi fa anche simpatia. Ma questo libro, che vuole forse rivelare un intimo pieno di significati, profonde intuiizioni e scempiaggini simili, rivela solo un animo vuoto e con un'opinione troppo alta di sé.
In realtà volevo leggere "Ma la vita è un'altra cosa", ma non avendolo trovato in nessuna libreria ed avendo comunque bisogno di una lettura non troppo impegnativa per i miei frequenti viaggi in treno, ho comprato questo. Abbastanza deludente. Non so se fosse voluta la cosa di far apparire il protagonista antipatico, spesso e volentieri sgradevole, ma ammetto che un po' mi ha infastidito. Più che personaggi, quelli del libro sono macchiette... tipici protagonisti da sit-com americana. Nessun guizzo, nessuna particolare dimostrazione di talento scrittorio. Tono piatto e spesso inutilmente saccente.
Di certo non è una lettura cosiddetta impegnata, ma nel complesso si fa leggere bene. La storia scorre veloce, e nel giro di qualche ora, ti ritrovi ad aver finito il romanzo. Il romanzo non vincerà sicuramente il Nobel per la letteratura e non rimarrà negli annali, ma è l'ideale per passare qualche ora di svago, soprattutto dopo aver letto, come me, quel mattone de "I Promessi Sposi". Nel complesso, promosso, soprattutto per la spensieratezza, che ogni tanto ci vuole in un libro. Non è che bisogna legere solo i cosiddetti "capolavori" ecc., no?
Ok, non è piaciuto né a me, né a nessuno della mia famiglia. Ma adesso che è misteriosamente sparito dalla libreria, ci domandiamo dove sia finito e quasi quasi ne sentiamo la mancanza.